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“ Stamani in via Luca Giordano, nel tratto tra via Cimarosa e via Scarlatti, ridotto ad un vero e proprio percorso da Camel Trophy per la presenza di numerose buche, è intervenuta la ditta di manutenzione provvedendo a riempirle di asfalto “. A diffondere la notizia è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, nonché fondatore del gruppo su Facebbok: “ Buche partenopee, vedi Napoli e poi…cadi” che conta oltre 2.500 iscritti (https://www.facebook.com/groups/buchepartenopee , e che nei giorni scorsi aveva segnalato il grave problema anche con un filmato pubblicato su YouTube.

“ In verità – afferma Capodanno - le modalità con le quali è stata riparata la strada offrono scarse garanzie per quanto la durata, dal momento che l’asfalto utilizzato attualmente per queste attività impiega alcuni giorni per indurirsi, periodo durante il quale può facilmente essere asportato sia dalle auto in transito sia dalle precipitazioni atmosferiche, come dimostra il dato che sovente si è dovuti intervenire sulla stessa buca a breve distanza di tempo, con costi aggiuntivi non indifferenti “.

“ Eppure proprio in questi giorni, dopo una fase sperimentale durata alcuni mesi, a Milano stanno utilizzando un nuovo tipo d’asfalto che sta dando ottime risposte e che è già in uso da tempo in molti paesi del Nord Europa – precisa Capodanno -. Si tratta di un asfalto speciale appositamente realizzato per le buche stradali, descritto dai tecnici come "molto elastico e mescolato a fibre sintetiche per favorirne il compattamento al passaggio dei veicoli". Non solo ma questo tipo d’asfalto ha la caratteristica d’indurire in pochi minuti anche in condizioni climatiche avverse “.

“ Mi auguro che anche il Comune di Napoli voglia approfondire la questione – prosegue Capodanno -, adottando materiali più idonei e duraturi per un problema che negli ultimi tempi è diventato un vero e proprio tormentone quotidiano per pedoni, automobilisti e motociclisti “.

Nel frattempo Capodanno segnala un nuovo avvallamento nell’area collinare della Città, una pericolosa cunetta che si è prodotta al centro della carreggiata in via Tino di Camaino, all’imbocco da piazza Medaglie d’Oro. “ A parte i disagi per i veicoli in transito, visto che la sua posizione centrale non consente di scansarla facilmente – puntualizza Capodanno - si aggiunge anche un altro aspetto non irrilevante. Infatti nelle ore notturne, al passaggio dei mezzi pesanti a velocità sostenuta, i fabbricati circostanti subiscono dei veri e propri sobbalzi a causa delle vibrazioni generate che si trasmettono attraverso il suolo. Dei veri e propri microsismi che svegliano sovente le persone dal sonno “.

Anche per questo dissesto, come per gli altri, Capodanno invita gli uffici competenti dell’amministrazione comunale ad intervenire con la sollecitudine del caso, accertando e rimuovendo le cause che lo hanno generato.

Via Scarlatti, il bagaglino

 

Al Vomero non si è ancora spenta l’eco per la chiusura del cinema Arcobaleno, per la riapertura del quale è stata anche promossa una petizione online che sta riscuotendo notevoli consensi, pure per la salvaguardia dei posti di lavoro, che si è di nuovo alle prese con un’impennata della crisi che attanaglia da tempo il terziario commerciale, aggravata sia dai magri introiti nel recente periodo natalizio sia dal flop registrato in questo primo mese dedicato alla stagione dei saldi invernali.

“ Possibile che dobbiamo assistere inermi a questa ecatombe del terziario commerciale al Vomero senza che venga mosso un dito da parte delle istituzioni competenti? Che si debbano perdere non solo la storia commerciale di una città ma anche tanti posti di lavoro, pure per il notevole indotto che generano, a ragione della chiusura di aziende anche antiche, che si erano tramandate per generazioni di padre in figlio e che hanno costituito per oltre un secolo il vanto del quartiere collinare nel commercio, alcune conosciute ed apprezzate anche fuori dai confini nazionali? “. Sono   queste le domande che ancora una volta pone Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, il quale con rabbia mista a delusione ogni giorno è costretto a registrare nuove chiusure di esercizi che, dalla sera alla mattina, decidono di abbassare per sempre le saracinesche. Oramai al Vomero non c’è strada che ne sia esente. Almeno una decina i negozi chiusi nel solo tratto di via Scarlatti tra via Morghen e via Kerbaker, pressoché deserta la Galleria Vanvitelli e non va meglio altrove.

“ Stamani nel corso della passeggiata abituale, nella centralissima isola pedonale di via Scarlatti, con mia profonda delusione e meraviglia, mi sono imbattuto in un’altra saracinesca chiusa – prosegue Capodanno –. Una vicenda ancor più grave questa volta. Infatti si tratta del negozio “il bagaglino” posto quasi nei pressi di piazza Vanvitelli. Un marchio storico del quartiere, una ditta che vanta oltre 80 anni di attività nel settore del tessile. Tante le persone che si sono fermate per tutta la mattinata dinanzi alle vetrine vuote, colpite da questa dolorosa quanto improvvisa chiusura che va ad allungare ulteriormente la lista degli esercizi storici che negli ultimi tempi hanno subito la stessa sorte “.

Capodanno ancora una volta attacca la Regione Campania, “rea” di non aver ancora approvato una legge per la tutela dei locali storici, così come hanno già fatto da tempo altre Regioni come il Lazio e la Lombardia, ed il Comune di Napoli che, a differenza di quanto hanno già fatto i Comuni di Milano e di Roma, non ha ancora realizzato l’albo delle “botteghe storiche”.

“ La Regione Campania ed il Comune di Napoli marcano, anche rispetto a questo problema, forti ed ingiustificati ritardi – sottolinea Capodanno -, contribuendo così alla perdita di pezzi importanti della storia partenopea, come hanno dimostrato anche recenti vicende alla ribalta delle cronache “.

“ Sulla questione - conclude Capodanno – colpisce anche l’inerzia dei rappresentanti di alcune associazioni di categoria che, invece di limitarsi a lanciare solo allarmi dovrebbero mobilitarsi affinché gli Enti preposti adottino in tempi brevi i provvedimenti di rispettiva competenza, prima che a Napoli ed in Campania scompaiano del tutto gli esercizi commerciali, potenziali destinatari di una tale forma di tutela “.

Come viene annunciato anche dagli organi d’informazione domenica prossima sarà l’ultimo giorno di programmazione nella storica sala di via Carelli al Vomero, che ospita da oltre mezzo secolo il cinema Arcobaleno. La notizia ha destato molti malumori tra gli abitanti del popoloso quartiere collinare. Tra l’altro il Vomero viene a giusta ragione considerato la “cinecittà di Napoli”, visto che agli inizi del novecento proprio nel quartiere collinare si trovavano due stabilimenti di produzione cinematografica. La “Partenope film” fondata nel 1910 da Roberto Troncone in via Solimena e la “ Lombardo Film” , rilevata da Gustavo Lombardo e da cui sarebbe poi nata la “Titanus”, in via Cimarosa 186. Poi proliferarono le sale cinematografiche a partire dalla prima, l’Ideal, che sorse in via Scarlatti nel 1913. Oggi, al posto di questa bellissima sala in stile Liberty, che i vecchi vomeresi ricordano ancora, vi è un megastore su diversi piani. Agli inizi degli anni ’60 nell’area collinare del capoluogo partenopeo si contavano ben dieci sale cinematografiche. Di queste, negli ultimi anni, hanno chiuso i battenti ben la metà. Oltre al già ricordato cinema Ideal, sono scomparsi l’Ariston in via Morghen, sostituito da una banca, il Colibrì in via de Mura, sostituito da un club fitness, il Bernini, sostituito da un negozio di abbigliamento per bambini e, ultimo in ordine di tempo, l’Abadir, già Orchidea, in via Paisiello dove è nato l’ennesimo supermercato. Peraltro tutto ciò avviene in un quartiere dove si è registrato un incremento esponenziale, negli ultimi anni, dei fenomeni delinquenziali, sia della marco che della microcriminalità con una presenza massiccia, nonostante il costante impegno delle forze dell’ordine, di furti e rapine anche ad opera delle temutissime baby gang. A fronte , dunque, dell’esigenza di incrementare i luoghi di aggregazione sociale e culturale, specialmente per i giovani, , si assiste invece, nel quartiere collinare del capoluogo partenopeo, ad un continuo ed inesorabile depauperamento di un tale tipo di attività. Ultima testimonianza in ordine di tempo la scomparsa, dopo 40 anni di attività, della libreria Guida Merliani.

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