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Sabato, 01 Giugno 2024

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E’ stato un viaggio emozionante, divertente, malinconico, nostalgico, intenso, quello che Flavio Insinna ha regalato sabato 9 aprile al pubblico del Teatro Tenda di Ragusa con “La macchina della Felicità”. Momenti di allegria, di semplici risate si sono alternati a riflessioni intime, ricordi d’infanzia, spunti di analisi della realtà attuale. Sullo sfondo la musica coinvolgente della “Piccola Orchestra”, diretta dal Maestro Nigro, da anni spalla di Insinna e ormai suo amico fidato, e video e immagini suggestivi. Un viaggio tra canzoni, citazioni (da Papa Francesco – “Abbiate il coraggio di essere felici” – a Confucio “Non esiste una strada verso la Felicità. La Felicità è la strada” – da Romano Battaglia a Jacques Cousteau, da Gandhi a John Lennon, solo per citarne alcuni), messaggi di solidarietà, storie di vita ed estratti del libro scritto da Insinna due anni fa, dal quale nasce l’idea dello spettacolo. Un omaggio particolare alla Sicilia e allo spirito solidale che ogni giorno dimostra accogliendo i più poveri e disperati del mondo. Un inno alla felicità, perché “Non è mai troppo tardi per cercarla - ha detto Insinna - Avere la voglia, il coraggio, la forza per rinunciare ad una vita di sopravvivenza e scegliere una vita vera, si può!”. Commoventi i momenti dedicati al tema dell’immigrazione: “Non è un’invasione, perché verrebbero con le armi e invece sono armati solo di bambini”, e quelli dedicati alla storia del nostro Paese: il diritto al voto concesso alle donne, la strage di Bologna, i giudici Falcone e Borsellino e tanti altri. Un Insinna straordinario nelle vesti di attore, esilarante, divertente, coinvolgente, ma anche profondo, commovente. Un Insinna che è stato soprattutto un uomo, con la sua storia e i suoi intimi ricordi messi a nudo sul palco. Quelli legati al padre, medico chirurgo scomparso di recente, la cui figura, pur nella sua assenza fisica, è stata sempre presente sullo sfondo. Quelli dell’infanzia al mare e dei suoi traguardi e insuccessi professionali.

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Ma anche i ricordi de “La macchina della Felicità”, “il cui bagagliaio - ha spiegato Insinna – conserva i sorrisi, i volti, le storie della gente che ho incontrato in questi due anni di viaggio in tutta Italia, un bagagliaio che non sarà mai pieno e che mi ha insegnato che la felicità non è un’utopia: se la cercate bene, la trovate!”. L’evento è stato organizzato dalla Consortile Ergon, leader regionale nel settore della grande distribuzione con le insegne Despar, Eurospar, Interspar, che ha devoluto in beneficenza i proventi ricavati dalla vendita dei biglietti. “Volevamo fare qualcosa di utile per il nostro territorio - ha spiegato Concetta Lo Magno, direttrice dell’area marketing - qualcosa che regalasse un po’ di felicità e non solo sorrisi. E quale spettacolo migliore se non La macchina della Felicità?”. Tre le associazioni di Ragusa che ieri hanno ricevuto un assegno di 4.000 euro ciascuna: l’Anfass, rappresentata sul palco dal dott. Brugaletta, che destinerà il ricavato alla ristrutturazione della casa famiglia, la Lilt, rappresentata dal dott. Amato, che acquisterà un ecografo portatile e il Centro Risvegli Ibleo, rappresentato dal presidente Tumino, che destinerà la donazione al progetto di telemedicina. Un grazie particolare è andato allo stesso attore che oltre alla sua presenza ha voluto fare una personale donazione. Infine, una piccola curiosità: spettatori di eccezione in platea: il maestro Alberto Sironi, regista de “Il commissario Montalbano”, e l’attore Luca Zingaretti, protagonista della famosa fiction. Regalare piccoli di momenti di felicità era la missione: Flavio Insinna a Ragusa ci è riuscito perfettamente.

