Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Sabato, 01 Giugno 2024

CHIOS 1

"Se si arriva a punire la Grecia perché dà seguito ai propri impegni come da diritto internazionale, significa che l'Europa non ha più sentore dei propri valori, perde sé stessa e rischia di andare a fondo" ha detto qualche giorno fa la presidente della Camera Laura Boldrini, in visita sull'isola greca di Lesbo, terra di approdo per decine di migliaia di migranti, riferendosi al rischio di una mini-Schengen, "un precedente gravissimo che rimetterebbe in discussione tutti i principi del nostro stare insieme". "Lesbo è simbolo dell'accoglienza. Se Schengen è in crisi, è perché altri Stati non ottemperano ai loro obblighi", ha aggiunto Boldrini.

Intanto la Grecia sta preparando con velocita cinque hotspots nelle isole Greche di Chios Kos Leros Lesbo e Samos,tre centri ci ricollocamento ad Atene Salonico Schisto Atene Davata Salonico e porto di Salonico

Ma l’Austria chiude il Brennero, l’ipotesi muro macedone fa temere per un nuovo flusso di migranti via Albania, e la riforma del regolamento di Dublino è in alto mare

Bruxelles e Berlino anziché una strategia inclusiva e risolutiva, decidono di fare della Grecia il lazzaretto d'Europa, e la Nato solo ora si appresta a inviare mezzi navali. Con tanti saluti ad Unione ed Europa. «Troppe accuse reciproche sono in circolazione» osserva acido Sigmar Gabriel sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung.

Ma ogni giorno circa duemila persone arrivano sulle coste greche, con gli scafisti che indisturbati partono dalla Turchia e, molto spesso, naufragano al largo di Lesbo e Kos, dove negli ultimi giorni si segnalano scontri tra residenti e polizia. Gli isolani non sono razzisti, si difendono, chiedono che a poche settimane dall'inizio della stagione turistica l'unica fonte di sopravvivenza non si costruiscano hotspot vicino agli alberghi...la costruzione di un campo permanente a meno di 30 chilometri dal confine è sbagliata, anche in considerazione dei potenziali danni al turismo. A Kos il comune intanto annuncia un referendum sugli hotspot per dare la parola ai cittadini. I richiedenti asilo ora arrivano con tassi maggiori fino a dieci volte rispetto al gennaio di un anno fa.

L Associated Press riferisce di un'Unione europea pronta ad espellere la Grecia dalla zona di Schengen la causa sarebbe la sua «inefficienza» nel proteggere i confini dai flussi di profughi, il termine di tre mesi fatto circolare dai media nelle ultime settimane potrebbe scendere a pochi giorni, come chiesto esplicitamente dal nuovo ministro degli Esteri austriaco Sebastian Kurti, in occasione della conferenza sulla sicurezza a Monaco di Baviera. Per il momento non vi è stata alcuna reazione ufficiale da parte del governo greco, alle prese con la protesta degli agricoltori e con la traballante maggioranza appesa a soli due voti in vista della valutazione della troika, attesa il prossimo 22 febbraio ad Atene.

"La Grecia ha fallito nella difesa dei confini Schengen dall'immigrazione di massa, quindi i paesi del gruppo Visegrad devono attuare un piano B, con la costruzione di un muro sul confine sud di Bulgaria e Macedonia.
Lo ha affermato in parlamento il premier ungherese Viktor Orban, riportando gli esiti del vertice V4 del weekend e a poche ore da un incontro a Praga degli stessi paesi. "Se Atene non è pronta o non è in grado di proteggere l'area Schengen, serve un'altra linea di difesa in Macedonia e Bulgaria", ha detto.

Domani si apre una complessa due giorni di summit per i ventotto leader, una doppia sessione in cui si devono affrontare due dossier potenzialmente tossici. Uno è quello delle migrazioni. Rovente al punto che in più capitali ci si è messi a recitare la litania del «non aspettativi un gran che». In realtà, il muro macedone è una minaccia brandita da numerosi governi dell’Europa centrorientale, a partire dal gruppo di Visegrad, vale a dire Polonia, Ungheria, Cechia e Slovacchia. Sono uniti contro la Grecia che la Commissione, ovviamente, difende. Juncker cercherà di farli ragionare.

L’esito della riunione dei capi di stato e di governi dipende anche dagli incontri di domani fra la Coalizione dei Volenterosi che sta cercando di trovare un accomodamento per la gestione della rotta balcanica tracciata dai migranti. Si terrà nella cancelleria austriaca, l’ennesimo formato differente di un’Europa che continua a riprodursi per scissione. Tutte le soluzioni sono possibili. Anche nessuna soluzione.

C’è poi il dossier britannico. Cameron è stato all’Europarlamento e stasera arriva la bozza finale del testo da discutere nel vertice europeo che si apre domani. Sono le concessioni per favorire un «sì» nella consultazione. Il problema è che si rischia di chiudere un accordo che, in futuro, potrebbe consentire di fermare l’evoluzione dell’Eurozona e mettere a rischio l’Unione bancaria. Strasburgo non ha voce in capitolo sull’intesa fra i governi, ma dovrà pronunciarsi sui suoi dispositivi. L’ipotesi di un veto è sempre sul tavolo.

Intanto la Grecia sta realizzando in velocita tutti i hotspot richiesti dalla UE,e qui sotto sono alcune foto degli hotspot che Atene sta cercando di finire.

Schistò 4

Gli inquirenti italiani stanno lavorando per ricostruire la "rete" delle sue relazioni. Per capire chi in quella rete potrebbe averlo portato, indirettamente, alla morte. Perché chi sta cercando di dare un nome e un volto a chi lo ha brutalmente picchiato e torturato, ha raggiunto la ragionevole certezza che Regeni sia stato ucciso per le informazioni raccolte nel suo lavoro

La famiglia Regeni, attraverso il proprio legale, "smentisce categoricamente ed inequivocabilmente che Giulio sia stato un agente o un collaboratore di qualsiasi servizio segreto, italiano o straniero". "Provare ad avvalorare l'ipotesi che Giulio Regeni fosse un uomo al servizio dell'intelligence - prosegue la famiglia - significa offendere la memoria di un giovane universitario che aveva fatto della ricerca sul campo una legittima ambizione di studio e di vita".

I contatti di lavori di Giulio Regeni portano in Gran Bretagna. Come racconta la Stampa, lo studente friulano ha lavorato per un anno alla Oxford Analytica, "un'azienda d'intelligence fondata da un ex funzionario americano implicato nello scandalo Watergate"

La storia di Giulio Regeni porta stranamente alla porta di un vecchio scandalo, quello di Nixon. Mentre viveva in Gran Bretagna, lo studente friulano aveva lavorato per un anno presso un’azienda d’intelligence fondata da un ex funzionario americano implicato nello scandalo Watergate. Oggi, i suoi ex colleghi e amici presso la compagnia, secondo il quotidiano la Stampa e  la Oxford Analytica, sono tra i promotori di una petizione che chiede al governo britannico di fare pressione sulle autorità egiziane che indagano sulla vicenda. «Giulio era un collega fantastico, socievole, divertente. Ci manca molto», ricorda Ram Mashru, interpellato da i Giornalisti del quotidiano, altro giovane talento che con Giulio divideva la stanza presso la Oxford Analytica. «Era estremamente cauto nel condurre il suo lavoro – aggiunge - Certo, c’è sempre la possibilità che abbia attirato l’attenzione di qualche gruppo pericoloso, ma da quanto sappiamo Giulio non si comportava in maniera avventata o negligente».

Oxford Analytica come riferisce il quotidiano il Giornale è un ulteriore tassello nella storia di Giulio, un altro pezzo dei dieci anni trascorsi dal ricercatore di Cambridge nel Regno Unito, e potrebbe, forse, fornire qualche dettaglio per spiegare la sua morte. Il gruppo analizza tendenze politiche ed economiche su scala globale per enti privati, agenzie e ben cinquanta governi, una specie di privatizzazione di altissimo livello della raccolta di intelligence. Ha uffici, oltre che a Oxford, a New York, Washington e Parigi, e vanta una rete di 1,400 collaboratori. Promette “actionable intelligence”, informazioni su cui si possa agire, senza ideologie o inclinazioni politiche.

