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Quel pomeriggio a Roma pioveva a dirotto. Il 25 marzo 1957 la primavera non fece sconti alla Città eterna, ai suoi ospiti e ai Trattati costitutivi della Comunità economica europea e della Comunità europea dell'energia atomica. Scrosci brevi e intermittenti bagnavano le bandiere di Italia, Francia, Germania, Belgio, Olanda e Lussemburgo che facevano un po' di fatica a sventolare sul Palazzo dei Conservatori mentre le automobili delle delegazioni cominciarono ad arrivare davanti al Campidoglio attraverso un corridoio tenuto libero dagli agenti.

E, alle 18.00 in punto, i rintocchi della 'patarina', la storica campana del Campidoglio, risuonarono nella piazza michelangiolesca per annunciare l'inizio della cerimonia nella Sala degli Orazi e Curiazi. Le foto di quel giorno, in un bianco e nero un po' sbiadito, non ci rimandano il fasto - forse discutibile per gli occhi di oggi - del damascato rosso che ricopriva il lungo tavolo di noce dove i ministri e capi delegazione avevano preso posto. Ma la solennità, sessant'anni dopo, è intatta. E anche se quel giorno più che certezze c'erano punti interrogativi, il cantiere dell'Europa fu ufficialmente aperto.

Quando venticinque anni fa i trattati di Maastricht segnarono la nascita dell'Unione Europea e posero le basi per la moneta unica, il mondo correva ancora sull'onda lunga dell'ottimismo successivo alla caduta del muro di Berlino. Un anno prima il politologo statunitense Francis Fukuyama, in un celebre saggio, aveva parlato di Fine della storia: il modello del libero mercato e della società aperta avrebbe trionfato ovunque con Washington nel ruolo di supremo garante. 

Oggi la tempesta euro scettica si è abbattuta su tutti i sistemi politici d'Europa e in molti Paesi, tra i quali l'Italia, l'euro è diventato il simbolo del deterioramento economico di quella piccola e media borghesia che guarda con crescente rabbia a una classe dirigente accusata di aver tradito le promesse di quel 7 febbraio 1992 che sembrava dover aprire agli europei i cancelli di un futuro più stabile e prospero. 

Se il fuoco del nazionalismo è tornato a bruciare, ad alimentarlo è stato però anche l'atteggiamento di governi che in un'ottica nazionale hanno continuato a pensare, dimostrando spesso di essere i primi a non aver creduto nel sogno di un'Europa davvero unita

Cosi domani si preparano  di festeggiare il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, che celebreranno i capi di Stato e di Governo della Ue e vogliono che sia un'occasione per rilanciare il nostro progetto comunitario 

C'è la 'tradizionale' minaccia dei black bloc, intenzionati a fare devastazioni nel corso delle manifestazioni di sabato a Roma per i 60 anni dei trattati di Roma. E c'è quella imprevedibile del 'lupo solitario', del jihadista self starter che può seminare il terrore semplicemente alla guida di un'auto, come si è visto ieri a Londra.

Intanto la questura ha individuato una "zona verde", compresa fra via del Tritone e via Nazionale, dove sono vietate le manifestazioni, e un'altra "blu", intorno al Campidoglio, dove sono attesi i leader della Ue. Diverse migliaia di uomini delle Forze dell'ordine, fra polizia, carabinieri e guardia di finanza, saranno impegnati nel servizio di ordine pubblico. Almeno un migliaio gli uomini in borghese.

l'Enac ha comunicato che lo spazio aereo sarà chiuso su Roma e le zone circostanti. Dalle ore 6 di oggi 24 marzo, alle ore 23 di domani 25 marzo, sono vietati tutti i voli, inclusi quelli con velivoli ultraleggeri e i voli con i mezzi a pilotaggio remoto (droni), in un'area circolare avente un raggio di circa 10 chilometri nel centro della citta

Minniti ha chiesto di rafforzare ulteriormente i controlli nelle aree di maggiore afflusso di persone anche n vista delle cerimonie di sabato, nonché verso i luoghi che notoriamente registrano particolare afflusso di visitatori. Si parla di mete turistiche, monumenti, stazioni, aeroporti, Vaticano, ma anche i posti della movida. Ma, in assenza di segnalazioni specifiche di pericoli dal fronte terrorista, a preoccupare di più in vista delle celebrazioni per i Trattati di Roma, sono i soliti noti:gli antagonisti dei centri sociali più 'duri' pronti ad usare i cortei di protesta come 'scudo' per violenze di piazza.

Il Viminale ha fatto sapere di aspettarsi almeno 30mila manifestanti, fra cui 800 potenzialmente violenti. Contro questi ultimi, però, il ministro dell'Interno Marco Minniti ha promesso "tolleranza zero".

Imponente anche l'apparato antiterrorismo. Sulla Capitale è stato chiuso lo spazio aereo e sono state istituite zone a traffico limitato dove è vietato l'accesso ai camion. I 40 varchi sono presidiati con transenne e grate antisfondamento.

La preoccupazione è alta, hanno riferito i vertici delle forze di polizia e degli 007 convocati ieri mattina al Viminale dal ministro dell'Interno, Marco Minniti, per una riunione straordinaria del Comitato di analisi strategica antiterrorismo.

L'indicazione è stata quella di innalzare ulteriormente il livello di attenzione e rafforzare i controlli sui luoghi affollati. Il timore è anche quello di possibili gesti emulativi. Quanto accaduto ieri a Westminster, ha spiegato Minniti, conferma "una minaccia che assume sempre più il carattere dell'imprevedibilità: i tempi di reazione si riducono sempre più. Come Nizza e Berlino, sono attacchi compiuti con i mezzi immediatamente disponibili. Noi dobbiamo quindi riflettere su una strategia che sia all'altezza di questa minaccia: come affiancare l'attività di intelligence al controllo del territorio".

Ci sono già state 27 espulsioni quest'anno, l'ultima proprio ieri, un tunisino che viveva a Cinesello Balsamo. Ma non basta. Perché possono passare all'azione soggetti insospettabili, che si sono auto-radicalizzati sfuggendo alle 'antenne' degli apparati di sicurezza. Per questo serve anche un presidio accurato del territorio. E vigilati speciali sono i luoghi affollati, diventati obiettivo dei jihadisti a Londra come a Berlino e a Nizza.

Serve dunque un monitoraggio stretto sui foreign fighters (poco più di cento quelli che hanno avuto a che fare con l'Italia, ma pochissimi tornati dai teatri di guerra) e sugli ambienti a rischio (dalle carceri ai luoghi di ritrovo degli islamici, ma anche il web) in modo da cogliere per tempo processi di radicalizzazione. Bastano anche cambiamenti nell'aspetto esteriore, la barba che cresce, vestiti più tradizionali, per far scattare un campanello d'allarme.

Sarebbe originario di Birmingham, una delle 'capitali' islamiche del Regno Unito, l'autore dell'attacco. Lo riporta l'agenzia Pa, citando le testimonianze di persone residenti nel quartiere della città inglese delle Midlands nel quale oggi la polizia ha arrestato tre dei sette presunti fiancheggiatori totali finiti sinora in manette in tutto il Paese.

L'attentatore di Londra è un cittadino britannico noto ai servizi segreti del Regno Unito. Lo ha detto la premier Theresa May intervenendo alla Camera dei Comuni. "Non abbiamo paura e non ci facciamo intimorire", ha continuato, prima di aggiungere: "E' stato un attacco contro la gente libera". Theresa May ha inoltre chiarito: "Non c'è ragione di temere che ci saranno nuovi attacchi".

Il premier britannico, Theresa May, il giorno dopo l'attentato di Londra si presenta in parlamento cercando di mandare un duplice segnale: fermezza e tranquillità. Sembrano elementi inconciliabili, visto il momento difficile che il Paese sta vivendo. Eppure non se ne può fare a meno. "Non abbiamo paura, non cederemo al terrorismo", dice ai deputati riuniti a Westminster."Lo dico qui, nel più antico parlamento del mondo, perché sappiamo che la democrazia e i valori che rappresentano prevarranno sempre".

La regina Elisabetta offre i suoi ''pensieri, preghiere e la più profonda solidarietà'' a quanti coinvolti dalla ''terribile violenza'' dell'attacco di Londra. E' il messaggio della sovrana diffuso da Buckingham Palace.

Il Papa,"profondamente addolorato per la perdita di vite e per i feriti causati dall'attentato nel centro di Londra", "esprime la propria orante solidarietà con tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia". "Raccomandando i morti alla misericordia di Dio onnipotente", papa Francesco "invoca divina fortezza e pace sulle famiglie colpite e assicura alla nazione la sua preghiera in questa occasione". Lo afferma in un telegramma al cardinale Nichols, arcivescovo di Westminster.