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Sabato 2 aprile scorso presso il Teatro “Val d'Agrò”, di Santa Teresa di Riva, nella riviera jonica del messinese si è tenuta una spettacolare opera teatrale, Resurrexit, “Il mistero pasquale di Cristo”, un recital sulla Passione, Morte e Resurrezione di Gesù. Protagonisti e autori di questo interessante spettacolo sono stati la Compagnia teatrale Sikilia (Teatro, Musica, Danza), diretta dalla prof.ssa Cettina Sciacca, la Corale Theotokos, guidata da Sergio Micalizzi e un gruppo di musicisti solisti della Banda Musicale, “V. Bellini”, del maestro Carmelo Garufi e di Antonio Pizzi. Naturalmente poi ci sono i tecnici che hanno curato la scenografia, i costumi, la sartoria e i video.

L'opera teatrale è nata da un incontro singolare fra padre Roberto Romeo, artefice insieme al giovane Micalizzi e l'artista Cettina Sciacca, che ha accolto la proposta del sacerdote che tra l'altro è anche uno studioso e autore di testi di storia greco-bizantina. In pratica afferma don Roberto, Resurrexit è nato tra “la sacrestia della parrocchia santateresina di Portosalvo e il teatro Val d’Agrò”.

Per portare il capolavoro artistico in scena c'è voluto un duro e serio lavoro di ricerca, di studio e di preparazione, il progetto ha avuto dei costi notevoli, basti pensare che sono stati coinvolti tra attori, cantanti, musicisti e tecnici, ben 62 persone.

La Resurrezione al centro del mistero pasquale.

Per don Romeo,“Resurrexit, a differenza delle altre numerose rappresentazioni delle Passio, è tutto costruito in funzione della Resurrezione. I fatti della Passione e Morte costituiscono una grande introduzione al momento della Risurrezione abitualmente tralasciato, forse a motivo della difficoltà di coglierne i caratteri fisici come pure i tratti teologici ed antropologici. Il merito del lavoro che qui si presenta è proprio questo: cogliere la dimensione resurrezionale, inscindibilmente legata a quella della Passione, come il culmine del manifestarsi di Dio all’uomo, completezza della rivelazione biblica”. Continua il sacerdote,“Resurrexit, perciò, non è un concerto sic et simpliciter e neppure una rappresentazione teatrale; vuole essere piuttosto un modo originale di presentare il mistero pasquale di Cristo mediante il ricorso a diverse discipline artistiche: musica, canto, prosa, poesia, omiletica, arte figurativa”.

Peraltrola sacra rappresentazione è stata arricchita dall’inserimento di alcuni brani in dialetto siciliano (Ah sì, versate lacrime! e Preghiera alla Vergine) e di significative immagini a tema di artisti locali: Antonello da Messina (Crocifissioni e il Cristo morto sostenuto da un angelo) ed Enico Salemi (Croce biblico-teologica della parrocchia Santa Maria di Portosalvo in Santa Teresa di Riva). Queste raffigurazioni, insieme alle numerose altre immagini appositamente selezionate, tratte da pittori e scultori fiamminghi, rinascimentali e moderni, hanno dato colore e spessore artistico-culturale a Resurrexit. Ugualmente si può dire della proiezione di alcuni tratti di note produzioni cinematografiche: Gesù di Nazaret di Franco Zeffirelli, The Passion di Mel Gibson e altri lavori.

Resurrexit nel solco della traditio cristiana.

Il recital si apre proprio con la lettura (il prologo) di padre Roberto di un passo dell'”Omelia sulla Pasqua di Melitone di Sardi (II secolo), mentre sullo sfondo scorrono le immagini dell'agnello immolato.

Poi inizia il recital che si divide in quattro momenti: il 1° l'Ora della Passione; il 2°, l'Ora della Morte; il 3°, l'Ora di Maria; il 4°, l'Ora della Pasqua. Certo non intendo proporre il copione di Resurrexit, ma credo sia doveroso presentare in sintesi alcuni momenti della splendida manifestazione. Scene e narrazioni si svolgono tutte sul Palco del teatro. L'introduzione viene fatta da Maria, magistralmente interpretata da Cettina Sciacca, la madre di Gesù, che squarcia il silenzio e inizia a narrare i fatti della passione del Figlio. La Sciacca in pratica svolge il ruolo di guida che introduce i vari momenti dell'opera, ma nello stesso tempo recita e interpreta il personaggio dominante che è Maria. Chiaramente tutti gli altri personaggi, tutti appartenenti alla Compagnia, da Pietro a Pilato, compreso lo stesso Gesù, ruotano intorno a Maria. L'Ora della Passione inizia con il canto, E lo credemmo abbandonato da Dio”. Siamo all'Ultima Cena, sul palco ci sono gli apostoli e Gesù, ben interpretato da Diego Cucuzzella. Il 2° momento inizia con la musica del canto,“l'orme sanguigne”, dopo il processo a Gesù, Pilato, ordina ai soldati di flagellarlo.

