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Giovedì, 31 Ottobre 2024

Flessione del 2,6% per le compravendite di abitazioni a Napoli, inclusi i comuni della provincia, nel primo semestre 2013, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, sono state 7.134 le unità immobiliari scambiate nei primi sei mesi dell’anno nel capoluogo campano e nella sua provincia.

Questi dati, calcolati sulla base delle quote di proprietà (NTN, numero di transazioni normalizzate), sono riportati nello studio pubblicato oggi dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, in collaborazione con l’Ufficio Provinciale - Territorio di Napoli, e confermano il trend negativo registrato a livello nazionale per le abitazioni compravendute nella prima metà del 2013.

Stessa tendenza per il mercato regionale che, se confrontato con l’anno precedente, ha subito un calo degli scambi del 8,3%, equivalente a 13.470 NTN; il calo riscontrato è stato inferiore a quello medio nazionale (-11,6%), anche a seguito delle dismissioni immobiliari eseguite nel capoluogo regionale campano che fanno registrare un trend di Napoli - città positivo per il 7,9%.

Focus. Nel 1° semestre 2013, le compravendite di unità immobiliari a destinazione abitativa sono state 7.134, di cui il 55% ubicate nella provincia di Napoli. Analizzando i dati dal 2004, solo a partire dal 1° semestre 2006 si evidenzia un arretramento significativo del mercato residenziale abitativo napoletano: rispetto al picco della serie storica, il mercato delle abitazioni nel capoluogo ha perso una quota consistente di compravendite circa  (- 36%),   nettamente inferiore a quella persa nei comuni della provincia (-54%).

Quotazioni. Se si analizza l’andamento dei prezzi nominali delle abitazioni, tra il 1° semestre 2013 ed il 2° semestre 2012, si osserva ancora come la ridotta contrazione delle compravendite abbia comportato un lieve assestamento della quotazione media residenziale (-3%), dopo il picco di valori raggiunto nel 2° semestre 2008. Questo segnale di flessione ha riguardato con modeste variazioni i comuni della provincia (-3,1% su base semestrale) ed il capoluogo (-2,9% su base semestrale).

Per maggiori informazioni, la Nota può essere consultata sul sito internet dell’Agenzia, www.agenziaentrate.gov.it, nella sezione Documentazione > Osservatorio del Mercato Immobiliare > Pubblicazioni > Note territoriali.

Vomero luminarie spente

 

“Nell’area collinare del capoluogo partenopeo quest’anno, per quanto riguarda le luminarie natalizie, si possono individuare grosso modo tre zone – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che nelle scorse settimane aveva lanciato la proposta, anche attraverso una petizione, di gemellare il Vomero con la città di Salerno per far arrivare le luci d’artista anche a Napoli -. La prima zona, che raccoglie, per così dire, le strade di serie A, come via Scarlatti e via Luca Giordano, dove le luminarie, così come negli anni scorsi, sono state installate a cura e spese dell’amministrazione comunale e dell’ente camerale, senza esborsi da parte dei commercianti; la zona B, che comprende le strade, o meglio i tratti di strada, dove le luminarie sono state poste da ditte private con esborsi economici a carico dei commercianti interessati, ed esclusivamente nei pressi dei loro negozi; e la zona C, che comprende gran parte delle strade e delle piazze della municipalità collinare, dove ad illuminare le festività natalizie non vi sarà sulla pubblica via neppure un lumino “.

“Ma ciò che accomuna tutte le zone – prosegue Capodanno - è che, al momento, nonostante che le luminarie siano state installate da diversi giorni e nonostante il dato che in altre città, a partire proprio da Salerno, le luci sono già state accese da tempo, al Vomero le luminarie sono ancora spente, benché già da domenica scorsa molti esercizi commerciali abbiano già deciso di rimanere aperti “.

