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Il Cav: la sinistra ha già deciso ma non può eliminarmi così

E' stata depositata la sentenza della Cassazione sul processo Mediaset con le motivazioni per cui i giudici della Suprema Corte hanno confermato la condanna per Silvio Berlusconi.

Proprio come aveva già detto Esposito nell'intervista al Mattino. Confermato, dunque: Berlusconi è stato condannato perché sapeva, mica perché non poteva non sapere. La motivazione della sentenza arriva a tempo di record, neppure un mese dopo il verdetto del primo agosto

La Cassazione nella motivazioni della sentenza Mediaset, confermando le impostazioni dei giudici di merito, scrive che "Silvio Berlusconi fu ideatore del meccanismo del giro dei diritti che a distanza di anni continuava a produrre effetti (illeciti) di riduzione fiscale per le aziende a lui facenti capo in vario modo''. Berlusconi, "conoscendo perfettamente il meccanismo, ha lasciato che tutto proseguisse inalterato - si legge nella sentenza - mantenendo nelle posizione strategiche i soggetti dal lui scelti e che continuavano a occuparsi della gestione in modo da consentire la perdurante lievitazione dei costi di Mediaset a fini di evasione fiscale".

Per i giudici, c'é "l'assoluta inverosimiglianza dell'ipotesi alternativa che vorrebbe tratteggiare una sorta di colossale truffa ordita per anni ai danni di Berlusconi" "da parte dei personaggi da lui scelti e mantenuti nel corso degli anni in posizioni strategiche''. I personaggi chiave della vicenda Mediaset - si legge - sono stati "mantenuti sostanzialmente nelle posizioni cruciali anche dopo la dismissione delle cariche sociali da parte di Berlusconi e in continuativo contatto diretto con lui". Per cui "la mancanza in capo a Berlusconi di poteri gestori e di posizione di garanzia nella società non è dato ostativo al riconoscimento della sua responsabilità".

I giudici della Suprema Corte sottolineano anche come questi ultimi "attraverso l'analisi del cosiddetto 'giro dei diritti' ne hanno individuato le caratteristiche di meccanismo riservato direttamente promanante in origine da Berlusconi e avente, sin dal principio, valenza strategia per l'intero apparato dell'impresa a lui facente capo". Sempre rifacendosi ai giudici di merito la Suprema Corte ripercorre il meccanismo illecito, "un gioco di specchi sistematico" relativo all'acquisizione dei diritti tv, che "rifletteva una serie di passaggi privi di giustificazione commerciale". E "ad ogni passaggio, la lievitazione di costi era (a dir poco) imponente".

Tutto il collegio dei giudici della Cassazione che ha confermato la condanna a quattro anni per Berlusconi per frode fiscale nel processo Mediaset figura come estensore della sentenza, e non il solo relatore, come d'uso. Nell'ultima pagina infatti tutti i componenti del collegio hanno firmato la sentenza in qualità di magistrati estensori. Si tratta di Amedeo Franco, Claudio D'Isa, Ercole Aprile, Giuseppe De Marzo, a cui segue la firma del presidente Antonio Esposito.

«Una sentenza fondata sul nulla», replica Silvio Berlusconi. «Motivazioni inesistenti», fanno eco i legali. E anche l'azienda, ieri ha fatto sentire la propria voce, dopo l'uscita delle motivazioni della Cassazione. «Sempre operato in totale legalità e trasparenza in un settore cruciale della sua attività, quale l'approvvigionamento di contenuti televisivi», ha tuonato Mediaset. I vertici aziendali sottolineano la buona fede dimostrate «dal fatto che davanti all'opportunità di eliminare ogni rischio penale attraverso un condono fiscale “tombale”», hanno deciso di non perseguire questa pista. In una nota Mediaset fa notare che «solo negli ultimi dieci anni, ha versato allo Stato circa 6,5 miliardi di euro. Palese la sproporzione rispetto a una presunta evasione pari a soli 7,3 milioni di euro: il presunto risparmio ammonterebbe a circa lo 0,1% del totale pagato».

Berlusconi decide di interrompere il suo lungo silenzio e, intervistato a Studio Aperto, mette nero su bianco quel che pensa. Non solo che la sentenza della Cassazione sui diritti tv Mediaset è «allucinante» e «priva di fondamento», ma soprattutto che non ha alcuna intenzione di restare a guardare mentre il Pd affonda il colpo. Lo dice con tono pacato, forse in nome della linea morbida imposta negli ultimi giorni dalle solite colombe e dagli avvocati. Ma lo fa scegliendo con cura i termini, tranchant e durissimi. Insomma, pur buttandola lì come fosse la più scontata delle ovvietà, l'ex premier non lascia molti margini a chi lo vorrebbe disponibile al compromesso. Perché, è questo il messaggio tra le righe, se la trattativa con il Colle e con il Pd prevede un suo passo indietro in cambio della rinuncia alla decadenza, lui non ci pensa proprio. «Se credono di eliminarmi con un voto e se questo dovesse succedere – affonda il colpo – ci troveremo davanti a una ferita profonda per la nostra democrazia e credo che milioni di italiani non lo permetterebbero».

