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Secondo giro consultazioni, Mattarella: 'Serve più tempo'

Silvio Berlusconi, arriva e riparte su una berlina grigia seduto dal lato passeggero, le auto blu sono sparite dalla scena. Salvini arriva a piedi, altri usano il taxi che sapra tanto di  queste consultazioni, dove un rito antico della prima e seconda Repubblica ritorna verniciato di fresco.

Ma nessuno ha usato l auto blu, ed e una novita di queste consultazioni dove Il clima tra il divanetto su cui siedono gli ospiti e la poltrona Presidenziale è formale quel tanto che basta, ma per nulla imbrigliato. 

Persino il Quirinale ha ceduto al nuovo che avanza e si è fatto più smart, spalancando le porte ai social network e divulgando foto e calendari a colpi di tweet. Una novità che fa sentire il Presidente più vicino ai cittadini. Mattarella non prende appunti, lo fa per lui il direttore della Segreteria generale Daniele Cabras. Al termine di ogni incontro il Sergio Mattarella si allontana dal tavolino basso con la composizione floreale e si posiziona davanti alla tv a circuito chiuso dello Studio alla Vetrata, per seguire in diretta le dichiarazioni.

Cosi si è chiuso il secondo giorno di consultazioni al Quirinale. Dopo il Pd e Forza Italia è arrivata, a piedi, la delegazione della Lega con il segretario Matteo Salvini, Gian Marco Centinaio e Giancarlo Giorgetti, capigruppo al Senato e alla Camera.

"Lavoriamo per un governo che lavori almeno 5 anni. Partendo da chi ha vinto le elezioni e numeri alla mano coinvolgendo il Cinque stelle", ha detto Matteo Salvini al termine del colloquio con Mattarella. Salvini ha anche detto di non temere, se necessario, un ritorno al voto.

"Continuerò - ha detto ancora il leader del Carroccio - a incontrare tutti a partire da centrodestra, prima forza in parlamento ma andiamo in Parlamento se abbiamo numeri certi".  Il leader della Lega ha prospettato l'ipotesi di un governo del centrodestra con il coinvolgimento di Fi.  "Faremo di tutto - ha detto - per dare un governo che duri 5 anni ovviamente partendo dal centrodestra coinvolgendo M5s, senza altre soluzioni temporanee e improvvisate, vediamo se si riesce a trovare una quadra". "Andiamo in Parlamento - ha concluso - se ci sono i numeri certi, altrimenti si torna al voto. La Lega è un partito nato tra la gente figuriamoci se abbiamo paura di tornare alle elezioni".

«Oggi Berlusconi ha messo un punto fermo rispetto al fatto che il M5s non deve andare al governo: hanno preso il 32%, è difficile tenerli fuori in una fase come questa», ha dichiarato il capogruppo alla Camera, Giancarlo Giorgetti, braccio destro di Matteo Salvini, sottolineando che «secondo me, tatticamente Berlusconi ha sbagliato, ha alzato la palla a Di Maio che l'ha semplicemente schiacciata: ha avuto gioco facile oggi pomeriggio ed è finito il cinema».

D'altronde, lo stesso segretario della Lega al termine del colloquio con il presidente Mattarella aveva indicato una linea divergente rispetto a quella tracciata dal Cav. «Se ciascuno rimane sulle sue impuntature, sui suoi personalismi, sui suoi ragionamenti di partito, il governo non nasce», ha detto Salvini rimarcando che la Lega lavora a «un governo che duri cinque anni, ovviamente partendo dal centrodestra che ha vinto le elezioni e, numeri alla mano, coinvolgendo i Cinque Stelle, altre soluzioni sarebbero improvvisate» ribadendo il proprio «no a governi a tempo o raccogliticci».

Il governatore della Liguria, Giovanni Toti (Forza Italia), ad Agorà viene interrogato a proposito dell'ipotesi di un governo presieduto da Antonio Tajani, con l'appoggio del Pd. Secondo Toti "fare un governo che escluda uno dei partiti che è uscito rafforzato e comunque in ottima salute con gli italiani e fare un governo retto da una stampella del partito più punito dagli elettori mi sembrerebbe di non interpretare la volontà del paese. Poi con il Pd ci sono ancora più differenze che con il M5S in questo momento".

"Lega e M5S - prosegue Toti - sono le forze risultati vincenti alle ultime politiche". In questa delicata fase istituzionale ''la via maestra è provare a fare un governo di centrodestra con l'appoggio, attraverso qualsiasi forma, dei cinque stelle. Se i cinque stelle non dovessero starci, allora ne prenderemo atto. E a quel punto, spetterà al capo dello Stato, Sergio Mattarella, trovare e indicare il percorso...''.

Una rottura tra Salvini e Berlusconi "andrebbe spiegata ai nostri elettori, non credo che sia interesse di nessuno dividersi", spiega Toti parlando a "Circo Massimo", su Radio Capital. Per il governatore è possibile trovare un punto d’incontro fra M5S e centrodestra, "ma non è facile. Il problema - osserva - è come si fa a conciliare i programmi, visto che quello del M5S è alternativo a quello del centrodestra". Infine sul partito unico: "Penso che con un M5S al 33% il centrodestra si debba strutturare. Ma il partito unico deve essere una scelta del popolo, senza predellini e iniziative personali".

