Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Lunedì, 20 Maggio 2024

Al Salone del libro Loren…

Mag 15, 2024 Hits:608 Crotone

L'Istituto Ciliberto-Luci…

Mag 14, 2024 Hits:180 Crotone

Le opere di Bach: gli eff…

Mag 02, 2024 Hits:471 Crotone

In città l'ultima tappa d…

Apr 30, 2024 Hits:504 Crotone

Convegno Nazionale per la…

Apr 23, 2024 Hits:721 Crotone

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:1118 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:1110 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:1483 Crotone

La partita è ben lontana dal fischio finale". Così Silvio Berlusconi a Bruno Vespa per il libro 'Sale, zucchero e caffè . L'Italia che ho vissuto da nonna Aida alla terza Repubblica', che uscirà da Rai Eri Mondadori il 7 novembre. Interpellato sulla decisione della giunta del Senato di far votare la sua decadenza a scrutinio palese, Berlusconi risponde: "Mi pare tutto chiaro. Come dice una vecchia canzone di De Gregori, 'Non c'è niente da capire'.

L'atteggiamento della sinistra, e non solo, è ormai sotto gli occhi di chiunque abbia anche soltanto un minimo di onestà intellettuale. Ma hanno commesso un autogol; gli italiani hanno capito che vogliono eliminarmi per sempre dalla vita politica perché mi considerano l'ultimo ostacolo alla loro definitiva presa del potere". "Comunque la partita è ben lontana dal fischio finale - aggiunge l'ex premier - perché la sentenza che mi ha condannato è fondata su delle falsità e sarà ribaltata molto presto". Non accenna a placarsi la polemica politica il giorno dopo la decisione della giunta del Senato sul voto palese per la decadenza di Berlusconi. Il segretario del Pd Epifani blinda il governo: 'Non può rimanere ostaggio delle vicende giudiziarie di Berlusconi. La decadenza non è dovuta ad un destino cinico e baro ma solo all'applicazione di leggi e sentenze'. Sul fronte Pdl Santanché ribadisce: 'Non c'è più motivo di stare in questo governo'.
Quagliariello però avverte: se cade il governo, possibile una nuova maggioranza. Attacchi a Lanzillotta, solidarietà dai senatori di Sc.

Renzi, politica pensi a disoccupazione - ''Disoccupazione record e la politica di che parla? Di come cambiare il sistema del lavoro? No, di come votare decadenza di Berlusconi''. Lo ha scritto su Twitter il sindaco di Firenze Matteo Renzi, candidato alla segreteria del Pd.

''I senatori si vergognano delle proprie idee e vogliono nascondersi dietro il voto segreto? Assurdo. Ci mettano la faccia e votino'', ha scritto su Twitter Renzi.

Cuperlo, voto palese è elemento di trasparenza - La decisione di votare in maniera palese sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi è "un elemento di trasparenza oggettiva. Dopodiché ritengo che sia legittimo che sulle questioni procedurali ci siano anche opinioni differenti". Lo sostiene Gianni Cuperlo, candidato alla Segreteria del Pd. "Quel voto - ha poi aggiunto - non è l'ennesimo grado di giudizio verso Berlusconi ma è la presa d'atto del Senato per garantire la composizione corretta dell'Aula. Siamo di fronte ad un cittadino per cui dobbiamo avere rispetto, ma che è condannato in via definitiva per un reato molto grave".

È una nefandezza". Così il ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello a "Effetto Giorno - le notizie in 60 minuti" su Radio24 sulla decisione della giunta sul voto palese per la decadenza di Berlusconi. ''Il regolamento del Senato - aggiunge - dice che devono essere a scrutinio segreto le votazioni che comunque riguardino la persona. Quel 'comunque' taglia la testa al toro". Ma è possibile tornare indietro, magari in aula? "La decisione della giunta è una decisione della giunta, ma penso che si debba prendere un'iniziativa in questo senso".

