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Il Def è stato approvato sia dalla Camera che dal Senato con la votazione di 11 risoluzioni che – della maggioranza o dell’opposizione, approvate o non approvate – tutte, così come il documento governativo, non prevedono per i prossimi tre anni alcuna attenuazione della smodata fiscalità immobiliare in essere che, tra l’altro, discrimina in senso negativo per la proprietà diffusa il carico fiscale di quest’ultima rispetto a quello di altri tipi di proprietà, come le società quotate della grossa finanza e della finanza cooperativa.

“E’ inaudito – dichiara il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani – che nessun parlamentare delle due Camere abbia accolto l’appello a scongiurare il mantenimento dell’attuale livello di tassazione degli immobili che – con l’effetto di una patrimoniale straordinaria pari al 25% del Pil – preclude ogni ripresa del mercato e consolida una ingiustizia da anni in essere che colpisce gli immobili al di sopra perfino del loro valore, per non parlare del loro reddito”.

In audizione alle Commissioni riunite 8ª (Lavori pubblici, comunicazioni) e 13ª (Territorio, ambiente, beni ambientali) del Senato, la Confedilizia ha ribadito la necessità di un’iniziativa shock per dare forza alla ripresa del mercato immobiliare segnalando, in particolare, che grande effetto psicologico avrebbe l’accoglimento della proposta del Ministro Lupi di porre un tetto massimo del 4 per mille all’Imu per gli immobili in affitto calmierato.

Alle Commissioni, il Presidente Sforza Fogliani e il Segretario generale Spaziani Testa, che erano accompagnati dal funzionario addetto ai lavori parlamentari del Senato, dott. Nucera, hanno anche prospettato la possibilità di prevedere un sistema premiale per incoraggiare l’utilizzo da parte dei Comuni della normativa, già prevista dalla legge 431 del 1998, che consente di togliere in locazione da parte degli stessi, a canone concordato, immobili vuoti per assegnarli a cittadini sfrattati o comunque senza alloggio. “Secondo il nostro Ufficio Studi – hanno rappresentato gli esponenti della Confedilizia – questo consentirebbe ai Comuni un risparmio fino al 50% di quanto gli stessi spendono attualmente allo stesso scopo”.

Tra le altre proposte caldeggiate dalla Confedilizia, l’estensione a tutto il territorio nazionale dell’applicabilità della cedolare al 10%, un chiarimento su imprese e regime cedolare, agevolazioni per le permute immobiliari, l’esenzione da ogni imposta degli accordi di riduzione dei canoni e facilitazioni per l’istituzione di comunità volontarie.

Il testo integrale del documento depositato in audizione dalla Confedilizia è pubblicato sul sito Internet della proprietà immobiliare (www.confedilizia.it).

Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato:

“Il Def conferma per tre anni la tassazione immobiliare nata come provvisoria con Monti e resa definitiva da Letta, pur essendo ormai opinione diffusa (e provata, dicono in più) che la crisi non si risolve finché non riprende a funzionare l’edilizia (come diceva Nadaud a proposito del risanamento di Parigi già a fine Ottocento) e con essa i diciotto comparti che dalla stessa dipendono. Confermare le rendite Monti impedisce la ripresa ed è una palese ingiustizia dato che può perfin capitare che la base imponibile IMU/TASI di un immobile sia superiore al prezzo della sua aggiudicazione in un’asta giudiziaria. A Vercelli, un appartamento con base imponibile IMU/TASI di 72.353 euro è stato aggiudicato a 27.000 euro. A Taranto, un’unità immobiliare con base imponibile IMU/TASI di 101.949 euro è stata aggiudicata a 88.000 euro. A Torino, aggiudicazione a 41.000 euro di un immobile stimato ai fini IMU/TASI 93.705 euro. E si potrebbe continuare...”.

Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato:

“Con l’approvazione, in prima lettura, del decreto-legge in materia di finanza locale – che attribuisce ai Comuni la facoltà di aumentare la TASI dello 0,8 per mille per il 2014 – l’Aula della Camera, con l’avallo dello stesso Governo, ha di fatto sancito che i Comuni potranno disporre gli aumenti senza alcun vincolo. E’ stato infatti confermato il rifiuto dell’inserimento nel decreto di una norma di trasparenza – che era stata proposta dal Presidente della Commissione Finanze, on. Capezzone – con la quale si sarebbe imposto ai Comuni di allegare al bilancio, e rendere disponibile ai cittadini attraverso la pubblicazione su Internet, un prospetto che dimostrasse e documentasse quanto prevede lo stesso decreto, e cioè che l’aumento dello 0,8 per mille della TASI venga effettivamente e integralmente destinato a finanziare detrazioni per lo stesso tributo. Il risultato è che nessuno sarà in grado di verificare la compensazione fra l’aumento delle aliquote e l’introduzione delle detrazioni. Aumento che – secondo il Servizio Studi della Camera – è tale da determinare un ulteriore gettito, rispetto a quanto aveva previsto la legge di stabilità, di oltre 3 miliardi di euro”.

La Confedilizia sta partecipando alle riunioni convocate dal Commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica Carlo Cottarelli. In una di queste è stato esaminato il tema delle società partecipate dalle Amministrazioni locali e il quadro che ne è emerso è sconfortante.

Delle 6.151 società partecipate dai Comuni, ben 2.023 (circa un quarto) sono in perdita, per un totale di oltre 2 miliardi di euro. Ben 23 società registrano perdite superiori a 10 milioni di euro. Se poi si entra nel dettaglio, i dati fanno ulteriormente riflettere. Tra i settori e le attività economiche delle società in questione ve n’è uno catalogato come “noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese”. Ebbene, sotto questa voce – sulla quale bisognerebbe approfondire le ragioni dell’intervento comunale – risultano 3 società che da sole presentano una perdita pari a oltre 45 milioni di euro. Se si passa alla categoria “attività professionali, scientifiche e tecniche”, poi, si nota che 4 sole società partecipate dai Comuni registrano perdite per quasi 473 milioni di euro.

Nel mandato del gruppo coordinato dal Commissario Cottarelli vi è la domanda: “Qual è l’interesse pubblico nello svolgimento delle attività in capo alle società partecipate?”, con la successiva precisazione: “Nei casi in cui non vi sia un interesse pubblico o quell’interesse possa essere realizzato con altre modalità in modo meno costoso, occorre spingere gli enti a procedere alla chiusura delle società”. Nobili propositi, che si scontrano però con una resistenza senza eguali da parte dei Comuni. Resistenza che – c’è da scommettere – si imporrà anche sulla competenza e sulla buona volontà del dott. Cottarelli.

Corrado Sforza Fogliani

Presidente Confedilizia

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