Il governo "dovrà partire da chi ha vinto le elezioni, cioè il centrodestra e dal leader della coalizione vincente, cioè la Lega". "Non siamo disponibili - ha detto l'ex premier Silvio Berlusconi al termine del colloquio con Mattarella al quale hanno partecipato anche le capogruppo Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini - a un governo fatto di pauperismi e giustizialismi e populismi e odio che innescherebbe una spirale recessiva e di tasse elevate con fallimenti a catena anche nel settore bancario". "Siamo disponibili con presenze di alto profilo a soluzioni serie e credibili in sede europea. Su questo siamo disposti a dialogare". "Serve un governo", ha evidenziato Berlusconi, per affrontare le urgenze del Paese.

"Abbiamo detto al presidente Mattarella che sentiamo tutta la responsabilità di esser la prima forza politica di lavorare il prima possibile per assicurare una maggioranza ad un governo del cambiamento", ha detto il leader del M5S Luigi Di Maio al termine delle consultazioni al Colle. "Come ho ribadito durante tutta la campagna elettorale, abbiamo ottenuto 11 milioni di voti su una posizione ben precisa che abbiamo ribadito al presidente anche sulla politica estera. Con noi al governo l'Italia resterà alleata dell'Occidente nel Patto atlantico, nell'Unione europea e monetaria: è questo l'obiettivo". 

"Le mie aperture sono sincere, ma voglio anche precisare che rispetto a quello che ho letto in questi giorni io non ho mai voluto spaccare il Pd, mi rivolgo al Pd nella sua interezza perché al di là delle differenze di vedute non ci permetteremo mai di interferire nelle loro dinamiche interne". "Un contratto di governo si può sottoscrivere o con la Lega o con il Pd. Questi sono i due interlocutori, è chiaro che sono due soluzioni alternative", ha ribadito Di Maio dopo le consultazioni al Quirinale. "Dopo gli incontri capiremo con chi si potrà sottoscrivere il contratto di governo", aggiunge. 

"Non vogliamo spaccare la coalizione di centrodestra ma non riconosciamo una coalizione di centrodestra, perché non solo si sono presentati alle elezioni con tre candidati premier ma perché si sono preparati alle consultazioni separati. E una di queste forze non riconosce il M5s, perciò ci rivolgiamo alla Lega": così ancora il capo politico del M5s dopo le consultazioni al Quirinale.

I Dem hanno ribadito la loro posizione con il segretario reggente Maurizio Martina: 'Chi ha vinto le elezioni', è stato l'invito "si prenda la responsabilità del governo", per quanto riguarda il Pd: "non ci sono ipotesi di governo". Forza Italia ha invece sottolineato la necessità e l'"urgenza" di un governo che parta dal centrodestra, la coalizione che ha ottenuto più voti. Silvio Berlusconi ha evidenziato la necessità di figure di "alto profilo" e detto no a governi fatti "di pauperismi, giustizialismi e populismi

Ma nessun partito e nessuno schieramento dispone da solo dei voti necessari per formare un governo e sostenerlo ed è indispensabile quindi, secondo le regole della nostra democrazia che vi siano intese tra più parti per formare una coalizione che possa avere una maggioranza in Parlamento. Nelle consultazioni in questi due giorni questa condizione non emersa": così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al termine delle consultazioni al Quirinale. "Farò trascorrere qualche giorno di riflessione, anche sulla base della esigenza di maggior tempo che mi è stata prospettata da molte parti politiche. Sarà utile anche a me per analizzare e riflettere su ogni aspetto delle considerazioni" fatte dai partiti e "sarà utile a loro per valutare responsabilmente la situazione, le convergenze programmatiche, le possibili soluzioni per dare vita a un governo". 

"E' indispensabile che vi siano delle intese" tra le forze politiche che ora hanno "qualche giorno di riflessione" che sarà loro utile per " valutare responsabilmente convergenze programmatiche". Questo è l'invito del presidente Sergio Mattarella ai partiti al termine del primo giro di consultazioni. Il Capo dello Stato ha deciso di riconvocare il secondo giro di colloqui non prima della metà della settimana prossima.

Questi hanno una fame di potere infinita, e sarà questo che li porterà a un accordo di governo", "nonostante l'esito di questo primo giro di consultazioni, sono convinto che l'accordo Salvini-Di Maio sia ancora sul tappeto. Siamo alla tattica, certo, ma alla fine quello sarà lo sbocco". E' l'opinione di Paolo Cirino Pomicino, che, in un'intervista al quotidiano nazionale spiega: "La bramosia di potere è tale, da parte di tutti, che tutti saranno disposti a ingoiare la loro dose di rospi".

"Il rospo che ingoierà Salvini - afferma Cirino Pomicino - è vedere Di Maio a palazzo Chigi, quello di Di Maio è di prendersi dentro Berlusconi, quello di Berlusconi è di coabitare con i grillini". "Macché elezioni - aggiunge -. Vogliono tutti andare al governo. L'appetito governativo è altissimo". In ogni caso, secono Cirino Pomicino, non servirebbero: "Non credo. Accadrebbe come in Spagna, dove si sono registrati spostamenti marginali e poi la situazione resta quella di prima".

 

 

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