In questo frangente viene proiettato il video sulla crocifissione e morte di Gesù, con la deposizione, realizzato sulla collinetta (il Calvario) che domina l'artistica cittadina di Savoca che si presta molto per queste manifestazioni, la musica di sottofondo è“La via dei martiri”. Tra la fine del 2° e l'inizio del 3°momento, Maria con il sottofondo musicale, di un coro greco, con veli e mantelli neri, recita la preghiera a Gesù Crocifisso, tratta dal Rosario al “Patri ri li grazij” di Ciminna (PA). “Gesù miu appassionatu, a la Cruci fustivu ‘nchiuvatu lu me cori è accussi ‘ngratu ca ‘un chianci lu me peccatu. Jò ti vegnu a visitari, Redenturi ‘un m’ abbannunari. E lodamu lu Redenturi. E lodamu sempri e spissu, a Gesù lu Crucifissu”.

Poi viene portato in scena Gesù morto, avvolto in un lenzuolo, e deposto sulle ginocchia di Maria. Nel momento del canto“Lodi a Cristo”, scorrono le immagini della “Pietà” di Michelangelo. Con la statua dell'Addolorata e la Croce sul palco su tre leggii, Maria, Gesù e il Nunzio eseguono la drammatizzazione del testo “Donna de Paradiso” di Jacopone da Todi (XIII secolo). Nel video scorrono alcune frasi chiave del testo di Jacopone, tradotte in italiano corrente.

Finita la drammatizzazione, gli attori introducono i segni della Passione e li consegnano a Maria, seduta ai piedi della croce, che li depone ai piedi del patibolo. Nel frattempo scorrono delle immagini relative alla Deposizione e a Maria. Inizia, intanto, il canto “Stava Maria dolente”.

Finito il canto, Maria si alza, sale sulla pedana, sveste gli abiti della Madre di Gesù assumendo quelli di una donna del popolo; si avvicina alla statua dell’Addolorata, l’abbraccia e prega la Vergine. Mentre il coro continua ad eseguire, ma a bocca chiusa, il canto “Stava Maria dolonte”. A questo punto, Maria recita la “Preghiera alla Vergine”:“Santa Virgini, vui matri puru fustivu d’un figghiu, chi vulennulu lu Patri cu la manu e lu cunsigghiu da l’artigghiu di la morti libirau l’umanità. Chissu vostru figghiu duci fu di spini ‘ncurunatu. Supra un troncu riu di cruci lu vidistivu oltraggiatu e ammazzatu. Ma, a la fini, si muriu, risuscitò. Iddu o’ matri avvinturusa, vivu ancora avi ‘à turnari Chista grazia purtintusa di lu so’ risuscitari S’avi a fari!!! O lu figghiu, o ‘n mi movu cchiù di ccà!! O lu figghiu, o ‘n mi movu cchiù di ccà!!”.

Il recital si conclude con il 4° momento, la Resurrezione del Signore dove viene introdotta la musica della sequenza “Victimae Paschali”. Intanto viene proiettato il video sul momento della Resurrezione, realizzato a Savoca. Gli ultimi momenti del recital sono dedicati a Gesù che parla con i due discepoli di Emmaus.

Il Teatro uno strumento per evangelizzare.

Naturalmente la visione di questo straordinario spettacolo storico culturale e religioso si presta a delle considerazioni e riflessioni, soprattutto per chi è impegnato nella nuova evangelizzazione. E' possibile attraverso lo strumento del teatro veicolare il messaggio evangelico? Dopo la visione di Resurrexit di sabato sera a S. Teresa, rispondo di si. Tra l'altro il recital ha avuto un successo clamoroso, seguito da un numeroso pubblico, con la presenza di alcuni sacerdoti. A questo proposito sarebbe una buona cosa poter replicare il recital nelle parrocchie, possibilmente nelle feste patronali estive, invece di scervellarsi per trovare cast più o meno adatti alle feste religiose.

