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Berlusconi, Governo in bilico

In vista del voto della Giunta, il Cavaliere sembra intenzionato ad affondare il colpo, con Alfano che assicura che «il partito resterà unito intorno al suo leader». Un'accelerazione dovuta forse a notizie poco confortanti sul fronte delle inchieste visto che i rumors continuano a raccontare di mandati d'arresto pendenti sia a Milano (per la presunta corruzione dei 32 testimoni del processo Ruby) che a Napoli (compravendita dei senatori). Ed è proprio a quest'ultima inchiesta che Berlusconi fa riferimento nel suo intervento ai gruppi smentendo che De Gregorio abbia mai ricevuto soldi da esponenti del Pdl.

Poi, torna a ribadire la sua innocenza nel processo Mediaset. «Essere buttato fuori dalla storia per un'accusa così ingiusta e infamante non mi ha fatto dormire per 55 giorni», dice. Ecco perché questo è il momento «più duro della mia vita». E ancora: «Mi sono pesato questa mattina e ho perso 11 chili, uno per ogni anno di condanna: i 4 per Mediaset e i 7 di Ruby».

Il fastidio, sempre meno dissimulato, è però anche per un Quirinale che resta «inerme». Il capo dello Stato – sarebbe stato il ragionamento del
Cavaliere – sta facendo di tutto per blindare il governo e il varo della Legge di stabilità mentre continua a «non muovere un dito» per l'ex premier. Con il retro pensiero, peraltro, che la scelta di restare fermo sia consapevole. Un Berlusconi decisamente contrariato, dunque. E che ha deciso di trasferire la residenza a Roma. Decidesse per i servizi sociali, infatti, l'affido sarebbe nella Capitale e non a Milano, con la possibilità di continuare ad essere in prima linea sulle vicende politiche. Mentre per gli arresti domiciliari potrebbe comunque indicare la residenza di Arcore. L'ira del Quirinale sul Pdl, dopo la minaccia di dimissioni in massa annunciata dal partito, in caso di decadenza di Berlusconi. In una nota, si giudica assurdo evocare un Colpo di Stato. 'Non occorre neppure rilevare la gravità e assurdità dell'evocare una "operazione eversiva" in atto contro il leader del PdL - si afferma -. L'applicazione di una sentenza di condanna definitiva, inflitta secondo le norme del nostro ordinamento giuridico per fatti specifici di violazione della legge, è dato costitutivo di qualsiasi Stato di diritto''. E si aggiunge: "C'è ancora tempo, e mi auguro se ne faccia buon uso, per trovare il modo di esprimere - se è questa la volontà dei parlamentari del PdL - la loro vicinanza politica e umana al Presidente del PdL, senza mettere in causa il pieno svolgimento delle funzioni dei due rami del Parlamento". Intanto, si apprende da fonti  parlamentari della maggioranza, il premier Enrico Letta ha fatto sapere ai gruppi dei partiti che sostengono l'esecutivo che al suo rientro a Roma da New York e' intenzionato a chiedere una immediata verifica di governo.

La minaccia di dimissioni in massa del Pdl e' emersa ieri sera al vertice di Berlusconi con i gruppi Pdl parla di colpo di Stato in corso: 'E' in corso un'operazione eversiva che sovverte lo stato di diritto ad opera di magistratura democratica - ha detto -  Sono i giorni più brutti della mia vita. Essere stato buttato fuori per un'accusa così infamante. Sono 55 giorni che non dormo. Ho perso 11 chili, uno per ogni anno di galera che mi vorrebbero far fare. Io non mollo il mio dovere è resistere e combattere nonostante sia molto difficile perche' ho contro tutti'. Un lungo applauso ha accolto la proposta del capogruppo del Pdl al Senato Renato Schifani quando ha proposto ai presenti di considerarsi decaduti quando la Giunta voterà quella di Berlusconi nella riunione 4 ottobre. Un applauso, a quanto si apprende, che è stato ripetuto quando è entrato il Cavaliere. "Questo è un partito che non si dividerà, è unito e compatto e resterà tale. Perchè è stretto intorno al suo leader al quale è legato dall'affetto, dalla stima e dalla forza degli ideali comuni". Lo afferma il segretario del Pdl Angelino Alfano parlando all'assembla dei gruppi. Brunetta: 'ognuno potrà decidere liberamente'. Franceschini: 'gesti di gravità assoluta'.

"La definizione di 'colpo di Stato' e di 'operazione eversiva' non è 'inquietante' ma è invece assolutamente realistica e pienamente condivisibile". Lo dichiarano in una nota congiunta i capigruppo del Pdl al Senato Renato Schifani, e alla Camera Renato Brunetta rispondendo a Giorgio Napolitano. "L'opinione unanime espressa ieri sera dai parlamentari del Popolo della Libertà-Forza Italia - viene sottolineato nella nota congiunta - è quella dell'esistenza di un'operazione persecutoria da parte di una corrente della magistratura, al fine di escludere definitivamente dalla competizione politica il leader del centrodestra, a cui si aggiunge il voto della Giunta per le elezioni del Senato con l'applicazione retroattiva della legge Severino". "Questo voto - sottolineano i due capigruppo - calpesta un principio fondamentale dello Stato di diritto, quello della 'irretroattività delle leggi', confermato dall'articolo 25 della nostra Costituzione e dall'articolo 7 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. La definizione quindi di 'colpo di Stato' e di 'operazione eversiva' non è 'inquietante' ma è invece assolutamente realistica e pienamente condivisibile".

