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Possibile azioni dimostrative di Ankara contro Atene

Da giorni sono in mare fra le Imia e Kastellorizos diverse navi da guerra Elleniche e Turche. Tutti i reparti delle isole egee sono in stato di massima allerta e rinforzati.

Nel mezzo la tesi gravissima espressa da alcuni analisti sui media ellenici e dallo stesso ministro secondo cui il commando turco era appostato alla frontiera greca per studiare possibilità di ingresso e una volta visti i due militari greci li ha catturati intenzionalmente. Tsipras ha convocato un consiglio dei ministri di urgenza.

Il ministro Kammenos ha dichiarato ai giornalisti che la cattura dei due soldati potrebbe essere stata orchestrata dalla Turchia. Il clima si è fatto estremamente pesante dopo le provocazioni turche e la decisione senza precedenti del Maximos, sede del governo di Atene, di epitetare Erdogan in un comunicato ufficiale “Sultano”. In seguito lo stesso ministro della Difesa gli ha dato del pazzo: “L’uomo è completamente impazzito. In colpa Netanyahu, poi gli altri americani. Ha fatto una dichiarazione contro Netanyahu, con un pazzo non si trova la quadra”.

La replica di Ankara, nel giorno dell’incontro tra Erdogan e Putin, è sul filo della minaccia di guerra ed e cosi e scontro totale tra Grecia e Turchia uno dei motivi : i militari ellenici detenuti da Ankara da 35 giorni potrebbero restare lì 15 anni ha detto il ministro degli esteri di Atene Panos Kammenos che ha chiamato Erdogan “sultano”. .

E ha stimato che la detenzione dei due soldati greci nelle prigioni turche potrebbe durare a lungo, almeno tre lustri, “in un Paese in cui non ci sono tribunali e la giustizia lavora agli ordini del sultano”.

Ma lo scorso anno, sempre in questi giorni di Pasqua Greca , un reparto greco venne sbarcato con procedura d'emergenza sull'isolotto Panagià, appartenente al complesso di Oinousses. Poco prima era arrivata l'informativa di un pianificato sbarco di un reparto turco in dispregio alla celebrazione festiva cristiana.

Un panorama a cui si somma l’escalation sulla sovranità dell’isola di Imia, nel Dodecaneso. Da Ankara il portavoce del ministero degli esteri turco ha detto che la legge greca su quasi 450 aree la n.4519 che crea siti di interesse comunitario e di zone di protezione speciale per la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie, animali e vegetali sottoposte al programma “Natura 2000” altro non è che l’ennesimo tentativo della Grecia di sfruttare questi strumenti per rivendicazioni territoriali nell’Egeo.

Ieri il Parlamento di Atene ha dato il via libera con procedura accelerata ad un nuovo piano per la difesa del valore di 1 miliardo di euro: i vecchi Mirage saranno sostituiti, al pari di blindati e sistemi anti missile. Gli 85 caccia F16 necessitano di un ammodernamento come le fregate e dei cacciatorpedinieri. I primi 55 milioni dovrebbero essere stanziati a breve per ammodernare i C-130 e i C-27. La commissione difesa è stata convocata alla presenza di tutti i capi delle forze armate, Evangelos Apostolakis, Alcibiade Stefanis, Nikos Tsounis e Christos Christodoulou.

Intanto non si fermano le esercitazioni militari in tutta la Grecia. Dopo la Delta Force anfibia impiegata nell’Egeo orientale la scorsa settimana, ecco l’ottava Brigata Meccanizzata impegnata in Epiro al confine con l’Albania a dimostrazione di una situazione di elevata tensione.

In questa cornice si inserisce la visita di due giorni del presidente russo Vladimir Putin in Turchia: al centro la centrale nucleare di Akkuyu, nella provincia di Mersin, la cooperazione militare che ha visto Ankara acquistare da Mosca i missili S-400 e il caso dei due militari greci detenuti a Edirne, su cui Putin dirà senza dubbio qualcosa essendo molto legato ad Atene.

E stato anche un incontro trilaterale con il presidente iraniano Hassan Rohani, ma il piatto forte e stata la Siria con la cosiddetta “iniziativa di Astana” il protocollo iraniano-russo-turco per la risoluzione diplomatica del conflitto. Un incontro particolarmente importante perché il quadro ha subito un decisivo cambio di passo dopo l’invasione turca di Afrin e la conquista quasi totale del Gouta orientale.

Russia, Turchia e Iran hanno concordato di "accelerare gli sforzi" per assicurare una tregua sul terreno in Siria e proteggere i civili nelle zone di de-escalation. Così un documento congiunto diffuso al termine del summit ad Ankara tra Putin, Erdogan e Rohani, leader dei Paesi del processo di Astana.

Il riavvicinamento russo-turco è comunque un fatto che ha delle particolarità oggettive, dal momento che solo due anni e mezzo fa, nel novembre 2015, un aereo da caccia russo era stato abbattuto da turco F-16, vicino al confine con la Siria, portando i due paesi sull’orlo della rottura.

Intanto Il ministero degli esteri turco ha definito “irresponsabile” la presa di posizione di Atene ma è ormai chiaro come Erdogan non intenda fare nulla per stemperare i toni. La controreplica di Tsipras si è sviluppata sulla traccia “non provochiamo nessuno, ma non abbiamo paura di nessuno”. Il riferimento del premier greco in quel tweet è al tentativo di impedire che l’escalation continui e sfoci in un “terreno ancora inesplorato”.

La Turchia inoltre secondo fonti diplomatiche elleniche starebbe cercando di scambiare i due soldati greci con gli otto ufficiali dell’esercito turco che hanno ricevuto asilo in Grecia dopo il fallito golpe del luglio 2016. Ma ufficialmente Ankara smentisce questa tesi e continua le provocazioni militari. Un caccia F16 dell’aviazione turca ha sorvolato a bassa quota l’isola greca di Farmakonisi: è entrato nello spazio aereo greco per 15 minuti attivando le contromisure dell’aviazione ellenica.

Ma le provocazioni Turche non si fermano qui : il pattugliatore TCG Kuşadası ha gettato l'ancora all'imboccatura del porto dell'isola greca di Kalymnos, in un evidente atto di provocazione; drones militari turchi hanno sorvolato più volte le isole di Pserimos e Kalolimnos nuovo tentativo di speronamento di un'unita della Guardia Costiera greca, la vedetta LS 611, al largo dell'Isola di Chios.

Israele è "molto preoccupato" per il vertice ad Ankara dove i dirigenti di Turchia, Russia e Iran discutono del futuro assetto in Siria. Lo ha detto alla radio militare il ministro della difesa Avigdor Lieberman secondo cui è notevole in particolare l'assenza da quel vertice di rappresentanti dell'Unione Europea, degli Stati Uniti e dell'Onu. "Si tratta di un processo che aggira l'Occidente", ha notato il ministro.

In particolare Lieberman si è detto inquieto per il ruolo dell'Iran che "vuole sviluppare infrastrutture per restare in maniera permanente in Siria. Noi - ha avvertito - non possiamo accettarlo". In risposta ad una domanda, Lieberman ha escluso che l'esercito israeliano possa un giorno occupare una zona di sicurezza all'interno della Siria, ma ha anche ribadito che Israele "non rinuncerà nemmeno a un millimetro alle alture del Golan".

 

 

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