Intanto il Procuratore di Napoli, Giovanni Colangelo, interpellato dall'ansa, ha definito ''prive di qualsiasi fondamento'' notizie di stampa su un ordine di custodia per Berlusconi giacente nei cassetti della procura, da eseguire in caso di decadenza da senatore. ''Non c'è e, per rispetto della legge, non potrebbe esserci'', ha detto Colangelo.

''Una sentenza allucinate, fondata sul nulla'': così Silvio Berlusconi a Studio Aperto, dopo le motivazioni della Cassazione sulla sentenza Mediaset. 'Se qualcuno pensa di eliminare con un voto il leader del primo partito, ossia il sottoscritto, a causa di un sentenza allucinante e fondata sul nulla, allora si sarebbe davanti ad una ferita profonda della democrazia'': così Silvio Berlusconi a Studio Aperto.

''Non è una sentenza fondata sul nulla, si tratta di un reato particolarmente pesante e particolarmente grave se commesso da un esponente politico'': così Guglielmo Epifani al tg3. ''Per noi la giustizia deve essere uguale per tutti. Nessuno è sopra la legge e le sentenze si rispettano'', ha aggiunto il segretario del Pd. ''La Giunta si riunirà e poi deciderà ma confermo che la legge Severino non mi sembra per nulla e in nulla illegittima dal punto di vista costituzionale'' ha sottolineato Epifan. Per il leader del Pd la giunta ''non è un'ordalia'' e farà ''in serenità il suo lavoro''. Ci crede alle minacce di alcuni del Pdl sulla caduta del governo per la vicenda giudiziaria di Berlusconi? ''Non mi interessa - ha risposto Epifani al Tg3 - non capisco le pressioni; sarebbe bene che nel centrodestra si riflettesse sulla separazione delle vicende giudiziarie di Berlusconi da quelle politiche. La politica non può andare con gli alti e i bassi legati alle sue vicende''. E poi - ha concluso il leader Pd - ''non c'è qualcuno più uguale degli altri''.

Il premier Enrico Letta non teme che ci sia un'influenza sulla vita del governo" per condanne o "vicende giudiziarie" (di Berlusconi, ndr), perchè "gli italiani hanno bisogno di governo, di risposte e di concretezze". Il premier, ai microfoni di 'Radio anch'io', non è voluto entrare nel merito del cosiddetto 'Lodo Violante'.  "A me sembra - ha detto - che al di la' del governo più forte o più debole e del chiacchiericcio politico che non mi interessa, che il governo abbia varato misure importanti da cui l'Italia può trovare grande giovamento".

A a proposito del lavoro della giunta che deve decidere sulla decadenza di Berlusconi, Letta ha detto che ''E' una decisione che riguarda il Senato e la giunta del Senato, ed io ho sempre separato le due questioni e continuo a farlo''. Il direttore del Gr, Antonio Preziosi, ha provato a insistere, chiedendo del 'Lodo Violante'. Ma Letta si è rifiutato di entrare nel merito delle proposte. Ma teme per la tenuta del governo?, ha insistito Preziosi. ''Guardi: ho sempre detto che non temevo su questo tema e non temo a maggior ragione adesso che ci sia un'influenza sulla vita del governo per vicende che hanno a che vedere con sentenze giudiziarie, perchè gli italiani hanno bisogno di governo, di risposte e di concretezza''. Ritengo, ha concluso il capo del governo, che ''la settimana prossima, tra le varie cose che lei ha citato, forse quella più importante avviene martedi quando in Cdm valuteremo una serie di norme funzionali per il mondo della scuola''. "Io insisto - ha detto poi Letta - che il 'porcellum è uno dei guai principali del nostro Paese" e sia la parte delle "riforme costituzionali, sia la parte dalla riforma elettorale", saranno i temi "prioritari dell'autunno".

La decisione sulla decadenza di Silvio Berlusconi "non è un atto dovuto, è una decisione da assumere. Facciamo un invito al Pd, senza protervia e arroganza: riflettete, approfondite", il partito "si spogli dall'abito di chi per 20 anni ha combattuto Berlusconi come il peggior nemico". Così il vicepremier Angelino Alfano.

Io sono stanco di essere gandhiano, di osservare leggi fatte per favorire i delinquenti". Lo scrive sul suo blog Beppe Grillo. "Dietro il M5S ci sono quasi nove milioni di voti, ma questi, che hanno occupato ogni posto di potere, se ne sbattono i coglioni"."Non dobbiamo contare nulla. Sapere nulla".

Ieri è stata una giornata particolare "in cui la coppia Violante&Napolitano ha forse trovato il cavillo mancante per salvare un pregiudicato con il rinvio della legge Severino alla Corte Costituzionale. Una legge che impedisce a chi ha condanne superiori a due anni di sedere in Parlamento". Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog.

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