Del resto la Chiesa nella sua lunga storia ha sempre utilizzato varie forme di comunicazione per evangelizzare, penso soprattutto all'arte, alla musica, al cinema, allo sport, ma anche al teatro. La Chiesa nonostante le calunnie avanzate da certi gazzettieri anticlericali è stata sempre all'avanguardia, per esempio,Vittorio Messori, lo scrittore cattolico più conosciuto, sostiene che quando Gutemberg scoprì i caratteri mobili della stampa, il papa di allora mandò subito dei monaci a Magonza in Germania per apprendere il nuovo metodo di scrittura. Il teatro è stato sempre utilizzato dagli uomini di Chiesa, fin dal Medioevo, dove fiorirono forme teatrali spontanee, con gruppi di attori o di interessati alla trasmissione del messaggio evangelico. La Chiesa intuì la grande capacità comunicativa e coinvolgente di queste forme di comunicazione.

Esempi di spettacoli teatrali che portano a Cristo.

Mentre preparavo questo intervento su Resurrexit, ho trovato un interessante studio di una docente dell'Università per Stranieri di Perugia, Dianella Gambini, (Il Teatro come strumento dell'evangelizzazione francescana), qui la studiosa dà conto di come i francescani iberici utilizzavano abbondantemente le rappresentazioni teatrali per evangelizzare gli indios della Nuova Spagna, in Messico. Si intendeva trasmettere in forma piacevole il dogma religioso e gli insegnamente della Morale cristiana. Naturalmente oltre agli altri momenti della Storia di Gesù, come la Natività, si prestava molto la Passione di Nostro Signore Gesù e la sua Resurrezione.

Seguendo il modello di S. Francesco impiegavano il dialogo e la visualizzazione di immagini come mezzi per imprimere nella memoria degli ascoltatori il messaggio religioso.

Intanto molti furono i santi a utilizzare le forme teatrali, uno su tutti fu il grande S. Giovanni Bosco che puntava molto sul teatro come azione educativa privilegiata. Don Bosco addirittura vedeva il teatro come scuola di santità.E tuttavia il teatro promuove ancora altri valori: fa emergere qualità che gli stessi giovani non sanno di possedere; abitua a lavorare con sacrificio; mette gomito a gomito giovani e adulti coinvolti nello stesso progetto; è esercizio d’arte, di lingua, di dizione, di controllo e gestione del corpo; è esperienza di gioco, di attività sociale, controllo autocontrollo di emozioni; costruisce appartenenza, fondamentale per una crescita identitaria di ogni giovane; accumula ricordi belli, emozioni forti che accompagneranno i giovani per moltissimo tempo [...]Educando il giovane al teatro d’insieme, lo si educa alla socialità, alla collaborazione, al lavoro di gruppo. Non si può recitare “insieme” se non c’è volontà di accettazione degli altri e un corretto orientamento della propria aggressività. È attraverso la drammatizzazione che il ragazzo riesce a superare il complesso dell’altro che ascolta o che vede. In alcuni casi invece viene ridimensionato: le sue ingiuste pretese o l’individualismo vengono disciplinate dal gruppo o dal regista per raggiungere lo scopo d’insieme”. (Michele Novelli, Il Teatro “educativo” di don Bosco, Quaderni cannibali, maggio 2012, donboscoland.it)

Sul tema si è espresso anche Concilio Vaticano II con l'Istruzione Pastorale, “Communio et Progressio”, del 23 marzo 1971, che diede le direttive teoriche e pratiche sugli strumenti della comunicazione Sociale, tra questi gli spettacoli teatrali. Al paragrafo 4 dopo aver sottolineato l'importanza comunicativa del teatro, si sottolinea che“La Chiesa segue con simpatia e attenzione l'arte scenica, che nelle sue origini era strettamente legata a temi di carattere religioso. Questo antico interesse per i problemi del teatro deve animare anche i cristiani di oggi, per ricavarne tutto l'arricchimento possibile. Gli autori di teatro devono essere sostenuti e incoraggiati a portare sul palcoscenico la problematica religiosa moderna; questo è spesso un efficace incentivo a una ulteriore diffusione attraverso gli altri strumenti della comunicazione”.

E San Giovanni Paolo II dinanzi al "dramma della nostra epoca", cioè della frattura, fra Vangelo e cultura, ci invitava a portare il messaggio cristiano "nella cultura dei media". I mezzi di comunicazione sociale, infatti, hanno raggiunto una tale importanza da essere per molti il principale strumento di informazione e di formazione, di guida e ispirazione per i comportamenti individuali, familiari e sociali (Cfr. R.M., n. 37).

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Al via i bandi di concorso per partecipare alla XVI edizione del Festival Internazionale del Cinema di Frontiera, che si svolgerà a Marzamemi (Pachino), dal 25 al 31 luglio 2016. La direzione artistica del festival è firmata dal regista Nello Correale. La vice direzione è opera dello storico del cinema Sebastiano Gesù. L’organizzazione, nata dal connubio tra il Centro commerciale naturale “Marzamemi” e l’associazione cinecircolo Cinema di Frontiera, è al lavoro per la realizzazione della prossima manifestazione che, ancora una volta, sarà sostenuta dal Comune di Pachino, dall’assessorato regionale al Turismo e dalla Banca di Credito Cooperativo di Pachino.

Alle selezioni relative ai “Lungometraggi” e ai “Cortometraggi” possono partecipare tutte le opere italiane e straniere realizzate a partire dal gennaio 2014: edite e inedite. La selezione dei “Cortometraggi” è curata dal giornalista Andrea Di Falco.

Per partecipare ai concorsi è necessario compilare la scheda d’iscrizione disponibile sul sito web www.cinefrontiera.it, da spedire insieme alla copia dell’opera in dvd o al link e ai materiali di documentazione entro il 10 giugno 2016. L’esito delle selezioni sarà comunicato entro il 30 giugno 2016. L’invio del dvd o del link deve essere accompagnato dalla scheda d’iscrizione, che può essere inoltrata anche via e-mail. Occorre scrivere al seguente indirizzo: Associazione Cinema di Frontiera presso Filmoteca Laboratorio 451 via Goito n° 20 97019 Vittoria (Ragusa) Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 338-3304744.

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Il 4 aprile 2016 nella “Sala delle Bandiere” della prestigiosa sede di PALAZZO VALENTINI si è tenuta la conferenza stampa della VI Edizione del Premio “La Pellicola d’Oro”, un riconoscimento cinematografico che viene annualmente assegnato agli artigiani, tecnici e professionisti italiani del mondo del Cinema, che ricoprono le seguenti attività: Direttore di produzione, Operatore di macchina, Capo elettricista, Capo macchinista, Attrezzista di scena, Sarta di scena, Effetti speciali, Sartorie cineteatrali, Costruttori e da quest’anno Story board artist.

Un’altra novità di questa edizione è il Premio al Miglior Attore/Migliore Attrice, votati dalla troupe cinematografica, quindi, premiati dal dietro le quinte.

Nella sua veste istituzionale, ha salutato l’evento il Consigliere delegato di Città Metropolitana dr. Guglielmo Abbondati, in quale si è soffermato sull’importanza di questo particolare Premio, che conferisce il giusto equilibrio a tutte le figure professionali presenti su un set, ognuna preziosa e indispensabile nella sua peculiarità.

Fra i numerosi sponsor dell’evento cinematografico, erano presenti in Conferenza Stampa la dott.ssa Stefania Quaglietti per la BNL e il dr. Giovanni Ciarlone, presidente della FITeL (Federazione Italiana Tempo Libero).

Fra gli invitati, si è notata la presenza del produttore Maurizio Amati della FILMAURO e dell’attore Nicola Pistoia; entrambi sono intervenuti con opportune valutazioni sull’attuale panorama artistico, con particolare riferimento al Cinema.

Il regista e scenografo Enzo De Camillis è l’ideatore del Premio nato nel 2011, di cui è il Presidente.

Esso ogni anno è promosso ed organizzato dall’Associazione Culturale “Articolo 9 Cultura & Spettacolo” e dalla “SAS Cinema”.

Nella realizzazione di un film, in Italia come in ogni parte del mondo, la spina dorsale di un set cinematografico è rappresentata da dieci categorie di tecnici altamente specializzati, che svolgono attività in grado di conferire il proprio insostituibile contributo professionale. A tale riferimento, il Premio “La Pellicola d’Oro” è concepito quale riconoscimento ed omaggio alle figure professionali artistiche ed artigianali, che caratterizzano ogni produzione. Inoltre, va sottolineato che le attività svolte in un set devono essere complementari; questa è la formula vincente per la realizzazione di un film di alto livello.

La Giuria del Premio è costituita di ben 120 addetti ai lavori altamente specializzati, i quali esprimono il loro voto attraverso e mail, per arrivare a selezionare i cinquanta finalisti (5 per ogni categoria) e tra questi, mediante una seconda votazione, verrà proclamato il vincitore, ovviamente uno per ogni categoria professionale.

L’obiettivo de “La Pellicola d’Oro” è esplicitamente quello di portare alla ribalta i mestieri meno “visibili”, pertanto meno riconosciuti e valorizzati, ma fondamentali nell’ambito di ogni produzione cinematografica.

La “fabbrica dei sogni”, che si chiama Cinema, ha bisogno di idee, fantasia, energie e tanto impegno da parte di ogni figura professionale e solo un proficuo lavoro di squadra svolto in assoluta sinergia può portare a buoni risultati. Quindi, appare doveroso riconoscere anche alle figure diverse dal regista, dallo sceneggiatore o dal produttore la giusta gratificazione.

All’interno di questo importante evento cinematografico esistono anche alcuni Premi speciali, che vengono conferiti a personalità o aziende che si sono distinti per la promozione del Cinema o per la loro carriera. Tra coloro i quali in questi anni hanno ricevuto tali riconoscimenti ricordiamo: Manolo Bolognini, Giancarlo Giannini, Roberto Perpignani, Ugo Gregoretti, Ettore Scola, Giulio Base, Kaspar Capparoni. Inoltre, la RAI e il CSC Centro Sperimentale di Cinematografia.

Per questa VI edizione uno dei due Premi speciali “La Pellicola d’Oro” è stato assegnato al famosissimo attore Terence Hills, presente sulla scena da ben sessantacinque anni, quando appena dodicenne esordì con il film “Vacanze con Gangster”. Seguiranno altre pellicole, i famosi “musicarelli” con C. Villa e D. Modugno e la sua prima apparizione in uno sceneggiato Rai “Il ritratto di Dorian Gray”. In seguito, egli abbandonerà gli studi universitari per iscriversi all’Actor’s Studios. Ma il trampolino di lancio nella sua lunghissima carriera fu un ruolo nel film “IL Gattopardo” di L. Visconti. Anche il sodalizio artistico con Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer, durato ben diciotto anni, conferì loro un enorme successo. Negli anni che seguirono egli svolge incessantemente la sua attività di attore fra cinema e Tv e viene anche chiamato ad interpretare il film “RAMBO”, ma rifiuta poiché ritiene la pellicola americana estremamente violenta. Mario Girotti, veneziano, nome d’arte Terence Hill, secondo la rivista statunitense “TIME” nel 1999 risultava al secondo posto nella classifica degli attori italiani più conosciuti nel mondo; al primo posto il suo compagno di lavoro ed amico Bud Spencer.

Terence Hill attore, regista, produttore televisivo e sceneggiatore in tanti anni di attività ha dimostrato di essere un artista serio e poliedrico ed è molto amato dal suo pubblico di ogni fascia d’età; tuttavia, nonostante la notorietà a livello internazionale, ha saputo conservare uno stile di vita semplice e coerente; questo la gente l’ha percepito e nel tempo saputo apprezzare.

L’altro Premio speciale 2016 è andato alla storica Ditta di Trasporti Cinematografici della Famiglia Leurini, che svolge la propria attività dal lontano 1930, anno in cui Enrico Leurini incontra Goffredo Lombardo, titolare dei Teatri di posa Titanus. Dopo aver partecipato come attore a diversi film anche di Totò e V. De Sica, collabora in opere cinematografiche di rilievo, quali “Scipione l’Africano” e “Ettore Fieramosca”, fino a diventare il collaboratore di fiducia della casa di produzione Titanus.

Gino, suo figlio maggiore, recita anche lui per alcuni film e tra la fine degli anni ’40 e la metà degli anni ’50 collabora a numerosi film di successo. Nel 1959 Umberto ed Amedeo sono i trasportatori nel film “Rocco e i suoi fratelli, mentre un altro fratello, Antonio, proseguirà la sua carriera in cinema in qualità di Capo Elettricista. In un passaggio del testimone di padre in figlio, giunto alla IV generazione, i componenti della famiglia Leurini si sono sempre specializzati nelle diverse professioni, fino ad arrivare a Matteo, oggi ventunenne, che si occupa di produzione.

Quest’anno “La Pellicola d’Oro”, grazie alla preziosa collaborazione del coreografo Marco De Camillis, noto nell’ambito televisivo portoghese anche in veste di giurato, in particolare presso l’emittente di Stato RTP, ha varcato i nostri confini e nel corso della prossima estate a Lisbona (Portogallo) si terrà la I Edizione di questo importante Premio Cinematografico, dove verranno portati nove film che fanno parte dell’Accademia del Cinema Italiano”e nel corso della Serata di Gala, in accordo con “L’Accademia del Cinema Portoghese”, saranno conferiti cinque Premi alla Carriera, selezionati con lo stesso criterio tradizionalmente seguito da “La Pellicola d’Oro”.

