Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Lunedì, 20 Maggio 2024

Al Salone del libro Loren…

Mag 15, 2024 Hits:608 Crotone

L'Istituto Ciliberto-Luci…

Mag 14, 2024 Hits:180 Crotone

Le opere di Bach: gli eff…

Mag 02, 2024 Hits:471 Crotone

In città l'ultima tappa d…

Apr 30, 2024 Hits:504 Crotone

Convegno Nazionale per la…

Apr 23, 2024 Hits:721 Crotone

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:1118 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:1110 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:1483 Crotone

Silvio Berlusconi ''è stato ritenuto ideatore, organizzatore del sistema (...) creato anche per poter più facilmente occultare l'evasione''. Lo ribadiscono i giudici della Corte d'Appello di Milano nelle motivazioni della sentenza con cui il Cavaliere è stato condannato a 2 anni di interdizione dai pubblici uffici per il caso Mediaset.

Nelle motivazioni Maria Rosaria Mandrioli, il giudice estensore della Terza Corte d'Appello presieduta da Arturo Soprano, in linea con i giudizi di primo, di secondo grado e della stessa Cassazione ha sostenuto che l'ex premier è stato ''ideatore'' e ''organizzatore del sistema'' creato per frodare il Fisco e ''operante in vaste aree del mondo, attraverso numerosi soggetti, società fittizie di proprietà di Berlusconi o di fatto facenti capo a Fininvest''. Per i magistrati ''l'oggettiva gravità del fatto deriva dalla complessità'' di tale sistema.

Il processo-bis, fissato eccezionalmente di sabato, fu assai rapido: un'ora tra relazione,requisitoria,difese e camera di consiglio. E altrettanto veloce è stato il giudice Arturo Soprano nello scrivere le motivazioni della condanna: dieci giorni appena, cinque in meno del tetto minimo consentito dal codice. Da questo momento per i difensori di Berlusconi iniziano a decorrere i termini per ricorrere in Cassazione, ultimo scoglio prima che la interdizione del Cavaliere dalle cariche pubbliche divenga definitiva.

La Corte d'appello spiega anche perchè ha rifiutato di sospendere il processo in attesa che sia deciso il ricorso del Cavaliere alla Corte europea dei diritti dell'uomo contro la legge Severino, che prevede anch'essa la decadenza dalle cariche pubbliche e che rischia di costituire un doppione della interdizione inflitta in sede penale: "In questa sede non si verte sull’applicazione o meno della disciplina della cd. legge Severino che, peraltro ha un ambito di applicazione distinto, ben diverso e certamente non sovrapponibile con quello del presente giudizio". Entrambe le questioni di costituzionalità sollevate dalla difesa di Berlusconi nel corso dell'udienza del 19 ottobre vengono liquidate come "irrilevanti" e comunque "infondate".

Per motivare la interdizione la Corte d'appello afferma che "la condotta ascritta all’imputato consiste in una complessa attività finalizzata a realizzare un’imponente evasione fiscale". Nel corso dei processi sarebbe stata accertata la "particolare intensità del dolo dell’imputato nella commissione del reato contestato e perseveranza in esso"; "a ciò si deve anche aggiungere che il ruolo pubblicamente assunto dall’imputato, non più e non solo come uno dei principali imprenditori incidenti sull’economia italiana, ma anche e soprattutto come uomo politico, aggrava la valutazione della sua condotta".

"Alla luce di tali considerazioni si ritiene che anche la durata della pena accessoria della interdizione dai pubblici uffici debba essere commisurata alla oggettiva gravità dei fatti contestati e quindi non possa attestarsi sul minimo della pena", concludono le motivazioni depositate questa mattina.
''Il ruolo pubblicamente assunto dall'imputato (...) e soprattutto come uomo politico, aggrava la valutazione della sua condotta'': e' un passaggio delle motivazioni della sentenza con cui per Silvio Berlusconi è stata disposta l'interdizione dai pubblici uffici per due anni nell'ambito del processo sul caso Mediaset. I giudici della Terza Corte d'Appello di Milano, nelle dieci pagine di motivazioni, hanno sostenuto, in linea con le sentenze di primo e secondo grado, che la sentenza con cui la Cassazione ha condannato il Cavaliere a 4 anni di carcere per frode fiscale ''ha definitivamente accertato che Berlusconi è stato l'ideatore e l'organizzatore negli anni Ottanta della galassia di società estere, alcune delle quali occulte, collettrici di fondi neri e - per quanto qui interessa - apparenti intermediarie nell'acquisto dei diritti televisivi''.

