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Giovedì, 02 Maggio 2024

Totti ha salvato la Roma e Spalletti ha torto a non ringraziarlo...

È un fatto. Anzi, più fatti messi insieme che fanno un fatto rilevante.

Spalletti avrebbe dovuto ringraziarlo, elogiarlo, abbracciarlo. Invece a fine partita dice questo: «Totti oggi non ha salvato niente, la partita l'ha salvata la squadra». Che, per paradosso, potrebbe anche essere vero, se togliessimo sempre valore ai singoli, ma siccome non è così...

Totti ha salvato la Roma dalla peggior figura del campionato. Perché se segni il gol del 3-3 in una partita che la Roma vinceva 0-2 con l'Atalanta e poi perdeva 3-2, non c'è altro da dire.

Spalletti ha torto e la sua dichiarazione è un errore. Adesso sembra un allenatore impegnato a sminuire Totti. Cioè prima di tutto un giocatore di quella squadra. Di più: un monumento. Pare una missione dimostrativa, pare una guerra in cui l'allenatore deve fare vedere al mondo (e a Totti) che chi comanda è lui.

Perché nella diatriba tra lui e il capitano di qualche mese fa, in molti avevano detto - o semplicemente pensato, senza dirlo - che aveva ragione lui. Ma adesso no. Adesso non è più un allenatore che pensa alla squadra, punto.

Quindi dice pure che Dzeko sbaglia dei gol assurdi come ieri per colpa di Totti, perché non sopporta le pressioni di Roma, dove giocare al posto del capitano è troppo difficile. Siamo ai confini del surreale. Senza quel gol di Totti oggi Spalletti si starebbe leccando le ferite di una sconfitta umiliante. Non riconoscerlo è comunque una sconfitta. Pesante.

La storia : Tra Spalletti e Totti volano parole sopra le righe, urla, recriminazioni e considerazioni di vario tipo, ma le mani restano al loro posto. Alla fine della fiera l’unica certezza è che non c’è mai pace nel cosmo romanista. A Bergamo, subito dopo il rocambolesco 3-3 con l’Atalanta, l’ennesima puntata del paradossale e perenne dramma romanista: il tecnico Luciano Spalletti e capitan Francesco Totti, autore della rete che vale almeno un punto, se le dicono di santa ragione a volume altissimo nelle nemmeno più tanto segrete stanze dello spogliatoio.

Una volta chiusa la porta, scatta la resa dei conti verbale: Totti chiede conto di una frase e Spalletti risponde: «Non vi siete stufati di fare figure del genere e di non vincere niente da venti anni?». Il capitano, autore della rete che ha salvato la Roma dalla sconfitta, si sente ingiustamente colpito e risponde. Vola, forse da entrambe le parti, anche qualche “vaffa” a volume talmente alto da essere percepito dalle orecchie di qualche giocatore dell’Atalanta dall’altra parte del muro.

Non si arriva oltre, i due litiganti si calmano anche con l’aiuto dei presenti prima che sia troppo tardi. Ma la notizia ormai è diventata dominio pubblico così come la frittata è già stata servita sulla tavola di tutto il resto del mondo. La successiva puntualizzazione, a tarda serata, di Spalletti serve solo a definire meglio i contorni e i confini della vicenda: «Quanto leggo mi sorprende molto visto che, essendo stato espulso, non sono rientrato nel sottopassaggio con i calciatori. Ho atteso i giocatori nello spogliatoio e ovviamente ho avuto delle cose da dire visto che non ero contento di come è andata la partita. Smentisco nel modo più categorico che ci sia stata una lite o peggio ancora un confronto fisico con chiunque dei miei calciatori. Io non metto le mani addosso ai miei giocatori».

 

 

 

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