Questo riconoscimento, molto seguito a livello mediatico, annovera significativi patrocini istituzionali e di associazioni di rappresentanza che operano nel campo dello spettacolo.

Sin dalla sua nascita esso rappresenta un evento di notevole importanza per l’artigianato del cinema italiano non solo nel nostro panorama cinematografico, ma anche di quello europeo e mondiale nella divulgazione e nella promozione del nostro Made in Italy e naturalmente la cerimonia di premiazione costituisce un appuntamento ambito non solo dagli operatori del settore, ma anche da numerosi esponenti della cultura e della comunicazione, giornalisti ed imprenditori. Infatti, questo evento rappresenta una grande opportunità per le aziende che vi partecipano, il cui marchio e i cui prodotti possono così usufruire di notevole visibilità.

La presenza della stampa, che anche in sede di presentazione del Premio “La Pellicola d’Oro” è stata rilevante e l’attenzione dei media garantiscono più che mai un’ottima opportunità per tutti i marchi presenti all’evento.

Il presidente Enzo De Camillis, nel corso del suo interessante intervento, dove si è soffermato sulla I edizione de “La Pellicola d’Oro” a Lisbona, ha anche rese note le cinquine dei finalisti per ognuna delle categorie.

MIGLIOR DIRETTORE DI PRODUZIONE

Alberto Monte         ALASKA

Francesco Morbilli    SUBURRA

Giuseppe Pugliese   LA FELICITA’ E’ UN SISTEMA COMPLESSO

Marta Razzano         LA CORRISPONDENZA

Francesco Ruggeri   NON ESSERE CATTIVO

 

MIGLIOR OPERATORE DI MACCHINA

Luigi Andrei             L’ATTESA

Matteo Carlesimo   LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT

Ivan Casalgrandi     SUBURRA

Roberto Ruzzolini     DOBBIAMO PARLARE

Fabrizio Vicari           IO CHE AMO SOLO TE

 

MIGLIOR CAPO ELETTRICISTA

Gianni Gentili         CHIAMATEMI FRANCESCO

Maurizio Matania   PER AMOR VOSTRO

Pino Meloni             IO CHE AMO SOLO TE

Virgilio Palone         SUBURRA

Fabio Policastro       L’ATTESA

 

MIGLIOR CAPO MACCHINISTA

Piero Bosi                       IO CHE AMO SOLO TE

Marco Emidi                 NATALE COL BOSS

Cesare Guarino             SUBURRA

Luciano Mastropietro   IO E LEI

Mauro Pezzotti             CHIAMATEMI FRANCESCO

 

MIGLIOR ATTREZZISTA DI SCENA

Fabio Marconi       ASSOLO

Claudio Stefani     LORO CHI?

Federico Vianelli   LA CORRISPONDENZA

Federico Vianelli   ALASKA

Federico Vianelli   SUBURRA

 

MIGLIOR SARTA DI SCENA

Laura Antonelli           QUO VADO?

Sara Ciccarelli               LACRIME DI SAN LORENZO

Maria Laura Colleoni    LA FELICITA’ E’ UN SISTEMA COMPLESSO

Daniela Lombardo       SUBURRA

Arianna Pioppi              L’ATTESA

 

MIGLIOR TECNICO EFFETTI SPECIALI

Renato Agostini       LA CORRISPONDENZA

CORRIDORI G&A       GLI ULTIMI SARANNO GLI ULTIMI

Maurizio Corridori   LO CHIMAVANO JEEG ROBOT

Leonardo Cruciano   FANTASTICHERIE DI UN PASSEGGIATORE SOLITARIO

Fabio Traversari       L’ATTESA

 

MIGLIOR SARTORIA CINETEATRALE

ANNAMODE 68                     LA CORRISPONDENZA

LA BOTTEGA DI ALICE           IO E LEI

PRONTI MOTORE AZIONE   IN FONDO AL BOSCO

SARTORIA IL COSTUME       L’ATTESA

TIRELLI                                   IL RACCONTO DEI RACCONTI

 

MIGLIO CAPO COSTRUTTORE

Massimo Chessari  IO E LEI

Gianluca Franculli LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT

Gianluca Franculli NATALE COL BOSS

Domenico Matera FANTASTICHERIE DI UN PASSEGGIATORE SOLITARIO

Massimo Sergianni SUBURRA

 

