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“Non finirà a Parigi ma rimarrà in Italia il realistico Vitruviano plastinato in partenza da Milano ispirato al disegno di Leonardo Da Vinci. Un polo espositivo lo esporrà aVenezia assieme a 40 installazioni artistiche ispirate ai bozzetti anatomici del Maestro toscano esposte a Lambrate fino al 5 maggio”. Parola dell'amministratore unico di Venice Exhibition srl, Mauro Rigoni, che, a meno di una settimana dalla chiusura, il 5 maggio, della mostra “Real Bodies, oltre il corpo umano” allestita negli spazi espositivi di Spazio Ventura 15, annuncia il trasferimento da Milano nel capoluogo veneto della delicata installazione realizzata con un vero corpo umano conservato con la plastinazione riproducendo il famoso disegno del “Vitruviano”, che ridurrà così la sua distanza rispetto al capolavoro originale di Leonardo Da Vinci a cui è ispirata, conservato a Venezia, alle Gallerie dell'Accademia. 

Dal 18 maggio al 30 settembre, infatti, il Vitruviano plastinato e la collezione di 40 installazioni realizzate con veri reperti autoptici umani, che per il loro valore storico-artistico di unicità sono state patrocinate a Milano dall'Accademia di Brera (vedi foto in allegato), saranno i “pezzi forti” della mostra “Authentic Human Bodies, Leonardo Da Vinci”,  allestita nel polo espositivo del trecentesco Palazzo Zaguri, a poca distanza da piazza San Marco. Il trasferimento delle opere dalla Lombardia al Veneto arriva proprio quando è ancora caldo il dibattito sull'opportunità del prestito museale oltralpe del Vitruviano originale del genio fiorentino che Parigi vorrebbe al centro della grande mostra che aprirà in autunno al Museo del Louvre per il Cinquecentenario della morte del maestro italiano del Rinascimento avvenuta in Francia nel 1519, tra l'altro celebrata fra poco, il 2 maggio, nel maniero francese di Clos-Lucé.

“Non mi stupisce che a 529 anni dalla sua realizzazione” commenta Rigoni, “la perfezione di proporzioni dell'Uomo Vitruviano lo renda ancora ancora oggi un'opera così corteggiata dalle strutture museali del mondo, tanto che perfino la sua riproduzione anatomica nei giorni scorsi abbia suscitato le attenzioni degli espositori parigini di Rive Gauche. Mentre altre sezioni di Real Bodies finiranno in musei di capitali estere abbiamo scelto di tenere in Italia tutta la sezione vinciana di Real Bodies accettando di metterla al centro di una mostra che per i turisti di Venezia sarà come un viaggio straordinario ed inedito alla scoperta del corpo umano attraverso gli occhi del genio del Rinascimento. 

L'attrazione irresistibile delle proporzioni che il Vitruviano di Leonardo Da Vinci esercita sui visitatori nella nostra esperienza è ampiamente documentata dalla loro meraviglia ammirando l'installazione che lo riproduce posizionata all'ingresso della mostra Real Bodies di Milano. Proprio quell'opera anatomica sarà la punta di diamante della nuova mostra che porteremo a Venezia”. La mostra “Authentic Human Bodies, Leonardo Da Vinci” a Venezia dal 18 maggio metterà a confronto quaranta disegni del Maestro con altrettanti reperti anatomici ottenuti attraverso la plastinazione, un sistema di conservazione di elementi organici messo a punto alla fine degli anni Novanta in Germania e oggi utilizzato nelle Università per le lezioni di anatomia e per perfezionare le pratiche di endoscopia. Alcuni dei reperti in mostra – l’Uomo Vitruviano, Studio Embriologico e Figura in Orgasmo in sezione longitudinale – sono già stati esposti, mentre molti fra gli altri saranno visibili per la prima volta a Venezia.

“Nel Cinquecentenario della sua morte molti valorizzano il Leonardo artista e ingegnere, meno attenzione va al suo valore di pioniere anatomista e studioso del corpo umano” aggiunge Rigoni “per questo omaggeremo i bozzetti anatomici che ci ha lasciato, la maggior parte conservati alla Royal Library del Castello di Windsor, che affascinano da secoli per la meticolosità del tratto e la fedeltà dei dettagli autoptici che oggi possiamo scoprire anche con esami diagnostici ai raggi X, ma che al tempo Leonardo poteva conoscere solo sezionando cadaveri”. 

