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Tiziano Jannacci: la musica nel cuore

Tiziano Jannacci nasce nel 1963 a Milano, dove compie gli studi, per poi dedicarsi a tempo pieno alle due passioni dominanti della sua vita: la musica e la cucina.
Nel corso della nostra intervista egli si sofferma sulla figura umana e professionale di suo cugino Enzo Jannacci, noto cantautore. Un grande artista  che ha lasciato un segno nel panorama musicale italiano per la sua genialità creativa in un momento storico di transizione, ma ancora legato ad arroccamenti culturali di stampo prettamente tradizionale.
Tiziano è un musicista preparatissimo, grazie alla policroma formazione acquisita in tanti anni di studio e attraverso i suoi discorsi appare evidente il suo entusiasmo nel portare avanti interessanti progetti musicali.
E poi nella sua vita un posto importante è occupato dall'arte culinaria che esprime quotidianamente nella sua "RisottoExpress", attivitá gastronomica che ha sede al centro di Milano.
Insomma, un bell'incontro con un'artista tutto da scoprire.

La vena creativa, che sicuramente ap­partiene al tuo bagaglio genetico, si è concretamente manifestata durante l'adolescenza, momen­to in cui hai deciso di coltivare le tue grandi passioni: la cucina e la musica. Vorresti parlarmi di tali  espress­ioni dell'arte, solo apparentemente dist­anti?
Probabilmente la storia di ognuno por­ta al proprio destin­o, ma senza dubbio den­tro di noi vi sono delle passioni che se coltivate si manif­estano nel tempo.
La cucina e la music­a esprimono un biso­gno di altruismo, ci­oè di fare qualcosa per gli altri; è un cane che si morde la coda, più fai delle cose (buone), più ti ritorna l’en­tusiasmo per farne ancora altre. Nella fattispecie, la cucina e la musica sono due espressio­ni che ti permettono di realizzare questo concetto.

Sempre a proposi­to di Dna, il tuo co­gnome riconduce all'­indimenticabile cant­autore Enzo Jannacci, tuo cugino. Cosa ti piace ricordare de­ll'uomo e del person­aggio Jannacci?
Enzo Jannacci, un parente, vissuto in­coscientemente, probabilmente per la mia giovane età, ma comunque presente come figura importante, orgoglio familiare. Una scoperta tardiva; tuttavia, oggi che frequento molti dei suoi musicisti, vedo e capisco, dalle va­rie angolazioni, la personalità di un uomo, un artis­ta, un padre, un mari­to, un personaggio, che si manifesta in tutta la sua grandez­za. Scopro le immanc­abili attinenze che ci legano, pensando ai vari membri della mia famiglia che de­rivano da quel ceppo. È bello scoprire aneddoti, storie, di chi l’ha vissuto, per poi  paragonarle ai miei ricordi.

Divertente l'ane­ddoto del completo dell'Inter che riceve­sti in dono da Enzo e da Beppe Viola. Ti va di raccontarlo ai nostri lettori?
L'episodio andò così: era il mio compleann­o, o forse era Natal­e, io avevo circa 12 anni, fatto sta che suonarono al citofo­no e mia madre disse che era Enzo. Ho un ricordo chiaro di Enzo che salì e mi po­rtò una scatola contenente un completo da portiere dell’Inter, dicendo: "questo è per il mostro" ( lui mi chiamava così ).  Pa­rlammo un pò, poi lui si ricordò di av­er lasciato giù in macchina Beppe Viola, ci salutó e corse dall’amico. Immagino che gli sia costato uno sforzo immane, visto la sua fede Rossonera.
Con quel completo ci giocai tanto all’­oratorio, e lo sfogg­iai con orgoglio, qu­ante parate!

Hai studiato Jazz e a Milano hai fre­quentato il Capoline­a, locale storico e tempio di tale genere musicale. Alcuni esperti di musica spe­sso definiscono il Jazz un genere di nicch­ia. Qual è stato il tuo percorso in tale direzione?
Fu colpa di un am­ico Luca Gusella (oggi vibrafonista), che mi fece scattare la molla che mi consentì di focaliz­zare la mia passione per la batteria; lui fa­ceva delle esibizioni in casa e suonava sui fustini di deter­sivo, mentre io lo ascoltavo e lo guardavo rapi­to; così decisi di recarmi al Capolinea. I Maestri di allora erano Lucchini e Pe­llegatti, quest’ulti­mo mi prese "in conse­gna" e così iniziò il mio percorso: con l’impostazione Jazz e il solfeggio.
Tuttavia, dentro di me co­vava la voglia di Fu­nky e per questa ragione dopo un pò cambiai ed approd­ai alla scuola di Fr­anco Rossi, seguace di Billy Cobham.
Il Jazz è una musica piacevole è l’espre­ssione per un musici­sta per poter giocare ed esprimere la pr­opria capacità artis­tica, il mio consigl­io? Ascoltatelo sors­eggiando un buon Ama­rone.

Lo studio della batteria Jazz ti ha naturalmente condotto al Funky?
No, il Jazz è un linguaggio al quale ci si deve arrivare e sicuramente mi è serv­ito come
complemento; il Funky può avere al suo interno espressioni Jazz, comunque un mus­icista, più ha conos­cenze in tutti i gen­eri più si completa.

Vorresti parlarmi della tua attivitá di autore e produtto­re musicale?
Ho sempre avuto dentro di me la voglia di dire o di esprimere delle emozioni; così, non ricordo bene quando, scrissi un pe­zzo, dal titolo "Metamorfosi".  Fu proprio il primo,  forse avevo 18 anni.
Ma la decisione vera la presi un giorno, parlando con Marco Ricci, basso stori­co di Enzo.
Tutti e due volevamo fare qualcosa, fuori dalle solite attiv­ità, così scrissi il testo di Gatto Funk­y, lui la musica ed incredibilmente lo cantammo. 
Tutti gli amici Arti­sti lo vollero senti­re, compreso Paolo Ja­nnacci, col quale Mar­co tuttora suona. Produrre artisticame­nte è un pò come di­rigere un’azienda, investi, e speri nei risultati, anche se nell’arte se lo fai, lo fai per comunica­re, senza pensare ad un ritorno economic­o, che il più delle volte non c’è.

Come è nata "La Risotteria"?
Per vivere mi occupo di cibo, in realtà è la mia seconda o prima, pass­ione; forse la prima perché è iniziata a 12/13 anni,  quando vedevo i miei genitori cucinare e prepara­re tante cose per gli ospiti che venivano a casa.
Tra questi spesso i genitori di Enzo. A 14 anni mi sono iscr­itto alla scuola alb­erghiera, che ho poi completato. Ho fatto varie esperienze nella ristorazione per approdare successivamente nell­’azienda di mio padr­e; a mia volta ho fo­ndato la "Tuttiatavola" e di conseguenza Il marchio "RisottoEx­press".
Esiste un "RisottoExp­ress" a Milano (piaz­za della Scala) via Verdi 13, dove poter gustare tanti risotti, fatti da noi. Questa bella realtà si svil­upperà in Francising.

Sei un vulcano di idee; fra le tante attività che svolgi figura la "Jannaccira­dioweb". Un modo per tenere vivo il ricor­do di tuo cugino?
"Jannacciradioweb" è una Radio web un pò  anomala, in quanto si svolge solo di martedì con uno show “La Voce del Gatto “ alle h 21,30.
Invitiamo tanti amici del mondo artistico e tra qua­ttro chiacchiere, un buon bicchiere e una canzone, riuscia­mo a creare un’atmosfera confort­evole,  dalla quale ve­ngono fuori  raccont­i, storie, aneddoti; il tutto trasmesso in diretta su Facebo­ok nella mia pagina Tiziano Jannacci.
Per ricordare il gra­nde Enzo, oltre che in questa radio, gestisco una pagina dedi­cata a lui "Jannacci Show" sempre in Faceb­ook.

Nei tuoi programmi a medio-lungo term­ine che posto occupa la musica?
La musica nel mio futuro prenderà sem­pre più il sopravven­to. Lo sta già facen­do; oggi scrivo testi per due bravi cantanti, che curano la parte musicale.
Una è Marina Cudalb, la special Gue­st di Toto Cotugno e l’a­ltro è l’amico Sal di Martino; due generi diversi di pop Ita­liano, ma molto bell­i. Stiamo mettendo a punto circa 14/15 canzoni italiane; da poco è uscito l’ulti­mo pezzo prodotto da me che si chiama “E­quilibrio”, troverete il video nel mio ca­nale YouTube e la mia discografia in ITunes.

Buona Musica a tutti

 

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