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Di Maio allontana la crisi: "Salvini, vediamoci e parliamo"

Escludo che possa esserci una crisi mi hanno sempre insegnato male non fare paura non avere: abbiamo da realizzare riforme importanti". Così il vicepremier e ministro Luigi Di Maio ad Agorà Estate precisando: " l'unica cosa che dico è che è meglio vedersi, anzichè parlarsi, è giusto che ci incontriamo, chi chiariamo e andiamo avanti, oggi, perchè oggi c'e' il consiglio dei ministri ed il tavolo autonomia". "Se avessi sospetti su Salvini non sarei al governo". Così il vicepremier e ministro Luigi Di Maio, a proposito sulla questione dei presunti fondi russi e la Lega, intervistato ad Agorà Estate ricordando che Matteo Salvini ha affermato che "prima del 24 andrà in Parlamento", e annunciando una Commissione di inchiesta sui fondi avuti da tutti i partiti: "incluso il nostro", ha precisato.

Ieri, al culmine dell'irritazione, il ministro dell'Interno aveva detto che avrebbe disertato la riunione del governo, ma pure il vertice di maggioranza sull'autonomia. In serata fonti della Lega avevano ribadito che il vicepremier aveva in programma di passare la giornata con i figli.

"È auspicabile che oggi ci parliamo e ci vediamo", chiede però Di Maio dai microfoni di Agorà su RaiTre, "È giusto che ci incontriamo, ci chiariamo e andiamo avanti, oggi, perché c'è il Consiglio dei ministri ed il tavolo autonomia. Portiamo soluzioni ai cittadini e non problemi. Ogni volta cerco sempre di trovare un'intesa e una mediazione per gli italiani". E assicura di non avere il minimo sospetto su Salvini per quanto riguarda la questione dei presunti fondi russi alla Lega. "Non sarei al governo", spiega, "Prima del 24 andrà in Parlamento, è una buona notizia. Ci mette anche nelle condizioni di difenderlo, è come tra amici: se invece di mettermi in condizioni di difenderti mi attacchi è pure un po' ingiusto".

"Abbiamo messo i punti sulle 'i', se vogliamo continuare a lavorare c'è bisogno di Sì che sono importanti per poter passare all'attuazione. Vediamo cosa succede nei prossimi giorni, siamo due forze politiche diverse, ci siamo unite con un contratto ma non basta più un contratto: serve anche una visione di intenti più forte". Così il sottosegretariato leghista al Lavoro, Claudio Durigon, a margine di un'iniziativa presso la Cgil, parlando dei rapporti tra le due forze di governo

L'ultima spallata al governo giallo-verde si materializza in un'afosa giornata di luglio, sull'onda dello scontro M5S-Lega sul voto a Ursula von der Leyen e di un'inchiesta sui fondi russi, che al di là dell'ostentata tranquillità di Matteo Salvini rischia di porre più di un ostacolo all'ascesa leghista. E' uno scontro tutto a mezzo stampa quello che va in scena tra il ministro dell'Interno e Luigi Di Maio, con il premier Giuseppe Conte che ribadisce di aver agito, nelle trattative Ue e non solo, "in trasparenza e nella fedeltà assoluta agli interessi del Paese". E Palazzo Chigi osserva in queste ore silente il degenerare dello scontro tra M5S e Lega, constatando un dato: i due vicepremier, da giorni, non si parlano più. Anzi, per tutta la giornata di ieri Di Maio e Salvini se le danno di santa ragione. E la volontà del leader leghista di tenere in piedi l'alleanza è appesa a un filo. In serata si rincorrono le voci parlamentari sul fatto che il leader della Lega nel corso della giornata aveva di fatto deciso di rompere ma avrebbe frenato dopo una moral suasion del Quirinale, non confermata tuttavia da fonti del Colle. Secondo ambienti sia della maggioranza che dell'opposizione il Quirinale non avrebbe posto alcun veto sul ritorno alle urne ponendo tuttavia un tema: a settembre i tempi per la formazione del governo saranno strettissimi con la manovra in arrivo e, al Colle, non si ha alcuna intenzione di avallare un esercizio provvisorio.