MIGLIOR STORY BOARD ARTIST

Daniele Cantalupo   A NAPOLI NON PIOVE MAI

Davide De Cubellis   CHIAMATEMI FRANCESCO

Marco Valerio Gallo LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT

Giorgio Pontrelli       FANTASTICHERIE DI UN PASSEGGIATORE SOLITARIO

Davide Tafuni           SEI TUTTO QUELLO CHE VOGLIO

 

MIGLIOR ATTORE

Elio Germano             ALASKA

Marco Giallini             LORO CHI?

Luca Marinelli             NON ESSERE CATTIVO

Valerio Mastrandrea   LA FELICITA’ E’ UN SISTEMA COMPLESSO

Claudio Santamaria     LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT

 

MIGLIOR ATTRICE

Maria Pia Calzone   IO CHE AMO SOLO TE

Paola Cortellesi       GLI ULTIMI SARANNO ULTIMI

Sabrina Ferilli         IO E LEI

Ilenia Pastorelli       LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT

Greta Scarano         SUBURRA

Il servizio fotografico della Conferenza Stampa a PALAZZO VALENTINI è stato realizzato da Maria Grazia Scarpetta.

La cerimonia di premiazione de “La pellicola d’Oro 2016”, che verrà condotta dall’attore, autore e regista Nicola Pistoia, artista di esperienza decennale e dall’attrice, cantante, ballerina e doppiatrice Ketty Roselli, si terrà il 25 aprile alle ore 21.00 presso il Teatro Ghione – Via delle Fornaci, 37 Roma (solo su invito).

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Costanzo, Vignieri, Scuderi, Giorgio

“Il visconte dimezzato” è la prova che la letteratura ci permette di compiere dei viaggi immaginifici in territori sperduti, nei meandri della fantasia e della surrealtà. E’ questo il messaggio che gli attori del Teatro Libero Palermo hanno voluto lanciare, ieri mattina, agli studenti che hanno assistito alla rappresentazione sul palcoscenico dell’opera di Italo Calvino. L’appuntamento, inserito nel contesto della rassegna dal titolo “I colori della fantasia”, promossa al Don Bosco di corso Italia dal Centro Teatro Studi presieduto da Franco Giorgio, rivolta agli studenti delle scuole di Ragusa, con il supporto del Comune, del consorzio di garanzia fidi Multifidi e dell’associazione di categoria pmiRagusa, è stato vissuto con grande partecipazione e trasporto da parte degli studenti presenti, quasi tutti della scuola Quasimodo, i quali hanno interagito, nella fase conclusiva della rappresentazione, con gli attori, vale a dire Vincenzo Costanzo, Silvia Scuderi, originaria di Monterosso Almo, e Giuseppe Vignieri. “Calvino – hanno spiegato i tre attori agli studenti dopo avere completato il loro spettacolo – gioca con ironia, fantasticando su un mondo epico, cavalleresco e su una nobiltà oggi scomparsa. Da una parte vi è l’ironia, la sagacia, nel delineare in modo semplice e raffinato la costellazione di personaggi che ci conducono per mano nella storia, dall’altra la metafora, profondamente poetica, della metà, o per meglio dire dell’incompletezza. Abbiamo cercato di portare sul palcoscenico un romanzo molto carico di senso e di simbologia, dove si affrontano tematiche importanti come l’amore, l’adolescenza, la religione, la giustizia, l’uguaglianza. E c’è di più nel romanzo di Calvino, che invitiamo tutti a leggere. C’è qualcosa che rende questo viaggio fantastico quanto mai attuale: la contemporaneità”. Calvino dipinge una storia surreale, che il Teatro Libero Palermo ha portato in scena su progetto e con la regia di Luca Mazzone, che traduce l’eterno conflitto tra Bene e Male in un viaggio di formazione, dove l’Io narrante, attraverso le estremizzazioni delle situazioni paradossali che si susseguono, giunge a piccole porzioni di saggezza. “Mi ha soprattutto bene impressionato – dice il presidente del Cts, Franco Giorgio – l’interesse che i ragazzini hanno fatto registrare alla fine della rappresentazione, tempestando di domande i tre attori. Segno che la presenza del teatro a scuola è un valore aggiunto da cui non si può prescindere”.

Il Teatro Don Bosco durante le domande agli attori

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