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Mario Draghi al Senato: Un governo europeista e atlantista

"Il primo pensiero che vorrei condividere riguarda la nostra responsabilità nazionale, il principale dovere a cui siamo chiamati tutti, io per primo". E' questo uno dei primi passaggi del discorso del premier Mario Draghi al Senato in cui invita le forze politiche all'unità e ribadisce come sia "nostro dovere" ora "combattere con ogni mezzo la pandemia e salvaguardare le vite dei cittadini: una trincea dove combattiamo tutti insieme, il virus è nemico di tutti" dichiara.

Matteo Salvini entusiasta quello che esce da palazzo Madama dopo aver udito il discorso del neo presidente del consiglio Mario Draghi, che ha ricevuto gli "auguri di tutto cuore" per un buon lavoro anche da parte di Mario Monti

In una nota diramata poco dopo la fine del primo, lungo, discorso di Mario Draghi al Senato, Silvio Berlusconi ha espresso il suo apprezzamento per le parole del nuovo presidente del Consiglio: "Il Presidente Draghi ha pronunciato un discorso dettagliato e di alto profilo, che guarda al futuro, che delinea un'Italia capace di rialzarsi e di ripartire.

Un governo europeista e atlantista. Con queste parole Mario Draghi definisce la politica estera del suo governo scrive inside over, e invia un messaggio rivolto non solo agli alleati di governo, ma anche a quelli esterni all’Italia. C’è un Paese che per Draghi deve confermare le linee guida che per decenni hanno caratterizzato la diplomazia di Roma. E Draghi rispetta le aspettative di un esecutivo che è chiaramente nato anche con la benedizione di Washington e di Berlino (e di Bruxelles). Le due capitali dell'Occidente politico, quella dell’America e quella dell’Europa, guardano con molta attenzione a quanto sta avvenendo a Palazzo Chigi, consapevoli che l'Italia è un Paese che nessuno può né vuole perdere. Gli Stati Uniti per questioni strategiche, la Germania per motivazioni economiche e quindi politiche.

 Questo, in pillole, l'intervento del premier che è durato 53 minuti e ha ricevuto 21 applausi.
"Questo governo nasce nel solco dell'appartenenza del nostro Paese, come socio fondatore, all'Unione europea e come protagonista dell'Alleanza Atlantica". "Sostenere questo governo significa condividere l'irreversibilità della scelta dell'euro" e la "prospettiva di un'Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione. Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa".  

"Questo governo sarà convintamente europeista e atlantista, in linea con gli ancoraggi storici dell'Italia: Ue, Alleanza Atlantica, Nazioni Unite". Draghi punta quindi a rafforzare il rapporto strategico e imprescindibile con Francia e Germania e a intensificare la collaborazione con la "nuova Amministrazione USA". "L'Italia si adopererà per alimentare meccanismi di dialogo con la Federazione Russa", mentre dichiara di seguire "con preoccupazione ciò che sta accadendo" in Russia e "in altri paesi dove i diritti dei cittadini sono spesso violati", "anche l'aumento delle tensioni in Asia intorno alla Cina".

 "Nell'appartenenza convinta al destino dell'Europa siamo ancora più italiani". Dobbiamo essere "orgogliosi del contributo italiano alla crescita e allo sviluppo dell'Unione europea. Senza l'Italia non c'è l'Europa. Ma, fuori dall'Europa c'è meno Italia. Non c'è sovranità nella solitudine". "Dobbiamo essere più orgogliosi, più giusti e più generosi nei confronti del nostro Paese. E riconoscere i tanti primati, la profonda ricchezza del nostro capitale sociale, del nostro volontariato, che altri ci invidiano". Draghi chiede quindi "il sostegno convinto del Parlamento". Un sostegno "che non poggia su alchimie politiche ma sullo spirito di sacrificio, sul vibrante desiderio di rinascere, di tornare più forti e sull'entusiasmo dei giovani che vogliono un paese capace di realizzare i loro sogni. Oggi, l'unità non è un'opzione, ma un dovere. Un dovere guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l'amore per l'Italia".

 Il Covid "ha provocato ferite profonde" anche sul piano "culturale ed educativo". Le ragazze e i ragazzi hanno avuto il servizio scolastico attraverso la Didattica a Distanza che, "pur garantendo la continuità del servizio, non può non creare disagi ed evidenziare diseguaglianze". Si deve "tornare rapidamente a un orario scolastico normale", e si devono "recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui la didattica a distanza ha incontrato maggiori difficoltà".  Ma "il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza". "E' necessario investire nella formazione del personale docente per allineare l'offerta educativa alla domanda delle nuove generazioni" e "particolare attenzione va riservata agli ITIS (istituti tecnici)".  "Senza innovare l'attuale organizzazione di queste scuole rischiamo di sprecare le risorse" ad esse destinate.

Per "il piano di vaccinazione" vanno mobilitate "tutte le energie" dalla protezione civile, alle forze armate, ai volontari. E le vaccinazioni vanno fatte "in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private". La "prima sfida" è ottenere le dosi sufficienti, e poi "distribuire" il vaccino "rapidamente ed efficientemente". "Nostro dovere è combattere con ogni mezzo la pandemia e salvaguardare le vite dei cittadini: una trincea dove combattiamo tutti insieme, il virus è nemico di tutti".

 Il "riscaldamento del pianeta ha effetti diretti sulle nostre vite e sulla salute, dall'inquinamento, alla fragilità idrogeologica, all'innalzamento del livelllo dei mari che potrebbe rendere ampie zone di alcune città litoranee non più abitabili".  Proteggere il futuro dell'ambiente, conciliando con il progresso e il benessere sociale, richiede un approccio nuovo: digitalizzazione, agricoltura, salute, energia, aerospazio, cloud computing, scuole ed educazione, protezione dei territori , biodiversità, riscaldamento globale ed effetto serra, sono diverse facce di una sfida poliedrica che vede al centro l'ecosistema in cui si svilupperanno tutte le azioni umane".

"Uscire dalla pandemia non sarà come riaccendere la luce". "Il governo dovrà proteggere tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi". 

"Centrali sono le politiche attive del lavoro. Affinché esse siano immediatamente operative è necessario migliorare gli strumenti esistenti, come l'assegno di ricollocazione, rafforzando le politiche di formazione dei lavoratori occupati e disoccupati. Vanno anche rafforzate le dotazioni di personale e digitali dei centri per l'impiego in accordo con le regioni. 

Questo progetto è già parte del Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza ma andrà anticipato da subito". "La risposta della politica economica al cambiamento climatico e alla pandemia dovrà essere una combinazione di politiche strutturali che facilitino l'innovazione, di politiche finanziarie che facilitino l'accesso delle imprese capaci di crescere al capitale e al credito e di politiche monetarie e fiscali espansive che agevolino gli investimenti e creino domanda per le nuove attività sostenibili che sono state create".

"Ci impegniamo a fare di tutto perché possano tornare, nel più breve tempo possibile, nel riconoscimento dei loro diritti, alla normalità delle loro occupazioni", assicura. "Ci impegniamo a informare i cittadini con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole", osserva. "Un esecutivo come quello che ho l'onore di presiedere, specialmente in una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo, è semplicemente il governo del Paese. 

Non ha bisogno di alcun aggettivo che lo definisca. Riassume la volontà, la consapevolezza, il senso di responsabilità delle forze politiche che lo sostengono alle quali è stata chiesta una rinuncia per il bene di tutti". "Questo è lo spirito repubblicano di un governo che nasce in una situazione di emergenza raccogliendo l'alta indicazione del capo dello Stato", sottolinea il premier. 

"La crescita di un'economia di un Paese non scaturisce solo da fattori economici. Dipende dalle istituzioni, dalla fiducia dei cittadini verso di esse, dalla condivisione di valori e di speranze. Gli stessi fattori determinano il progresso di un Paese". Draghi parla di un "nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione" tra le forze politiche e ringrazia il suo predecessore Giuseppe Conte per il lavoro fatto. La pandemia "ha finora ha colpito soprattutto giovani e donne, una disoccupazione selettiva ma che presto potrebbe iniziare a colpire anche i lavoratori con contratti a tempo indeterminato".

 "Oggi abbiamo, come accadde ai governi dell'immediato dopoguerra, la possibilità o meglio la responsabilità, di avviare una Nuova Ricostruzione" attraverso "la fiducia reciproca, nella fratellanza nazionale, nel perseguimento di un riscatto civico e morale", incalza Draghi. "A quella ricostruzione collaborano forze politiche ideologicamente lontane se non contrapposte. Sono certo che anche a questa nuova ricostruzione nessuno farà mancare, nella distinzione di ruoli e identità, il proprio apporto".

L'ex presidente della Bce, ben conscio dei ritardi dell'Italia in materia, detta la linea e accelera i tempi. "Non è una buona idea cambiare le tasse una alla volta", ma serve "un intervento complessivo" che scoraggi i "gruppi di pressione" nello "spingere il governo ad adottare misure scritte per avvantaggiarsi". Insomma, riforma tributaria immediata, di ampio respiro che stronchi gli assalti delle lobbies. Il premier tira dritto e sembra chiudere sulla flat tax auspicata dal centrodestra, puntando su un sistema impositivo alleggerito, ma sempre in base al reddito.

Draghi è stato chiarissimo: dare la fiducia a questo governo "significa condividere l'irreversibilità della scelta dell'Euro, significa condividere la prospettiva di un'Unione Europea sempre più integrata". Una chiara presa di posizione dopo le recenti parole di Matteo Salvini, secondo cui "di irreversibile c'è solo la morte". Il presidente del Consiglio ha inoltre posto in evidenza che l'esecutivo nasce "nel solco dell'appartenenza del nostro Paese, come socio fondatore, all'Unione europea". Il leader della Lega non è andato assolutamente allo scontro. Anzi, ha recepito con piacere le direzioni illustrate da Draghi: "Più salute e meno tasse, più rimpatri e meno burocrazia, più cantieri e meno sprechi, responsabilità e rispetto nei confronti delle future generazioni, orgoglio di essere italiani. Ottimo punto di partenza, nel nome di efficienza, trasparenza e cambiamento. La Lega c’è!".

 

fonti ansa /  inside over / il giornale

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