E' di quattro morti, compreso l'attentatore, il bilancio dell'attacco terroristico di ieri a Londra a Westminster. Lo ha reso noto questa mattina il vice capo della polizia di Londra (Met), Mark Rowley. Le vittime civili, ha precisato, sono "una donna di circa 45 anni e un uomo di circa 55 anni". La donna morta era un'insegnate di origini spagnole.

Tra le vittime, c'è anche l'agente Keith Palmer, ha aggiunto, precisando che il quarto morto "è ovviamente il terrorista che è stato ucciso sulla scena" del crimine.

"Rafforzare ulteriormente i controlli nelle aree di maggiore afflusso di persone" anche in vista delle celebrazioni dei Trattati di Roma di sabato, "nonché verso i luoghi che notoriamente registrano particolare afflusso di visitatori". Lo ha chiesto il ministro dell'Interno, Marco Minniti, al termine della riunione del Comitato di Analisi strategica antiterrorismo, convocato dopo l'attacco di ieri a Londra. "Tutte le forze di polizia e la rete dei servizi di intelligence saranno impegnati senza sosta sul fronte antiterrorismo per individuare ogni fonte di possibile rischio e pericolo" assicura il Viminale al termine della riunione. Nel corso del Casa, presieduto dal ministro Minniti, è stato deciso di "tenere alto il livello di attenzione, intensificando le misure di vigilanza e di sicurezza a protezione degli obiettivi ritenuti più a rischio".
 

L'attacco di ieri a Westminster è "legato in qualche forma al terrorismo islamico". Così il ministro della Difesa britannico, Michel Fallon, in un'intervista radiofonica alla Bbc. Gli investigatori, ha sottolineato Fallon, "hanno lavorato duro nella notte sul retroterra (dell'attentatore), oltre che per stabilire come si sia procurato l'automobile (con cui ha investito i passanti), dove la vettura sia stata negli ultimi 1-2 giorni e chi abbia potuto o non potuto aiutarlo". L'attentatore dell'attacco di Londra "è stato ispirato dal terrorismo internazionale". E' quanto sta emergendo dalle indagini condotte da Scotland Yard - secondo quanto riferito dal vice capo della polizia di Londra Mark Rowley - che ribadisce che l'uomo avrebbe agito da solo, mentre i sette arresti compiuti in diverse località del Paese riguardano possibili fiancheggiatori ma non complici.

Lo ha fatto sapere l'agenzia di stampa vicina al gruppo jihadista Amaq. "L'assalitore davanti al parlamento britannico ieri era un soldato dello Stato islamico e l'operazione è stata realizzata in risposta all'appello di colpire i cittadini dei paesi della coalizione anti-Isis": così il gruppo terroristico ha rivendicato la responsabilità dell'attacco di ieri. Le autorità britanniche non hanno ancora diffuso l'identità dell'assalitore, rimasto ucciso nell'attacco.

Reparti della polizia britannica hanno condotto nella notte un raid in un appartamento al piano di sopra di un negozio poco ad ovest del centro della città di Birmingham, attorno al quale le strade sono rimaste chiuse per diverse ore. Lo riferisce il quotidiano the Guardian nel suo sito online, notando che ieri sera la Bbc aveva reso noto che il suv usato per l'attacco, un Hyundai i 40, potrebbe essere stato noleggiato a Birmingham. La polizia ha arrestato tre persone sospette nel raid a Birmingham. 

Lo riferisce il Daily Mail sottolineando che secondo alcune testimonianze di vicini di casa l'appartamento, in Hagley Road, potrebbe essere quello del sospettato attentatore dell'attacco di ieri a Westminter. Secondo altre fonti - citate dal giornale inglese - anche il veicolo 4X4 utilizzato per l'attacco potrebbe essere stato noleggiato nella stessa strada.

Bandiere a mezz'asta a Palazzo Chigi in segno di solidarietà con Londra dopo l'attacco di ieri a Westminster.

L'assalitore è stato ucciso dalle forze di polizia dopo aver tentato di fare irruzione nel Parlamento britannico attraverso i cancelli del compound di Westminster, accoltellando l'agente. Evacuata la premier Theresa May che prendeva parte alla seduta in corso. Scotland Yard ha parlato chiaramente di terrorismo.

Tra i feriti ci sono anche due italiane, una romana tuttora in ospedale e una giovane bolognese già dimessa. La premier britannica Theresa May ha confermato, parlando in Parlamento, che tra le persone rimaste ferite nell'attacco di ieri a Westminster ce ne sono molte di nazionalità diverse, tra cui una è di nazionalità italiana.

Almeno sette delle oltre 40 persone rimaste ferite sono in condizioni critiche. E' quanto ha riferito - citato dalla Cnn - il vice capo della polizia di Londra (Met), Mark Rowley, sottolineando che le persone rimaste coinvolte nell'attacco hanno diverse nazionalità. Sono 29 le persone - ha aggiunto - ancora ricoverate in ospedale.

La premier britannica Theresa May, che si trovava a Westminster al momento dell'attentato di Londra, lo ha condannato con fermezza definendolo "un attacco terroristico disgustoso e odioso".

 

Nel giorno in cui in Italia sbarcano altri tremila clandestini, nella sede della scuola superiore di polizia di Roma si tiene la prima riunione del Gruppo di contatto sulla rotta migratoria del Mediterraneo centrale presieduta dal ministro dell'Interno Marco Minniti. Al vertice, al quale interverrà il premier Paolo Gentiloni, parteciperanno i ministri dell'Interno di Algeria, Austria, Francia, Germania, Libia, Malta, Slovenia, Svizzera, Tunisia e il commissario europeo per le Migrazioni, Dimitris Avramopoulos. 

L'obiettivo del gruppo, ha spiegato lo stesso Minniti, è "far sì che quello del Mediterraneo centrale diventi un tema chiave del rapporto tra i Paesi europei e nordafricani", gettando le premesse per "una gestione sempre più condivisa dei flussi migratori" e "la promozione di "politiche di sviluppo, di intervento sociale, di controllo delle frontiere e di rimpatrio". Un'iniziativa inedita nel suo genere che segue la firma del memorandum tra Italia e Libia per il contrasto al traffico di esseri umani e il vertice di Malta dei capi di Stato e di governo che nella sostanza ha recepito quell'accordo.

La Libia ha avanzato all'Italia una serie di richieste stringenti per dare attuazione all'accordo per controllare e fermare gli immigrati che partono verso le coste italiane ed europee. Il negoziato tra Tripoli e Roma, di cui Fiorenza Sarzanini anticipa i contenuti in esclusiva sul corriere della Sera  parla anche di dieci ambulanze, trenta jeep, quindici automobili, trenta telefoni satellitari, mute da sub, bombole per l'ossigeno, binocoli diurni e notturni. Un piano che vale almeno 800 milioni di euro.

La trattativa è dunque entrata nel vivo. Ora è però necessario uno sforzo comune anche dal punto di vista economico. Tenendo conto che nei primi due mesi e mezzo del 2017 il numero delle persone sbarcate ha subito un’impennata del 36 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: con 16.206 arrivate fino al 17 marzo. Per questo il gruppo di lavoro che agisce per conto del governo ha già programmato diversi incontri con la commissione libica e un sopralluogo a Tripoli che dovrebbe svolgersi entro la metà di aprile. Consapevole che bisogna dare subito un segnale forte ai trafficanti.

Secondo Fiorenza Sarzanini che anticipa i contenuti in esclusiva sul Corriere della sera L’accordo bilaterale prevede «l’addestramento, l’equipaggiamento ed il sostegno alla guardia costiera libica». Per questo l’elenco delle forniture è lungo e costoso. L’obiettivo è di completare il piano di consegna in 24 mesi, anche se alcuni punti dovranno essere ritoccati. In particolare sono state chieste 10 navi per la ricerca e il soccorso (alcune da oltre trenta metri) e 10 motovedette che devono essere utilizzate per i controlli sotto costa in modo da impedire alle “carrette” dei trafficanti di salpare. 

Le prime tre imbarcazioni potrebbero essere consegnate già agli inizi di giugno, prevedendo una dilatazione dei tempi per quelle più grandi. E poi quattro elicotteri che dovranno “guidare” le operazioni contro le organizzazioni che gestiscono i viaggi della speranza, ma anche coadiuvare il recupero in mare. Nell’elenco sono stati poi inseriti: 24 gommoni, 10 ambulanze, 30 jeep, 15 automobili, 30 telefoni satellitari Turaya oltre a mute da sub, bombole per l’ossigeno, binocoli diurni e notturni. Saranno le forze dell’ordine italiane a dover addestrare i poliziotti locali e gli uomini della Guardia costiera. Su questo c’è già l’intesa con l’Ue che finanzierà la missione della Capitaneria di Porto che partirà entro due mesi.  

"Solo l'impegno comune può consentire di regolare i flussi migratori nel Mediterraneo". Così il premier Paolo Gentiloni che ha partecipato all'incontro del gruppo di contatto tra Paesi europei e nordafricani.

E' presente anche il premier del governo di accordo nazionale della Libia, Fayez Al Serraj. Il primo ministro libico è stato ricevuto a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, anche lui giunto alla riunione. 

 

Paolo Gentiloni in una lettera al 'Messaggero' parla di una "scossa" che "vogliamo che il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, che celebreremo con i capi di Stato e di Governo della Ue il 25 marzo, sia un'occasione per rilanciare il nostro progetto comunitario e renderlo più adatto alle sfide che viviamo". Lo scrive il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, in un intervento in apertura di prima pagina del Messaggero, a pochi giorni dall'anniversario del patto che ha portato la "superpotenza tranquilla" a "mostrare tutto il suo potenziale". 

"Durante la crisi dell'euro i Paesi del Nord hanno dimostrato solidarietà con i Paesi più colpiti. Come socialdemocratico do' molta importanza alla solidarietà, ma hai anche degli obblighi, non puoi spendere tutti i soldi per alcol e donne e poi chiedere aiuto": a causa di queste parole, pronunciate in un'intervista alla Faz, il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem si ritrova ora al centro di una bufera con i socialisti europei che si chiedono se sia ancora adatto al ruolo che ricopre e il M5S che ne chiede le dimissioni immediate.

Mentre Matteo Renzi  : "Il Presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem - scrive su Facebook - ha perso una ottima occasione per tacere. In una intervista a un quotidiano tedesco si è lasciato andare a battute stupide - non trovo termine migliore - contro i Paesi del sud Europa a cominciare dall'Italia e dalla Spagna. Penso che gente come Dijsselbloem, che pure appartiene al partito socialista europeo anche se forse non se ne è accorto, non meriti di occupare il ruolo che occupa. E prima si dimette meglio è. Per lui ma anche per la credibilità delle istituzioni europee".

"Crediamo che sia assolutamente inaccettabile che resti al suo posto, Dijsselbloem ci ha insultato, ha dimostrato di essere sessista, razzista, xenofobo e un imbarazzo per l'Europa. E per tutto questo non può occupare nessun posto europeo": lo ha detto il premier portoghese Antonio Costa, a proposito della parole del presidente dell'Eurogruppo sui Paesi del Sud che da ieri hanno provocato dure reazioni da parte dei Paesi della zona euro.

"Ognuno è responsabile per i suoi commenti". Lo ha affermato il portavoce del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker a chi gli chiedeva se quest'ultimo condividesse le parole del presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem sulla Grecia. "Juncker", ha ancora ricordato il portavoce, "ha sempre espresso il suo rispetto, la sua simpatia e persino il suo amore per il fianco Sud dell'Europa".

Ma la sua spiegazione non è piaciuta al presidente del gruppo dei socialisti e democratici Gianni Pittella: "Non è la prima volta che Dijsselbloem esprime opinioni economiche e politiche che contraddicono la linea della famiglia progressista europea.

Ora con queste parole scioccanti e vergognose alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, è andato molto oltre usando argomentazioni discriminatorie contro i Paesi dell'Europa del Sud. Non ci sono scuse o ragioni per usare un tale linguaggio specialmente da uno che è dovrebbe essere progressista", ha aggiunto. "Mi chiedo davvero se una persona con queste convinzioni possa ancora essere considerato adatto a fare il presidente dell'Eurogruppo", conclude Pittella. E il M5S ne chiede le immediate dimissioni, e chiede a Padoan di prendere le distanze.

L'intervista di Dijsselbloem ha da subito avuto una vasta eco in Spagna tanto che ieri, nella sua audizione alla commissione economica del Parlamento Ue, proprio alcuni deputati spagnoli gli hanno chiesto pubblicamente di scusarsi. Ma il presidente ha resistito, spiegando che nessuno doveva sentirsi offeso, che non è questione di Nord e Sud, ma che vale per tutti la regola che se vuoi solidarietà devi rispettare i vincoli e gli impegni, cosa che "anche l'Olanda a volte non ha fatto".