“I visitatori spesso non sanno che un polmone è più grande dell’altro”, rileva ancora Rigoni, “non sanno dove sono posizionati i reni o quanto è grande il fegato”. In tutti i casi l’esattezza dei disegni di Leonardo Da Vinci dimostra invece come essi si basassero sullo studio di veri cadaveri e non soltanto sulla riproduzione di studi contemporanei e precedenti. “La loro ricchezza espressiva esaltata dai veri corpi plastinati” anticipa “sarà esposta a Venezia assieme a una collezione di attrezzi chirurgici originali e la ricostruzione di una sala didissezione dell’epoca”. Leonardo fu infatti un vero e proprio pioniere delle moderne tecniche di indagine autoptica, arrivando ad assistere personalmente nella sua vita ad almeno 10 autopsie di cadaveri testimoniate nei suoi scritti, anche se gli studiosi ritengono che siano state molte di più. “Guardare l’uomo da dentro come lo vedeva Leonardo nei suoi studi di anatomia e fisiognomica”, conclude Mauro Rigoni, “sarà anche un modo per capire che siamo tutti fatti allo stesso modo, senza distinzioni di pelle, di provenienza e religione. È anche questo che vorrei fosse percepito dal pubblico internazionale di Venezia”.

La difesa dell’ambiente, accomunando giovani di etnie e culture diverse, può diventare un rapido e potente fattore d’integrazione.

È il messaggio che l’artista Tommaso Chiappa intende lanciare attraverso un dipinto murale di grandi dimensioni, che realizzerà in collaborazione con alcuni studenti del liceo artistico “Ugdulena”, nell’area portuale di Termini, uno dei luoghi simbolo del depauperamento ambientale, oggi in cerca di riscatto attraverso l’arte e la bellezza. L’occasione è stata offerta all’artista dalla manifestazione ArtedaMare, organizzata dall’Associazione Pittamuri con il patrocinio del comune di Termini Imerese, in programma il 4 e 5 maggio, dalle ore 10 alle 20, presso il molo di sotto flutto.

Tommaso Chiappa, con l’aiuto di alcuni allievi della classe V “R” del locale liceo artistico, darà vita al progetto “Ocean integration”, un murale di decine di metri in cui ragazzi dalla pelle di diverso colore libereranno idealmente la spiaggia e il mare dalle plastiche, uno dei principali fattori di inquinamento dell’ambiente. L’artista, peraltro, ha già realizzato un murale di simili dimensioni lo scorso giugno sulla facciata dell’Istituto professionale di Stato “Salvo D'Acquisto” a Bagheria.

La nuova iniziativa, che vedrà la presenza di diversi artisti e associazioni, ha lo scopo di mutare il grigiore in bellezza grazie alla Street art e nel contempo di educare i giovani alla legalità e alla cura dei beni comuni, attraverso iniziative e momenti di partecipazione.

Tommaso Chiappa (Palermo, 1983) si è formato artisticamente a Milano, compiendo i suoi studi nell'Accademia di Brera e legando il proprio nome alla Galleria di Luciano Inga- Pin con alcune mostre che lo hanno fatto conoscere a un più vasto pubblico. Numerose le personali e le collettive in Italia e all’estero. Di recente la sua ricerca si è concentrata sui temi della globalizzazione e della multiculturalità, con mostre e installazioni site-specific che hanno portato l’arte nei luoghi di lavoro: fabbriche, ospedali, ristoranti e studi professionali come le recenti mostre nello Studio notarile Scaravelli e presso Migliora Independent Advisor S.r.l., a Milano e a Saronno. Il progetto di Tommaso Chiappa è realizzato con il contributo dello Studio Legale Internazionale Damiani&Damiani di Palermo, di cui il pittore è art director.

 

Il 2019 ha inaugurato una stagione straordinariamente ricca di appuntamenti culturali dedicati a Leonardo. E la catena alberghiera Starhotels propone un itinerario all’insegna delle grandi mostre che celebrano Leonardo da Vinci e dell’ospitalità di qualità.

Cominciando da Milano, città in cui Leonardo trascorse 17 anni della sua vita, che gli rende omaggio con un ricco calendario di attività. Tra le mostre in programma, “Il meraviglioso mondo della natura” dal 5 marzo al 7 luglio a Palazzo Reale, dedicata al rapporto tra Leonardo e la natura della Lombardia del Cinquecento. 

La Cripta di San Sepolcro accoglie dal 1 marzo al 30 giugno “Leonardo and Warhol in Milano. The genius experience”, un itinerario lungo sei secoli che accompagna il pubblico fino alla visione di The Last Supper di Andy Warhol del 1987, in cui il re della Pop Art reinterpretò il capolavoro del Maestro.  La Veneranda Biblioteca Ambrosiana invece presenta mostre di alto profilo scientifico: fino al 19 marzo sono stati esposti i disegni legati a Milano, mentre i progetti di macchine belliche e gli studi di ingegneria civile saranno visitabili fino al 16 giugno. “Leonardo in Francia. Disegni di epoca francese dal Codice Atlantico” (dal 18 giugno al 15 settembre) approfondisce invece gli ultimi anni di attività del Genio. 

Per chi sceglie di visitare Milano, impossibile trovare una base più strategica e prestigiosa del Rosa Grand Milano – Starhotels Collezione, iconico hotel con vista sul Duomo dove l’arte dell’ospitalità e del fine dining trovano massima espressione nelle camere confortevoli e raffinate e nel ristorante Sfizio by Eataly, guidato dallo Chef Enzo Pettè. Con tariffe a partire da € 235,00 per un soggiorno in camera doppia, colazione inclusa

 Dopo aver anticipato le celebrazioni con la mostra dedicata al Codice Leicester alla Galleria degli Uffizi, Firenze inaugura gli eventi dedicati all’anno leonardiano il 9 marzo (fino al 14 luglio) con la mostra a Palazzo Strozzi dedicata al Verrocchio, il maestro di Leonardo, di cui sono esposti alcuni disegni e studi, oltre ad opere di Botticelli, Perugino e Ghirlandaio. 

In occasione della prima retrospettiva mai dedicata ad uno degli artisti simbolo del Rinascimento fiorentino, lo Starhotels Michelangelo e lo Starhotels Tuscany propongono uno speciale pacchetto che comprende: pernottamento in camera doppia,  Buffet breakfast,  2 biglietti di ingresso per la mostra "Verrocchio, il maestro di Leonardo",  Welcome kit: piantina di Firenze, opuscolo con informazioni sulla città e sui musei. Con tariffe a partire da € 118,00 allo Starhotels Michelangelo e € 110,00 allo Starhotels Tuscany per un soggiorno in camera doppia, colazione inclusa

A Torino troviamo "Leonardo da Vinci. Tesori nascosti, il titolo della grande rassegna in programma dal 9 febbraio al 12 maggio a Palazzo Cavour, che presenta la più importante raccolta di opere pittoriche mai organizzata nella città della Mole. 

Dal 15 aprile al 14 luglio, inoltre, i Musei Reali di Torino espongono 13 lavori autografi tra cui il celebre Autoritratto, gli studi per la Battaglia di Anghiari, l'angelo per la Vergine delle rocce e il Codice sul volo degli uccelli, nella mostra “Leonardo da Vinci. Disegnare il futuro.”

Entrambe le mostre si trovano a pochi passi dallo Starhotels Majestic, situato in un palazzo ottocentesco nel cuore di Torino, nei pressi della Stazione di Porta Nuova. Le eleganti camere e suite dell’hotel uniscono il fascino dell'Art Nouveau ad uno stile contemporaneo, mentre il ristorante Le Regine by Eataly propone le migliori ricette della tradizione gastronomica piemontese.

Tariffa a partire da €119,00 per un soggiorno in camera doppia, colazione inclusa.

Presentata stamattina alla stampa, presso la Sala Brizzi in Via Umberto I a Civitella del Lago in provincia di Terni, la mostra “Sulle tracce del genio: mappe e cosmografie ai tempi di Leonardo” che sarà visitabile dal 13 Aprile al 1 Maggio 2019.

Organizzata dall’Associazione Culturale CivitellArte in collaborazione con l’Associazione Roberto Almagià – collezionisti italiani di cartografia antica e l’Associazione Culturale Ovo Pinto, la mostra gode del patrocinio della Regione Umbria, Provincia di Terni e Comune di Baschi.

L’eccezionalità dell’evento eleva il piccolo ed incantevole borgo umbro di Civitella, affacciato sul lago di Corbara, a centro culturale di eccellenza a livello nazionale. La mostra infatti propone, eccezionalmente riunite, una serie di preziose cartografie originali che abbracciano un periodo che va dal 1478 al 1519, mappe rarissime generalmente non esposte al pubblico, la cui visione è stata resa possibile grazie alla disponibilità di importanti collezionisti, Emilio Moreschi e Roberto Borri, che hanno voluto concedere il prestito delle loro straordinarie opere.

Sarà possibile vedere come la Geographia di Claudio Tolomeo, astronomo e scienziato attivo ad Alessandria nella metà del II secolo d.C., abbia influenzato, pressoché totalmente, le ricerche degli studiosi Quattrocenteschi, grazie al successo che ebbero le numerose edizioni manoscritte realizzate per i vari principi o regnanti, ognuno dei quali ambiva a possedere la sua copia della Geografia. L’opera di Tolomeo era corredata da 27 mappe che rappresentavano il mondo intero con fiumi, monti, città, regioni, popoli e mari, ognuna collocata nella giusta posizione e nella corretta relazione con le restanti parti.

Molteplici furono le pubblicazioni cartografiche, in Italia ed in tutto il vecchio continente, che riprendevano le tavole tolemaiche, con le carte interamente disegnate in una proiezione trapezoidale codificata e introdotta, per la prima volta, da Tolomeo nella sua opera. Nel Cinquecento si avrà poi la svolta verso un aggiornamento delle mappe che videro il riposizionamento di alcuni fiumi e centri urbani.

Un’opera come quella tolemaica era particolarmente vicina al modo di operare di Leonardo, per il quale la forza delle immagini è in grado di sostituire pagine e pagine di testo scritto, e sappiamo che Leonardo da Vinci possedeva una delle prime edizioni a stampa della Geographia di Tolomeo, pubblicazione che esercitò in lui un indiscutibile fascino. Le carte esposte potrebbero essere state consultate da Leonardo per i suoi studi di cartografia o per i suoi spostamenti? L’intento della mostra, oltre a quello di celebrare il genio vinciano in occasione dei 500 anni della sua morte, è anche quello di stimolare quesiti e riflessioni sul Leonardo cartografo e sulla relazione che, i rarissimi pezzi in mostra, avrebbero potuto avere con i suoi studi.

L’appuntamento di Civitella propone 20 opere a stampa (particolare che le rende ancor più rare e preziose perché, nel periodo tra il XV e XVI secolo gli incunaboli erano realizzati prevalentemente a mano essendo, la nuova tecnologia della stampa, ancora poco diffusa): tra i pezzi proposti, di assoluto rilievo è la carta proveniente dalla collezione Moreschi datata 1492 e realizzata a Firenze da Francesco Rosselli: la tavola è uno dei prodotti cartografici più preziosi nel panorama cartografico italiano. Di straordinaria bellezza e rarità, di essa si sono conservati tre soli esemplari: il primo, già appartenuto alla Biblioteca Landau-Finaly, si trova presso la Biblioteca Nazionale di Firenze; il secondo presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano; il terzo, quello in mostra è l’unico con colorazione coeva.

Oltre alle carte dell’Italia è possibile ammirare anche una carta geografica del mondo a forma di cuore tratta dalla geografia di Claudio Tolomeo, curata da Bernardo Silvano da Eboli e pubblicata a Venezia da Giacomo Penzio di Lecco. L’edizione in mostra si differenzia dalle altre stampate in Italia sia per i dati tecnici di esecuzione che per il contenuto: si tratta dell’unica edizione avente le carte stampate da matrici in legno, nonché la prima e l’unica stampata in due colori: rosso e nero.

Il catalogo della mostra è curato, per la parte scientifica, dall’Associazione Roberto Almagià ed è arricchito con testi del Professor Carlo Vecce, ordinario di Letteratura italiana presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” e uno dei massimi studiosi dei manoscritti di Leonardo da Vinci, e del professor Vladimiro Valerio, Professore di Geometria Proiettiva all’Università IUAV di Venezia, l’unico italiano ad aver ricevuto il premio internazionale Helen Wallis nel 2017 per il suo contributo agli studi storico cartografici.

Alle ore 18:00, sempre di oggi, avrà luogo l’inaugurazione ufficiale della mostra cartografica alla presenza, oltre degli organizzatori, del dott. Emilio Moreschi Presidente dell’Associazione Almagià, del prof. Vladimiro Valerio dell’Università IUAV di Venezia, del dott. Sergio Fatti del Servizio Musei, archivi e biblioteche della Regione Umbria, l’assessore alla cultura del comune di Baschi Damiano Bernardini, Giancarlo Mezzetti organizzatore della Mostra del Libro e della Stampa Antica di Città di Castello.

 

Venerdì scorso, 1 marzo, a Torino nella Sala conferenze «Francesco Faa di Bruno»  è stata presentata e inaugurata la Mostra “San Francesco secondo Giotto”. Si tratta di una fedelissima riproduzione fotografica, in scala 1:4, degli affreschi che il pittore e la sua bottega realizzarono nella Basilica Superiore di Assisi, conosciuti come “Le Storie Francescane”. Il curatore della Mostra, il professore Roberto Filippetti, ha illustrato al numeroso pubblico intervenuto, i 28 riquadri che sono presenti nella Basilica. Filippetti ha svolto una straordinaria ma semplice lezione di Storia dell'Arte, facendoci apprezzare e amare le scene pittoriche dipinte dal grande artista fiorentino. Una lezione per nulla pedante, impreziosita da puntuali digressioni di attualità socio-politica. Peraltro durante nella relazione del professore talvolta trapelava un chiaro riferimento al tema della bellezza, a quellavia pulchritudinis”, che ha avuto un ruolo centrale in particolare nel Magistero di Benedetto XVI.. “la via della bellezza, è un percorso privilegiato e affascinante per avvicinarci a Dio”, ricordava Benedetto XVI. E mi sembra che i riquadri di Giotto, ben spiegati da Filippetti portano proprio a questa via. A questo proposito mi piace ricordare lo splendido accostamento che faceva il papa emerito durante la sua visita nella Repubblica Ceca del settembre 2009, tra «la stupefacente bellezza delle chiese, del castello, delle piazze e dei ponti di Praga, con il Palazzo, il cuore civile della città. il tutto, l’ambito religioso, che quello civile, non possono che orientare a Dio».

In questo accostamento vi è una profonda lezione sulla bellezza, che non vale solo per gli edifici, ma anche per le istituzioni dell’Europa cristiana, costruite nei secoli dall’incontro tra fede e ragione, distinte ma armonicamente vicine, che diventa incontro – non fusione, e tanto meno confusione – della Cattedrale e del Palazzo.

La Mostra  è stata realizzata da Itaca eventi in occasione dell’ottavo centenario della conversione di san Francesco. In quella occasione Benedetto XVI sottolineò che san Francesco «non era solo un ambientalista o un pacifista. Era soprattutto un uomo convertito»; «prima era quasi una specie di play-boy. Poi ha sentito che questo non era sufficiente. Ha sentito la voce del Signore: “Ricostruisci la mia casa”».«Fu la scelta radicale di Cristo a fornirgli la chiave di comprensione della fraternità a cui tutti gli uomini sono chiamati».

Negli affreschi di Assisi è reso visivamente il dialogo tra Francesco e Cristo in funzione dell’edificazione della Chiesa. In essi la bellezza dell’arte e della santità si fondono come proposta al cuore di ciascuno. La mostra fa percepire il fascino che san Francesco esercitò su tanti contemporanei e ha attraversato i secoli per giungere fino a noi.

Gli affreschi sono divisi in tre serie: nella prima (6 riquadri) presenta Francesco prima della fondazione dell'Ordine; nella seconda (14 riquadri) descrive la vita e le opere del Santo insieme ai frati; infine, la terza (8 riquadri) riporta episodi dopo la sua morte.

La Mostra ideata da Filippetti, certamente oltre ad avere risvolti religiosi, ha anche risvolti culturali storico artistici, ma soprattutto didattici. Pertanto è rivolta anche agli ambienti scolastici, a cominciare dalle scuole dell'infanzia. La Mostra si può visitare fino al 31 marzo, presso il Salone Faa di Bruno, in via San Donato 31.

Ad ogni riquadro il professore fa notare alcuni particolari significativi della pittura di Giotto. Di solito si focalizzano i colori dei vestiti dei vari personaggi, il territorio, i palazzi, le chiese e tutti i vari simboli, compresi i numeri degli oggetti. Cercherò di segnalare i riquadri che mi hanno colpito maggiormente. Si inizia con L'“omaggio di un uomo semplice”. In questo riquadro, c'è una analogia con l'entrata di Gesù in Gerusalemme, la domenica delle Palme. Segue “Il dono del mantello”, l'episodio ricorda S. Martino.

Poi “Il sogno del Palazzo”,  Il professore non nasconde alcuni particolari “politicamente scorretti”, come armi, scudi, elmi, vessilli, presenti in questo riquadro.

Interessante il tema della “rinuncia agli averi”, il professore ha fatto notare le due scene ben distinte da una parte la ricca borghesia, guidata dal padre di Francesco, Pietro, giallo di bile, a stento trattenuto dai parenti; dall'altro lato Francesco che lascia tutto. Il riquadro 6, vede Francesco che sta sostenendo la chiesa che sta crollando. A questo proposito, Filippetti ci tiene ad evidenziare che Francesco è rappresentato dentro la chiesa (cioè rimane nell'ortodossia e non nella posizione ereticale di chi contesta dall'esterno).

Nella “Visione dei troni celesti”, qui ci sono una serie di troni, in cielo; il più imponente era di Lucifero, ora toccherà a Francesco. Gli altri seggi saranno per i suoi frati più intimi.

Faceva notare Filippetti che le case di Giotto hanno una caratteristica quasi fanciullesca, le finestre sembrano occhi che guardano. Così appare il riquadro10, ne “La cacciata dei diavoli da Arezzo”. Diavolo: che divide. Cacciati i diavoli entra la concordia in città. Sotto le mura si nota un grande fossato a forma di pipistrello, ricorda Lucifero precipitato nell'inferno.

Nell'11 riquadro, si riproduce la visita di Francesco al sultano d'Egitto Malik al-Kamil. A sinistra si notano gli ulema che protestano, Francesco propone l'ordalia del fuoco.

Ne l'estasi, di Francesco con le braccia distese a forma di croce, il professore fa notare la fulgidissima nuvoletta, dove si riconoscono quattro volti umani di profilo.

Ricca di personaggi la scena de “Il presepe di Greccio”. Bisognava rafforzare la devozione al Bambino Gesù che si era affievolita.

Ne “La predica agli uccelli”, non si notano architetture, c'è l'uomo e la natura. Negli uccelli, il professore vede molto simbolismo: il pettirosso, cardellino, allodola, colomba bianca. Ne “La morte del cavaliere di Celano”, si notano molte donne con i capelli sciolti che richiamano la Maddalena. I loro volti sono contristati, ma non disperati. L'ambiente è elegante, con la tavola imbandita con oggetti quotidiani minuziosamente riprodotti.

Ne “L'apparizione al capitolo di Arles”, dove Antonia da Padova, insegnava ai frati, inviato ad Arles, territorio francese, insidiato dalla eresia dei catari albigesi. Qui appare Francesco benedicente, lo scorge soltanto Monaldo, seduto alla destra di Antonio.

“La morte del Santo”, nella scena, si notano facilmente tre fasce: in alto, l'anima di Francesco è condotta in cielo dagli angeli; in mezzo i frati in camice bianco partecipano all'esequia; sotto gli amici più cari attorniano il corpo.

Nel riquadro 21 si fa notare che al momento della morte di Francesco, ci sono diverse scene, simultaneamente si vedono fra' Agostino, ministro francescano in Terra di Lavoro, e il vescovo di Assisi nel suo letto.

Colmo di bellezza il riquadro 23: “Il pianto delle Clarisse”. Il corteo funebre fa tappa alla Chiesa splendente di San Damiano: «la facciata è simile a un volto che dimostra stupore sgranando gli occhi e spalancando la bocca». Qui si notano Chiara e le clarisse piangenti che baciano il corpo di Francesco. Seguono gli altri riquadri tutti interessanti, ricchi di particolari significativi, dove si notano alcuni miracoli compiuti da Francesco, come la guarigione del ferito di Lerida, la confessione della donna resuscitata e la liberazione dell'eretico.

 

 

 

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