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Domenica, 05 Maggio 2024

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Salone Auto Torino celebrerà la storia dell’automobilismo raccontandola attraverso un’esposizione unica che vedrà carrozze, prime auto a motore di inizio ‘900, i capolavori del design degli anni ‘60 e ‘70 e le auto sostenibili che guideranno alla transizione che ci condurrà al 2035.

In piazza Carlo Felice e in piazza Castello si troveranno le aree test che ospiteranno tutte le tecnologie a basse emissioni sviluppate dalle principali case automobilistiche, messe a disposizione dei visitatori che potranno testarle in viabilità ordinaria da venerdì 13 a domenica 15 settembre. Accanto alle prove e all’esposizione delle novità commerciali dei marchi ci saranno le superauto che fanno sognare, le auto più iconiche, i prototipi e i prototipi dei più grandi designer, le due ruote di tutte le motorizzazioni a disposizione per i test drive, le innovazioni delle aziende dell’indotto e l’intrattenimento garantito dai media partner, un approfondimento a cielo aperto che si snoderà tra via Roma, piazza San Carlo, piazza Castello, piazzetta Reale, Giardini Reali e piazza Vittorio Veneto.

Intrattenimento per le famiglie e focus sulla mobilità si troveranno tra piazza Arbarello e piazza Solferino.

Le Formula 1, le regine del motorsport, i prototipi e le auto classiche più belle di sempre saranno protagoniste di sfilate ed eventi dinamici che si svolgeranno nello speciale Circuito Dinamico che si svilupperà tra piazza San Carlo, via Roma e piazza Castello e che regalerà un incredibile spettacolo, ogni giorno.

La passione di collezioni e club verrà celebrata sabato 14 settembre con il Gran Premio Torino: le auto sportive di ogni epoca saranno protagoniste nella suggestiva cornice della Reggia di Venaria che sarà visitabile dal pubblico. Le auto sfileranno poi in una grande parata che attraverserà il centro di Venaria Reale, passando per la Panoramica di Superga, per terminare in via Roma.

Salone Auto Torino 2024 coinvolgerà fortemente il territorio, con ricadute importanti grazie all’indotto stimato. Per i visitatori sarà attivato il Free Pass Salone, un biglietto elettronico gratuito che ai suoi possessori darà la possibilità di accedere a diverse iniziative della manifestazione, prima fra tutte la possibilità di effettuare i test drive degli ultimi modelli messi a disposizione dalle case automobilistiche.

Chi scaricherà il Free Pass Salone potrà inoltre accedere alle convenzioni per treni e pullman per arrivare a Torino nei giorni della manifestazione, a sconti e ingressi speciali nei musei di Torino, sconti e iniziative realizzate dagli esercizi commerciali e dai ristoranti convenzionati. Il Free Pass Salone e le attività che saranno in programma durante Salone saranno realizzati in collaborazione con Regione Piemonte, Città di Torino, Camera di Commercio di Torino, Unione Industriali, Federalberghi, Turismo Torino e Provincia, Museo Nazionale dell’Automobile, ACI, ACI Torino, ASI, IAAD, IED e Consorzio delle Residenze Reali Sabaude.

In collaborazione con Autolook saranno organizzati gli Autolook Awards, il premio alla comunicazione dei team che partecipano a tutte le discipline del motorsport.

Dichiara Andrea Levy, Presidente Salone Auto Torino:Abbiamo riunito gli elementi più appassionanti e suggestivi del sistema automobilistico in un unico format, in una sola passeggiata che, da piazza Carlo Felice a piazza Castello e piazza Vittorio Veneto, accompagnerà i visitatori tra le auto classiche, i modelli iconici dei marchi, le novità commerciali, disponibili anche nelle aree test drive, i prototipi dei più grandi designer, le due ruote”. Per Andrea Tronzano, Assessore Regione Piemonte: “Il 2024 sarà ricordato come il ritorno del Salone dell’Auto su Torino, l’idea di far ritornare il binomio auto/esposizione in centro città la trovo non solo intelligente e rispettosa della nostra storia recente, ma anche, come hanno dimostrato le recenti edizioni di Autolook un momento di festa per le migliaia di appassionati dei motori che popolano la nostra regione. Mancano ancora diversi mesi all’appuntamento ma la macchina organizzativa sta lavorando per regalare alla città un momento indimenticabile”.

