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Alta tensione fra Parigi e Washington dopo le nuove rivelazioni di Wikileaks sulle intercettazioni di tre presidenti francesi da parte della National security agency (Nsa), l'agenzia di sicurezza Usa. La Casa Bianca ha negato di aver spiato i presidenti francesi, ma il governo francese ha reagito duramente e convocato l'ambasciatore di Washington a parigi, Jane Hartley.

La presidenza francese ha definito "inaccettabile" lo spionaggio degli Stati Uniti ai danni degli ultimi tre presidenti francesi e ha sottolineato che non tollererà "nessuna azione che metta a rischio la sua sicurezza a la protezione dei suoi interessi"

È quanto si legge in un comunicato diffuso dall’Eliseo al termine del Consiglio di Difesa, convocato dal presidente Francois Hollande, per analizzare le rivelazioni di Wikileaks, secondo cui l’Nsa americana spiò tra il 2006 e il 2012 Jacques Chirac, Nicolas Sarkozy e Hollande. "Si tratta di fatti inaccettabili già affrontati da Usa e Francia, alla fine del 2013, nel momento delle prime rivelazioni", ricorda la nota, durante la visita di Hollande in Usa nel febbraio del 2014. Gli Usa "assunsero impegni", continua la nota, che "devono essere ricordati e rigorosamente rispettati". La Casa Bianca però smentisce di spiare al momento l’attuale inquilino dell’Eliseo, Francois Hollande, e di volerlo fare in futuro ma non esclude di averlo fatto in passato come è emerso nel nuovo filone dell’Nsagate.

Secondo i file segreti fatti avere dalla talpa Edward Snowden a Wikileaks, gli 007 elettronici Usa avrebbero per 6 anni gli ultimi tre presidente francesi. "Non stiamo considerando un
obiettivo e non prenderemo di mira le comunicazioni del presidente Hollande», ha detto il portavaoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Ned Price senza però
esprimersi su quanto sia avvenuto in passato. Secondo documenti catalogati come «Top Secret», diffusi da Wikileaks, dal 2006 al maggio 2012 il grande ’orecchiò americano ha spiato
Jacques Chirac, Nicolas Sarkozy e l’attuale presidente Francois Hollande, all’epoca appena insediato all’Eliseo.

La Nsa, secondo le intercettazioni pubblicate da wikileaks, organizzazione fondata da Julian Assange, ha ascoltato negli anni scorsi le conversazioni di tre presidente francesi, Jacques Chirac, Nicolas Sarkozy e l'attuale inquilino dell'Eliseo Francois Hollande, all'epoca appena insediato all'Eliseo.

«Non stiamo considerando un obiettivo e non prenderemo di mira le comunicazioni del presidente Hollande», ha però negato il portavaoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Ned Price, smentendo i documenti diffusi da Wikileaks, e catalogati top secret, secondo i quali invece dal 2006 al maggio 2012 la Nsa avrebbe spiato la Francia ai più alti livelli ascoltando Chirac, Sarkozy e Hollande.

Lo spionaggio «tra gli alleati è inaccettabile», ha detto il portavoce del governo di Parigi, Stephane le Foll. «Chiarimenti verranno senz'altro chiesti» agli Stati Uniti, ha anticipato Le Foll.

La Francia «non tollererà alcuna azione che metta a rischio la sua sicurezza», ha poi puntualizzato l'Eliseo, al termine della riunione del Consiglio di difesa, convocato d'urgenza dopo le rivelazioni sulle intercettazioni. Si tratta di fatti «inaccettabili», ha scandito l'Eliseo, secondo cui gli impegni di Washington devono essere «strettamente rispettati».

Sul tema controverso della riammissione alla comunione per i divorziati risposati civilmente, è emerso "un comune accordo sulla ipotesi di un itinerario di riconciliazione o via penitenziale
Lo afferma il documento preparatorio del prossimo Sinodo, redatto sulla base delle risposte dei fedeli di tutto ad un nuovo questionario voluto da Papa Francesco dopo l’Assemblea Straordinaria dello scorso ottobre che aveva lasciato aperto questo tema. Questa formulazione prevede però due ipotesi, subordinate e contrapposte, che debbono essere valutate e votate dal Sinodo.

