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Lega e Pd, ok per voto palese, Pdl insorge

Si allarga il fronte delle forze politiche favorevoli al voto palese in Aula al Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi da parlamentare. Dopo il M5S, anche il Pd, la Lega e l'Udc di Casini si schierano contro la segretezza dell'urna in nome della trasparenza. ''Bisogna avere il coraggio delle proprie posizioni", avverte l'esponente Dem Nicola Latorre. Presa di posizione che fa pero' insorgere il Pdl, che accusa gli alleati di governo di ''soffiare sul fuoco''. "L'atteggiamento del Pd - dice il vicepremier Angelino Alfano - sta mettendo molto piu' a rischio il governo di quanto non lo faccia il Pdl". E comunque, spiega Renato Schifani, il voto palese non e' previsto dal regolamento ''a meno che non si realizzino nuove maggioranze e anche in termini di regolamenti ma non vi sarebbero i tempi. Nessuno - avverte in serata - avalli blitz''. ''Si applicheranno i regolamenti del Senato - cerca di rassicurare il presidente Piero Grasso - e non è previsto il voto palese'', aggiunge non senza pero' poi sottolineare come sulla carta ''sia aperta ogni possibilità: normalmente - dice infatti - sono le forze politiche a stabilire come andare avanti'.

''Decidera' chi deve decidere - taglia corto Guglielmo Epifani - l'importante e' votare secondo la legge e secondo coscienza''. Un'arena dalla quale si tiene invece alla larga il premier Enrico Letta, che pure ostenta sicurezza circa il futuro del governo, glissando le domande sul tema convinto che questa ''non sia materia'' di cui si debba occupare il presidente del Consiglio. ''Letta e' sempre gentile, ma questa gentilezza, se diventa fuga dai problemi - lo stuzzica il capogruppo Pdl alla Camera Renato Brunetta - stanca. Questo e' un problema suo come capo di un governo che si regge su questa maggioranza''. Con l'ultimo duello Pd-Pdl sulla decadenza del Cavaliere, e' pero' la tesi del ministro della Difesa e esponente di Scelta civica Mario Mauro, si sta consumando una farsa: ''Se il Pdl e il Pd non vogliono piu' il governo Letta, se ne assumano la responsabilita' - ammonisce - di fronte a famiglie e imprese''...intanto

Il Pdl replica al sindaco di Firenze dopo le parole di ieri. "Renzi cambia mestiere: da rottamatore ad asfaltista. Prendiamo atto del fatto che per vincere le primarie quale che sia la carica per la quale esse saranno convocate, Renzi ormai scavalca tutti a sinistra. Dopodiche adesso ci troviamo di fronte ad una sorta di Fregoli e solo dopo che egli avrà conquistato una delle cariche in palio, sapremo quali sono i suoi veri programmi e la sua linea politica reale". Lo dice l'esponente del pdl Fabrizio Cicchitto. "Quanto ai suoi propositi liquidatori nei nostri confronti - aggiunge - gli ricordiamo che ad essere troppo sommari, si rischia di essere superficiali. Renzi non deve mai dimenticare un vecchio proverbio che adattiamo ai tempi: "Venne per asfaltare e fu asfaltato". Ormai su questo piano le varianti sono pressochè infinite ma gli auguriamo di non ritrovarsi fra qualche mese anche lui a smacchiare i leopardi. Comunque è evidente che il sogno di Renzi è quello della caduta del governo e di elezioni anticipate".

Matteo Renzi da rottamatore diventa asfaltatore, ora che ha previsto di 'asfaltare' il Pdl alle elezioni? ''Negli ultimi 4 anni - ha risposto durante la presentazione dell'autobiografia di Roberto Cavalli 'Just me!' il sindaco di Firenze - abbiamo asfaltato 132 km di strade, la più grande opera di asfaltatura in città''. E quindi ''non e' che cambio lavoro - ha concluso Renzi ora candidato alla segreteria del Pd - eventualmente continuo''

"Avevamo ragione. Al di là delle dichiarazioni di facciata del suo segretario Epifani, le parole di Renzi confermano che il Pd vuole il voto più di ogni altra cosa. Questo spiega i ritmi impressi alla Giunta fuori da ogni prassi consolidata e la presa di posizione del Pd sulle modifiche alle regole del voto segreto. Tanto accanimento politico nei confronti del nostro leader ha un solo obiettivo per il Pd: andare alle urne il prima possibile. E Renzi lo ha fatto capire chiaramente". Così Renato Schifani (Pdl).