Domenico Carretta, Assessore Sport, Grandi Eventi e Turismo Città di Torino: “La Città ha messo in campo tutte le forze a disposizione per dare la possibilità di creare un evento diffuso, popolare e inclusivo. Siamo sicuri che Salone Auto Torino sarà un nome importante nel cartellone dei Grandi Eventi di Torino, per la visibilità che darà alla città nel resto d’Italia e per la capacità di ritorno economico grazie al turismo”. Marcella Gaspardone, Dirigente Turismo Torino e Provincia: “Con entusiasmo collaboriamo alla promozione di questo prestigioso evento che accenderà nuovamente i riflettori sulla nostra città; attiveremo tutti i nostri canali di comunicazione, dal sito alle newsletter ai social, per raggiungere quanto più pubblico possibile a livello internazionale e forniremo materiale informativo agli ospiti oltre che riduzioni sui nostri prodotti per il Free Pass Salone; siamo certi che con un’azione così corale tra Enti e Associazioni il territorio beneficerà di un’importante ricaduta economica e di immagine”.

 

Anche nel mese di gennaio 2024 è stata rispettata una importante tradizione che testimonia la visita al Papa Francesco di una delegazione interconfessionale finlandese in occasione delle celebrazioni della Settimana per l’Unità dei Cristiani.

Nel suo discorso alla delegazione finlandese, il Papa ha sottolineato l'importanza del dialogo ecumenico e svolto una riflessione più ampia sui santi e sull'importante ruolo svolto dalla loro testimonianza, osservando che "siamo in cammino e la nostra meta comune è Gesù Cristo", e aggiungendo che  "i santi sono fratelli e sorelle che hanno percorso questa strada fino in fondo e hanno raggiunto la loro meta. Ci accompagnano come testimoni viventi di Cristo, nostra via, nostra verità e nostra vita". Francesco ha poi invitato la delegazione a recitare il Padre Nostro ognuno nella propria lingua, esprimendo la speranza che la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani non si svuoti del suo significato.

Il vescovo luterano Bo-Göran Åstrand della diocesi di Porvoo faceva parte della delegazione insieme anche al nuovo vescovo Raimo Goyarrola della Chiesa cattolica e al metropolita Arseni della Chiesa ortodossa .

In occasione dell’incontro, il vescovo Åstrand ha regalato al Papa dei guanti bianchi fatti a mano. Un guanto aveva il simbolo di Sant'Olav e l'altro una colomba della pace.  La scelta dei doni è stata influenzata dal fatto che la delegazione sapeva che il Papa apprezzava la modestia e la moderazione. "Questi doni non occupano molto spazio, ma speriamo che riscaldino corpo e anima e siano utili e piacevoli", ha detto mons. Åstrand nel suo discorso al Papa. Mons. Åstrand ha parlato delle vie di pellegrinaggio e di quante chiese medievali in Finlandia e nelle Åland uniscono oggi cattolici e luterani. "I luterani hanno rinunciato ai pellegrinaggi dopo la Riforma, ma oggi li apprezzano molto. Un pellegrino compie sia un viaggio esteriore che uno interiore. Ha una destinazione, che può essere una chiesa o un luogo dove si può vedere l'opera di Dio", ha detto mons. Åstrand. "Siamo stati chiamati a camminare al servizio della misericordia, della riconciliazione e della pace. Nell'ecumenismo c'è anche una testimonianza comune attraverso le azioni a favore dei nostri vicini. Insieme siamo chiamati ad accogliere gli stranieri, gli stranieri, gli immigrati, i rifugiati e i senzatetto", ha proseguito. Secondo mons. Åstrand la comunità cristiana è caratterizzata dall'ospitalità e dalla solidarietà. "Se le nostre chiese e cattedrali hanno porte aperte e clima accogliente, diventano locande per persone che hanno bisogno di amore, di grazia e di nuovo coraggio per vivere. Allora realizziamo la nostra missione comune come discepoli e pellegrini di Cristo." Nel suo discorso, mons. Åstrand ha guardato anche all'anno giubilare del 2030, quando i pellegrini si riuniranno a Trondheim, in Norvegia. "In quel momento cattolici e luterani festeggiano insieme a tanti altri e sono grati per i doni di Dio. Sant'Olav è, insieme a Santa Brigida e Sant'Enrico, uno dei più importanti santi nordici."

Mons. Åstrand, Mons. Goyarrola e il metropolita Arseni hanno apprezzato l'accoglienza del Papa. Hanno considerato importante l'intera settimana e il viaggio e hanno sottolineato l'importanza e la forza dello stare insieme e del conoscersi. Ogni gennaio, durante la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, uno dei vescovi della Chiesa evangelica luterana di Finlandia si reca a Roma insieme a un rappresentante della Chiesa cattolica e un vescovo della Chiesa ortodossa. L'evento rientra nella Settimana ecumenica di preghiera per l'unità dei cristiani, che si celebra ogni anno dal 18 al 25 gennaio. La visita è una tradizione dal 1985.  

I temi principali trattati durante la visita sono stati:

La Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, che si è svolta dal 18 al 25 gennaio

La situazione ecumenica in Finlandia

Le relazioni tra le Chiese in Finlandia

Le sfide e le opportunità per l'ecumenismo in un mondo globalizzato

La delegazione ha concluso la sua visita con un impegno rinnovato a lavorare per l'unità dei cristiani. I rappresentanti delle Chiese finlandesi hanno sottolineato l'importanza della collaborazione e del dialogo ecumenico per affrontare le sfide del mondo contemporaneo. La visita della delegazione finlandese ha rappresentato un importante momento di incontro e dialogo tra le Chiese in Finlandia ed a livello internazionale. L'impegno rinnovato per l'unità dei cristiani è un segno di speranza per il futuro.

Dopo l'incontro con il Papa, la delegazione ecumenica ha incontrato il cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la promozione dell'unità dei cristiani e partecipato ad una messa cattolica nella "Cappella finlandese" della Basilica di Santa Maria sopra Minerva ed ai vespri ecumenici nella chiesa del monastero di Santa Brigida, presieduti dal Cardinale, Durante il soggiorno a Roma, i membri della delegazione hanno avuto anche l'occasione di visitare alcuni luoghi di interesse storico e artistico, come il Colosseo, la Fontana di Trevi e il Pantheon. Si è svolto inoltre un ricevimento nella sede di Villa Lante al Gianicolo, che ospita la rappresentanza della Finlandia presso la santa sede. Ospite dell’evento l’ambasciatore di Finlandia in Vaticano, Kalle Kankaanpää

 

La diocesi cattolica di Helsinki copre l'intero paese e comprende solo otto parrocchie e 25 sacerdoti, la maggior parte dei quali sono nati all'estero. Nonostante l'esiguo numero di cattolici, la popolazione cattolica della Finlandia cresce ogni anno, soprattutto grazie alla conversione e all'immigrazione. Dopo quattro anni di sede vacante nella diocesi, in seguito alle dimissioni del vescovo Teemu Sippo, primo vescovo cattolico nato in Finlandia dopo la Riforma protestante, padre Raimo Goyarrola era stato nominato vescovo di Helsinki da papa Francesco il 29 settembre 2023. (gn)

 

Il discorso del Papa:

Alla Delegazione Ecumenica dalla Finlandia (19 gennaio 2024) | Francesco (vatican.va)

Lo stand Italia esporta il Belpaese in Europa nella cornice di uno dei principali appuntamenti mondiali del settore, la Fiera Internazionale del Turismo (Fitur) di Madrid, in programma dal 24 al 28 gennaio 2024.

Ministero del Turismo, Enit, Regioni e Comuni, insieme alla Repubblica di San Marino e ai principali stakeholder e protagonisti pubblici e privati del comparto (Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Piemonte, Puglia, Veneto e Comune di Napoli, ITA Airways e 22 imprese), si incontrano in un evento inaugurato dal re Felipe VI e dalla regina Letizia. 

Il ministro del Turismo Daniela Santanchè, accolto dall’ambasciatore d’Italia Giuseppe Buccino Grimaldi, dopo gli incontri istituzionali con i suoi omologhi Zaritsa Dinkova (Bulgaria) e Angie Duarte De Melillo (Paraguay) e il primo ministro albanese Edi Rama, taglia il nastro del padiglione italiano.
In occasione della fiera si realizza anche una simbiosi culturale con l’Arena di Verona per un concerto speciale presso l’Istituto di Cultura della capitale spagnola.

“La Spagna ama moltissimo l’Italia- dichiara il ministro del Turismo Daniela Santanchè -Per gli spagnoli, stando all’Ufficio Studi Enit, noi siamo il primo Paese per vocazione turistica. Tant’è vero che nei primi nove mesi del 2023, gli spagnoli che hanno visitato l’Italia sono stati in aumento sia sul 2022 e soprattutto sul 2019, con una spesa superiore a 1,7 miliardi”.

E, nello specifico, il tipo di vacanza preferito è quello culturale: si tratta del 72% degli spagnoli intervistati a metà del 2023 che già sono stati in Italia per turismo e del 67% dei turisti intenzionati a scegliere l’Italia come meta di vacanze future.

Nel 2023, i passeggeri aeroportuali giunti in Italia dalla Spagna sono aumentati del +13,7% rispetto al 2022, con una durata media del soggiorno di 4 notti, mentre, nel 23% dei casi, si rilevano dai 5 ai 7 pernottamenti (Ufficio Studi ENIT su dati The Data Appeal).

“La massiccia presenza dell’Italia a una fiera di rilievo globale come questa, tradizionale vetrina anche sui mercati latinoamericani, non è soltanto una importantissima opportunità per offrire uno sguardo ai valori identitari dell’italianità e alle meraviglie dei nostri territori, ma anche un modo per rafforzare ulteriormente il rapporto di amicizia che ci lega storicamente alla Spagna, che si traduce pure in termini di significativi flussi turistici e di investimenti di imprese spagnole in Italia. Italia e Spagna hanno una comune visione sull’importanza di questa industria, che deve ritornare a essere protagonista anche nell’ambito dell’Unione Europea. Lo abbiamo confermato a fine ottobre nel corso della ministeriale turismo di Palma, incentrata sulla sostenibilità sociale del turismo, e riprenderemo la tematica nella prossima ministeriale in Belgio, che fornirà spunti utili anche in vista del primo G7 turismo in Italia” commenta il ministro del Turismo Daniela Santanchè.

“Il turismo spagnolo in Italia crea un forte legame tra le due Nazioni e contribuisce allo sviluppo economico e culturale di entrambe. L’Italia è da sempre una delle mete turistiche preferite dagli spagnoli che durante tutto l’anno viaggiano nel Belpaese apprezzandone le peculiarità. L’Italia si presenta come una destinazione unica e può apprendere dall’incontro con nuove culture che incentivano a declinare il turismo con un’impronta sempre più specifica” dichiara il presidente e Ceo di Enit Ivana Jelinic.

 

Fonte Uff.St.Min.del Turismo

 

 

 

 

Nella mattina odierna presso il Museo Archeologico Nazionale di Adria (RO), il Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Venezia, Magg. Emanuele Meleleo, ha consegnato alla direttrice del museo, Alberta Facchi, 14 pregiate ceramiche archeologiche. L’evento si è svolto alla presenza del Prefetto di Rovigo Clemente Di Nuzzo, del Sindaco di Adria Massimo Burbujani, del Direttore Regionale Musei del Veneto Daniele Ferrara, del Comandante Provinciale Carabinieri di Rovigo Col. Edoardo Campora, di funzionari del MIC e scolaresche del circondario.

I reperti sono rappresentativi di diverse classi ceramiche riferibili a corredi funerari e coprono un arco temporale che va dal VII al IV sec. a.C. Si distingue un primo nucleo più numeroso esemplificativo della produzione dell’Etruria, uno più piccolo di produzione apula, daunia, messapica.

Vi è, ad esempio, un pregiatissimo calice a cariatidi in bucchero, di cui i primi esemplari compaiono a Caere attorno al 630 a.C., verosimilmente dietro un’influenza diretta di modelli orientali, per poi diffondersi in tutta l’Etruria meridionale, con segnalazioni anche nel Lazio e in Campania meridionale, e sporadiche presenze nell’Etruria interna, a Orvieto. Il suo utilizzo come vaso potorio sembra poco probabile, mentre la funzione più verosimile parrebbe essere

stata quella di strumento da illuminazione e/o brucia-profumi. Si è inoltre ipotizzato un uso di tali manufatti come contenitori per liquidi destinati alle cerimonie di lustratio.

Una bellissima anfora in bucchero è rappresentativa della cosiddetta BandaHenkelAmphora ad anse piatte, prodotta con continuità tra gli inizi del VII e la fine del VI secolo a.C. La diffusione di queste anfore si concentra principalmente in Etruria meridionale, nell’agro falisco, in Lazio e Campania. La decorazione che insiste sul ventre si caratterizza per la presenza di un registro centrale con decoro inciso figurato, costituito da un felino, un cervo e un capro gradienti verso sinistra, tutti raffigurati secondo schemi iconografici ben attestati nell’arte etrusca tra la fine del VII e gli inizi del VI secolo a.C., su influenza della ceramica rodia e corinzia.

Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica di Trieste, sono state avviate dal Nucleo CC TPC di Venezia nel settembre 2021, su segnalazione di uno studioso veneziano, quando i beni venivano posti in vendita nel triestino da un esercizio commerciale di settore. Sono state svolte perquisizioni locali e sequestri nelle province di Trieste e Bolzano.

Durante il corso delle indagini, i militari del Nucleo CC TPC di Venezia si sono avvalsi di esami tecnici e storico-artistici effettuati dai funzionari archeologi della Soprintendenza ABAP per il Comune di Venezia e Laguna, che collabora strutturalmente con il Nucleo CC TPC di Venezia. Tali analisi hanno accertato che i beni provenissero da contesti archeologici italiani.

In particolare, gli accertamenti condotti dai Carabinieri TPC di Venezia hanno permesso di appurare che i reperti archeologici in questione, oggetto di varie alienazioni che hanno interessato anche l’estero, non erano all’origine accompagnati dalla necessaria documentazione attestante la legittima proprietà. La normativa vigente, infatti, prevede sui beni archeologici provenienti certamente o presumibilmente dal territorio italiano una presunzione di appartenenza allo Stato. Il privato che intenda rivendicare la proprietà di reperti archeologici è tenuto a fornire la prova che gli stessi gli siano stati assegnati dallo Stato in premio per ritrovamento fortuito, oppure che gli siano stati ceduti sempre dallo Stato a titolo d’indennizzo, per l’occupazione d’immobili, o infine che ne dimostri il possesso in data anteriore all’entrata in vigore della Legge n. 364 del 20 giugno 1909.

Oltre al recupero dei beni descritti, le indagini hanno portato alla denuncia di 4 persone per ricettazione di beni culturali.

Il recupero di reperti archeologici facenti parte del patrimonio culturale dello Stato rappresenta una delle direttrici investigative che il Nucleo CC TPC di Venezia persegue, attraverso costanti verifiche presso gli esercizi commerciali di settore, mediante l’attenta raccolta di segnalazioni da parte di studiosi e appassionati, grazie alla collaborazione degli uffici centrali e periferici del MiC. La restituzione al patrimonio pubblico di questi beni, testimonianze materiali aventi valore di civiltà, riporta alla fruizione collettiva oggetti che narrano la storia di territori e di comunità.

 
Fonte Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale

 

BAMBINO GESU’, TRATTATI I PRIMI TRE PAZIENTI CON MALATTIA AUTOIMMUNE 
2 ragazze italiane e 1 bambino ucraino in completa remissione: «Benefici rilevanti e sostenuti nel tempo». Il presidente Onesti: «Dalla terapia genica risposte concrete a pazienti senza speranza. Una sfida per i nostri sistemi»  
 
2 ragazze italiane e 1 bambino ucraino di 12 anni, fuggito dalla guerra, sono i primi pazienti pediatrici affetti da gravi patologie autoimmuni ad essere stati trattati con cellule CAR-T capaci di mandare in remissione la loro malattia. Si tratta di un’applicazione innovativa della terapia genica basata sulla manipolazione dei linfociti T del paziente, sperimentata per la prima volta in ambito pediatrico su questo tipo di patologie. I risultati del trattamento, eseguito presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, sono stati presentati recentemente a Padova, nell’ambito dei lavori del Centro Nazionale 3 per lo sviluppo della terapia genica previsto dal PNRR, e ancora a Rotterdam, in occasione dell’ultimo Congresso europeo di Reumatologia pediatrica. 
 
LE MALATTIE AUTOIMMUNI 
 
Le malattie autoimmuni sono patologie caratterizzate da un’aggressione del sistema immunitario, che invece di difendere l’organismo da agenti patogeni come batteri e virus, attacca e distrugge i tessuti sani propri di un individuo scambiandoli per estranei e pericolosi. Questo malfunzionamento può causare un processo infiammatorio e la formazione di anticorpi che attaccano erroneamente le cellule sane colpendo potenzialmente qualsiasi parte del corpo, inclusi organi vitali quali il rene e i polmoni, le articolazioni, la pelle, i vasi sanguigni e altri tessuti. I tre pazienti trattati con le cellule CAR T dagli specialisti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù erano affetti in particolare da forme molto gravi di lupus eritematoso sistemico, una malattia cronica che può attaccare reni, polmoni e sistema nervoso centrale, e dermatomiosite, una rara patologia infiammatoria autoimmune che colpisce la cute ed i muscoli scheletrici. 
LA TERAPIA CON CELLULE CAR-T 
 
Nella recente letteratura scientifica sono descritti 5 casi di pazienti adulti con Lupus eritematoso trattati con successo grazie alla terapia con cellule CAR-T, più comunemente usata nell’ambito delle malattie neoplastiche, quali leucemie, linfomi e mielomi. Da questo precedente nasce l’idea dei ricercatori del Bambino Gesù di testare la stessa soluzione per la prima volta anche in ambito pediarico, utilizzando il “costrutto” che aveva funzionato con gli adulti affetti da Lupus, ossia il prodotto di terapia genica messo a punto in questo caso dall’azienda biotecnologica Miltenyi. Di qui la richiesta ad AIFA di uso non ripetitivo (hospital exemption) del trattamento CAR-T per 3 pazienti con forme di malattia autoimmune particolarmente gravi e refrattarie ai trattamenti convenzionali. 
 
La terapia con CAR-T prevede la manipolazione in laboratorio dei linfociti T del paziente per renderli capaci di riconoscere, attraverso l’introduzione di una sequenza di DNA che codifica per una proteina chiamata recettore chimerico (CAR, Chimeric Antigen Receptor). Nelle leucemie linfoblastiche acute e nei linfomi non Hodgkin questa proteina riconosce un bersaglio rappresentato dall’antigene CD19, espresso dalle cellule tumorali, che vengono in questo modo riconosciute e attaccate. Lo stesso antigene CD19 è espresso anche dai linfociti B del sistema immunitario, che nel caso del lupus eritematoso e delle dermatomiositi giocano un ruolo cruciale nel determinare la malattia. «Usando lo stesso bersaglio – spiega Franco Locatelli, responsabile dell’area di Oncoematologia e Terapia Cellulare e Genica dell’Ospedale Pediatrico Bambino e professore Ordinario di Pediatria all’Università Cattolica del Sacro Cuore – trasliamo il medesimo approccio di terapia genica da un contesto di malattia neoplastica (leucemie e linfomi) a un contesto di patologia non neoplastica, ma dove gli elementi che producono il danno sono i B-linfociti che esprimono CD19». 
 
I RISULTATI DEL TRATTAMENTO 
 
Tutti e tre i pazienti trattati con terapia genica dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù hanno riscontrato benefici rilevanti e sostenuti nel tempo. A distanza di diversi mesi dal trattamento con cellule CAR-T, coerentemente con quanto riscontrato nei pazienti adulti descritti in letteratura, sono in remissione di malattia e non assumono più farmaci immunosoppressori. 
 
La prima paziente, una ragazza messinese di 17 anni affetta da lupus, è a quasi 9 mesi ormai dall'infusione di cellule CAR-T. Il secondo paziente, un bambino ucraino di 12 anni affetto da dermatomiosite, è a 7 mesi dal trattamento. Era seguito nella capitale ucraina prima della guerra, poi trasferito in Ungheria, infine in Italia, al Bambino Gesù di Roma, dove ha potuto beneficiare della terapia con CAR-T.  La terza paziente, una ragazza romana di 18 anni anche lei affetta da lupus (patologia molto più frequente nelle femmine rispetto ai maschi), è a circa 2 mesi dal trattamento. Era stata ospedalizzata per 6 mesi di seguito, dipendente da ossigeno, più volte assistita in rianimazione, con effetti collaterali importanti dovuti alle terapie cortisoniche. Oggi è a casa in buone condizioni generali di salute. 
 
«Sono dati assolutamente rilevanti» afferma Fabrizio De Benedetti, responsabile dell’area di ricerca di Immunologia, Reumatologia e Malattie infettive. «Tutti e 3 i pazienti avevano risposto in maniera insoddisfacente a terapie immunosoppressive aggressive, necessarie per la gravita della loro malattia, e allo stesso tempo avevano sviluppato importanti effetti collaterali I risultati ottenuti con le cellule CAR-T ci incoraggiano a proseguire nella direzione di un trial clinico che possa comprendere un numero più ampio di pazienti pediatrici affetti da varie malattie autoimmuni in cui un ruolo fondamentale nello sviluppo è giocato dai linfociti B».  
 
I risultati del trattamento con cellule CAR-T di questi primi pazienti sono stati presentati a Rotterdam, in occasione dell’ultimo congresso europeo di reumatologia pediatrica, e più recentemente a Padova, nell’ambito dei lavori del Centro Nazionale 3 per lo sviluppo della terapia genica previsto dal PNRR. «La terapia genica – sottolinea il presidente dell'Ospedale Bambino Gesù, Tiziano Onesti – rappresenta una sfida e un'opportunità unica per i sistemi sanitari globali. Ci consente di offrire risposte concrete a pazienti che fino a poco tempo fa erano senza speranza, affrontando malattie genetiche e condizioni cliniche gravi in modo personalizzato e mirato. Inoltre, la terapia genica promette di emancipare i pazienti da condizioni di cronicità, migliorando la loro qualità di vita e riducendo i costi a lungo termine associati alla gestione delle malattie croniche. Questa rivoluzione medica non solo offre speranza e guarigione, dunque, ma anche la possibilità di rafforzare la sostenibilità dei sistemi sanitari, liberando risorse per migliorare la salute generale e promuovere ulteriori scoperte mediche». 

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