“Una situazione – puntualizza Capodanno - che, in uno alla mancanza di un programma di eventi per il Natale, che non si riduca ad una mera elencazione di date ed orari nei quali rimanere aperti ma che comprenda una serie di attività che possano fungere da attrattore per turisti e per non residenti, non aiuta certo a risollevare le sorti del terziario commerciale dalla profonda crisi nella quale è caduto, con decine di esercizi chiusi solo negli ultimi mesi, mentre altri potrebbero seguire subito dopo le festività “.

“E’ auspicabile – afferma Capodanno – che tale stato di cose muti a partire già dal prossimo fine settimana, con l’accensione delle luminarie nelle strade nelle quali sono state installate e con il varo di un vero e proprio programma di attività per il periodo natalizio che coinvolga commercianti ed acquirenti. Non abbandonando la prospettiva che, attraverso un accordo da siglare in tempi brevi, si possa comunque fare in modo che le “luci d’artista”da Salerno arrivino anche al Vomero, per abbellire le numerose strade ancora prive di addobbi “.

Via Kauffmann tombino rotto

 

Con l’autunno e con le piogge di questi giorni si ripropone a Napoli, con maggiore urgenza, la necessità di porre rimedio alla situazione disastrosa nella quale versano molte strade del capoluogo partenopeo con dissesti che ogni anno mietono tantissime vittime, anche con un tributo di sangue. Danni incalcolabili per la società civile ma anche per le casse comunali, alla luce delle numerose sentenze per il risarcimento delle vittime, fondi che potrebbero essere più proficuamente investiti per il risanamento delle strade interessate. Da tempo la vicenda è finita anche sul social network Facebook, dove Gennaro Capodanno, ingegnere, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione del Vomero, uno dei quartieri dove si osserva un elevato numero di dissesti stradali, ha fondato un gruppo, che conta oltre 2.600 iscritti, dal titolo: “ Buche partenopee, vedi Napoli e poi…cadi “ ( https://www.facebook.com/groups/buchepartenopee/ ), gruppo dove vengono indicati le buche e gli avvallamenti presenti in numerose strade e piazze della Città.

 

“ Questo gruppo – spiega Capodanno - nasce con il precipuo scopo di consentire ai cittadini di segnalare alla pubblica amministrazione, con foto e racconti, le buche rilevate sulle carreggiate e sui marciapiedi delle strade napoletane, che, in molti casi, sono presenti da tempo, senza che si provveda a ripararle. Numerosi i passanti vittime dei dissesti sui marciapiedi. Altrettanto folta la pattuglia degli automobilisti e, principalmente, dei motociclisti vittime di buche e voragini sulle carreggiate. Problemi che si ripercuotono anche sulla colonna vertebrale, per i continui sbalzi determinati dalle precarie condizioni di molte strade “.

 

“ Con frequenza quasi quotidiana pervengono segnalazioni di nuove buche e nuove voragini che si aprono sui marciapiedi e sulle carreggiate delle strade – afferma Capodanno -. L’ultima segnalazione riguarda un tombino posto al centro della carreggiata in via Angelica Kauffmann nel quartiere Arenella con il coperchio spaccato in due. Per evitare che le auto potessero finire dentro qualcuno ha provveduto a coprirlo ponendo su di esso due contenitori per la raccolta dei rifiuti. Altre segnalazioni riguardano le numerose fonti d’albero da tempo vuote e non coperte che, con le piogge, si trasformano in una vera e propria trappola per i pedoni “.

 

“ L’auspicio – prosegue Capodanno – è che si ponga rimedio a questa preoccupante situazione che incide, principalmente, sulla pubblica incolumità, con ripercussioni anche sulle parti meccaniche dei veicoli quando i dissesti riguardano le carreggiate “.

“Oramai gli studenti hanno capito che il vento soffia a loro favore e quindi, approfittando anche del clima invernale, così come oramai accade sovente da qualche anno a questa parte, in molti plessi scolastici stanno anticipando le festività natalizie di un mese – stigmatizza Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. L’eccessivo atteggiamento buonista nei loro confronti anche in quei casi nei quali in passato si è parlato di scuole vandalizzate con il danneggiamento di arredi e suppellettili, a seguito dell’occupazione, ha comportato il convincimento , con effetto a catena, che da questa assurda situazione, tutta italiana, che si ripete come un rituale sempre uguale nel mese di novembre, quest’anno aggravata dai raid alla creolina, i responsabili ne possano sortire senza alcuna conseguenza".

“S’ignora o, peggio, si finge d’ignorare che il testo unico sulle leggi della pubblica istruzione, il decreto legislativo n. 297 del 1994, all’art. 74 prevede che, per la validità di un anno scolastico, occorrono almeno 200 giorni di effettive lezioni. E’ evidente che, laddove nei giorni da computare in questo calcolo non venissero considerati quelli nei quali gli allievi non entrano in classe o, caso più grave, occupano la scuola, il Ministero potrebbe valutare la possibilità di annullare l’anno scolastico – continua Capodanno -. Sono dell’avviso che la reazione di quanti interessati, che dovrebbero fare anche opera di prevenzione per evitare il ripetersi costante di siffatti eventi di notevole gravità, che comportano, senza alcuna plausibile ragione, l’interruzione di un servizio pubblico essenziale, come quello scolastico, costringendo decine di migliaia di famiglie a fare i conti con figli privi del supporto didattico essenziale, sarebbe diversa se la norma, tra l’altro, prevedesse che, nel caso che l’anno scolastico venisse annullato in conseguenza delle suddette occupazioni, si procedesse ad una corrispondente decurtazione degli stipendi".

“Nel contesto attuale – conclude Capodanno – è facile prevedere che nei prossimi giorni il fenomeno andrà ad incrementarsi estendendosi a buona parte delle scuole pubbliche, nel mentre si prende ancora una volta atto che la scuola privata non è per nulla interessata, e non da oggi, a questo deprecabile fenomeno, con tutto ciò che da ciò discende".

Per vincere nell’era della globalizzazione, bisogna sostenere l’agricoltura, dove la stessa acquista un ruolo importante grazie alle sue tipicità come la Dieta Mediterranea può rappresentare per Napoli e tutta la Campania.Cosi, il Rappresentante della Consulta Nazionale dell’Agricoltura a margine del convegno tenutosi questo pomeriggio nel salone della Camera di Commercio di Napoli, che ha dato il via alla tre giorni sulla Dietà Mediterranea. Se vogliamo dare risposte concrete al futuro del territorio campano, dobbiamo, con i cittadini e il sistema camerale, mettere in campo la  nostra capacità di    salvaguardia e valorizzazione della nostra Terra. Spaghetti al pomodoro e basilico, piatto caratteristico della dieta mediterranea, un patrimonio dell'Unesco con pasta, olio extravergine e pomodoro della filiera agricola napoletana e campana controllata dagli agricoltori e che sono prodotti che provengono al 100% dai campi nazionali. La dieta mediterranea è stata inserita nella lista del patrimonio culturale immateriale dell'umanità dell'Unesco, cosi è anche un patrimonio culturale di questo paese perché non abbiamo solo monumenti e storia ma prodotti agricoli da promuovere per la loro autenticità e identità, l'impegno di agricoltori che, di generazione in generazione, hanno prodotto una grande agricoltura ed un grande cibo di qualità, sicuro e salubre che rappresenta un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, includendo le colture, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e, in particolare, il consumo di cibo. Questo evento di oggi, prosegue l’esponente dell’Agricoltura, deve essere crocevia   d’incontro e di promozione per tutte quelle aziende che credono nel territorio e intendono  far conoscere i propri prodotti, perché con la   promozione di   un’area metteremo a sistema tutte le sue risorse. La Dieta, si fonda nel rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all'agricoltura nelle comunità del Mediterraneo, mettendo in risalto che la prima risorsa è da chi  abita il territorio, chi lo conosce, chi lo apprezza e cerca di valorizzarlo e proteggerlo, investendo  sul territorio e    coinvolgere tutte le aziende presenti, fare rete e sistema aggredire il mercato e  sviluppare in maniera sinergica tutte quelle attività che singolarmente non potrebbero portare allo stesso risultato.

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