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Trump è il primo presidente o ex presidente della storia americana a essere incriminato

Per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, un presidente andrà alla sbarra in tribunale. Donald Trump è stato infatti incriminato, accusato dai magistrati di New York di aver comprato il silenzio di un’ex pornostar, Stormy Daniels, nel bel mezzo della campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2016. 

Il Gran Giurì di Manhattan ha incriminato l’ex presidente e magnate Donald Trump per lo scandalo “Stormy” e già nella giornata di martedì sarà ascoltato in tribunale. Un evento storico questo, dato che non era mai accaduto nella storia americana che un presidente o ex presidente fosse accusato di reati penali.

Al momento si sa poco sui capi d’accusa depositati in tribunale, ma stando alla Cnn solo trenta potrebbero essere legati a false documentazioni per occultare pagamenti illeciti nei confronti della Daniels.

Il tycoon ha replicato alla notizia parlando di “persecuzione politica e interferenza nelle elezioni”, mentre i suoi avvocati hanno assicurato che il loro assistito ascolterà nei prossimi giorni le accuse a suo carico. Ma cosa rischia ora l’ex inquilino della Casa Bianca? E quali conseguenze potrebbe avere questa vicenda sulla sua carriera politica? Proviamo a fare un po’ d’ordine, partendo dalle accuse mosse nei suoi confronti.

Il procuratore Alvin Bragg che accusa il tycoon  e Afroamericano, 49 anni, cresciuto ad Harlem, il quartiere nero di New York, studi ad Harvard, Bragg ha dedicato anni in difesa dei diritti civili, al punto da essere stato finanziato nella sua campagna per diventare procuratore dal filantropo George Soros, che mise mezzo milione di dollari. Soros finanzia tutti i candidati che si battono contro le carcerazioni di massa. Entrato alla procura nel 2007, Bragg è diventato nel gennaio 2021 capo di quella del distretto sud di Manhattan. Dopo iniziali titubanze, ha ripreso in mano il caso Trump-Stormy.

Trump, secondo l’accusa, avrebbe pagato 130.000 dollari a Stormy Daniels, con un passato da pornostar alle spalle, affinché quest’ultima non rivelasse di aver avuto con lui una relazione in passato. Come riportato dal Fatto Quotidiano, l’ex presidente Usa non ha mai negato di aver pagato la donna, sostenendo di essere stato rassicurato dal suo avvocato Michael Cohen sulla legittimità dell’esborso

Lo scandalo che ha colpito duramente Donald Trump mettendone a rischio la ricandidatura alle prossime presidenziali del 2024, è legato a dei pagamenti illeciti per comprare il silenzio dell’attrice a luci rosse “Stormy” Daniels, al secolo Stephanie Clifford, con cui avrebbe avuto una relazione extraconiugale nel 2016, in piena campagna elettorale. 

Stephany Gregory, 44 anni, di Baton Rouge, Louisiana. Repubblicana, attrice per cinque anni in film per adulti, poi regista. Il nome d'arte è un omaggio a Stormy, il nome della figlia del chitarrista dei Motley Crue, band heavy metal californiana degli anni '80, e alla marca di whisky Jack Daniels.

La donna ha raccontato di aver conosciuto Trump quando lei aveva 27 anni e lui 60, nel corso di un torneo di golf in Nevada. Secondo il suo racconto, Trump le avrebbe detto che gli ricordava la figlia Ivanka, e che le avrebbe offerto una parte nella serie tv "The apprentice". La sera avrebbero fatto sesso, un incontro durato pochi minuti. Il tycoon ha sempre negato. Quando nel 2011 Trump annunciò una sua prima candidatura, lei provò a vendere la storia a un magazine, ma l'avvocato del tycoon, Cohen, minacciò di fare causa e il magazine cancellò tutto. Nel 2016 Stormy ci ha riprovato. Poi ha raccontato tutto nel 2018. Cohen, messo sotto processo, è stato condannato a tre anni di carcere per il pagamento in nero alla donna e per aver mentito al Congresso.

Michael Cohen, avvocato di Trump e poi divenuto teste d'accusa, era l’incaricato di effettuare i versamenti per un totale di 130.000 dollari, che la Trump Organization poi avrebbe insabbiato producendo documenti finanziari falsi. Per questo il Gran Giurì, dopo indagini durate cinque anni, ha formalmente accusato il “Tycoon” avvisando i suoi legali che subito hanno fatto scattare i negoziati.

Al momento benché questa sia la prima accusa penale nei suoi confronti, sulla testa del magnate pendono altre inchieste quali due indagini federali, per l’assalto al Congresso del gennaio 2021 e per il furto di documenti dalla Casa Bianca e per il tentativo di ribaltare il risultato elettorale del 2020 in uno stato cruciale in Georgia.

Immediata la reazione del “Tycoon” che ha denunciato i democratici per persecuzione politica e cospirazione, ritenendola una interferenza nella corsa alle elezioni presidenziali che mina a distruggere il movimento Make America Great Again. Al suo fianco una folta schiera dei repubblicani come Kevin McCarthy, che ha accusato uno dei procuratori, Bragg, di abuso di potere e promesso l’avvio di indagini nei suoi confronti.

Il dipartimento Giustizia si è già espresso sulla storia, decidendo di non intervenire. Il pagamento di una persona per non farla parlare è considerato un "reato minore", ma la procura ritiene che questo sia avvenuto in violazione della legge sui finanziamenti elettorali. Trump ha sempre negato di averlo fatto per non compromettere la campagna elettorale, ma la procura non gli ha creduto. Il Gran giurì - è una giuria formata da ventitré cittadini estratti a sorte e che decidono se le prove raccolte dalla procura sono sufficienti per portare una persona a processo. Non è il procuratore distrettuale Alvin Bragg a decidere l'incriminazione di Trump, ma il gran giurì. Per incriminare una persona serve la maggioranza dei voti.

Il governatore della Florida, Ron DeSantis, considerato il potenziale avversario di Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca, stavolta si è subito schierato con il suo rivale, dopo l'incriminazione, annunciando che non concederà l'estradizione per trasferirlo a New York: "La Florida non risponderà alla richiesta di estradizione".La strumentalizzazione del sistema giudiziario per far avanzare un'agenda politica - ha commentato su Twitter - capovolge lo stato di diritto ed è anti-americana"."Il procuratore distrettuale di Manhattan, sostenuto da Soros - ha aggiunto - ha costantemente piegato la legge per declassare i reati e giustificare condotte criminali. Ma ora sta forzando la legge per prendere di mira un avversario politico"

Fonte Agi e varie agenzie

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