"Perché questo atteggiamento nei confronti di Silvio Berlusconi? E' evidente che si voglia arrivare alla rottura. Secondo me, il partito Democratico vuole andare a votare e vuole la crisi di governo". Lo afferma Renato Schifani a "In mezz'ora". ''Sono pessimista sul destino del governo e mi auguro che cio' non avvenga'' perche' ''mi interessa la stabilita' del governo e del Paese'' ha poi aggiunto in merito alla possibilita' che il governo cada.

''Chiediamo il riconoscimento di un principio, non facciamo melina'' ha spiegato Schifani dicendo di aver visto nei giorni passati ''calendari violenti come se si dovesse espellere un delinquente'' e questo ''mi lascia pensare si voglia far saltare i nervi al Pdl e creare le condizioni di invivibilità'' all'interno del governo.

"Credo che nella politica gli uomini di buona volta ci siano sempre. La Giunta deve lavorare in autonomia. Non escludo che ci siano contatti, anche se io non ne ho. Contatti ben vengano per evitare un trauma che non serve al Paese" ha sottolineato. Poi una sorta di monito: Con le elezioni ''si porterebbe il Paese al baratro'' ribadendo di trovare ''inspiegabile l'atteggiamento del Pd se non alla luce di un preciso disegno'' che sarebbe appunto, secondo l'esponente del Pdl, quello di rompere l'alleanza di governo.

Sulla grazia a Berlusconi, Schifani ha detto: "Sono fatti esclusivamente personali e non politici che attengono alla sfera personale del cittadino Silvio Berlusconi. Sta riflettendo giustamente nell'ambito della propria famiglia. E' una faccenda troppo delicata perché noi dirigenti si possa fare una riflessione". ''E' chiaro che Silvio Berlusconi non potrà tornare in Parlamento ma questo non significa non possa continuare a far politica. Nessuno è preoccupato dell'agibilità politica di Berlusconi ne', conoscendolo, ci preoccupiamo di un passo indietro''. Infine sull'eventuale voto palese in Giunta, Schifani ha concluso: "Noi siamo contrari ai blitz. Per arrivare ad un voto palese si dovrebbe addirittura cambiare un regolamento. I regolamenti non si cambiano nel giro di una settimana a colpi di maggioranza ma in maniera condivisa. Sono contrario alle riforme istintive di massa volute dalla mobilitazione delle piazze. Nel caso si voti su questioni personali si deve fare in maniera obbligatoriamente segreta. Il parlamentare deve essere lasciato libero di decidere secondo coscienza".

Fare un regolamento ad personam per il caso Berlusconi dice quanta serenità, quanto approfondimento, quanto rispetto si è messo nella vicenda". Così il ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello ai cronisti a margine della festa dell'Udc. "Tra le altre cose, cambiare il regolamento porterebbe ad allungare i tempi e quindi sono due cose anche in contraddizione tra di loro", ha aggiunto.

Se il centrodestra dovesse staccare la spina ''se ne assumerà la responsabilità: non stacca la spina al governo ma la stacca al Paese''. Così Guglielmo Epifani a margine della scuola di politica del Pd in corso a Cortona sul futuro del governo.

Matteo Renzi parla da Sesto San Giovanni: Il governo è in carica da aprile e noi ci aspettiamo che si occupi di cose concrete e non stia dietro a ricatti e minacce. Faccia le cose che ha promesso di fare come la legge elettorale

''Sono cosi incerti delle loro ragioni che addirittura puntano a fare una operazione chiaramente impossibile, quella del cambio del regolamento del Senato sul voto segreto alla vigilia delle decisioni riguardanti Berlusconi dopo le determinazioni della giunta per le elezioni. Il Pd e'un partito talmente allo sbando che non regge neanche una richiesta chiaramente provocatoria del Movimento 5Stelle''. E' quanto afferma il parlamentare del Pdl Fabrizio Cicchitto in una nota.

Chiederemo a Letta, che "credo sia d'accordo", un "patto di coalizione" come "condizione della nostra permanenza in maggioranza" e lo faremo per rafforzare il governo. Così Monti, nell'intervento di chiusura della festa di Caorle. "Non siamo interessati a un governo che avesse solo il sostegno tattico di Pd e Pdl".

La Giunta per l'immunita' del Senato ha accolto all'unanimità la proposta del presidente Dario Stefano di votare mercoledì sera. Questo è il calendario dei lavori: lunedì, dalle 15 alle 20; martedì, dalle 9 alle 14; mercoledì, dalle 20.30 in poi dichiarazioni di voto e voto.

 

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