Ottima partecipazione, venerdì sera, per la manifestazione “Ragusa non dimentica” organizzata dal coordinamento cittadino dei movimento e delle associazioni giovanili per ricordare il sacrificio di Paolo Borsellino, nel giorno dell'anniversario della sua morte, e assieme al suo, anche quello di Giovanni Falcone e di tutte le vittime della mafia. All'iniziativa ha offerto il suo supporto anche la Consulta Giovanile di Chiaramonte Gulfi e un gruppo di giovani di Comiso che hanno lanciato dei palloncini bianchi in aria. Non sono mancati i rappresentanti istituzionali tra cui il sindaco di Ragusa, Federico Piccitto e il sindaco di Chiaramonte Gulfi, Vito Fornaro. Prima il raduno in piazza Duomo dove cinque ragazzi dell'Harmony Brass Quintet di Chiaramonte Gulfi hanno intonato il silenzio. Poi la lunga fiaccolata con quasi 500 persone che hanno creato un torpedone che si è snodato su corso XXV Aprile. Infine l'arrivo ai Giardini Iblei per i momenti di riflessione, l'esecuzione dell'Inno di Mameli e gli spettacoli musicali conclusivi.
“Ragusa non dimentica il sacrificio di tante vite umane nella continua lotta alla mafia – ha detto Simone Digrandi, chiamato a moderare i vari interventi - E lo fa partendo dall’anniversario della morte del giudice Paolo Borsellino, ricordando anche il sacrifico dell’altro giudice antimafia, Giovanni Falcone, e di quanti hanno speso la propria vita per sconfiggere la mafia e per riscattare il norme della Sicilia. Ragusa non dimentica, e lo fa per il secondo anno consecutivo attraverso una manifestazione condivisa. Noi giovani dobbiamo essere la primavera di questa Nazione”. Vari i momenti di riflessione con i ragazzi del coordinamento e con alcuni ospiti. Giulio Pitroso, direttore editoriale Generazione Zero, si è soffermato sulla presenza della mafia anche in provincia di Ragusa, con le cosche presenti nell'ipparino ma ha parlato anche della mafia bianca per certi atteggiamenti provenienti dalla burocrazia e dal mondo della politica. Giorgio Abate, coordinatore provinciale Libera, ha rimarcato la necessità di unirsi nella lotta alla mafia e di denunciare gli atti che non rispettano le regole. Ospite da Palermo, Giovanni Abbagnato, militante e scrittore antimafia, ha parlato delle sacche di mafiosità che si registrano anche nella gestione della sanità in Sicilia. Prima degli ospiti, hanno parlato tre rappresentanti del mondo giovanile. Per il coordinamento delle associazioni giovanili di Ragusa ha parlato Andrea Iurato che ha ricordato l'efferatezza dei due attentati a Falcone e Borsellino. Ha usato parole toccanti pienamente condivise dalla folta platea composta anche da cittadini stranieri che hanno voluto partecipare. Francesco Scollo, che ha parlato in rappresentanza della Consulta Giovanile di Chiaramonte Gulfi, ha offerto il suo ricordo personale visto che quel maledetto 19 luglio si trovava con la sua famiglia in vacanza proprio in un luogo vicino a dove è avvenuto l'attentato di via D'Amelio. Era un bambino che giocava, sentì il boato e ne rimase profondamente colpito, al punto tale che per giorni i suoi unici disegni raffiguravano proprio delle esplosioni. Infine ha parlato Manuela Pepi, in rappresentanza del gruppo di giovani di Comiso che si è soffermata sulla necessità di unire tutti i ragazzi della provincia di Ragusa nella lotta alla mafia. Mario D'Asta ha infine parlato della proposta lanciata dalle associazioni giovanili di redigere una carta etica per gli amministratori, tema che sarà approfondito all'interno di un incontro di presentazione pubblica nelle prossime settimane. Conclusione con la lettura delle lettere del figlio e della moglie di Borsellino, interpretate da Wladimir Randazzo e Federica Gurrieri e con la musica live dei gruppi Black Eagles, Reggaenade, Radioactive. Numerosi i gruppi scout presenti.