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La Nato ha intercettato per 290 volte i caccia russi

Il Mar Baltico ha una grande importanza strategica sia a livello geopolitico e militare sia economico. Per la Russia, la rotta costituisce un collegamento fondamentale con l’Oceano Atlantico. Di particolare rilievo sono la zona dello Stretto Baltico, il Canale di Kiel e le Isole Aland, che controllano l'ingresso al Golfo di Botnia e al Golfo di Finlandia. I porti degli Stati baltici sono storicamente serviti a trasportare petrolio e altri prodotti russi verso i mercati europei, e a partire dagli anni 2000, Mosca ha altresì diretto i propri flussi di energia attraverso il Mar Baltico, costruendo porti, terminali e nuovi sistemi di gasdotti, tra cui il Nord Stream 2. Allo stesso tempo, la rotta funge da transito anche per le merci occidentali che la Russia importa, rivelandosi cruciale per le economie europee.

In tale contesto, si inserisce il confronto militare tra la NATO e le forze di Mosca. 

Caccia americani F22 hanno intercettato  4 aerei di ricognizione , Russi Tu-142 che stavano entrando nella zona di identificazione di difesa aerea dell'Alaska. Lo ha reso noto con un comunicato il Norad, il Comando della Difesa Aerospaziale del Nord America.

Resta il fatto che incontri ravvicinati come questo sono estremamente frequenti, e la possibilità di incidenti è tutt'altro che trascurabile. In particolare è l'Est dell'Europa la regione su cui il balletto di incontri, avvistamenti e confronti è intenso.

Secondo le cifre fornite da un anonimo ufficiale della Nato a Radio Free Europe, nel solo 2019 le occasioni in cui i caccia Nato si sono alzati per intercettare aerei russi ai limiti dello spazio aereo dell'Alleanza sono state 290. Secondo gli analisti militari, il "movimento" nella zona del mar Nero è aumentato in modo significativo dopo l'annessione della Crimea alla Russia.

Così mercoledì scorso i caccia americani avevano intercettato altri velivoli russi, due IL 38 per il pattugliamento marittimo, che stavano entrando nella zona dell'Alaska. Nel comunicato di oggi il Norad che i velivoli si sono spinti fino a circa 65 miglia nautiche a sud delle isole Auletine, territorio dell'Alaska, e sono rimasti nella zona di identificazione di difesa aerea per circa otto ore, rimanendo comunque sempre nello spazio aereo internazionale, senza mai sconfinare in quello Usa o del Canada. 

Mercoledì Mosca e Washington hanno fatto sapere con assoluta tranquillità di un incontro avvenuto al largo dell'Alaska: due squadre di bombardieri nucleari russi Tupolev Tu-95 MS "Bear" si sono affacciate poco lontano dai confini dello spazio aereo statunitense, per poi essere "accompagnate" per una parte della missione dai caccia intercettori Usa F-22 "Raptor", assistiti da un aereo radar Awacs e da aerei

cisterna KC-130 Stratotanker.

«Solo quest'anno, le forze del Norad hanno identificato ed intercettato aerei russi, compresi caccia, bombardieri, in 10 diverse occasioni mentre stavano volando nell'area di identificazione - ha dichiarato il comandante del Norad, il generale Terrence J. O'Shaughnessy - nonostante l'emergenza Covid 19, noi rimaniamo pienamente pronti e capaci di condurre missioni di successo per la difesa del territorio nazionale». Una zona di identificazione di difesa aerea, è uno spazio aereo nel quale, per entrare, gli aeri devono rispettare particolari procedure, elaborate principalmente a vantaggio della difesa aerea e della sicurezza nazionale.

Un balletto di finte e provocazioni, affondi evitati all'ultimo momento e "test" delle reazioni avversarie: l'equilibrio delle potenze militari sembra delicato, ma è continuamente alla prova, soprattutto in cielo e in mare.

Intanto ieri la Russia ha messo in guardia gli Stati Uniti e i alleati dalle provocazioni militari vicino al confine, che sono notevolmente aumentate negli ultimi mesi, sottolineando che le manovre militari nel Mar Nero, contrariamente alle affermazioni ufficiali, minano la sicurezza nella regione. Allo stesso tempo, la Russia ha affermato che i tentativi di mettere alla prova Mosca sulla difesa dei suoi confini sono "destinati al fallimento".

Secondo il ministero della Difesa della Federazione Russa, l'11 luglio, i dispositivi di controllo dello spazio aereo radar sul Mar Nero hanno rilevato velivoli in avvicinamento verso i confini nazionali.

I caccia Su-30SM e Su-27 sono decollati per scongiurare violazioni dello spazio aereo nazionale sul Mar Nero da parte dei velivole delle forze aeree statunitensi EP-3E "Ares" e CL-600 "Challenger", riporta il Centro di controllo di difesa nazionale della Federazione Russa.

"Per identificare gli obiettivi aerei e prevenire la violazione del confine di stato della Federazione Russa, i caccia Su-30SM e Su-27 delle forze di difesa aerea del Distretto Militare Meridionale sono stati fatti decollare", si legge nella nota.

Si osserva che gli equipaggi dei caccia russi hanno identificato gli obiettivi aerei come l'aereo da ricognizione elettronico e da guerra elettronica EP-3E "Ares" e l'aereo da ricognizione CL-600 "Challenger" dell'Aviazione militare americana e li hanno scortati sul Mar Nero.

Si aggiunge che dopo che gli aerei Americani hanno invertito la rotta allontanandosi dai confini, i caccia russi sono tornati in sicurezza alle loro basi di dislocazione permanente. I voli dei caccia russi sono stati effettuati in stretta conformità con le regole internazionali per l'uso dello spazio aereo.

Ne hanno parlato la tv russa Ria e il Comando della difesa del nord America (Norad), secondo il quale le due squadriglie russe volavano con un aereo radar A-50 e una delle due era protetta da caccia Sukhoi Su-35. 

Gli accordi internazionali impediscono l'allargamento della Nato a est, nonostante le richieste di adesione di Ucraina e Georgia, e vietano anche lo schieramento in pianta stabile di brigate Nato nelle zone di confine.

L'Alleanza atlantica ha adottato il metodo di far ruotare continuamente le forze schierate a Est, tattica che Mosca considera una politica aggressiva.

Intanto la US Navy ha annunciato, giovedì 8 luglio, che la propria nave militare Yuma è diretta verso il Mar Nero per unirsi alle esercitazioni della NATO Sea Breeze 2021, più volte contestate dalla Federazione Russa perché rappresentano una “minaccia alla propria sicurezza”

Alcuni mesi fa, diversi velivoli dell'aeronautica statunitense sono stati avvistati nei pressi della Crimea. Come affermato dal deputato del parlamento di Crimea Ivan Shonus, i frequenti voli di mezzi dell'intelligence statunitense vicino ai confini della penisola suscitano grande preoccupazione, per i cittadini della Crimea e per l’intera Federazione Russa. Shonus ha osservato che tali manovre non ispirano di certo uno spirito di amicizia e cooperazione. Secondo il deputato, infatti, è giunto il momento che “Washington la smetta di sorvegliare la Russia e presti attenzione alla difesa dei propri confini”.

Mosca ha ripetutamente sottolineato che tale comportamento crea ulteriore tensione nelle relazioni bilaterali con gli Stati Uniti ed ha esortato Washington a rinunciare a queste missioni di volo. Le autorità americane, a loro volta, hanno ignorato l’esortazione di Mosca.

Fonti Sputnik / sicurezza internazionale /  e varie agenzie

 

 

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