Secondo il quotidiano la Stampa : Dal settembre 2013 al settembre 2014, Giulio ha lavorato alla produzione del “Daily Brief”, una decina di articoli pubblicati ogni giorno sugli eventi principali e mandata a una lista di clienti d’elite. E’ uno dei prodotti di punta del gruppo, modellato sui briefing che Kissinger preparava per Nixon. Già, perché la storia del fondatore di Oxford Analytica, David Young, passa anche per uno dei capitoli più sinistri della storia USA. Young era, nella Casa Bianca di Nixon, tra i dirigenti dei cosiddetti “idraulici”, il gruppo che doveva “tappare” le fughe di notizie e di cui facevano parte anche G. Gordon Liddy e Howard Hunt, entrambi finiti dietro le sbarre per il Watergate. Dopo lo scandalo, Young lasciò l’America per completare un dottorato di ricerca in relazioni internazionali ad Oxford (leggenda vuole che la sua tesi fosse tenuta sotto chiave perché conteneva informazioni riservate), e nel 1975 fondò la Oxford Analytica. Nel cui board figurano anche John Negroponte, ex direttore della United States Intelligence Community e Sir Colin McColl, ex capo dell’MI6, il servizio segreto inglese. Mashru spiega che i rapporti speciali del gruppo, che tipicamente comportano da uno a sei mesi di lavoro, restano confidenziali. Certamente l’azienda sta tenendo un basso profilo. Ha mandato un messaggio in forma privata alla famiglia di Giulio, e per il resto è «no comment».

Da Cambridge secondo la Stampa si fa vivo il professore Glen Rangwala, con cui Regeni avrebbe dovuto collaborare per un corso non appena rientrato dall’Egitto. Rangwala smentisce l’ipotesi che dall’Università qualcuno possa aver passato i report del ragazzo agli 007: «Per nessun motivo al mondo gli accademici di Cambridge diffondono le ricerche degli studenti ai servizi segreti».

I suoi ex colleghi e amici stanno tentando un’azione pubblica, con la petizione che chiede al governo britannico di assicurare una “credibile” indagine sulla morte di Giulio La petizione ha raccolto finora circa 4,500 firme, ma ce ne vogliono dieci mila per forzare una risposta del governo. Il quale, per ora tace. “L’indagine è nelle mani delle autorità egiziane”, dicono.

Intanto due nuovi testimoni sono stati sentiti dalla polizia egiziana, alla presenza di investigatori italiani, nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio di Giulio Regeni. Si tratta, secondo quanto si è appreso a Roma, di due inquilini del palazzo in cui viveva il ricercatore universitario italiano. Sarebbero stati convocati per chiarire le circostanze, riferite da altri testimoni la cui attendibilità è tuttora oggetto di verifica, della presunta richiesta di informazioni su Regeni fatta da sconosciuti all'interno dell'immobile.

Una trentina tra amici, colleghi e professori universitari: sono i contatti via Skype e Facebook con i quali Giulio Regeni aveva rapporti quotidiani dal Cairo e sui quali ora si concentra l'attenzione degli inquirenti italiani per ricostruire la rete delle relazioni del ricercatore friulano. E, soprattutto, per capire chi in quella rete potrebbe averlo portato, indirettamente, alla morte. Perchè chi sta cercando di dare un nome e un volto a chi lo ha brutalmente picchiato e torturato, ha raggiunto la ragionevole certezza che Regeni sia stato ucciso per le informazioni raccolte nel suo lavoro. Che qualcun altro potrebbe aver utilizzato per altri scopi.