Il testo fotografa comunque una serie di differenze di posizioni su tale accordo, e la divisione tra chi vorrebbe l'ammissione ai sacramenti e chi no. "L'eventuale accesso ai sacramenti - si legge nel testo che sarà la base della discussione dei vescovi nel sinodo d'autunno - dovrebbe essere preceduto da un cammino penitenziale sotto la responsabilità del vescovo diocesano", e "va ancor approfondita la questione, tenendo ben presente la distinzione tra situazione oggettiva di peccato e circostante attenuanti, dato che - afferma il testo citando il canone 1735 del Catechismo della Chiesa cattolica - 'l'imputabilità e la responsabilità di un'azione possono essere sminuite o annullate' da diversi 'fattori psichici oppure sociali'".

La "via ortodossa" alla quale "alcuni fanno riferimento" nel cercare una soluzione pastorale per i divorziati risposati, comunque "deve tenere conto della diversità di concezione teologica delle nozze". E si tratta di una via che non mette "in discussione l'ideale della monogamia assoluta, ovvero dell'unicità del matrimonio". Lo sottolinea l'Instumentum laboris per il sinodo d'autunno sulla famiglia, a proposito di una delle ipotesi avanzate anche nella precedente sessione del sinodo. "Nell'Ortodossia - argomenta il testo preparatorio per il sinodo sulla famiglia del prossimo autunno - c'è la tendenza a ricondurre la prassi di benedire le seconde unioni alla nozione di 'economia (oikonomia), intesa come condiscendenza pastorale nei confronti dei matrimoni falliti, senza mettere in discussione l'ideale della monogamia assoluta, ovvero dell'unicità del matrimonio. Questa benedizione - prosegue l'Instrumentum laboris all'articolo 129 - è di per sé una celebrazione penitenziale per invocare la grazia dello Spirito Santo, affinché sani la debolezza umana e riconduca i penitenti alla comunione con la Chiesa".

La prima è che il cammino penitenziale accanto alla "presa di coscienza del fallimento e delle ferite da esso prodotte, e dunque al pentimento, sia accompagnato dalla verifica dell’eventuale nullità del matrimonio", che risolverebbe il problema nei singoli casi, qualora vi fossero le condizioni per l’annullamento. Se queste condizioni non vi sono il cammino penitenziale dovrebbe semplicemnete portare "all’impegno alla comunione spirituale e - come già previsto dalle non molto applicate norme canoniche vigenti - alla decisione di vivere (il secondo matrimonio) in continenza". La seconda e più realistica ipotesi riguarda invece la possibilità che il cammino penitenziale "sotto la responsabilità del vescovo diocesano" porti all’accesso ai sacramenti con l’aiuto di "un presbitero a ciò deputato".

Sarebbe necessario dunque raggiungere "un giudizio onesto sulla propria condizione, in cui anche lo stesso presbitero possa maturare una sua valutazione per poter far uso della potestà di legare e di sciogliere in modo adeguato alla situazione». In concreto l’ipotesi è quella di "un’accoglienza non generalizzata alla mensa eucaristica, in alcune situazioni particolari, ed a condizioni ben precise, soprattutto quando si tratta di casi irreversibili e legati ad obblighi morali verso i figli che verrebbero a subire sofferenze ingiuste". Il documento preparatorio del Sinodo ammette che "va ancora approfondita la questione, tenendo ben presente la distinzione tra situazione oggettiva di peccato e circostanze attenuanti, dato che
l’imputabilità e la responsabilità di un’azione possono essere sminuite o annullate da diversi fattori psichici oppure sociali".

Poi il Sinodo ha affrontato il tema dei gay: "Per le famiglie in cui vivono persone con tendenza omosessuale e per le famiglie di persone con tendenza omosessuale, sarebbe auspicabile che i progetti pastorali diocesani riservassero una speciale
attenzione al loro accompagnamento". E ancora: "È del tutto inaccettabile che i pastori della Chiesa subiscano pressioni in questa materia e gli organismi internazionali condizionino aiuti finanziari ai paesi poveri all’introduzione di leggi che istituiscano il ’matrimoniò fra persone dello stesso sesso".

"Includere le famiglie, in particolare la presenza femminile, nella formazione sacerdotale": "la presenza dei laici e delle famiglie anche nella realtà del seminario è segnalata come benefica, perché i candidati al sacerdozio comprendano il valore della comunione tra le diverse vocazioni"afferma il testo preparatorio per il sinodo d'autunno sulla famiglia, analizzando il ruolo della famiglia nella formazione della persona e dei giovani.

Ossrom3[1]

È proprio così: Commentarii de Inepto Puero è arrivato nelle mani di Papa Francesco. Occasione è stata l’Udienza Generale dello scorso 10 giugno 2015 in Piazza San Pietro a Roma.

Monsignor Daniel Gallagher, il traduttore di Diario di una Schiappa in latino, ha avuto l’opportunità di consegnare personalmente a Papa Francesco la “copia n.1” della tiratura limitata e speciale di Commentarii de Inepto Puero.

Insieme a quella in latino, però, Monsignor Gallagher ha consegnato a Papa Francesco anche una seconda copia: l’edizione in spagnolo di Diario di una Schiappa (Diario de Greg) perché il Santo Padre "possa controllare l’esattezza della traduzione in latino", verificandola con il testo a fronte nella sua lingua nativa. Come si può vedere nelle foto che seguono, è stato un momento unico, divertente e per noi di grande emozione.

L’edizione speciale e fuori commercio dei Commentarii de Inepto Puero consiste in una tiratura limitata di 200 copie numerate, firmate personalmente da Jeff Kinney, e contiene un contenuto speciale ed esclusivo: il Commento ai Commentarii de Inepto Puero, le note di traduzione firmate da Monsignor Gallagher in lingua latina e, in fascicolo allegato, in italiano.

L’edizione in latino di Diario di una Schiappa di Jeff Kinney, Commentarii de Inepto Puero, è disponibile dal 6 maggio scorso in tutte le librerie in Italia e in Europa – dove ha finora toccato le 10.000 copie – e da settembre sarà disponibile negli Stati Uniti e nel resto del mondo.

A curare la traduzione di questo classico della letteratura per ragazzi, sancendone la sua consacrazione letteraria nella lingua nobile per eccellenza, Monsignor Daniel B. Gallagher, latinista in Vaticano e curatore del profilo Twitter in latino di Papa Francesco.

L’edizione latina di Diario di una Schiappa è la traduzione integrale del testo originale di Jeff Kinney. Un appassionato della Schiappa può leggere il libro in edizione latina con accanto quello nella propria lingua, usandolo come testo a fronte, e divertirsi a scoprire come le frasi dei personaggi, le esclamazioni e le avventure narrate da Greg siano state rese nella lingua di Cicerone. E imparare, divertendosi. Sono i milioni di ragazzi nel mondo, che conoscono a memoria le vicende di Greg e lo sentono come uno di loro, ad aver sentenziato il successo dei Diari. E ora che Greg, anzi ora che Gregorius parla anche latino, forse molti di quei ragazzi riusciranno ad accostarsi alla nobile lingua classica con curiosità, interesse e divertimento. Ed è quello che ci auguriamo.

OssRom[5]

Mentre i migranti fermati a Ventimiglia sono arrivati alla loro sesta notte sugli scogli e dal confine francese continuano i respingimenti, Unhcr e Eurostat forniscono alcuni dati sul fenomeno degli sfollati e dei richiedenti asilo in Europa e nel mondo.

Mentre i migranti fermati a Ventimiglia sono arrivati alla loro sesta notte sugli scogli e dal confine francese continuano i respingimenti, Unhcr e Eurostat forniscono alcuni dati sul fenomeno degli sfollati e dei richiedenti asilo in Europa e nel mondo.

Sono 185 mila le richieste di asilo nel primo trimestre 2015 in Ue, +86% sullo stesso periodo del 2014. Così Eurostat. I kosovari sono la prima nazionalità, quasi 50 mila (26%), in testa a siriani (16%) e afghani (7%). Il maggior numero di domande in Germania (73.100, 40%), Ungheria (32.800, 18%), Italia (15.200, 8%) e Francia (14.800, 8%).

Oltre 120 migranti sono stati trasferiti ieri sera dalla Francia all'Italia alla frontiera di Ponte San Luigi alla stazione di Ventimiglia. Il dato, aggiornato alle 22 di ieri sera, è stato fornito stamani dalla Croce Rossa. Il centro di prima assistenza organizzato dal Comune di Ventimiglia nella stazione ferroviaria ospita ad oggi oltre 300 immigrati. Secondo i dati forniti dalla Croce Rossa nella postazione allestita a Ventimiglia sono stati distribuiti ieri 750 pasti. Il numero dei migranti "è aumentato in modo esponenziale nelle ultime 48 ore - fanno sapere dalla Croce Rossa - e il flusso sta aumentando". La Croce Rossa allestirà in giornata una cucina da campo ed è in arrivo un ambulatorio mobile dove saranno eseguiti tutti gli interventi necessari di primo soccorso.

E' passata apparentemente tranquilla la notte sulla scogliera di Ponte San Ludovico dove si trovano i cento migranti che protestano contro la chiusura della frontiera con la Francia. Oggi è il primo giorno di Ramadan e la Croce Rossa si sta preparando per affrontare la giornata.Intanto :

Nuove cortine di ferro rischiano di spuntare in Europa. L'ultimo muro, per barricare l'Ungheria contro l'afflusso di migranti, è stato annunciato oggi dal governo di Budapest: deciso a blindare il confine meridionale con la Serbia a dispetto delle polemiche internazionali. Il progetto, ideato unilateralmente, è stato illustrato dal ministro degli Esteri Peter Szijjarto in queste ore. Ma era stato evocato dal premier populista Viktor Orban già la settimana scorsa, impegnato in una sorta di campagna elettorale anticipata. "L'immigrazione è pericolosa", bisogna ormai considerare "tutte le opzioni", aveva detto Orban nel suo intervento settimanale alla radio pubblica, evocando quella barriera che ora pare prendere forma.

"In Europa sono stati recentemente abbattuti dei muri, non abbiamo bisogno di costruirne di nuovi" afferma Natasha Bertaud, portavoce del Commissario Ue per l'Immigrazione Avramopoulos, commentando l'annuncio di Budapest della costruzione di un muro anti-immigrati tra Ungheria e Serbia.

Mentre il premier serbo Aleksandar Vucic si è detto "sorpreso" e "scioccato". Ma il governo ungherese si aggrappa al consenso popolare interno. E sottolinea come nell'ultimo anno siano passati dal confine serbo - terminale della cosiddetta rotta balcanica - decine di migliaia di migranti e profughi diretti verso lo spazio Ue: kosovari, ma soprattutto (al 70%) siriani, afghani, iracheni in fuga da guerra e violenze. L'Ungheria, assieme a Italia e Grecia, si considera in effetti in prima linea sul "fronte dell'emergenza immigrazione".

Il Paese ha ricevuto più di 50 mila richieste di asilo solo dall'inizio del 2015, contro le 43 mila di tutto il 2014, con la più alta percentuale pro capite dell'Ue. Per comprendere l'esplosione del fenomeno, i profughi registrati nel 2012 nel Paese erano stati appena 2.157. La barriera annunciata sarà alta di 4 metri lungo tutta la frontiera con la Serbia, per un tracciato di circa 175 chilometri, incluso un tratto fluviale.

Lo scopo dichiarato è quello di bloccare la principale via terrestre dei migranti verso l'intera Europa occidentale. Szijjarto ha informato che il primo luglio ci sarà una consultazione con Belgrado su questo progetto. Ma la Serbia - che proprio ieri ha annunciato un rafforzamento del pattugliamento comune del confine con l'Ungheria - si è mostrata sconcertata. Noi siamo determinati a contrastare l'immigrazione illegale "ma i Paesi dell'Unione Europea ci aiutino" invece di innalzare muri, è sbottato il ministro dell'Interno di Belgrado, Nebojsa Stefanovic. Budapest va in ogni modo avanti.

Il numero di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati interni fuggiti da guerre, conflitti e persecuzioni è ai massimi livelli nel mondo: alla fine del 2014 aveva raggiunto 59,5 milioni di persone, un dato che sfiora la popolazione di un Paese come l'Italia e in netto aumento rispetto ai 51,2 milioni di un anno prima ed ai 37,5 milioni di dieci anni fa. E quanto emerge da un rapporto pubblicato oggi dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr). Nel 2014 - afferma il rapporto annuale dell'Unhcr Global Trends - una media giornaliera di 42.500 persone sono diventate rifugiati, richiedenti asilo o sfollati interni, contro i 10.900 del 2010, e nel mondo un essere umano su 122 è oggi una persona che ha dovuto abbandonare la propria casa. "Se si trattasse della popolazione di un paese risulterebbe il 24/mo paese più popoloso del mondo", afferma l'Unhcr. Circa la metà dei rifugiati sono bambini. "Stiamo assistendo ad un cambiamento di paradigma", ha commentato l'Alto Commissario Onu per i rifugiati Ant¢nio Guterres. "E terrificante che da un lato vi è sempre più impunità per chi scatena i conflitti e dall'altro si osserva un'apparente incapacità totale della comunità internazionale a lavorare insieme per fermare le guerre e costruire e preservare la pace".

La Stazione Centrale di Milano è diventata un centro di prima accoglienza. Gli immigrati sono ovunque. Si confondono tra i turisti e i pendolari. Bazzicano da un punto all'altro dello scalo milanese. Tre volte al giorno gli viene servito il pranzo. Per il resto sono lasciati a loro stessi. Anche se, come trapela dal Sistema sanitario nazionale, dall’inizio di giugno ci sono stati 108 icasi di scabbia.

Una cifra mostruosa che lievita a 500 se si considera i casi dall’inizio dell’anno. Per questo motivo, la Regione Lombardia ha attivato un presidio sanitario nella stazione Centrale di Milano per assistere gli immigrati che continuavo a riversarsi nel capoluogo lombardo.

Alla Centrale di Milano torna il presidio sanitario per l’accoglienza degli immigrati. "In questi giorni - ha spiegato l'assessore alla Salute Mario Mantovani - sono stati riscontrati numerosi casi di scabbia nei centri di accoglienza della città e, benchè trattasi di patologia non grave, vogliamo alzare il livello d’attenzione". Il presidio sarà chiamato a intervenire solo sulle situazioni di criticità di carattere sanitario che rientrano fra le competenze della Regione Lombardia. "Invece - ci ha tenuto a far presente Masntovani - le difficoltà sul piano sociale e umanitario che qui riscontriamo devono essere affrontate dal governo con risposte adeguate, essendo un tema di carattere nazionale". Anche perché la Regione sta ancora aspettando i 160 milioni di euro promessi per coprire le spese affrontare dagli ospedali lombardi per gli immigrati.

Intanto a Roma :

Dormivano sui cartoni, per terra. Sdraiati su quell’asfalto che, appena il sole è alto in cielo, diventa incandescente come l'inferno

 

Non avevano acqua né cibo, non avevano nemmeno un bagno. L'unico presente nel raggio di centinaia di metri è a pagamento. Eppure, non appena sono intervenute le forze dell'ordine per identificarli e portarli nei centri di prima accoglienza, i 500 clandestini accampati nei pressi della stazione Tiburtina sono fuggiti nel nulla, dispersi per le vie di Roma. Gli agenti ne hanno acciuffati appena diciotto. E gli altri? Siamo certi che non siano pericolosi?

Alcuni dei clandestini che erano accampati davanti alla stazione Tiburtina sono sbarcati con i barconi che approdano nel Sud Italia. Sono soprattutto etiopi ed eritrei, scampati alla fame e alle guerre. Altri, invece, sono fuggiti dai centri di accoglienza. Altri ancora sono stati sgomberati dagli innumerevoli campi abusivi che circondano la Capitale. "Attendiamo un pullman che ci porti via, verso una nuova vita - dice qualcuno - in Germania, Austria, o comunque nel Nord Europa". Ma la verità è un'altra: la maggior parte di questi disperati non ha nemmeno i documenti. Oltre al fatto che Berlino ha sospeso temporaneamente il trattato di Schengen fino al 15 giugno per il G7. Per questo stavano fermi lì, a Largo Mazzoni, via Pietro l’Eremita e via Cupa, dove c’è un centro di accoglienza. La Croce Rossa Italiana, con un medico, infermieri e mediatori culturali, e un camper ormai fisso, provedeva a dare loro i pasti e li assisteva da un punto di vista sanitario. I farmaci venivano forniti (gratuitamente) dalla Asl. "Queste persone - spiegano dalla Croce Rossa - presentano malattie dermatologiche, hanno ustioni provocate dalla nafta dei barconi o ferite da arma da fuoco non curate. Qui proseguiamo anche le terapie iniziate dopo gli sbarchi. Abbiamo circa 60 pazienti al giorno". Alcuni passanti, poi, lasciavano una bottiglia di acqua, qualcosa da mangiare o un po' di spicci.

Questo fino a oggi pomeriggio. Quando sono arrivati gli agenti per identificarli, c'è stato un fuggi fuggi. Solo 18 sono stati identificati e portati all’ufficio immigrazione. Tutti gli altri si sono dispersi per le vie di Roma. Qualcuno ha pure reagito violentemente. E ne è nato un breve parapiglia con i poliziotti che sono, comunque, riusciti a riportare la calma. Ma quasi 500 persone sono riuscite a far perdere le proprie tracce.Intanto

Dopo le polemiche sui migranti con la posizione dura della Lega il presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni viene ascoltato alla Camera dal comitato Schengen sul tema dei flussi migratori. Durante l'audizione Maroni ha fatto sapere di avere scritto una nuova lettera ai prefetti della Lombardia, in cui chiede di consentire alle Asl di verificare le condizioni sanitarie nelle strutture che dovranno accogliere i migranti. "Ho appreso dalla stampa del trasferimento in Lombardia di ulteriori 500 migranti - ha detto Maroni - e dunque ho chiesto ai prefetti di sapere se tale notizia corrisponde al vero, le date di arrivo, in quali comuni e in quali strutture andranno i migranti". Domande fatte, ha aggiunto, "per consentire alle Asl competenti di verificare che vi siano le condizioni minime sanitarie, per poter garantire la salute di tutti e per prevenire possibili rischi sul fronte della salute pubblica". Il governo - ha attaccato - "è inadempiente" con le Regioni per quanto riguarda la questione immigrazione definendo "improvvisata" la gestione da parte del Viminale della distribuzione dei migranti. Secondo Maroni "la copertura economica è garantita per il 2014 ma non c'è certezza per il 2015 e 2015". Ed inoltre "non sono stati attivati gli hub regionali, strutture che dovrebbero accogliere i migranti prima che questi vengano distribuiti".

Cosi i Stazioni a rischio collasso per l'emergenza immigrati. La situzione è di emergenza alla stazione di Milano dove è stato approntato un presidio mobile da parte della Croce Rossa per soccorrere gli immigrati visti tra l'altro probabili casi di scabbia. Duro il leader della Lega, Matteo Salvini: "Vadano ad abbracciare Renzi". "Non alimentare la paura", è il monito del presidente della Cei, Angelo Bagnasco.

Vista "la gravissima situazione esistente presso la Stazione Centrale di Milano, dove centinaia di profughi soggiornano nell'androne con scarsissima assistenza sanitaria e con la probabile presenza di scabbia in crescita esponenziale", Croce Rossa Italiana comunica di aver messo a disposizione dell'Assessorato Regionale alla Sanità e dell'Areu 118 un ambulatorio mobile, dove opererà il personale sanitario ASL 1 di Milano, e un'ambulanza per il trasporto dei pazienti infettivi in ospedale.

È in fase di allestimento all'esterno della stazione Centrale di Milano in piazza Duca D'Aosta il presidio sanitario per gli immigrati annunciato dalla Regione Lombardia. Si tratta di una roulotte ambulatorio, nella quale interverrà il personale sanitario dell'Asl, coadiuvato dalla Croce rossa e dall'Areu. "Metteremo a disposizione fissa una ambulanza per i casi di ricovero", ha detto il presidente regionale della Cri Lombardia Maurizio Gussoni, il quale ha spiegato che "l'intervento sarà h12, dalle 8 alle 20". Nel pomeriggio la roulotte ambulatorio dovrebbe già essere in grado di effettuare le prime visite.

"Noi abbiamo fatto il nostro dovere istituzionale. Abbiamo dato segni forti di vicinanza e solidarietà". "Certo c'è un limite. Non si può pensare che Milano da sola, o con pochi altri comuni, possa risolvere un problema epocale. Oggi sempre di più ci vuole corresponsabilità di tutte le istituzioni a partire dal governo, dalle Regioni e soprattutto dall'Europa''. Così il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha risposto a una domanda sulla situazione dei profughi in stazione Centrale a Milano.

"Alimentare la paura non è mai una buona consigliera": così il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha risposto, a margine di un evento a Expo, alle domande sulle polemiche riguardo al tema dell'immigrazione e sulle critiche alle posizioni della Lega al riguardo: "Bisogna affrontare i problemi con realismo e disponibilità da parte di tutti".

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