Ma con chi dobbiamo confrontarci, con Matteo Renzi che è un fantasma di interlocutore politico ?". Beppe Grillo, lasciando l'Hotel Forum, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano qual è la situazione del dialogo sulle riforme con la maggioranza". "Siamo in guerra, ma la nostra è una guerriglia democratica, fatta nell'ambito delle istituzioni". "Resteremo sempre - ha aggiunto il leader di M5s - nell'ambito democratico e non ci saranno da parte nostra azioni eclatanti né dimissioni di massa". I giornalisti hanno chiesto a Beppe Grillo se Luigi Di Maio minacci la sua leadership: "Di Maio - è stata la risposta - è una meraviglia. La leadership è quella del web".
"Faremo delle guerriglie democratiche", ha detto Grillo entrando a Montecitorio per l'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari di Camera e Senato del M5s rispondendo a chi gli chiedeva cosa avessero fatto in merito alle riforme.
"Partecipa. Scarica, stampa e diffondi questo volantino". Beppe Grillo lancia dal suo blog l'iniziativa del M5S contro la riforma del Senato del Governo. "Renzi impone una riforma del Senato contro la democrazia. Fermiamolo", aggiunge. "La casta si preserva, i diritti dei cittadini vengono calpestati - si legge nel volantino - Vogliono imporre i senatori imposti dalla politica. Senatori selezionati dai consigli regionali e sindaci che così dovranno svolgere un doppio incarico depotenziando entrambi i ruoli. Il 75% degli italiani chiede di votare i senatori. Renzi e Berlusconi li vogliono fare eleggere dalla casta". Nella seconda pagina i cinquestelle elencano alcuni dei punti della riforma, che a loro dire sono critici; al fianco presentano le loro controproposte.
Deciso a fermare la trattativa col Pd sulla legge elettorale, Grillo oggi incontrerà i suoi a Roma. Renzi intanto si prepara a un possibile nuovo incontro con Berlusconi, ma anche con i leader degli altri partiti. Il premier è sicuro: si va avanti, via ostruzionismo e si tratta.
Il premier ha incontrato a Palazzo Chigi il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi per fare il punto sull'iter della riforma del Senato alla vigilia della ripresa delle votazioni a ritmi forzati e sui contatti avuti con le opposizioni per cercare di ridurre il numero degli emendamenti.
Quella appena partita è infatti una settimana cruciale per le riforme: tra stasera e domattina, dopo l'ok al decreto Cultura, riprenderà in aula al Senato l'esame del ddl su Senato e Titolo V. In Aula alla Camera arriva invece il decreto Madia sulla riforma della Pubblica amministrazione.
C'è chi vuole bloccare tutto. E c'è chi vuole cambiare, iniziando da se stesso. Dalla vostra capacità di tenuta dipende molto del futuro dell'Italia. Siamo chiamati a una grande responsabilità: non la sprecheremo". Matteo Renzi si rivolge in una lettera ai senatori della maggioranza sostenendo che "con il vostro sostegno garantite la fiducia e la maggioranza al Governo". Sulla legge elettorale "abbiamo convenuto circa i punti fondamentali: chiarezza del vincitore, premio di maggioranza proporzionato, principio dell'alternanza" ma "la discussione del Senato consentirà di affrontare i nodi ancora aperti: preferenze, soglie, genere", prosegue. "So che vedere il Senato costretto a perdere tempo senza poter discutere in modo civilema attraverso emendamenti burla è triste - scrive il premier -. È umiliante, immagino, trascorrere il vostro tempo prezioso a discutere di argomenti assurdi, come cambiare il nome della Camera dei Deputati in Gilda dei Deputati". "I giorni che abbiamo davanti non possono essere buttati via", "verrà il giorno in cui finalmente anche certi 'difensori' della dignità delle Istituzioni si renderanno quanto male fa al prestigio del Parlamento mostrarsi ai cittadini come mostrano oggi".
"Solo le riforme strutturali ci consentiranno di essere credibili per usare la flessibilità necessaria a far ripartire l'occupazione e la crescita. Abbiamo mille giorni per riportare l'Italia a fare l'Italia. Dopo ognuno farà le proprie scelte in libertà e rispetto", aggiunge. "Stiamo realizzando un'impresa, una legislatura nata con difficoltà può segnare una svolta nella storia repubblicana", sprona. "La modifica costituzionale di cui state discutendo supera il bicameralismo perfetto, semplifica il processo legislativo, riequilibra il rapporto Stato Regioni, abolisce il Cnel, disegna uno Stato più efficace e semplice. Una rivoluzione del buon senso in linea con le principali esperienze costituzionali europee. Si può essere d'accordo o meno con questa riforma: definirla svolta autoritaria però significa litigare con la realtà".