Giulio, hanno infatti accertato gli investigatori grazie all'analisi del computer consegnato dai genitori, teneva conversazioni quotidiane: chat in cui il ragazzo scambiava opinioni con colleghi e professori, inviava i report sui suoi incontri con esponenti dei sindacati indipendenti e dei venditori ambulanti, teneva la corrispondenza con chi seguiva i suoi studi. Gli inquirenti - alle prese con i continui depistaggi, come quello del supertestimone che si è presentato in ambasciata dicendo che Giulio sarebbe stato preso da due poliziotti attorno alle 17.30, salvo poi esser smentito sia dalla telefonata di Gervasio sia dalla chat con la fidanzata del giovane - vogliono dunque capire se questa mole di informazioni, in qualche modo uscita dal circuito accademico e finita nelle mani di qualcuno, possa aver portato Giulio ad entrare nel mirino di chi, poi, lo ha ridotto nel modo in cui è stato trovato la sera del 3 febbraio.

D'altronde, lo spiega bene il professore Khaled Fahmy dell'American University al Cairo, quello del lavoro, dei sindacati e degli attivisti «è il topic più pericoloso di cui occuparsi» al Cairo, un tema su cui «le agenzie di sicurezza sono molto sensibili». Ed è su questi temi che si è centrata l'audizione da parte del pm Sergio Colaiocco della professoressa Maha Abdelrahman, tutor di Regeni alla Cambridge University. La docente ha spiegato, tra l'altro, che la ricerca di Giulio era diventata partecipata, vale a dire prevedeva una partecipazione attiva alla vita degli organismi di cui doveva occuparsi.

Se questo possa aver influito sul destino di Giulio, però, la professoressa non ha saputo dirlo, sostenendo che avevano avuto solo contatti via mail e che si sarebbero sentiti nuovamente a marzo. Quel che è certo è che l'attuale campo di studio di Maha Abdelrahman è rappresentato dalle primavere arabe e dalla storia delle lotte sociali in Medio Oriente in quest'inizio di secolo.

La protesta, indetta dai maggiori sindacati del settore pubblico e privato, è contro la politica di austerity del governo Tsipras e contro le tasse contro il nuovo piano di previdenza,pensioni,e coinvolge lavoratori agricoltori avvocati vigili del fuoco .

Ospedali, centri sanitari e servizi di previdenza funzioneranno con personale di emergenza. Alla fine la polizia di Atene ha usato gas lacrimogeni per disperdere la manifestazione di agricoltori che protestavano contro le misure di austerità e la riforma delle pensioni. Pietre sono state lanciate contro il Ministero dell’Agricoltura.Malgrado la situazione drammatica, Tsipras ha ricevuto la Presidente della Camera Boldrini...
"Non può esistere un'Europa con i muri, il problema è la gente che muore in mare". Lo ha detto il premier greco, Alexis Tsipras, ricevendo ad Atene la presidente della Camera, Laura Boldrini, in merito alla crisi migratoria che rischia di isolare la Grecia da Schengen. "L'Ue è percorsa da movimenti di estrema destra, se non cambiamo marcia il rischio è che diventino più forti", ha concluso.

"La Grecia sta facendo uno sforzo enorme per rispettare gli impegni per l'identificazione dei richiedenti asilo", mentre l'Ue "non rispetta i propri impegni con questo paese, perché il sistema di ricollocazione ancora non funziona come dovrebbe, perché altri paesi decidono di non fare la propria parte". Lo ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini, dopo l'incontro ad Atene con il primo ministro, Alexis Tsipras.

Il prefetto del Nord-Pas-de-Calais, Fabienne Buccio, ha annunciato oggi lo sgombero di "circa la metà" della cosiddetta 'Giungla' dei migranti a Calais, nel nord della Francia

Il Consiglio Ue ha formalmente adottato le raccomandazioni relative alle valutazioni Schengen della Commissione europea con cui si chiede alla Grecia di sanare le gravi carenze riscontrate nella gestione delle frontiere esterne, di fronte al massiccio flusso di migranti. Atene ha da oggi tre mesi di tempo per mettersi in regola.

