La reliquia del braccio di San Giovanni è stata traslata ieri dalla Cattedrale all’ospedale Civile di Ragusa. Una iniziativa che, nell’Anno della Misericordia, ha voluto fornire conforto ai malati e ai sofferenti ricoverati da tempo. In occasione dei solenni festeggiamenti del glorioso patrono di Ragusa, l’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute ha inteso dare un chiaro segnale a sostegno dei più deboli.
Dopo la santa messa in Cattedrale, presieduta dal direttore della Pastorale della salute, don Giorgio Occhipinti, la reliquia, ieri mattina, è stata traslata nella cappella dell’ospedale Civile dove è stata accolta dagli ospiti del Centro diurno Alzheimer, dai medici, dai malati, dagli operatori sanitari e dai volontari dell’Avo e dell’Unitalsi. C’erano anche i componenti del comitato dei festeggiamenti. Subito dopo si è tenuta la benedizione con la reliquia degli ammalati. E’ stato un momento di solidarietà per i malati e i familiari oltre che per il personale medico e paramedico che si dedica alle loro cure. Don Girolamo Alessi, parroco della Cattedrale, ha poi presieduto, nel pomeriggio, la celebrazione eucaristica con la partecipazione dei malati, dei medici e degli operatori sanitari, dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute, della cappellania ospedaliera, dei volontari dell’Avo e dell’Unitalsi. Il parroco della Cattedrale, don Alessi, ha parlato della grande devozione che i ragusani nutrono nei confronti del Battista. “Il braccio reliquiario di San Giovanni – sostiene don Alessi – è molto presente nella fede dei ragusani. Quando c’era un momento difficile, malattia o altre avversità, gli stessi ragusani chiedevano l’esposizione del braccio con la reliquia, per potere superare le fasi più difficili. Il ragusano sente ben presente il proprio patrono e la reliquia è una testimonianza precisa in questo senso”. Dopo la messa vespertina, il braccio reliquiario ha fatto ritorno in Cattedrale e rimarrà in esposizione in queste giornate di festa nella cappella della decollazione. “Molto significativo il momento della benedizione dei malati – dice don Occhipinti – C’è stato un pizzico di commozione. Ma siamo stati pronti a superare un frangente abbastanza delicato. Ringrazio don Alessi per la disponibilità. Ritengo che abbiamo vissuto un momento di grande attenzione per coloro che vogliono vivere in maniera intensa queste giornate di festa e che però, a causa della malattia o della debilitazione fisica, sono impossibilitati a farlo”.