"Schaeuble apprezza il lavoro di Jeroen Dajsselbloem. E noi contiamo sul fatto che l'eurogruppo sia ancora pienamente funzionante per il resto della legislatura". Lo ha detto la portavoce di Wolfgang Schaeuble, alla conferenza stampa di governo, rispondendo a una domanda sulle diverse richieste di dimissioni, arrivate dopo l'intervista rilasciata alla Faz da Jeroen Dijsselbloem. "Io non do voti alle interviste", ha aggiunto.

L'olandese, ministro delle finanze uscente, resterà presidente dell'Eurogruppo fino a che non sarà formato il nuovo Governo, che potrebbe impiegare parecchi mesi a nascere. Sostenuto dai tedeschi, è stato riconfermato nel 2015 per un secondo mandato avendo la meglio sullo spagnolo Luis De Guindos, che punta ancora a prendere il suo posto.

Si sono aperti oggi, venerdì 17 marzo, le celebrazioni del Parlamento italiano per il sessantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma. Camera e Senato hanno promosso una Conferenza alla quale prendono parte i Presidenti dei Parlamenti nazionali degli Stati membri e del Parlamento europeo. 

I lavori si articolano in due sessioni: al mattino a Montecitorio, al pomeriggio a Palazzo Madama. Si punterà a fare un bilancio dei risultati conseguiti nei primi 60 anni dell'Unione, ma anche a mettere in evidenza il ruolo che le assemblee elettive nazionali possono svolgere nel necessario processo di rilancio dell'Ue

Misure di sicurezza al massimo nel centro di Roma per l'arrivo di tutti i presidenti dei parlamenti dei paesi europei, antipasto di quanto avverrà il 25 marzo. Al via  le celebrazioni del Parlamento italiano per il sessantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma. Alla Conferenza voluta da Camera e Senato partecipano i presidenti dei Parlamenti nazionali degli Stati membri e del Parlamento europeo. Le iniziative al mattino a Montecitorio, al pomeriggio a Palazzo Madama.

Intanto resta alta la preoccupazione per il 25 marzo, quando a Roma arriveranno 120 personalità di tutta Europa, tra capi di Stato, di Governo, ministri e vertici della UE. Oltre ai timori per la sicurezza, c'è ila necessità di superare la crisi nella gestione dei rifiuti che sta vivendo la Capitale a causa del fatto che gli impianti di trattamento di Cerroni, a Malagrotta, stanno funzionando solo a metà. L'onorevole a Alessandro Bratti, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, ha spiegato: «L'emergenza sarebbe catastrofica, servono risposte»  

Si attendono anche antagonisti stranieri per il corteo organizzato dalla piattaforma Eurostop che sfilerà sabato 25 marzo a Roma per protestare contro l'Europa in occasione delle celebrazioni del 60° Anniversario dei Trattati di Roma. Secondo quanto si è appreso, dovrebbero unirsi alla manifestazione antagonisti greci, francesi e tedeschi. Il rischio è che nella manifestazione possano infiltrarsi frange violente.

Il corteo sfilerà lungo via Marmorata, via Luca Robbia e Lungotevere Aventino. Il corteo partirà nel pomeriggio, dopo che la piazza sarà liberata dai partecipanti del corteo del movimento federalista europeo che inizierà alle 11.

Saranno due le zone di 'massima sicurezza' nella Capitale. La "zona blu", una sorta di "eurozona", dove graviteranno i leader politici e la "zona verde", un'area 'cuscinetto' con 18 varchi di accesso per i controlli. In campo per garantire la sicurezza anche cinofili, artificieri e tiratori scelti.

"Imponenti" le misure di sicurezza messe a punto dalla Questura per l'evento. Secondo quanto si è appreso, la 'zona blu', in omaggio ai colori della bandiera europea, includerà l'area di piazza Venezia, Ara Coeli, piazza San Marco e Fori Imperiali. Sarà presidiata dalle prime ore del 24 marzo e alla mezzanotte dello stesso giorno scatteranno le chiusure al traffico e ai pedoni per effettuare le bonifiche per il vertice. 

L'altra, la "zona verde", sarà una sorta di area 'cuscinetto' e includerà via IV Novembre, via Nazionale, costeggerà piazza della Repubblica e riscenderà fino a via del Corso lungo via del Tritone. Sarà operativa dal mattino di venerdì 24 e ci saranno 18 varchi di accesso, con presidi di polizia per effettuare i controlli. In quest'area, che non sarà interessata da chiusure al traffico, non verranno consentite manifestazioni.

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