 

 

family day ac

Al momento non è facile indovinare se i fautori delle “unioni” dette “civili” (“matrimoni” fra omosessuali), faranno passi indietro e quanti, se “due” o “uno” o se, come dicono, non ne faranno “nessuno”. Di sicuro, il 30 gennaio, quelli della “stepchild adoption”, degli “uteri in affitto” e della futura “fabbrica dei bambini”, la moltitudine del Circo Massimo l’hanno vista, e come! Infatti, nonostante i tentativi di sminuirne la portata (hanno detto che la capienza del Circo è di 300 mila persone che – guarda caso – diventano…un milione quando i raduni li organizza la CGIL!), pure i giornaloni, tutti schierati in favore delle “unioni” gay, sono stati costretti a pubblicare in prima pagina la foto della folla convenuta a Roma per protestare contro il disegno di legge che vuole legittimare la “nuova” e “diversa” famiglia.

Il fatto che tantissime famiglie vere si siano mosse per far sentire in pace ma con forza la loro voce in difesa della verità naturale mi riempie di gioia perché dimostra che – nonostante la corruzione indotta nella società in questi tempi – milioni di Italiani (anche non cattolici!) ne risultano ancora indenni e capaci di alzarsi in piedi e reagire. Ciò che, invece, rattrista è vedere che nel Parlamento i “legislatori”, ignorando il paese reale contrario al loro “disegno”, negano l’evidente diritto del bambino ad avere una famiglia con una donna-madre e un uomo-padre; diritto che sicuramente precede quello del possesso del figlio a qualsiasi costo. Di passaggio, faccio un’amara riflessione sulla schizofrenia dell’uomo moderno che, da un lato, rifiuta il bambino e lo uccide prima di nascere (gli aborti legali in Italia, dal 1978, sono stati sei milioni!) e, dall’altro, lo pretende con ogni mezzo.

Nella sarabanda di parole, di bugie (l’omosessuale non può fare visita al “compagno” in ospedale!), di discorsi vuoti e dichiarazioni ad effetto da parte di politici e intellettuali, mi pare di capire che i presentatori del “disegno”, dopo la non prevista “insorgenza” del popolo italiano, siano ora più cauti rispetto alla sicumera che dimostravano prima; infatti il “basso popolo”, quello anonimo e silenzioso, che paga di persona i viaggi e le tasse, che non è iscritto a partiti e sindacati e non ha l’abitudine ai cortei e agli slogan gridati etc. etc., quel popolo, sfuggito alla propaganda martellante condotta perfino nei telegiornali, si è messo in cammino alla volta di Roma per il “Dies Familiae”: una tegolata di cui lorsignori dovranno ricordarsi. Ma la cosa che fa gioire noi, difensori della famiglia naturale e – per contro – dovrebbe impensierire coloro, è la spontaneità e l’indipendenza che tale “popolo” ha dimostrato al mondo il 30 gennaio scorso.

In particolare, devono riflettere i “cattodem” o “cattolici adulti” del Partito Democratico che, pur conoscendo la giustezza dell’unica famiglia, non possono difenderla, come sicuramente vorrebbero, perché impediti dalla maggioranza del Partito in cui hanno preferito diluirsi: si trovano – poveri loro – in una situazione incresciosa e imbarazzante dove gli sarà proibita perfino la libertà di coscienza! Per uscirne dovrebbero riconoscere l’errore originale di essersi legati mani e piedi, fino all’auto-cancellazione del proprio nome, col Partito post-comunista; questo, a sua volta, fallita clamorosamente la “rivoluzione proletaria” (caduta del “Muro”, crollo dell’impero sovietico…), ha subìto una metamorfosi “in interiore” ed ha abbracciato la “rivoluzione culturale” del “Sessantotto”, divenendo parte integrante di quello che Augusto Del Noce chiamava il “partito radicale di massa”, cioè il partito del neo-umanesimo senza Dio che oggi imperversa con la filosofia del relativismo. Errore storico e madornale, da parte di questi nostri fratelli cattolici, il non averlo ancora compreso! Ora, data la loro quasi irrilevanza su decisioni fondamentali calate dall’alto dai padroni della “piramide”, temono di perdere “l’asino con tutte le carrube” (traduco dal detto siciliano: “pèddiri u sceccu cu-ttutt’i carrùbbi”), cioè la faccia e, soprattutto, i voti che coglievano gratis presso chiese e oratori dove qualcuno potrebbe, d’ora in poi, rifiutarsi di dargliene; ecco perché, non avendo la forza per impedire tutta intera la legge, propongono scappatoie come l’“affido rafforzato” o “affido di prova” o “affido pre-adottivo”: li chiamano “paletti” ma sono inutili e…ridicoli!

renzi ci ricorderemo 1

E sulla graticola si trovano anche altri fratelli cattolici come Alfano e seguaci. La minaccia ventilata da questi di ricorrere al referendum, qualora passasse la legge, pare a molti una bomba carta che fa solo un po’ di fumo: infatti, tra rinvii e fiondate da parte di “corti”, “giudici” e “magistrature” varie, passerebbero anni prima della convocazione del povero popolo alle urne; nel frattempo…campa cavallo! In realtà, efficacissime sarebbero solo le dimissioni del signor ministro. Improbabili, però, essendo anch’egli legato mani e piedi al carro di Renzi; questi, buon cattolico pure lui, a sua volta ha sempre dichiarato che le “unioni civili” sono “valori” e che devono essere approvati al più presto. Quali passi indietro può fare dopo affermazioni così perentorie? “Le unioni civili ce li richiede l’Europa!”, è il ritornello che sentiamo ripetere da tanti. Come se l’Europa del Nord, ormai neopagana, fosse l’oracolo di Delfi davanti al quale tutti dovremmo stare ginocchioni col turibolo in mano! La nostra, invece, è l’“Europa delle Patrie”, ognuna con la sua lingua, la sua cultura, le sue caratteristiche e i suoi “valori”. Sappiamo pure che cemento di queste Patrie è stato da secoli il Cristianesimo, anche se le moderne “massonerie” di Strasburgo hanno stoltamente ripudiato le radici cristiane tanto da cancellarne ogni riferimento persino nel “Preambolo” della Costituzione e pretendono che noi Italiani ci curviamo al loro diktat! Strano che il “giovine” Renzi, tanto capace di sparare sonore parole ai “padroni” dell’Europa del Nord (sembra riecheggiare il Duce del discorso di Bari, 1934, contro i Tedeschi che volevano annettersi l’Austria!) quando si tratta di economia o di immigrazione, resti, poi, muto se deve difendere valori di gran lunga più grandi come la famiglia vera e ripete la favola del “fanalino di coda” o, peggio, del “medioevo” etc. etc.

Spensierate sembrano, invece, alcune signore parlamentari berlusconiane che vogliono apparire “prime della classe” e tentano di rubare il protagonismo da sempre appaltato dalle colleghe radical-salottiere della Sinistra. Stiano attente! Coinvolte dall’euforia di una votazione che dicono “storica” potendo cassare per secoli la “vecchia” famiglia, dimenticano che il loro Centro-Destra raccatta i voti di molti cattolici che, delusi, si rivolgeranno ad altri partiti!

Non so come andrà a finire la battaglia, ma io credo che se passasse anche solo una parte delle “unioni civili” e venisse bocciata la “stepchild adoption”, lorsignori avrebbero fatto “un” solo passo indietro ma apparente perché, subito dopo, giudici solerti correrebbero ai ripari (è accaduto di fresco a Roma, dove un magistrato ha già “interpretato” la “legge” prima ancora della sua…approvazione!): del resto, se la “unione” tra due persone dello stesso sesso viene dichiarata “matrimonio”, non vedo come, poi, gli si possa negare il “diritto” di avere dei bambini con la “maternità surrogata” che noi chiamiamo “utero in affitto”? Che razza di “matrimonio” sarebbe senza quest’altro, conseguente, “diritto” per completare la “nuova famiglia”?

