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In vista della Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla (SM), che si celebrerà il prossimo 28 maggio, la Società Italiana di Neurologia (SIN) sottolinea gli importanti progressi terapeutici raggiunti negli ultimi anni dalla ricerca scientifica, che permettono oggi trattamenti personalizzati per i pazienti affetti da SM.

La Sclerosi multipla, malattia infiammatoria del sistema nervoso centrale, colpisce circa 2,5 milioni di persone al mondo, di cui 600.000 in Europa e circa 70.000 in Italia, insorge abitualmente tra i 20 e 40 anni con una frequenza due volte superiore nelle donne. Si tratta di una malattia cronica spesso progressiva che determina lesioni a carico del sistema nervoso centrale; sebbene le cause esatte siano ancora sconosciute, gli esperti concordano sul fatto che sia una patologia di carattere autoimmune i cui fattori di rischio sono legati a fattori genetici, ambientali e al sesso.

“Grazie alle scoperte della neurologia sperimentale che indaga sui meccanismi molecolari che sottendono le malattie - afferma Giancarlo Comi, Past President SIN e Direttore Dipartimento Neurologico e Istituto di Neurologia Sperimentale Università Vita-Salute, Ospedale San Raffaele di Milano - oggi è possibile personalizzare l’intervento terapeutico in pazienti con sclerosi multipla, massimizzando i benefici e minimizzando i rischi; inoltre, questo approccio favorisce un risparmio di risorse economiche, perché evita l’impiego improduttivo di farmaci spesso molto costosi.”

I sintomi più comuni della sclerosi multipla sono perdita di equilibrio, cattiva coordinazione, tremori, disturbi del linguaggio, vista sfocata; si può arrivare alla paralisi e alla cecità. Con le ricadute si ha un peggioramento improvviso di uno o più sintomi o la comparsa di sintomi nuovi. Non esiste ancora una cura definitiva per questa terribile patologia cronica, ma oggi sono disponibili terapie che permettono di rallentare la progressione della malattia e limitare la gravità e la durata delle ricadute nonché l’impatto dei sintomi, migliorando significativamente la qualità di vita dei pazienti.

Allarme dei dermatologi: aumento dell’incidenza del melanoma nei bambini nati durante i mesi primaverili, tra Marzo e Maggio. I primi mesi di vita sembrano, infatti, rappresentare un periodo critico di suscettibilità all’esposizione solare per lo sviluppo del melanoma.

È quanto emerge da uno studio scientifico (Crump et al. Int J Epidemiol 2014) diffuso in occasione dell’Euromelanoma Day 2014, la campagna europea di informazione sul melanoma e sui tumori della pelle, dedicata interamente alla prevenzione e alla consulenza di specialisti dermatologi, promossa e realizzata nel nostro Paese dalla SIDeMaST - Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse.

In considerazione del successo ottenuto lo scorso anno, anche questa edizione si svolgerà con l’iniziativa “l’esperto risponde”: lunedì 26 maggio dalle ore 9 alle ore 18, si potrà chiamare da tutta Italia il numero verde 800591309 al quale uno specialista del centro dermatologico più vicino fornirà le informazioni necessarie per una corretta prevenzione e una diagnosi precoce del melanoma e degli altri tumori della pelle non melanoma.

“Proteggere i più piccoli risulta quanto mai importante - afferma Ketty Peris, Direttore della Clinica Dermatologica Università Cattolica del Sacro Cuore Policlinico A. Gemelli di Roma – perché chi si è ustionato al sole da bambino ha un maggior rischio di sviluppare un tumore della pelle da adulto; inoltre, lo studio scientifico appena pubblicato esorta ad una maggiore protezione dai raggi solari per i bambini nati durante il periodo primaverile; questi bambini, infatti, vengono esposti al sole precocemente e più a lungo rispetto a quelli nati nei mesi invernali”.

I tumori della pelle purtroppo possono interessare tutti pur in assenza di un fattore di rischio come l’esposizione al sole per lunghi periodi, i capelli rossi o la carnagione molto chiara, l’utilizzo di lampade solari o la presenza di più di 50 nevi. Risulta, quindi, fondamentale controllare costantemente la propria pelle e rivolgersi ad un dermatologo qualora si osservi la comparsa di nuovi nei o il cambiamento di quelli già presenti.

Il melanoma è un tumore maligno, quello più aggressivo tra tutti i tumori della pelle in termini di mortalità, e colpisce principalmente la popolazione caucasica  tra i 40 e i 60 anni: in Italia ogni anno si registrano circa 14 nuovi casi di melanoma ogni 100.000 uomini,  oltre 13 casi ogni 100.000 donne (Fonte: Rapporto AIRTUM 2009 (Registro Italiano Tumori).

Il tasso di sopravvivenza a 5 anni è pari all’81% (Fonte: Rapporto AIRTUM 2011) ed è fortemente influenzato dallo stadio di avanzamento del melanoma; per questa ragione è fondamentale la diagnosi precoce che prevede, per le persone a rischio, una visita di controllo dal dermatologo almeno una volta l’anno e ogni qualvolta si noti nel nevo un cambiamento di colore, forma, dimensione oppure ne compaia uno nuovo.

E possibile prevenire i tumori della pelle attraverso il rispetto di poche regole: l’utilizzo regolare di schermi solari ad alta protezione (30-50 SBF), l’applicazione della crema ogni 2 ore, la protezione di pelle e occhi con cappelli, magliette e occhiali da sole; mai esporsi al sole durante le ore più calde (11.00-14.00). Bisogna, inoltre, evitare lampade e lettini solari.

Aggiungere una manciata di fagioli, ceci o lenticchie alla vostra dieta di ogni giorno può ridurre il colesterolo 'cattivo' e diminuire il rischio di malattie cardiache. Ricercatori canadesi hanno scoperto che mangiare una piccola quantità di questi legumi quotidianamente, aiuta a tagliare il colesterolo delle lipoproteine a bassa densità del 5 %.Questo si tradurrebbe in una riduzione del cinque-sei % del rischio di malattie cardiovascolari, la principale causa di morte anche in Italia.Ne basterebbe una modesta porzione di legumi, l'equivalente del peso di una piccola mela.

I legumi hanno un basso indice glicemico, il che significa che sono alimenti che abbattono lentamente e tendono a ridurre o spostare le proteine animali, nonché i grassi "cattivi".

Il dottor John Sievenpiper, del centro di modificazione clinica di nutrizione e fattori di rischio all'ospedale di St Michael a Toronto, in Canada, che ha guidato la ricerca ha detto: "abbiamo un sacco di spazio nelle nostre diete per aumentare la nostra assunzione di legumi".

"I legumi svolgono già un ruolo in molte cucine tradizionali, tra cui quella mediterranea e asiatica del sud. E sono poco costosi."

Sulla base di una revisione di 26 studi, che includevano 1.037 persone, i risultati, sono stati pubblicati sul Canadian Medical Association Journal.

Essi hanno dimostrato che gli uomini avevano una maggiore riduzione nei loro livelli di colesterolo cattivo rispetto alle donne.

Ma i ricercatori hanno sottolineato che gli uomini tendono a beneficiare maggiormente delle essere  diete più povere in termini di livelli di colesterolo, e questo sarebbe il motivo per cui essi ne hanno beneficiato più marcatamente.La maggior parte delle persone coinvolte aveva provato già diete a basso contenuto di grassi, che producono anche una riduzione di 5-10 per cento del colesterolo delle lipoproteine a bassa densità, hanno sottolineato i ricercatori.

I legumi, sono alimenti nutrienti e poco costoso, a basso contenuto di grassi e ci forniscono proteine, vitamine, minerali e fibre. Per Victoria Taylor, della British Heart Foundation: "questo studio sostiene che cosa già sappiamo circa i benefici di salute del cuore della dieta mediterranea ricca di fagioli, piselli e lenticchie.

Gli esperti anche dei paesi anglosassoni, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, da tempo hanno riconosciuto i benefici per la salute della dieta "Mediterraneanstyle" a base di olio d'oliva, pesce azzurro, fagioli, piselli, lenticchie e verdure.

La chiave del successo di questa dieta è che è a basso contenuto di grassi e ad alto contenuto di minerali e vitamine vitali.

L'olio di oliva ha un elevato contenuto di grassi monoinsaturi e costituisce una buona fonte di antiossidanti e fenoli che aiutano a combattere il cancro ed aiuta anche a proteggere contro le malattie cardiache.

Nel 2012, un altro studio presso l'Università di Toronto effettuato dal dottor David Jenkins, anch'egli dell'ospedale di St Michael, aveva rivelato che i legumi possono controllare i livelli di zucchero nel sangue, riducendo anche il rischio di malattie cardiache.

L’aspirina ridurrebbe del 50% il rischio di cancro del colon-retto alle persone portatrici di un gene che produce un livello elevato dell'enzima 15-PDGH. È quanto emerso da uno studio pubblicato sulla rivista statunitense “Science Translational Medicine”.

Altre ricerche avevano già messo in evidenza il legame fra l’antidolorifico e la riduzione del rischio di cancro e di malattie cardiovascolari; il nuovo studio ha però permesso di individuare le persone che possono effettivamente beneficiare dell’aspirina per prevenire il tumore al colon-retto.

I ricercatori hanno constatato che le persone con un profilo genetico che non permette loro di produrre un alto tasso di enzima 15-PGDH non beneficiano delle virtù dell’aspirina contro il cancro.

Sono le conclusioni a cui è giunto il dr. Sanford Markowitz, professore di genetica del cancro alla facoltà di medicina dell’Università Case Western Reserve a Cleveland (Ohio).

Tra possibili benefici ed effetti collaterali, l'aspirina continua a far porre ai profani sempre alcuni interrogativi che solo studi più compiuti e approfonditi potrebbero risolvere, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”.

Una nuova ricerca ha rivelato che i potenti composti che si trovano nel cioccolato – così come il vino rosso, tè e frutti di bosco – potrebbero servire a scongiurare alcune malattie.

In particolare, mangiare "supercibi" che sono ricchi in flavonoidi offrirebbe protezione dal diabete di tipo 2, che è causa della rovina della vita di milioni di persone.

Gli scienziati hanno scoperto che un'alta assunzione di flavonoidi è associata con la bassa resistenza all'insulina e al miglioramento della regolamentazione del glucosio nel sangue. Il residuo è stato scoperto negli alimenti di origine vegetale – come cipolle, mele, bacche, cavoli e broccoli che possono avere concentrazioni più alte.

Il ricercatore professor Aedin Cassidy, della University of East Anglia della Norwich Medical School, ha detto che: "la nostra ricerca ha esaminato i vantaggi del mangiare determinati sottogruppi di flavonoidi”. Ed ha continuato: "Ci siamo concentrati su flavoni, che si trovano in erbe e verdure quali prezzemolo, timo, sedano e antociani, e in bacche, uva rossa, vino e altri tipi di frutta e verdura colorata rosso o blu".

Lo studio che ha coinvolto quasi 2.000 persone, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha dimostrato che questi composti bioattivi abbassano il rischio di diabete, obesità, malattie cardiovascolari e cancro.

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