"Ho anche sentito colleghi senatori che stimo - prosegue Quagliariello - argomentare che in questo caso il voto segreto non sarebbe possibile
perché il voto non riguarderebbe una persona, ma la composizione del senato. È un argomento assolutamente falso e pretestuoso, perché i
voti espressi dal parlamento sui propri membri riguardano tanto le persone, quanto la composizione del plenum, altrimenti dovremmo votare
a scrutinio palese anche le dimissioni di un senatore. E quindi anche il voto su Berlusconi - ha concluso - riguarda senza dubbio la sua persona e anche la composizione del Parlamento''.E intanto :

Quello sulla decadenza di Berlusconi non sarà un voto sulla persona, ma sul suo status di parlamentare. Pertanto non sarà necessario il voto segreto". Lo ha detto Linda Lanzillotta (Sc) in una pausa dei lavori della Giunta per il regolamento. "Non reinterpretiamo regolamento perché è la prima volta che si applica legge Severino".

"La mia decisione di votare nella Giunta per il regolamento per il voto palese - spiega ancora Lanzillotta - è stata adottata dopo un'analisi approfondita delle norme e dei precedenti e dopo un'importante discussione nella Giunta". "Sul piano regolamentare - osserva la senatrice - gli elementi che mi hanno indotto a decidere in questo modo sono cinque: è la prima volta che il Senato applica la legge Severino, quindi non esistono precedenti invocabili in modo univoco. Poi non esiste nel regolamento del Senato una norma esplicita che indichi la modalità di votazione utilizzabile nei casi analoghi, ma non identici (ineleggibilità ed incompatibilità). Il voto segreto è stato applicato solo in via di prassi".

Tra i motivi a cui ricorre la Lanzillotta per dire sì al voto palese c'è anche la norma del regolamento della Camera in cui si precisa che il voto per la decadenza non può essere considerato un voto sulla persona. Pertanto si applica il voto palese. E' già successo, poi, che prassi consolidate siano state modificate senza che si dovessero cambiare le norme".

Nel caso Berlusconi, insiste, "non c'è dubbio che il voto non riguardi la persona, ma solo il mero accertamento dell'esistenza di un presupposto di integrità morale che condiziona la composizione del Senato. Non vi sono scelte discrezionali o di coscienza del parlamentare che possano essere compromesse dal voto palese". "Per questo - sottolinea Lanzillotta - mi sono dichiarata favorevole ad una decisione che circoscrivesse l'interpretazione in favore del voto palese al nuovo caso che si presenta e per il quale non ci sono ne' norme, ne' prassi in contrario rinviando a specifiche valutazioni la questione del voto in materia di ineleggibilità e incompatibilità per le quali i precedenti sono nel senso del voto segreto".

"Un'estensione non dovuta del voto segreto - conclude - andrebbe in direzione opposta a quella che ha orientato dagli anni Novanta in poi l'evoluzione dei regolamenti parlamentari per far sì che le procedure di Camera e Senato si svolgano nel rispetto della Costituzione e sempre più aderendo al bisogno di trasparenza che viene dai cittadini e che è la condizione per conservare il rispetto dell'istituzione parlamentare e la legittimazione dell'esercizio delle prerogative da parte di ogni singolo eletto e delle assemblee nel loro complesso".

Sulla decadenza voto palese al Senato. L'ira di Berlusconi, salta pranzo con ministri. Alfano, battaglia in Parlamento. Sette voti a favore, 6 contrari. Il Cav disdice pranzo con iministri. M5S esulta. Parte offensiva Pdl. Brunetta, decisione contra personam. Schifani: 'Pagina buia, conseguenze'. E Quagliariello, decade per sentenza ingiusta. Forte tensione nelpartito. Epifani, applicare legge Severino.

La decisione di votare a scrutinio palese sulla decadenza perché non sarebbe un voto sulla persona, ma sull'integrità del Plenum del Senato è passato con 7 voti a favore e 6 contrari. Il deputato Karl Zeller (Svp) ha votato a favore del voto segreto.

"Vittoria! Sarà voto palese come ha sempre proposto dal primo giorno il Movimento 5 Stelle. Con il voto palese la stella della trasparenza illumina il buio del Senato". Commenta così Paola Taverna, capogruppo del Movimento 5 Stelle, il voto in giunta regolamento. "Senatore Berlusconi è giunta l'ora che si rispetti la legge" aggiunge.

"Quello sulla decadenza di Berlusconi non sarà un voto sulla persona, ma sul suo status di parlamentare. Pertanto non sarà necessario il voto segreto", aveva detto Linda Lanzillotta (Sc) in una pausa dei lavori della Giunta per il regolamento. "Non reinterpretiamo regolamento perché è la prima volta che si applica legge Severino".

E ora, innanzitutto in sede parlamentare, lì dove si è consumato il sopruso, sarà battaglia per ripristinare il diritto alla democrazia". Così Angelino Alfano.

"Dopo la decisione della Giunta per il Regolamento per il voto palese, chiediamo che il Presidente del Senato Grasso faccia seguito a quanto affermato ieri nel corso della riunione dei capigruppo e calendarizzi immediatamente per la prossima settimana già dal 5 novembre il voto sulla decadenza del senatore Berlusconi. Ora non ci sono più ostacoli. Si voti subito". E' questo l'appello che i senatori del M5S rivolgono al presidente del Senato Grasso attraverso una nota.

"Rispetto e comprensione per la scelta della Giunta. Basta polemiche che vanno oltre ogni limite. La l. Severino è una legge perfettamente costituzionale che va applicata, così come è avvenuto nei trentasette casi precedenti. Si abbassino quindi i toni e si ricordi che la giustizia deve essere uguale per tutti". Così Guglielmo Epifani.

''C'è bisogno ci sia separazione fra le singole vicende giudiziarie e l'azione del governo'': lo ha ribadito il presidente del Consiglio Enrico Letta rispondendo a 'Radio Anch'io' ad una domanda sulla richiesta di Berlusconi di dichiarare la non retroattività della legge Severino. ''La risposta - ha detto - è contenuta nel voto di fiducia del 2 ottobre''. A Berlusconi, ha spiegato Letta, ''non è che devo rispondere oggi. La risposta è contenuta nel voto di fiducia del 2 ottobre''. ''Ho chiesto la fiducia - ha aggiunto - il parlamento me l'ha data con largo consenso. E il pilastro di quel discorso era: l'Italia ha bisogno di ripresa, di un governo e che ci sia separazione fra singole vicende giudiziarie e l'azione del governo. Punto. Quella separazione era il 2 ottobre ed era la base sulla quale il Parlamento, a larga maggioranza, ha dato fiducia al governo''.

''Sulle decisioni che prenderà la giunta del Regolamento del Senato sul voto segreto o palese non nutro un grande ottimismo'': cosi' Francesco Nitto Palma intervistato dalla Telefonata di Canale 5. ''E' evidente - ha aggiunto il senatore del Pdl - che la giunta sta procedendo come se fosse un atleta dei cento metri. Nella giunta valgono le stesse regole della maggioranza politica che ci sono in Parlamento''. Il senatore ha accusato il presidente del Senato Pietro Grasso di ''aver favorito una forsennata accelerazione'' dell'intera vicenda''.

I tempi ''saranno quelli determinati dalle maggioranza politiche: possono votare la decadenza in Aula, ma poi sia chiaro chi mina la stabilità. Se sarà un voto politico, nessuno si lamenti delle conseguenze''. Così in una intervista alla Stampa il presidente della commissione Giustizia del Senato Nitto Palma, secondo il quale dopo la ''novità'' contenuta nelle motivazioni della sentenza della Corte di Appello di Milano bisogna ''reinvestire la Giunta di questa novità, perché la possa valutare come organo''. Per il senatore Pdl, infatti, ''nella sentenza è spiegato che l’incandidabilità è una sanzione lasciata all'autorità amministrativa, e si aggiunge subito dopo che è decisa dall'autorità amministrativa. Quindi viene definita una sanzione amministrativa. Il che è molto importante, visto che il dibattito sulla incandidabilità verteva anche su questo: noi dicevamo che è una sanzione, e quindi irretroattiva, mentre altri ne negavano la natura di sanzione''. Insomma, si tratta, rispetto a precedenti interventi, citati anche da Felice Casson per sostenere la tesi contraria, di una ''nuova interpretazione''.

'La corte d'Appello di Milano ha detto che l'incandidabilità è una sanzione amministrativa, e pertanto non è retroattiva. Quindi da ragione a noi e non c'è motivo di andare avanti''. Francesco Nitto Palma spiega così perché la giunta per il Regolamento del Senato è stata sospesa.

Il nostro collaboratore Giorgio Lambrinopulos ha ricevuto questo comunicato inviato dal Gruppo del Pdl alla Camera che con piacere pubblichiamo:

 

TUTTA LA VERITÀ SUL PROCESSO MEDIASET

non diamo qui una diffusa trattazione. Ci limitiamo ad appunti di verità che mostrano l’assoluta predeterminazione delle sentenze, con una coerenza interna spaventosa.

Una macchina aliena montata con cura maniacale, con un navigatore satellitare che disegna l’itinerario perfetto della condanna e l’equipaggio su misura per il compito.

(1.A) LA STORIA DEL PROCESSO

TRIBUNALE, PRIMO GRADO DI GIUDIZIO: 3 (tre) giudici su 3 (tre), cento per cento, di estrema sinistra, appartenenti a Magistratura Democratica. Il risultato è ovvio. Con un’anomalia supplementare: la sentenza non contempla solo il dispositivo, ma vengono contestualmente lette anche le motivazioni che normalmente prendono almeno 60 (sessanta) giorni. Qui neanche un minuto. 26 ottobre del 2012.

CORTE D’APPELLO, SECONDO GRADO DI GIUDIZIO: 3 (tre) su 3 (tre), cento per cento, giudici di estrema sinistra. Fissato a velocità da record nel gennaio del 2013. Stesso ritmo innaturale, con la negazione in primo come in secondo grado di 171 testimoni a difesa, violando le norme del diritto europeo del giusto processo (articolo 6 della Convenzione europea dei diritti umani, art. 111 della Costituzione

CORTE DI CASSAZIONE, TERZO GRADO DI GIUDIZIO: 3 (tre) giudici su 5 (cinque) di estrema sinistra + uno di essi impacciato dall’incerta sorte del figlio magistrato. Questa corte non è il “giudice naturale”. Per poter predeterminare questi giudici la Corte d’Appello di Milano segnala che la prescrizione interverrà il 1° agosto 2013, quando nella realtà la data è quella del 26 settembre.

Questa “fantasia” giuridica consente di assegnare la pratica alla Sezione Feriale (composta all’uopo), evitando che il processo sia messo a ruolo dalla Terza Sezione, specializzata in reati fiscali, la quale aveva il torto di aver già assolto Berlusconi dinanzi ad accuse basate su medesimi argomenti (inesistenti) di prova già il 6 marzo

STRANEZZA ULTERIORE. Le motivazioni della condanna sono firmate da tutti i cinque membri della Corte. Perché? L’esperienza forense spiega questa firma in blocco con il fatto che il relatore non condivideva sentenza e motivazioni.

LA CASSAZIONE TRADISCE SE STESSA, salta a piè pari, contraddicendo la propria natura e il proprio dovere, le questioni gravi di diritto esposte dalla difesa. Nessuna risposta è stata data alle eccezioni dei legali di Berlusconi.

La sequenza drammatica qui esposta si spiega soltanto con l’intenzione preordinata di portare a compimento un’operazione politica; Un iter classico per un accanimento giudiziario teso a eliminare il leader del centrodestra dalla scena politica così da lasciare campo libero per l’ascesa

indisturbata al potere della sinistra.

(1.B) BERLUSCONI “SOCIO OCCULTO AL 50%” DI FRANK AGRAMA?

FALSO!

1. Agrama ha testimoniato sotto giuramento che Berlusconi non .è mai stato suo socio.

2. Agrama ha dichiarato di aver incontrato una sola volta Berlusconi negli anni ottanta.

3. Agrama ha sostenuto che Berlusconi non ha mai partecipato a nessuna trattativa di compravendita di diritti televisivi.

4. Nessun passaggio di denaro da Agrama a Berlusconi risulta dalle indagini effettuate dalla Procura di Milano in numerose banche europee.

5. Quelle stesse indagini hanno reperito invece conti di Agrama dove risultano gli utili derivanti dalla sua attività imprenditoriale di acquisto-vendita diritti.

6. Per Berlusconi, socio attraverso Fininvest al 50% di Mediaset, e socio occulto (sic!) di Agrama al 50%, sarebbe stato indifferente qualsiasi spostamento di prezzo dei diritti a danno o a favore di Agrama o Mediaset.

7. Se Berlusconi fosse stato socio di Agrama, questi si sarebbe rivolto a lui invece che pressantemente a dirigenti di Mediaset per ottenere la continuità del rapporto.

8. Il capo dell’ufficio acquisti di Mediaset ha preteso e ottenuto una tangente del 10 per cento da Agrama. Se Berlusconi fosse stato il socio, ne sarebbe stato informato, e il dirigente sarebbe stato immediatamente licenziato e denunciato.

Da questi chiari dati emerge come, attraverso Fininvest, Silvio Berlusconi sia parte lesa a causa del comportamento di un dirigente Mediaset infedele.