Il leader dei 5 Stelle esclude che si tratti dell'inizio di una crisi di governo, definendo le tensioni solo "dinamiche di un governo con due forze politiche" diverse. "Comunque male non fare paura non avere", aggiunge, "Abbiamo da realizzare riforme importanti".

Da Matteo Salvini ancora nessun commento. È il sottosegretario al Lavoro della Lega, Claudio Durigon, ad avvisare gli alleati: "Vediamo cosa succede nei prossimi giorni", dice, "Siamo due forze politiche diverse, ci siamo unite con un contratto ma non basta più: serve anche una visione di intenti più forte. Abbiamo messo i punti sulle 'ì, se vogliamo continuare a lavorare c'è bisogno di sì che sono importanti per poter passare all'attuazione".

"A colpi di no l'Italia non può andare avanti", sottolinea il vicepremier leghista, "Il problema non è Di Maio, ma la politica dei no e dei blocchi da parte di molti dei 5Stelle".

Già nelle scorse ore Salvini aveva confermato la sua fiducia nel vicepremier, accusando però gli altri componenti 5S del governo di reamre contro. "C'è un evidente e totale blocco sulle proposte, iniziative, opere, infrastrutture da parte alcuni ministri 5Stelle che fa male all'Italia", ribadisce oggi, "Niente di personale, Luigi Di Maio è persona corretta e perbene, ma sono inaccettabili i no e i blocchi quotidiani di opere e riforme da parte dei 5 stelle".

Stavolta il ministro dell'Interno fa anche i nomi dei colleghi che hanno un atteggiamento poco costruttivo. E sono quelli con cui da tempo ci sono frizioni palesi: "Ieri Toninelli (con centinaia di cantieri fermi) che blocca la Gronda di Genova, che toglierebbe migliaia di auto e di tir dalle strade genovesi; oggi il ministro Trenta che propone di mettere in mare altre navi della Marina, rischiando di attrarre nuove partenze e affari per gli scafisti".

Intanto ...Il normale controllo si è però trasformato in tragedia. Lo straniero avrebbe dato in escandescenza, costringendo anche alcuni militari dell'Arma ad intervenire. I video diffusi sui social mostrano i drammatici momenti in cui un carabiniere cerca di fermare l'uomo, inutilmente. La colluttazione dura per alcuni istanti. La ricostruzione è ancora frammentaria. Di certo ci sono però i video: a un certo punto si nota lo straniero rubare la pistola d'ordinanza a un carabiniere per poi iniziare a sparare. I quattro colpi si sentono chiaramente. Uno dei proiettili è finito a bersaglio, ferendo uno dei militari trasportato d'urgenza all'ospedale Santa Maria.

"Con la pistola ad altezza d'uomo ha sparato cinque colpi muovendosi a semicerchio. Non so come non ci abbia ucciso tutti", ha detto al Messaggero una vigilessa che era poco distante. A salvare la vita ai colleghi sarebbe stata la prontezza di uno degli operatori, che ha afferrato il polso all'uomo armato impedendogli di ammazzare qualcuno.

"Solidarietà al carabiniere ferito a Terni da uno straniero, molto probabilmente sotto l’effetto di droghe - dice Matteo Salvini - L’uomo ha prima attaccato le Forze dell’Ordine a calci e pugni e poi ha addirittura sparato. Nessuna tolleranza per i delinquenti! Un grazie e un grande abbraccio alle donne e agli uomini in divisa che, in tutta Italia e tutti i giorni, rischiano la vita per difendere la sicurezza dei cittadini perbene. Anche per questo il Decreto Sicurezza Bis punisce più severamente chi aggredisce le Forze dell’Ordine: non vedo l’ora sia convertito in legge. E non mollo sulla guerra totale allo spaccio e al consumo di droga: altro che liberalizzazione come vorrebbe qualcuno".

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