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Ucraina, intesa Poroshenko-Putin per cessate il fuoco permanente

l presidente ucraino Petro Poroshenko e il leader del Cremlino Vladimir Putin si sono accordati in una telefonata avvenuta oggi per un «cessate il fuoco permanente» nell'est del Paese

Lo si legge nel sito della presidenza ucraina. Si spera che sarà la fine  delle ostilità La leadership dell’autoproclamata repubblica di Donetsk si è dichiarata pronta a risolvere il conflitto con Kiev con mezzi politici se i militari ucraini cesseranno davvero il fuoco. I combattimenti tra miliziani separatisti e forze di Kiev andavano avanti ormai da mesi e la tregua, richiesta dal neoeletto Poroshenko, non aveva retto. Nelle ultime ore i media russi avevano parlato di una ritirata delle truppe di Kiev da Donetsk, mentre al summit Nato in programma domani e venerdì in Galles, l’Alleanza atlantica si prepara a nuove decisioni, dopo l’annuncio delle esercitazioni sul fronte Est in risposta alla crisi ucraina. Il portavoce del Cremlino precisa che nella telefonata tra Putin e Poroshenko non poteva essere concordato un cessate il fuoco nell’est dell’Ucraina, come annunciato da Kiev, in quanto Mosca non è parte del conflitto con i ribelli filo-russi.

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è intanto arrivato in Estonia, dove incontrerà il presidente Toomas Hendrik Ilves e il primo ministro Taavi Roivas. Il presidente americano vedrà anche Andris Berzins e Dalia Grybauskaite, rispettivamente presidenti di Lettonia e Lituania. Obama invierà un chiaro messaggio a Putin a difesa delle ex repubbliche sovietiche ora membri della Nato. Un messaggio importante anche perché alla vigilia del vertice della Nato, che si terrà domani e venerdì in Galles, in cui saranno centrali la crisi in Ucraina e le crescenti tensioni tra Russia ed Alleanza Atlantica.

Gran parte dell'esercito ucraino e della guardia nazionale intanto si è ritirato da Donetsk: lo afferma il comando dei ribelli filorussi, citato dall'agenzia Novorossia e lo conferma anche l'analista militare ucraino Dmitri Timciuk, sostenendo che l'obiettivo è quello di riorganizzare le forze.

Intanto Unione Europea e Stati Uniti cercano di "risolvere" il problema a colpi di sanzioni economiche. La lista di quelle nuove decise da Bruxelles è già pronta: si cerca di limitare ancor di più l'accesso delle banche e delle società finanziarie russe ai mercati di capitali. Tutto questo impedirà ai russi di offrire i loro titoli nei paesi Ue. Sprezzante il commento del vicepremier russo Dmitry Rogozin: "Tutte queste sanzioni non valgono un granello di sabbia della terra di Crimea, ora restituita alla Russia".

Non è la prima volta che lo sport viene stritolato dalla politica: dopo l’invasione dell’Afghanistan da parte dell’Unione Sovietica, nel 1979, i paesi occidentali boicottarono le Olimpiadi del 1980, che si svolsero a Mosca. Quattro anni dopo l’Urss e i paesi del blocco di Varsavia si presero la rivincita boicottando i Giochi di Los Angeles del 1984. Toccherà prossimamente ai Mondiali di calcio..perche :

Tra le misure punitive contro Mosca spunta anche l'idea di boicottare i Mondiali di calcio, in programma in Russia nel 2018. Secondo il Financial Times l’ipotesi è allo studio in seno all’Unione europea e piace molto a paesi come Estonia e Lituania. Secondo il giornale britannico l’ipotesi, è emersa ieri in occasione di una riunione dei rappresentanti permanenti presso l’Ue. "Per la prima volta dall’inizio della crisi ucraina nove mesi fa - scrive il quotidiano della City - i diplomatici dell’Ue la stanno seriamente prendendo in considerazione". Tra le opzioni sul tavolo ieri circolava infatti l’ipotesi di sospendere la Russia da "eventi internazionali culturali, economici o sportivi di primo piano", tra cui le gare di Formula uno, le coppe europee di calcio o anche il prossimo mondiale di calcio

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