La verità – secondo me, povero “quidam de populo” – è che tutto il disegno di legge in discussione è sbagliato perché contrario alla Natura e, quindi, andrebbe, semmai, riscritto di sana pianta. Così, i “passi indietro” dei “legislatori proponenti” dovrebbero essere non “uno”, né “due” ma “tre”! Poi lorsignori approvino pure, così com’è, la “legge”; ma il mio consenso, per lo “zero-virgola” che può valere, non lo avranno mai!

degrado roma 8

Da mesi quelli del governo ripetono come un mantra che l'Italia è ripartita, sarà vero? Eppure anche il professore Introvigne sinteticamente ci teneva a spiegare in sette punti come il nostro giovane presidente del Consiglio, eletto da nessuno e tutti gli altri del Governo in coro raccontano solo bugie, soprattutto in campo economico. Se è vero che l'Eurostat, l'Ufficio statistico europeo, sostanzialmente ha dichiarato che il governo italiano mente, “non c'è nessuna ripresa e le statistiche italiane sono le peggiori d'Europa insieme a quelle greche”. Peraltro sempre secondo l'Eurostat, il tasso di occupazione giovanile in Italia è soltanto del 15%, mentre nella Francia è del 28%, in Germania del 43,8%, nel Regno Unito del 48% . In pratica ai giovani laureati italiani non resta altro che fare la valigia e cercare fortuna all'estero, ma il fiorentino che pontifica dal suo scranno, sostiene che ha dato speranza agli italiani. Ma anche qui, bugia: si scopre, secondo la Gallup, la più nota società di sondaggi mondiali, che gli italiani sono all'ultimo posto nell’indice di ottimismo economico, cioè di aspettative che la propria situazione economica possa migliorare. Solo l’8% degli italiani, meno di uno su dieci, crede a un 2016 migliore. Perfino il devastato Iraq (13%) va meglio di noi. (vedi, Massimo Introvigne, “Ecco le sette menzogne capitali di Renzi Pinocchio”, in LaNuovaBQ.it, del 11.1.16)

Ma poi come dovrebbe ripartire l'Italia con una capitale come Roma, che da Kaputt Mundi, si è trasformata in Kaputt del degrado, della sporcizia, dell'inciviltà, e di tanto altro. Senza parlare di “Mafia capitale”, o dell'ex sindaco Marino, puntiamo l'attenzione al tema del turismo, settore in ottima salute, come ha ben descritto Emilio Casalini nel brillante libretto, “Fondata sulla bellezza”, come diavolo possiamo far arrivare turisti in Italia, se ci ritroviamo una capitale allo sbando come Roma. Attenzione stiamo parlando della città dove risiedono i nostri parlamentari, i governanti, che presumibilmente girano per le strade della città eterna. Dal racconto che ci offre Casalini, perfino nello Zambia, trattano meglio i turisti che visitano quel Paese africano, mentre a Roma, tutto congiura contro il povero turista che probabilmente dopo averla visitata una volta, non ritornerà mai più.

Sono veramente interessanti alcuni dettagli che racconta Casalini sulla nostra capitale. Inizia dall'aeroporto di Fiumicino,“Quando atterri a Roma con un volo dall'estero, hai subito la sensazione che l'Italia è un Paese arretrato. In quell'istante hai la prova tangibile che, dal punto di vista turistico, siamo una nazione in costante declino”. E' una sensazione che mi ha manifestato un mio parente quando è andato a visitare la Svizzera e dopo qualche giorno è ritornato in Italia, a distanza di poche decine di metri, si nota una grande differenza, ordine e pulizia, prima, disordine e sporcizia dopo.

Dopo le prime “trappole” dell'aeroporto, c'è il viaggio per raggiungere la capitale, dopo aver schivato i tassisti abusivi, ci sono quelli regolari che ti chiedono 48 euro. A proposito, qualche anno fa, una sera a mia moglie e figlia per fare 2 chilometri, qui nell'interland di Milano, un tassista gli ha “rubato” 20 euro.

Comunque sia se non vuoi sborsare 50 euro di taxi o prendere il bus e affogare nel traffico, c'è il treno diretto alla stazione Termini, il Leonardo Express: 14 euro e 30 minuti per fare 30 chilometri senza fermate. Con un treno che potrebbe andare a 160 Km orari.