Gli accertamenti nella sentenza definitiva sul caso Mediaset ''dimostrano la particolare intensità del dolo'' di Silvio Berlusconi ''nella commissione del reato contestato e perseveranza in esso''. E' quanto si legge nelle motivazioni con cui la Corte d'Appello di Milano ha disposto 2 anni di interdizione per il Cavaliere.

Non c'è ''prova alcuna'' che Silvio Berlusconi abbia estinto il suo ''debito tributario'' per il caso Mediaset ma si è limitato a formulare ''una mera 'proposta di adesione' alla conciliazione extra giudiziale''. Lo si legge nelle motivazioni della sentenza con cui l'ex premier è stato condannato a 2 anni di interdizione dai pubblici uffici.

La legge Severino ''ha un ambito di applicazione distinto, ben diverso e certamente non sovrapponibile'' con quello del processo penale con al centro il caso Mediaset. E' quanto si legge nelle motivazioni con cui la Corte d'Appello di Milano ha disposto 2 anni di interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi.

Arriva il giorno della resa dei conti nel Pdl. Per le 17 a Palazzo Grazioli Berlusconi ha convocato l'ufficio di presidenza degli azzurri, nella versione originaria del 2008, che garantisce ai 'lealisti' una larga maggioranza.
Una decisione da vagliare in una sede più ampia, come il Consiglio nazionale. Dall'altra i lealisti sono al lavoro per evitare che l’accelerazione sul ritorno a Forza Italia subisca uno stop e stanno raccogliendo le adesioni su un documento a favore dell’unità del partito passando attraverso la rinascita di Forza Italia e l’azzeramento delle cariche.

Angelino Alfano e i ministri del Pdl si sono riuniti a Palazzo Chigi, a poche ore dall'ufficio di presidenza del partito, poi si sono recati a Palazzo Grazioli da Silvio Berlusconi. Dopo il colloquio con il leader del Pdl, i cinque ministri dovrebbero tornare nel palazzo del governo per fare il punto della situazione.

Prima dell'ufficio di presidenza si terrà un faccia a faccia tra Silvio Berlusconi e il segretario del Pdl Angelino Alfano. Il parlamentino del partito convocato nel pomeriggio a Palazzo Grazioli rappresenta il primo passaggio dal pdl a Forza Italia con l'azzeramento di tutte le cariche e il ritorno delle deleghe nelle mani di Berlusconi.ù

l'odierno Ufficio di Presidenza del partito in quanto possibile fonte di divisioni. L'organismo, infatti, pur formalmente corrispondente alla lettera statutaria, non riflette nella sua composizione né la storia né l'attualità del nostro movimento politico, tanto nella dimensione politica quanto in quella istituzionale".

"Ho l'impressione che si stia drammatizzando oltre misura l'ufficio di presidenza - dice l'esponente del Pdl Francesco Nitto Palma - che si terrà tra qualche ora, tanto da chiederne unilateralmente il rinvio nonostante che la sua convocazione, come da statuto, sia stata meditatamente decisa dal presidente Berlusconi. Ma quale e' il problema?. Che si sancisca il passaggio dal PdL a Forza Italia? Ma non eravamo tutti d'accordo? Non siamo stati tutti immortalati sorridenti il giorno della inaugurazione della sede di San Lorenzo in Lucina? Se poi il problema e' che tutti i poteri verranno concentrati nelle mani del presidente Berlusconi, come e' logico che sia, allora vi e' necessita' di chiarezza. Il presidente Berlusconi - aggiunge - è l'unico riconosciuto garante delle diverse posizioni esistenti nel partito e quindi e' opportuno, specie in cos forte tensione partitica, che sia lui, e solo lui, a guidare i successivi passaggi. E tutti stiano sereni. Anche perche' ogni decisione odierna dovrà essere convalidata dal Consiglio Nazionale (cioè dall'intera dirigenza del partito). E a chi farisaicamente afferma che l'appuntamento odierno possa essere foriero di divisioni dico soltanto che fonte di divisioni e' il cullarsi nell'immobilismo, è il non parlare, è la sicumera del vincitore che dimenticai l'esperienza di Pirro, è l'arroganza di un potere privo i dubbi, è il confondere il confronto con la guerra, è arroccarsi nella casta. Per quel che riguarda me ed i colleghi campani, come sempre, ci uniformeremo alle decisioni del Presidente Berlusconi".

Secondo le indiscrezioni della serata di ieri, il Cav tenterebbe lo strappo con il vecchio partito e l'ala 'ministeriale' guidata da Alfano, accelerando verso la nuova versione di Forza Italia e azzerando gli incarichi interni. Una scelta che potrebbe avere gravi conseguenze anche sul governo, dopo l'annuncio di 'guerriglia' fatto ieri dal capogruppo alla Camera Brunetta.

L'accelerazione impressa da Berlusconi con ogni probabilità sancirà la spaccatura definitiva tra le due 'anime' del partito perchè difficilmente Angelino Alfano potrà accettare di ''perdere la faccia'' dopo settimane di battaglia e riunioni con l'ex capo del governo in cui le richieste andavano in tutt'altra direzione.

L'ex premier - raccontano i fedelissimi - appare determinato ad andare fino in fondo chiamando il vertice del suo partito ad un gesto di lealtà: o con me o contro di me. La possibilità che l'ala governativa possa accettare di rimanere nella nuova Forza Italia (dopo quello che è accaduto il 2 ottobre scorso sulla fiducia al governo Letta) appare complicata, soprattutto in vista del voto sulla decadenza a palazzo Madama quando Berlusconi 'denuncerà' l'impossibilità di stare nello stesso esecutivo con i suoi 'carnefici'. Certo, per il segretario pidiellino la situazione è molto complicata anche perchè oltre agli scenari politici futuri ad incidere nelle scelte è il rapporto personale con l'ex premier.

Berlusconi dal canto suo ha sempre distinto l'attuale vicepremier dal resto della squadra di governo, ormai considerata fuori dal partito già da un pezzo. E sono proprio gli alfaniani, soprattutto i più ortodossi, a chiedere al segretario di 'rompere' definitivamente con il Cavaliere e dar vita a quei gruppi autonomi che fino ad ora sono rimasti solo sulla carta. Tra l'altro - viene fatto notare - al di là delle decisioni dell'attuale ministro dell'Interno, il processo di divisione sia ormai irreversibile. A mettere però ancora in dubbio le scelte del vicepremier è la consapevolezza che spaccare adesso il Pdl significherebbe rischiare di andare alle elezioni europee divisi con una legge elettorale (proporzionale) assolutamente sfavorevole. Ecco perchè c'è ancora chi prova a tentare la 'terza via' e cioè ritornare al progetto originario dell'ex capo del governo e cioè due soggetti distinti, Forza Italia con i suoi fedelissimi, ed il Pdl in mano all'ala governativa.

Quello che sembra certo, salvo sorprese, è che il Cavaliere non dovrebbe già procedere con l'assegnazione di nuovi incarichi anche perchè le mediazioni proposte fino ad ora non erano andate bene a nessuna delle due anime. Il segretario pidiellino avrebbe rifiutato la vice presidenza del nuovo partito svuotata di ogni delega così come l'idea di passare a due coordinatori. L'ipotesi poi che Alfano rimanga un 'primus inter pares' non vedeva d'accordo i lealisti che da tempo con Raffaele Fitto chiedono che il partito torni tutto nelle mani dell'ex capo del governo. Fino a domani pomeriggio non è escluso che possano esserci nuovi incontri tra il Cavaliere ed il segretario del Pdl così come riunioni tra le due 'anime' del partito. Che gli alfaniani siano in difficoltà lo dimostra anche la decisione politica di convocare un ufficio di presidenza attenendosi per la prima volta allo statuto del partito convocando a palazzo Grazioli solo i membri originari del 2008. Sulla carta la maggioranza è a favore dei lealisti (19) mentre i filogovernativi sarebbero solo 5. Ci sarebbero in realtà 6 ancora in dubbio ma - stando ai ragionamenti che si fanno nel partito - al momento di scegliere gli indecisi si riallineeranno con Berlusconi. Il passaggio successivo ci sarà con la riunione del Consiglio Nazionale in programma pare per l'8 dicembre. La macchina della nuova Fi tra l'altro sembra già avviata visto che per il 16 novembre è in programma una kermesse per il lancio dei club di FI

Strasburgo plaude oggi agli "enormi sforzi profusi" dagli abitanti di Lampedusa, "come pure da Ong quali Caritas e Croce rossa" per "l'accoglienza iniziale di tutti gli immigrati e le relative operazioni di soccorso". La menzione a chi, tra pescatori, operatori e cittadini, si è distinto nell'accoglienza dei migranti appare all'inizio della risoluzione comune sui flussi migratori nel Mediterraneo approvata oggi a larghissima maggioranza, per alzata di mano, dal Parlamento Ue. Gli eurodeputati hanno anche espresso "profondo dolore e rammarico per la perdita di vite umane" e sottolineato che "gli eventi di Lampedusa debbano rappresentare un punto di svolta per la Ue", spingendola ad "adottare un approccio coordinato basato sulla solidarietà". Strasburgo invita inoltre "a fornire assistenza umanitaria ai sopravvissuti" ai naufragi di ottobre e chiede a Ue e Stati membri di impegnarsi "garantire i diritti fondamentali universali dei migranti, in particolare dei minori non accompagnati

Ieri il Parlamento Ue ha approvato oggi una risoluzione bipartisan sui flussi di migranti nel Mediterraneo dopo la tragedia di Lampedusa in cui si chiede tra l'altro di "modificare o rivedere eventuali normative che infliggono sanzioni a chi presta assistenza in mare", un implicito riferimento alla legge Bossi-Fini.

"L'Europa, per la sua stessa storia" e per le sue "più profonde e nobili" radici, "non può stare a guardare" di fronte a tragedie come quelle di Lampedusa, "se lo fa, muore". Lo ha detto il premier Enrico Letta, nel suo intervento a Montecitorio.

Il Consiglio europeo che si apre giovedì prossimo "sarà l'occasione per iniziare a discutere di un'Europa diversa", dopo che più volte "in quest'Aula abbiamo parlato di un'Europa presa dentro le proprie contraddizioni e che ha smarrito la sua anima", ha spiegato Letta. Secondo Letta, "l'Europa ha smarrito la sua anima in balia di discussioni interminabili sulle procedure, serve invece solidarietà quando uno degli Stati membri in difficoltà. Per la prima volta dopodomani - ha aggiunto - entrerà nel Consiglio il dolore della tragedia di Lampedusa. Dinanzi a quel danno non dobbiamo conformarci alla globalizzazione dell'indifferenza".

''A Bruxelles non accetteremo compromessi al ribasso'', ha aggiunto.

"Chiederemo - ha detto Letta - al Consiglio europeo di giovedì 4 impegni precisi: il dramma di Lampedusa è una questione europea; misure immediate per mettere in atto il programma di sorveglianza Eurosur e rafforzare Frontex; un piano d'azione per la gestione dell'emergenza migratoria; dialogo con i Paesi del Mediterraneo".

Sull'emergenza immigrazione "l'unione europea è stata distratta per troppi anni ora non lo è più", dice Enrico Letta a Montecitorio. Il premier ringrazia Barroso e Van Rompuy per gli impegni presi e sottolinea: "Mi auguro che seguano atti immediati, l'impegno italiano sarà tutto in questo senso".

"Nessuno si illuda che queste tragedie siano episodi occasionali, destinate a risolversi" con l'arrivo dell'inverno, perché non è così, ha detto Letta in vista del vertice di Bruxelles di fine ottobre, a proposito delle ultime tragedie del mare sull'immigrazione.

Per la Commissione Ue il piano presentato dal premier Letta al Parlamento, che indica la strategia sull'immigrazione da presentare al vertice Ue, "converge con le priorità già annunciate dalla Commissione": cosí il portavoce del commissario agli affari interni Cecilia Malmstrom.

''L'accoglienza degli immigrati è un punto fermo, ma non possiamo tenerli tutti anche perché in un momento di crisi dobbiamo preoccuparci di dare un futuro dignitoso agli italiani''. E' questa l'opinione di Angelino Alfano intervistato da Radio Anch'io. ''Prima del futuro degli altri - ha aggiunto il ministro dell'Interno dobbiamo occuparci del futuro degli italiani''.

Alfano si e' rivolto all'Unione Europea per sottolineare che ''deve proteggere le frontiere italiane perché sono ormai le frontiere dell'Europa. Con il buonismo sugli immigrati si rischia di far morire altre persone, mentre la questione dell'immigrazione va affrontata con realismo''.

"Ora che tutti avete visto quelle bare speriamo che davvero qualcosa cambi. Non deludeteci", così il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini rivolgendosi all'Unione Europea, oggi all'Europarlamento a Bruxelles.

Dare al problema dell'immigrazione una risposta europea guidata dal principio di "solidarietà" e di un' "equa ripartizione delle responsabilità". E' quanto si legge nell'ultima versione della bozza di conclusioni del vertice Ue che, a quanto si è appreso, accoglie sostanzialmente le richieste dell'Italia.

 

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI