In primis, vediamo quali sono le potenzialità di sviluppo del Mezzogiorno, ovvero, le cose buone da salvare. In particolare, nel Sud, ci sono voglia e consapevolezza di giovani e imprese che ci credono nello sviluppo e non si arrendono. A questo punto, va detto che c’è un Piano industria 4.0 che nessuno potrà cancellare. Esso, potrà sostenere quegli investimenti per uno slancio dell’industria, dentro la Quarta rivoluzione industriale. Ancora, di nuovo, sull’altalena delle speranze, le imprese tentano di inseguire, senza arrendersi, gli incentivi, le banche, gli investimenti pubblici, i porti e gli aeroporti. Queste le previsioni stimate da Confindustria, nel Sud: Manifatturiero, in ripresa. A tutto questo, va innescato un nuovo irrinunciabile approccio culturale, nell’universo naturale e culturale del Mezzogiorno, costituito dal grande patrimonio naturale e storico-culturale: nel Salento c’è una terra dal fascino attraente: il mare, gli ulivi, la roccia, i castelli e le chiese antiche; in Campania ed in Calabria, ecco, due eccellenti posti: “Gli scavi di Pompei” ed “I bronzi di Riace”. In conclusione, noi diciamo, a nostro modesto avviso, che la politica nazionale altro non deve fare, che investire, sempre più, in infrastrutture (leggi: trasporti pubblici) e servizi, quali motori di attrazione, di queste potenzialità di sviluppo del Mezzogiorno.