Questa è una determinazione cui è giunta la Corte di Cassazione stessa. Infatti nella sentenza del 18 magio 2012 la Seconda Sezione Penale della Suprema Corte, e dunque passata in giudicato, ha escluso espressamente che Silvio Berlusconi potesse essere stato socio di Frank Agrama (pag. 9 della sentenza).

In questa sentenza la Corte di Cassazione ha stabilito che:

1. Frank Agrama aveva una azienda di compravendita diritti ed era, quindi, un intermediario tra Paramount e Mediaset vero e non fittizio.

2. Il profitto realizzato da Agrama era un profitto “normale” e non “anomalo”.

3. I prezzi praticati a Mediaset erano prezzi di mercato e non prezzi illecitamente gonfiati.

4. Berlusconi non aveva poteri di intervento gestionale su Mediaset e non aveva comunque mai effettuato alcun intervento. Berlusconi quindi era ed è completamente estraneo al rapporto Agrama-Mediaset.

Questa sentenza definitiva della Corte di Cassazione è stata contraddetta dalla Corte della sezione feriale. La quale, per arrivare a condannare Silvio Berlusconi, ha malamente opacizzato le evidenze fattuali e logiche della Sezione penale. E cioè:

1. Frank Agrama è stato creato da Berlusconi per farne fittiziamente il mediatore a suo uso.

2. I profitti di Agrama erano esagerati.

3. I prezzi di vendita dei diritti a Mediaset erano gonfiati.

4. Berlusconi imponeva a Mediaset di acquistare i diritti di Agrama.

Perché questo rovesciamento? Vedi “Storia del processo Mediaset” come episodio culminante della “guerra dei vent’anni” condotta contro Silvio Berlusconi.

(1.C) I VERI RAPPORTI TRA BERLUSCONI E MEDIASET. TOTALE

TRASPARENZA

Quante bugie inventate e diffuse sul tema… Qualche nota utile a sbaraccare il castello delle menzogne ad uso della sinistra.

1. Mediaset ha sempre acquistato diritti televisivi a prezzo di mercato.

2. Mediaset ha sempre correttamente ammortizzato nei bilanci il costo dei diritti televisivi dividendolo in un numero di anni corrispondente a quello della durata dei contratti.

3. Mediaset non ha in nessun caso evaso il fisco e tantomeno operato una frode fiscale. Infatti:

a. Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset che ne firma i bilanci, è stato assolto.

b. I componenti del Consiglio di amministrazione e del Collegio dei sindaci, l’amministratore delegato, il direttore finanziario, il direttore fiscale non sono stati mai indagati e neppure interrogati.

c. Mediaset non ha approfittato del “condono tombale “ del 2003 (governo Berlusconi), perché i vertici dell’azienda avevano pieno convincimento della propria perfetta correttezza fiscale.

Questi elementi consentono istruttive deduzioni. Silvio Berlusconi azionista di Mediaset attraverso Fininvest:

1. Non aveva e non esercitava alcun potere di gestione su Mediaset.

2. Ammesso e non concesso che avesse avuto voce in capitolo, sarebbe comunque perfettamente innocente non avendo Mediaset commesso alcun reato di evasione o frode fiscale.

3. L’incredibile invenzione di un reato ad personam da parte della Corte di Cassazione, e cioè “ideatore di frode fiscale”, è giuridicamente sballata.

4. Nella ipotesi fantasiosa del terzo tipo che un simile reato possa esistere in qualche codice di un altro pianeta, si riferirebbe ad un sistema di compravendita di diritti risalente a trent’anni fa e dunque sarebbe prescritto anche su Marte o Saturno.

 

(2)

CONCLUSIONI

 

Tutto questo è accaduto e sta accadendo in Italia, dove con l’eliminazione per via giudiziaria del nemico di sempre si sta consumando un colpo di Stato, un golpe, con le sue drammatiche conseguenze per la democrazia, senza chel’informazione dei cosiddetti giornaloni e dei Tg della Rai, di La7 e di Sky fornisca anche uno solo di questi elementi di verità.

Chi ama libertà e democrazia deve conoscere, studiare e diffondere in ogni ambiente la verità su questa tragica operazione di giustizia politica. Che non riguarda gli interessi personali di Berlusconi, ma il patrimonio di libertà e democrazia nostro e dei nostri figli.

 

 

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI