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Arriva il giorno della resa dei conti nel Pdl

Arriva il giorno della resa dei conti nel Pdl. Per le 17 a Palazzo Grazioli Berlusconi ha convocato l'ufficio di presidenza degli azzurri, nella versione originaria del 2008, che garantisce ai 'lealisti' una larga maggioranza.
Una decisione da vagliare in una sede più ampia, come il Consiglio nazionale. Dall'altra i lealisti sono al lavoro per evitare che l’accelerazione sul ritorno a Forza Italia subisca uno stop e stanno raccogliendo le adesioni su un documento a favore dell’unità del partito passando attraverso la rinascita di Forza Italia e l’azzeramento delle cariche.

Angelino Alfano e i ministri del Pdl si sono riuniti a Palazzo Chigi, a poche ore dall'ufficio di presidenza del partito, poi si sono recati a Palazzo Grazioli da Silvio Berlusconi. Dopo il colloquio con il leader del Pdl, i cinque ministri dovrebbero tornare nel palazzo del governo per fare il punto della situazione.

Prima dell'ufficio di presidenza si terrà un faccia a faccia tra Silvio Berlusconi e il segretario del Pdl Angelino Alfano. Il parlamentino del partito convocato nel pomeriggio a Palazzo Grazioli rappresenta il primo passaggio dal pdl a Forza Italia con l'azzeramento di tutte le cariche e il ritorno delle deleghe nelle mani di Berlusconi.ù

l'odierno Ufficio di Presidenza del partito in quanto possibile fonte di divisioni. L'organismo, infatti, pur formalmente corrispondente alla lettera statutaria, non riflette nella sua composizione né la storia né l'attualità del nostro movimento politico, tanto nella dimensione politica quanto in quella istituzionale".

"Ho l'impressione che si stia drammatizzando oltre misura l'ufficio di presidenza - dice l'esponente del Pdl Francesco Nitto Palma - che si terrà tra qualche ora, tanto da chiederne unilateralmente il rinvio nonostante che la sua convocazione, come da statuto, sia stata meditatamente decisa dal presidente Berlusconi. Ma quale e' il problema?. Che si sancisca il passaggio dal PdL a Forza Italia? Ma non eravamo tutti d'accordo? Non siamo stati tutti immortalati sorridenti il giorno della inaugurazione della sede di San Lorenzo in Lucina? Se poi il problema e' che tutti i poteri verranno concentrati nelle mani del presidente Berlusconi, come e' logico che sia, allora vi e' necessita' di chiarezza. Il presidente Berlusconi - aggiunge - è l'unico riconosciuto garante delle diverse posizioni esistenti nel partito e quindi e' opportuno, specie in cos forte tensione partitica, che sia lui, e solo lui, a guidare i successivi passaggi. E tutti stiano sereni. Anche perche' ogni decisione odierna dovrà essere convalidata dal Consiglio Nazionale (cioè dall'intera dirigenza del partito). E a chi farisaicamente afferma che l'appuntamento odierno possa essere foriero di divisioni dico soltanto che fonte di divisioni e' il cullarsi nell'immobilismo, è il non parlare, è la sicumera del vincitore che dimenticai l'esperienza di Pirro, è l'arroganza di un potere privo i dubbi, è il confondere il confronto con la guerra, è arroccarsi nella casta. Per quel che riguarda me ed i colleghi campani, come sempre, ci uniformeremo alle decisioni del Presidente Berlusconi".

Secondo le indiscrezioni della serata di ieri, il Cav tenterebbe lo strappo con il vecchio partito e l'ala 'ministeriale' guidata da Alfano, accelerando verso la nuova versione di Forza Italia e azzerando gli incarichi interni. Una scelta che potrebbe avere gravi conseguenze anche sul governo, dopo l'annuncio di 'guerriglia' fatto ieri dal capogruppo alla Camera Brunetta.

L'accelerazione impressa da Berlusconi con ogni probabilità sancirà la spaccatura definitiva tra le due 'anime' del partito perchè difficilmente Angelino Alfano potrà accettare di ''perdere la faccia'' dopo settimane di battaglia e riunioni con l'ex capo del governo in cui le richieste andavano in tutt'altra direzione.

L'ex premier - raccontano i fedelissimi - appare determinato ad andare fino in fondo chiamando il vertice del suo partito ad un gesto di lealtà: o con me o contro di me. La possibilità che l'ala governativa possa accettare di rimanere nella nuova Forza Italia (dopo quello che è accaduto il 2 ottobre scorso sulla fiducia al governo Letta) appare complicata, soprattutto in vista del voto sulla decadenza a palazzo Madama quando Berlusconi 'denuncerà' l'impossibilità di stare nello stesso esecutivo con i suoi 'carnefici'. Certo, per il segretario pidiellino la situazione è molto complicata anche perchè oltre agli scenari politici futuri ad incidere nelle scelte è il rapporto personale con l'ex premier.

Berlusconi dal canto suo ha sempre distinto l'attuale vicepremier dal resto della squadra di governo, ormai considerata fuori dal partito già da un pezzo. E sono proprio gli alfaniani, soprattutto i più ortodossi, a chiedere al segretario di 'rompere' definitivamente con il Cavaliere e dar vita a quei gruppi autonomi che fino ad ora sono rimasti solo sulla carta. Tra l'altro - viene fatto notare - al di là delle decisioni dell'attuale ministro dell'Interno, il processo di divisione sia ormai irreversibile. A mettere però ancora in dubbio le scelte del vicepremier è la consapevolezza che spaccare adesso il Pdl significherebbe rischiare di andare alle elezioni europee divisi con una legge elettorale (proporzionale) assolutamente sfavorevole. Ecco perchè c'è ancora chi prova a tentare la 'terza via' e cioè ritornare al progetto originario dell'ex capo del governo e cioè due soggetti distinti, Forza Italia con i suoi fedelissimi, ed il Pdl in mano all'ala governativa.

Quello che sembra certo, salvo sorprese, è che il Cavaliere non dovrebbe già procedere con l'assegnazione di nuovi incarichi anche perchè le mediazioni proposte fino ad ora non erano andate bene a nessuna delle due anime. Il segretario pidiellino avrebbe rifiutato la vice presidenza del nuovo partito svuotata di ogni delega così come l'idea di passare a due coordinatori. L'ipotesi poi che Alfano rimanga un 'primus inter pares' non vedeva d'accordo i lealisti che da tempo con Raffaele Fitto chiedono che il partito torni tutto nelle mani dell'ex capo del governo. Fino a domani pomeriggio non è escluso che possano esserci nuovi incontri tra il Cavaliere ed il segretario del Pdl così come riunioni tra le due 'anime' del partito. Che gli alfaniani siano in difficoltà lo dimostra anche la decisione politica di convocare un ufficio di presidenza attenendosi per la prima volta allo statuto del partito convocando a palazzo Grazioli solo i membri originari del 2008. Sulla carta la maggioranza è a favore dei lealisti (19) mentre i filogovernativi sarebbero solo 5. Ci sarebbero in realtà 6 ancora in dubbio ma - stando ai ragionamenti che si fanno nel partito - al momento di scegliere gli indecisi si riallineeranno con Berlusconi. Il passaggio successivo ci sarà con la riunione del Consiglio Nazionale in programma pare per l'8 dicembre. La macchina della nuova Fi tra l'altro sembra già avviata visto che per il 16 novembre è in programma una kermesse per il lancio dei club di FI

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