Anche la Lega Nord sarebbe disponibile a dimettersi in linea con le decisioni prese dal Pdl. "Anche noi siamo assolutamente favorevoli alla caduta del governo Letta. Se la posizione annunciata ieri sera dal Pdl sarà seguita dai fatti, sosterremo questa azione". Ha affermato il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni, questa mattina a Torino con il governatore del Piemonte, Roberto Cota. "Le decisioni e i toni incredibili usati oggi dal Pdl sono l'ennesima prova di irresponsabilità nei confronti del Paese", ha detto il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, aggiungendo che "il Pdl pensa a sfasciare tutto, a rendere instabile l'azione del governo volta a risolvere i problemi degli italiani".

L'orientamento assunto ieri sera dall'Assemblea dei gruppi parlamentari del PdL - sostiene Napolitano - non è stato formalizzato in un documento conclusivo reso pubblico e portato a conoscenza dei Presidenti delle Camere e del Presidente della Repubblica. Ma non posso egualmente che definire inquietante l'annuncio di dimissioni in massa dal Parlamento - ovvero di dimissioni individuali, le sole presentabili - di tutti gli eletti nel PdL".  "Ciò configurerebbe infatti l'intento, o produrrebbe l'effetto, di colpire alla radice la funzionalità delle Camere. Non meno inquietante - aggiunge Il Capo dello Stato - sarebbe il proposito di compiere tale gesto al fine di esercitare un'estrema pressione sul Capo dello Stato per il più ravvicinato scioglimento delle Camere".

'Verifichero' le conclusioni dell'assemblea': aveva affermato già ieri il Capo dello Stato. Oggi ha disertato un convegno in programma questa mattina: 'Ieri sera - ha detto - è capitato un fatto politico improvviso cui debbo dedicare oggi tutta la mia attenzione. Da Pdl fatto istituzionale inquietante cui devo dedicare tutta la mia attenzione'. Napolitano era atteso ad un incontro al Senato su De Gasperi.

Il presidente della Repubblica, al quale confermo la mia stima, deve misurarsi, avendolo anche in parte sperimentato su se stesso che, almeno dal 1992, è in atto nel nostro Paese un uso politico della giustizia che intervenendo sistematicamente sulle vicende politiche devia e distorce la normalità della dialettica politica''. Lo afferma in una dichiarazione Fabrizio Cicchitto (Pdl). ''Se non si tratta del 'colpo di Stato' - aggiunge il presidente della commissione Esteri della Camera - quale siamo abituati a conoscerlo dai libri di storia con tanto di carri armati per le strade, di editti radiofonici e di assassinii, ma ci troviamo di fronte ad una gravissima manipolazione della democrazia realizzata attraverso gli avvisi di garanzia, le custodie cautelari, le violazioni del segreto istruttorio, le stesse sentenze le quali non possono più essere valutate con i canoni normali se per esempio come nel caso della legge Severino, essa è patentemente incostituzionale, perché retroattiva''. ''Rispetto all'enormità del fatto che Berlusconi venga dichiarato decaduto per una legge incostituzionale non possiamo non reagire: le nostre dimissioni - conclude Cicchitto - nel caso in cui a metà ottobre il Senato dichiari la decadenza da senatore di Berlusconi è, in primo luogo un atto di solidarietà politica; in secondo luogo una protesta e una denuncia di inagibilità politica, nel momento in cui il Parlamento è privato di una presenza così significativa quale il leader dello schieramento di centro-destra''

"Mentre il Presidente del Consiglio parla all'Onu e lavora per rafforzare la credibilità internazionale del nostro Paese, mentre affrontiamo emergenze di ogni tipo ci troviamo di fronte a parole e gesti di una gravita assoluta. Se qualcuno pensa che siano forme di pressione. sappia che sono pressioni a vuoto''. Così Dario Franceschini.

Napolitano "avrebbe dovuto ascoltare personalmente i Presidenti dei nostri gruppi parlamentari. Se lo avesse fatto, prima di rendere pubbliche dichiarazioni che suonano inevitabilmente come giudizi di carattere politico, avrebbe potuto riconoscere l'alto valore istituzionale, politico e etico del nostro gesto". Lo afferma Sandro Bondi.

"Le dimissioni si danno e non si annunciano". Il ministro per le riforme Gaetano Quagliariello risponde così alla domanda su come commentasse le dimissioni di massa annunciate ieri dal Pdl e il fatto che Napolitano abbia definito questo episodio "istituzionalmente inquietante". "Ieri comunque non abbiamo votato alcuna dimissione".

Marchionne: Letta persona forte, spero continui - ''Enrico Letta è una persona forte che trasmette sicurezza; spero continui''. Lo dice l'ad di Fiat-Chrysler Sergio Marchionne dopo una cena a New York con il premier. ''La sua missione qui a New York - aggiunge - è stata un grande successo, ha fatto un'ottima impressione. Abbiamo bisogno di stabilità per un po' di tempo per fare qualcosa. Da quanto tempo è in carica questo governo? Sono solo 4 mesi...''.

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