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Renzi: Il nodo Alfano da risolvere

Il decisionismo di Matteo Renzi era noto, ed in questi giorni fotografi, cameramen e giornalisti hanno potuto constatare anche una certa prestanza fisica, a giudicare dal modo in cui il Presidente incaricato si è saputo liberare dal loro assedio all'arrivo alla Camera, con qualche spintone ben assetato. Renzi non vuole però rinunciare soprattutto al suo stile di vita, senza scorte e quindi un po' più libero: per questo martedì sera ha cambiato albergo, in modo da seminare fotografi e teleoperatori, scegliendone uno a pochi passi dalla Camera. Il premier incaricato può quindi uscire a piedi da solo, senza scorta, e telefonare al fidato Graziano Del Rio che lo attende alla Camera, dove è già arrivato Silvio Berlusconi: "Sto arrivando, falli sedere dove ieri stava Alfano", dice al cellulare.

Ma ecco che quattro fotografi lo intercettano e gli corrono davanti per poterlo riprendere, cosa che infastidisce Renzi, dato che il "corteo" che si era creato travolgeva i passanti: "Ragazzi così non va; uno gira senza scorta e voi... oltretutto impedite anche il rapporto diretto con i cittadini". In effetti diversi passanti riconoscono Renzi tendendogli la mano per farsela stringere ma in diversi arretrano spaventati. All'arrivo a Montecitorio c'erano ad aspettarlo diverse decine di fotografi e cameramen che gli sono andati incontro formando una specie di muro, dal quale però il premier incaricato si è liberato con tre-quattro spintoni ben assestati che gli hanno consentito di raggiungere il portone e che hanno lasciato sorpresi i cronisti. "La scorta? Ci vuole non per me ma per i giornalisti!" dice soddisfatto della propria performance ai commessi della Camera che lo aspettavano.Cosi oggi...

Renzi, ha lasciato poco prima delle 11 l'hotel romano che lo ospita e si è recato a piedi alla sede del Pd di Santa Maria delle Fratte. Renzi è stato accompagnato dal consueto 'corteo' di fotografi e si è concesso a strette di mano e fotografie con chi lo ha incrociato durante il cammino.

Prima giornata di riflessione per il premier incaricato Matteo Renzi. Dopo il colloquio di quasi due ore con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano , di ieri sera, oggi il segretario del Pd lavorera' alla redazione del programma che lunedi' illustrera' in aula alla Camera insieme alla squadra di governo.

Uno dei nodi che ha difronte Renzi e' il rapporto con Angelino Alfano e Ndc. Ed e' stato proprio l'ex vice premier stamani ad aprire la giornata di dichiarazioni dopo la riunione con i gruppo di Senato e Camera del suo partito: "Abbiamo già il foglio Excel pronto, con l'indicazione precisa delle nostre priorità, i tempi di realizzazione e il responsabile degli obiettivi" ha detto Alfano. "A noi interessa mettere a punto un programma chiaro che preveda meno tasse sulle famiglie, sulle imprese, sui lavoratori" ha sottolineato dicendo 'no' di Ncd a un ministro dell'Economia "particolarmente affezionato alle tasse", perché "la vera priorità in questo momento è la diminuzione delle tasse". "Oggi penso sia un giorno importante per capire dalla parte di Renzi e dalla parte del Pd se le nostre proposte programmatiche possano giocare da protagoniste nell'ambito del contratto di governo" ha riflettuto Alfano. "Abbiamo detto alcuni no molto chiari, che riguardano sia il programma sia l'assetto di governo: no alla patrimoniale, no ad un giustizialista alla Giustizia, non vogliamo all'Economia qualcuno particolarmente affezionato alle tasse" ha aggiunto. Altra questione e' la riforma della legge elettorale. "Per rendere credibile che davvero togliamo il Senato così come è - ha detto Alfano - sarà indispensabile approvare una norma che attribuisca alla legge elettorale un vigore, una sua immediata applicabilità appena concluso il cammino delle riforme". "Noi crediamo ad un governo che abbia davvero una straordinaria capacità riformatrice, perché questa si sprigioni, non si può campare 6, 7, 10 mesi. Questa era la prospettiva del governo precedente", aggiunge Alfano rimarcando che per dare un'impronta fortemente riformatrice al nuovo esecutivo "dobbiamo avere un po' di tempo a disposizione e per avere questo tempo a disposizione non si può giocherellare dicendo 'facciamo la legge elettorale e andiamo al voto'". Con una legge elettorale non legata al cammino delLe riforme, conclude Alfano, si dirà: "Approvano la legge elettorale per andare al voto e le riforme le annunciano ma non le faranno e quindi fanno finta".

Non c'è nessuna trattativa in corso, stiamo parlando e troveremo una sintesi". Così Graziano Delrio, arrivando al vertice di maggioranza, nega un braccio di ferro tra le richieste di Ncd e Matteo Renzi. Il premier incaricato, Matteo Renzi, "è molto sereno", aggiunge.

"Le due ore di colloquio tra Renzi e Napolitano testimoniano l'invasività del Quirinale nella costruzione del governo. Hanno parlato per due ore di nomine di governo. Il Quirinale torni alla Costituzione" ha detto Renato Brunetta intervistato da Radio Anch'io.

Finora i renziani in Parlamento ci sono costati 10 miliardi di euro votando provvedimenti-porcate". Lo ha detto Luigi Di Maio (M5s) alla Telefonata di Canale 5. "Ieri abbiamo detto a Matteo Renzi quello che pensavamo - ha aggiunto il vicepresidente della Camera - senza fronzoli e ipocrisie. La verità è che il presidente del Consiglio incaricato è un burattino nelle mani di lobby finanziarie come quella di De Benedetti. Renzi nella sua vita non ha mai fatto quello che ha promesso ai cittadini".

Il vincitore della consultazione trasmessa in streaming è Matteo Renzi. Secondo il sondaggio realizzato in esclusiva per Agorà (Rai3) ma Rai 3 e vicino a PD e dall'istituto iXè, a convincere di più è stato il presidente del Consiglio incaricato che dunque avrebbe conquistato più consenso rispetto a Beppe Grillo, leader del Movimento 5 stelle: la pensa così il 43% del campione intervistato da Roberto Weber, mentre al 13% è piaciuto più l'ex comico genovese. Il 34% dei cittadini non ha però visto il confronto, mentre per il 10% è stato un pareggio

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