A questo punto il giornalista della Rai, fa il paragone con Madrid, dove il biglietto per andare all'aeroporto costa 2,50 euro, a Berlino il viaggio costa 3,20. Giunti alla stazione Termini, l'ignaro turista si trova in un suk vero e proprio, non sa dove attraversare la strada e rischia letteralmente la pelle, per i disabili ancora peggio.

Tuttavia, scrive Casalini, se vuoi che il turista ritorni, occorre curare anche i piccoli dettagli.

Altro dettaglio esposto nel testo è la questione delle piste ciclabili, una città come Roma dovrebbe essere ben fornita. Invece secondo Casalini, “Roma sta ai ciclisti come la Corea del Nord alla libertà di stampa”. Roma possiede qualche centinaio di chilometri di piste ciclabili, mentre Berlino ne ha un migliaio. A Roma, il Bike sharing comunale è inesistente perchè le bici sono state rubate tutte e subito.

Inoltre ci sono delle situazioni paradossali come quella di via dei Fori Imperiali, “una delle strade più affascinanti del pianeta, talmente larga che potrebbero che potrebbero stare comodamente 6 corsie, ma completamente priva di una pista ciclabile”. Qui si potrebbe ottenere facilmente una delle piste ciclabili più belle del mondo.

Poi c'è la sporcizia, il sudiciume imperante, ogni tanto su facebook, gli internauti ci offrono qualche piccolo dettaglio, addirittura gente che fa i propri bisogni agli angoli delle vie più frequentate. Ma sembra che a sporcare Roma, non sono solo gli extracomunitari, ma anche i romani stessi,“che considera strade, giardini e marciapiedi come un'immensa, gigantesca pattumiera”. Forse ha ragione Alan Friedman, nel sul “Ammazziamo il Gattopardo”, la colpa della nostra crisi non è degli altri, ma anche un po' nostra. Nell'estate scorsa una giornalista dell'Economist appena rientrata da Atene, poteva scrivere, che “Roma è semplicemente un disastro. Un mio collega appena tornato da Atene mi ha detto: ma neanche in un paese fallito come la Grecia c'è la sporcizia che si trova qui a Roma".

"Sporcizia, abbandono, immondizia ovunque, addirittura cornacchie che scorazzano e fanno banchetti di piccioni nei parchi pubblici. Mi sembra di essere arrivata al Cairo". Una situazione inqualificabile per "una città senza mantenimento. La pulizia intesa come fatto ordinario ormai è sporadica".Praticamente i nuovi amministratori di Roma avranno molto da lavorare. Poi ci sono le truffe ai turisti, una delle peggiori macchie, ma questo non avviene solo a Roma, ma anche in altre città italiane. “Di truffe in realtà, - scrive Casalini – c'è un gran campionario a disposizione: i venditori di souvenir tarocchi di fronte a Pompei, le finte guide turistiche, i finti legionari...”. A Napoli, la fantasia non ha limiti, si truccano con adesivi, persino i cartelli con le indicazioni pedonali, invertendo la direzione delle frecce, per deviare i turisti e indirizzarli verso una zona di venditori abusivi e borseggiatori. La lista potrebbe continuare a lungo.

Le truffe, purtroppo ottengono un grande risalto sulla stampa, creando l'idea che “in qualsiasi ristorante italiano ci sia il rischio di essere fregati e che quindi si debba stare costantemente all'erta”. Naturalmente tutto questo viene riportato nelle guide e sui social media e così lo straniero che sta per scegliere una prossima meta,“si domanda per quale dannato motivo deve andare in un Paese dove è costretto a stare sempre attento a non essere truffato, oltre che investito. Alla fine, per evitare il rischio di stress, sceglie un'altra meta”.

In conclusione per fare qualche paragone nel 2013 gli alberghi di Roma hanno ospitato circa 6 milioni e mezzo di stranieri, ma questo grazie sempre al Vaticano e a Papa Francesco. Mentre Bangkok e Londra si contendono il primato con 16 milioni. Mentre Parigi, sta a quota 14, 16 milioni.

Gambardella-a-spasso-tra-rifiuti-e-degrado-

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI