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Domenica, 02 Giugno 2024

PdL contro il presidente del Senato Grasso dopo le sue dichiarazioni in vista del voto sulla decadenza dal seggio parlamentare di Silvio Berlusconi. ''Se il voto sarà segreto bisognerà vedere se sarà davvero un voto di coscienza o se dipenderà piuttosto da interessi diversi - aveva detto - mentre se il voto sarà palese, tutto sarà più chiaro''.

"Le dichiarazioni del presidente del Senato sul voto segreto o palese non sono da presidente del Senato - dice Renato Brunetta - ma da uomo di parte, anzi di fazione. Ritenere che i senatori col voto segreto possano rispondere a 'interessi diversi' dalla coscienza è una insinuazione gravissima". Secondo il capogruppo Pdl alla Camera le parole di Grasse contraddicono il "suo ruolo di garante della dignità dei parlamentari". "Ricordo all'ex procuratore Grasso una frase di Falcone: 'Il sospetto è l'anticamera della calunnia'. Cerchi di far valere le regole, il presidente Grasso, invece che inventarne di nuove ad uso delle sue attitudini inquisitorie", conclude Brunetta.

Per Schifani, "E' molto grave che il presidente Grasso ipotizzi il voto palese, essendo il Regolamento sul punto chiaro ed inequivocabile. Sospettare, poi, che attraverso il voto segreto i senatori possano perseguire interessi diversi rispetto alla propria coscienza è incredibile. Un chiarimento sarebbe quantomeno opportuno". "E' molto grave - dice Schifani nella sua dichiarazione - che il presidente Grasso ipotizzi il voto palese sulla decadenza, essendo il Regolamento sul punto chiaro ed inequivocabile. Un' eventuale interpretazione diversa in Giunta per il Regolamento, a colpi di maggioranza, sarebbe inaccettabile e noi ci opporremmo strenuamente ad una simile forzatura. Sospettare, poi, che attraverso il voto segreto i senatori possano perseguire interessi diversi rispetto alla propria coscienza è incredibile, e ci auguriamo che si sia trattato di un malaugurato fraintendimento. Un chiarimento sarebbe quantomeno opportuno".

"Questo governo doveva garantire un clima di pacificazione e ciò non vuol dire che bisognava garantire un favore o un trattamento privilegiato a Berlusconi perché questo noi non l'abbiamo mai chiesto, non è nelle corde e nel carattere del presidente Berlusconi e credo sarebbe stato anche sbagliato". Così Maria Stella Gelmini del Pdl dopo la dura smentita del Quirinale su una promessa di grazia nei confronti di Silvio Berlusconi. "Il clima di pacificazione voleva dire introdurre tra le riforme da fare quella della giustizia - spiega - significava garantire nella Giunta per le elezioni un comportamento corretto e una terzietà sul caso Berlusconi e non un plotone di esecuzione per eliminarlo. Anche su temi come il finanziamento pubblico sembrava più importante per il Pd impedire a Berlusconi di finanziare il suo partito che garantire il risultato" osserva. "Quindi il clima di pacificazione non c'è stato e non mi riferisco al presidente Napolitano, ma penso che nei confronti di Berlusconi c'è stato un totale disinteresse rispetto alla sua condizione, nonostante abbia garantito i numeri al Governo e sia stato il primo ad appoggiarlo".
Intanto si prepara chi vuole girare le spalle al ex Premier :  "Se ci sarà una minaccia per il governo, nascerà un altro gruppo, anche se mi auguro che ciò non accada. Ho tutta la determinazione a portare fino in fondo una linea politica". Lo ha detto ieri nel corso della puntata di "Matrix" (Canale 5) il ministro Gaetano Quagliariello.

Parlando della foto che lo ritraeva, il 2 ottobre, in Parlamento con in mano la lista con i 24 nomi dei ministri che avrebbero costituito il gruppo separato, ha spiegato: "Nessuno mi crederà, ma io sono una persona molto distratta: si è trattato, quindi, di un'assoluta casualità. Tutti ora mi fanno passare per uno stratega: io, quasi quasi, confermo che l'ho fatto apposta". Infine, a proposito dei due gruppi nati all'interno del Pdl e soprannominati falchi e colombe, il ministro Quaglieriello ironizza dicendo: "Io che sono, per ragioni genetiche, una quaglia mi hanno definito colomba, quindi ho un po' di confusione mentale". Il testo dell'intervista, andata in onda ieri sera, è stato diffuso oggi dall'emittente.

Chiunque abbia visto la trasmissione 'Matrix' di ieri sera sa che il ministro Quagliariello ha affermato che i gruppi parlamentari si formano sulla base di linee politiche, e che il suo impegno, oltreché il suo auspicio, è affinché non si determini alcuna separazione. Per questo e per tutto il resto, si rimanda all'intervista integrale andata in onda".

"Sarebbe un'altra Caporetto della politica se fosse la Consulta a cambiare la legge elettorale. Se anche questa volta si fallisce, credo che il governo, con tutte le cautele, debba intervenire''

Oggi il 'Fatto quotidiano', con un titolo anche in prima pagina (i falchi: ''il Colle promise la grazia''), pubblica un articolo nel quale - tra le altre cose - sono riportati alcuni virgolettati attribuiti a Daniela Santanchè nei quali l'esponente del Pdl sostiene che Giorgio Napolitano ''ha tradito il patto'' e che ''non c'è stata la pacificazione promessa''. A spiegare di quale patto si trattasse ci pensa il titolo del quotidiano a pagina quattro: ''Il patto con re Giorgio? Silvio graziato a prescindere''. Secondo l'articolo, ''Napolitano aveva promesso la grazia 'motu proprio' per la condanna Mediaset'''.
"Solo il Fatto Quotidiano crede alle ridicole panzane come quella del "patto tradito" dal Presidente Napolitano. La posizione del Presidente in materia di provvedimenti di clemenza e' stata a suo tempo espressa con la massima chiarezza e precisione nella dichiarazione del 13 agosto scorso". Così l'ufficio stampa del Quirinale.
"In Italia ci sono dei traditori, il primo è il Pd perché è venuto meno ai patti. Poi c'è il Capo dello Stato che sta facendo il suo secondo mandato perché lo ha proposto Berlusconi, ma la pacificazione di cui aveva parlato non c'è". Daniela Santanché risponde così a Massimo Giletti, durante la trasmissione Tv l'Arena, alla domanda se consideri Alfano un traditore. "Io l'ho votato - insiste parlando di Napolitano - ma oggi non lo voterei più". Lui "deve mantenere la parola data ed essere arbitro Costituzione, non un giocatore''.
"Siamo certi che i parlamentari del Pdl non condividono le gravi affermazioni dell'onorevole Santanchè nei confronti del presidente Napolitano. Le sue rimangono valutazioni personali e come tali vanno giudicate". Lo hanno dichiarato i presidenti dei gruppi del Pdl di Senato e Camera, Renato Schifani e Renato Brunetta commentando quanto detto dalla Santanchè alla trasmissione Tv "L'Arena" sul Capo dello Stato ("E' un traditore").
"Napolitano è stato eletto da Berlusconi di cui ovviamente sapeva ogni pendenza giudiziaria, ma per il Sistema qualunque compromesso (sordido?) è meglio del cambiamento. Poteva essere eletto Rodotà, proposto dal M5S, ma era troppo pericoloso" scrive Beppe Grillo sul suo blog....intanto....
Rosy Bindi è stata eletta presidente dell'Antimafia con 25 voti. 8 sono andati a Luigi Gaetti (M5s). Le schede bianche sono state 2, un voto nullo. Riccardo Nuti (M5s) ha smentito qualsiasi "giallo" su una presunta spaccatura all'interno del M5s nel primo voto. Infatti Gaetti ha avuto 6 voti e non 8, "perché lui stesso non si è votato, e un altro nostro collega era in quel momento in missione. Quindi nessuna spaccatura".

''Il mio primo impegno sarà quello di cercare di superare questa fase di concreta difficoltà con il Pdl perché tutti dobbiamo unirci nella lotta alla mafia''. Cosi' la presidente della commissione antimafia Rosy Bindi lasciando San Macuto dopo la votazione. ''Spero che tutti si adopereranno per sanare questa frattura. Mi auguro anche che chi oggi non ha partecipato al voto riconosca che oggi c'é stato un voto. Se tutti insieme faremo un piccolo passo, potremo dire che siamo qui per combattere la mafia e non per farci la guerra tra di noi'', aggiunge Bindi.

"Inaccettabile strappo del Pd pur di dare una poltrona a Rosy Bindi". Lo scrive su Twitter Maurizio Gasparri commentando l'elezione del presidente della commissione antimafia.

''La delegazione parlamentare del Popolo della libertà in Commissione Antimafia - avevano annunciato i capigruppo - non parteciperà al voto odierno per l'elezione del presidente e dell'ufficio di presidenza, dal momento che il Partito democratico intende imporre un proprio candidato usando solo la forza dei numeri e senza la necessaria condivisione per una scelta così importante. Ricordiamo che negli ultimi mesi l'elezione degli organi della Commissione Antimafia ha subito numerosi rinvii proprio a causa delle divisioni interne allo stesso Pd''.

''Lo stallo della Commissione parlamentare Antimafia, per sette mesi senza componenti e ancora oggi senza presidente, è la dimostrazione palese di un parlamento incapace, lontano dal Paese reale, dove la mafia è un'urgenza da affrontare''. Lo ha denunciato il leader di Azione Civile Antonio Ingroia a Genova in una conferenza stampa. ''Ancora prima della magistratura, la lotta alla mafia dovrebbe essere una priorità della politica - ha sottolineato Ingroia - La Commissione Antimafia dovrebbe essere in prima linea contro il riciclaggio, la mafia dei colletti bianchi, le infiltrazioni criminali nel Nord Italia''. ''Invece di un passo avanti della politica - ha aggiunto - gli italiani assistono a un indecoroso spettacolo di mercanteggiamento sotto banco in base ai rapporti di forza della maggioranza governativa, Pd e Pdl non riescono nemmeno a mettersi d'accordo per nominare il nuovo presidente della Commissione''

Inizia domani 22 Ottobre a Bruxelles il vertice dei ministri della difesa delle nazioni appartenenti alla NATO e Competere.EU scrive una lettera aperta al Ministro della Difesa italiano Mario Mauro.

Il think thank, attivo nell’elaborazione delle politiche e delle pratiche di sviluppo sostenibile, chiede a Mauro di far si che l’Italia sia uno dei Paesi leader nella richiesta dell’attuazione del modello di “Smart Defence” elaborato dal Patto Atlantico che potrà portare una razionalizzazione ed un efficientamento degli apparati di difesa dei Paesi membri.

“In questi giorni di emergenza umanitaria nel Mediterraneo– scrivono il Presidente di Competere.EU Pietro Paganini ed il Segretario Generale Roberto Race– cresce nell’opinione pubblica la consapevolezza dell’importanza di una sicurezza data da sistemi di difesa al passo con i tempi. Tutto ciò andrebbe in accordo con gli altri Paesi in funzione nell’attuale scenario geostrategico e dei nuovi pericoli come quelli dati dalla cyber proliferazione.

I tagli che il mondo della difesa e della sicurezza, tra gli altri, hanno subito, possono rivelarsi un grandissimo rischio o viceversa rappresentare una grande opportunità per il nostro Paese.”

 

“Ad indicarci il modo per continuare ad avere un apparato di difesa efficiente– scrivono Paganini e Race– è stata proprio la Nato che con la Smart Defence invita i Paesi a fare più e meglio con meno costi, razionalizzando la spesa e mettendo a sistema le eccellenze di ogni Stato membro.”

 

“Per questo– continuano Paganini e Race– Le chiediamo di far sì che l’Italia possa farsi promotore del rilancio di questa nuova fase nella quale le difese dei vari Paesi dovranno lavorare alla propria razionalizzazione ed al proprio efficientamento e alla realizzazione di una difesa comune.

Tema che sarà all'ordine del giorno, tra l'altro, proprio del Consiglio dei ministri della difesa dell’Unione Europea che si terrà a dicembre.

Non possiamo perdere altro tempo. Il rischio di un vuoto di Difesa o di una Difesa inadeguata esporrebbe tutto il nostro tessuto sociale a numerose minacce, non solo di natura militare, ma anche emergenziale– come abbiamo visto di fronte ad un Mediterraneo in crisi – che la società civile non potrebbe affrontare senza un dispositivo reattivo e specializzato come quello militare.

Un discorso, questo, di estrema attualità, nel momento in cui l’Europa, è matura ma non ancora strutturata per provvedere alla propria sicurezza, avendo dimostrato di non saper fornire una risposta univoca alle emergenze che colpiscono i paesi a lei vicini”.

 

Elaborare e implementare politiche e pratiche per lo sviluppo sostenibile: questa la mission di Competere.EU, il nuovo pensatoio italiano nato con l’obiettivo di essere di supporto alla politica, alle istituzioni ed al mondo del lavoro nel favorire l’innovazione sociale e dei processi economici e il confronto tra idee.

Presidente del think tank è il docente di Business Administration alla John Cabot University Pietro Paganini mentre il Segretario Generale è il consulente di comunicazione strategica Roberto Race.

Il pensatoio si distingue dagli altri think-tank per l’approccio anglosassone, agendo contemporaneamente su tre livelli: la ricerca, attraverso la diffusione di pubblicazioni e la promozione di conferenze o seminari, l’interazione con la società civile per creare consapevolezza sulle campagne che Competere metterà in campo e il confronto con il mondo politico ed istituzionale per la costruzione di percorsi politici e legislativi condivisi.

Competere.EU si regge sull’iniziativa volontaria di individui e gruppi che condividono uno stesso modo di operare e che vogliono contribuire ad innovare il mercato attraverso prodotti e servizi nuovi, e la società attraverso iniziative sociali sostenibili.

La lettera

Gentile Ministro,

domani e mercoledì Lei rappresenterà l’Italia al vertice dei Ministri della Difesa dei paesi aderenti alla Nato ed i dossier sul tavolo sono molto caldi.

In questi giorni di emergenza umanitaria nel Mediterraneo cresce nell’opinione pubblica la consapevolezza dell’importanza di una sicurezza data da sistemi di difesa al passo con i tempi. Tutto ciò andrebbe in accordo con gli altri Paesi in funzione nell’attuale scenario geostrategico e dei nuovi pericoli come quelli dati dalla cyber proliferazione.

I tagli che il mondo della difesa e della sicurezza hanno subito possono rivelarsi un grandissimo rischio o viceversa rappresentare una grande opportunità per il nostro Paese.

Ad indicarci il modo per continuare ad avere un apparato di difesa efficiente è stata proprio la Nato che con la Smart Defence invita i Paesi a fare più e meglio con meno costi, razionalizzando la spesa e mettendo a sistema le eccellenze di ogni Stato membro.

Per questo Le chiediamo di far sì che l’Italia possa essere promotore del rilancio di questa nuova fase nella quale le difese dei vari Paesi dovranno lavorare alla propria razionalizzazione ed al proprio efficientamento e alla realizzazione di una difesa comune.

Tema che sarà all'ordine del giorno, tra l'altro, proprio del Consiglio dei ministri della difesa dell’Unione Europea che si terrà a dicembre.

Non possiamo perdere altro tempo. Il rischio di un vuoto di Difesa o di una Difesa inadeguata esporrebbe tutto il nostro tessuto sociale alle numerose minacce, non solo di natura militare, ma anche emergenziale – come abbiamo visto di fronte ad un Mediterraneo in crisi – che la società civile non potrebbe affrontare senza un dispositivo reattivo e specializzato come quello militare.

Un discorso, questo, di estrema attualità, nel momento in cui l’Europa, è matura ma non ancora strutturata per provvedere alla propria sicurezza, avendo dimostrato di non saper fornire una risposta univoca alle emergenze che colpiscono i paesi a lei vicini

Cordiali saluti

Il presidente Pietro Paganini

Il Segretario Generale Roberto Race

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