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Mosca: divieto di sorvolo aerei civili in Siria per ostilita' in corso

Israele ha annunciato di avere effettuato nel Mediterraneo un test missilistico congiunto con gli Usa. "Il ministero della difesa israeliana in cooperazione con gli Stati Uniti ha lanciato con successo e tracciato sui radar un missile obiettivo Sparrow":lo scrive Ynet spiegando cosi' l'informazione venuta da fonti russe e riportato dal agenzia ansa sull'individuazione nel Mediterraneo di due missili. Secondo il comunicato riportato dall'agenzia russa, i missili sono stati individuati dal radar di Armavis (nella Russia meridionale), e risultati lanciati alle 10:16 dal Mediterraneo centrale verso il Mediterraneo orientale. L'ambasciata russa a Damasco ha riferito che non c'e' nessun elemento che indichi un attacco missilistico sulla capitale siriana.

Il capo dei medici legali di Aleppo ha disertato dal regime di Assad. Lo afferma l'opposizione siriana, affermando che ha le prove del coinvolgimento del regime nel presunto attacco chimico su Aleppo di marzo.

''Il conflitto in Siria contiene tutti gli ingredienti per esplodere in una guerra di dimensioni mondiali'' ha detto ieri l'arcivescovo Mario Toso, segretario del dicastero Giustizia e Pace del Vaticano. Assad in una intervista a Le Figaro minaccia l'esplosione di un conflitto regionale e dice ''il Medio Oriente è una polveriera''. Barack Obama ha avviato una intensa azione di lobbying sul Congresso per ottenere il via libera all'attacco, ma Russia e Cina ribadiscono il loro no. Spunta intanto una foto imbarazzante che mostra Assad e John Kerry insieme al ristorante con le mogli, a Damasco nel 2009.

Il numero di rifugiati siriani supera oramai i 2 milioni. Lo ha annunciato con un comunicato l'Alto commissariato per i rifugiati dell'Onu, che ricorda che un anno fa il loro numero era di 230.671 persone. In un anno il numero dei rifugiati siriani nei paesi confinanti con la Siria è aumentato di 1,8 milioni.

L'Iran ha sostenuto di aver passato agli Stati Uniti informazioni sull'introduzione in Siria di gas nervini gia' otto mesi fa, attraverso un traffico che ha preparato gli attacchi chimici attribuiti da Teheran ai ribelli siriani. Lo riferiscono media iraniani, tra cui il sito dell'emittente Press Tv.

La rivelazione e' stata fatta dal ministro della Difesa, il generale di brigata Hossein Dehqan, il quale ha detto che ''la minaccia di un attacco militare col pretesto dell'uso di armi chimiche in Siria arriva dopo che gli Usa hanno ignorato gli avvertimenti dell'Iran circa gas Sarin che veniva portato in Siria otto mesi fa, praticamente spianando la strada per attacchi chimici in Siria''. Senza fornire altri dettagli, almeno nelle sintesi in rete stamani, il ministro iraniano ha sostenuto quanto sia chiaro che ''gli Usa vogliono lanciare limitati attacchi per risollevare l'abbattuto morale dei terroristi in Siria'' e, fra l'altro, ''indebolire le capacita' operative delle Forze armate siriane''.

Le società civili e le loro organizzazioni sollecitano i loro rappresentanti per un verso a lasciare definitivamente da parte il conflitto armato - "Mai più la guerra" - e per un altro verso a lavorare, con convinzione ed intensamente, per la pace", dice il segretario di Giustizia e Pace alla Radio Vaticana all'indomani dell'appello di papa Francesco contro la guerra in Siria. "Non è mai l'uso della violenza che porta alla pace - spiega -.

La guerra chiama guerra anche perché intrappola i popoli in una spirale mortale: porta in sé una visione distorta del potere inteso come sopraffazione e dominio e, inoltre, accentua il pregiudizio che tutti cercano di distruggere gli altri. Su tali presupposti l'"altro" rimane sempre un antagonista, un nemico da sconfiggere, non sarà mai un fratello. La guerra non finisce mai e le ragioni della giustizia sono disattese". Secondo mons. Toso, "come ha fatto intendere Papa Francesco", in Siria "occorre essere angosciati per i drammatici sviluppi che si prospettano, alla luce di come si stanno muovendo i grandi della terra. La via di soluzione dei problemi della Siria non può essere quella dell'intervento armato. La situazione di violenza non ne verrebbe diminuita.

C'è, anzi, il rischio che deflagri e si estenda ad altri Paesi". "Il conflitto in Siria - prosegue - contiene tutti gli ingredienti per esplodere in una guerra di dimensioni mondiali e, in ogni caso, nessuno uscirebbe indenne da un conflitto o da un'esperienza di violenza.

L'alternativa non può essere che quella della ragionevolezza, delle iniziative basate sul dialogo e sul negoziato".

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