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Un passo storico per Simeto Ambiente. Oggi, con il raggiungimento della raccolta differenziata con il porta a porta, anche nell’ultimo spicchio di San Gregorio (zona parte bassa, al confine con Tremestieri Etneo e Catania), si completa la domiciliazione della raccolta dei rifiuti, su tutto il territorio comunale; ma soprattutto si completa il progetto, iniziato poco più di due anni fa, per arrivare alla copertura totale del porta a porta, nelle 17 aree territoriali, gestite dalla società ATO CT3.

San Gregorio, dunque, chiude il cerchio.

Un lavoro non facile, cominciato l’1 marzo del 2011, sotto la guida della direzione tecnica, affidata al direttore Carmelo Caruso ed al funzionario Paola Di Trapani.

Dieci i Comuni che, con un’attività partita su piccole porzioni di territorio, diedero avvio a quella che ha rappresentato, fin dal principio, una vera scommessa per Simeto Ambiente e per le stesse realtà territoriali che ne fanno parte; un vero salto nel vuoto visto la rivoluzione imposta, il cambio repentino di abitudini per gli utenti. Rimossi i cassonetti dell’indifferenziato, il rifiuto andava separato per essere riciclato, e non finire più in discarica.

I primi a sperimentare la novità, ad essere i concreti protagonisti della “rivoluzione verde”, sono stati gli utenti di: Belpasso, Camporotondo, Gravina, Misterbianco, Nicolosi, Paternò, Ragalna, Santa Maria di Licodia, San Pietro Clarenza e Tremestieri Etneo, con la raccolta porta a porta, come detto, iniziata su porzioni di territorio.

Oggi, Simeto Ambiente quasi a conclusione della sua attività (come prevede la legge la società chiuderà i battenti il prossimo 30 settembre, passando il testimone alla SRR), raggiunge il primo obiettivo: il porta a porta ha raggiunto tutti gli utenti dei 17 Comuni (ai primi elencati in alto vanno aggiunti: Adrano, Biancavilla, Motta Sant’Anastasia, Pedara, San Giovanni La Punta, San Gregorio di Catania e Sant’Agata Li Battiati), per complessivi 123 mila utenti.

In termini ambientali questo significa una consistente riduzione del rifiuto prodotto da mandare in discarica. Per essere chiari si è passati da 150 mila tonnellate circa di rifiuto prodotto in un anno e smaltito in discarica nel 2010 (qualche mese prima dell’avvio del servizio), scendendo fino a 32 mila tonnellate in questo primo semestre del 2013 (si preventiva, entro l’anno, di non superare le 60 mila tonnellate).

Di contro la raccolta differenziata, a giugno, ha raggiunto la media del 46,11% (43,15% media semestrale), contro la media pro capite annua dell’isola ferma al 9,4%.

E non è l’unico importante traguardo. A dare un ulteriore contributo alla “rivoluzione verde” di Simeto Ambiente sono stati i centri territoriali di raccolta, ben 11 quelli attivi sul territorio che diventeranno presto 13 (si attende Santa Maria di Licodia, che dovrebbe entrare in funzione entro agosto, e prossimamente Motta Sant’Anastasia).

Un dato, quest’ultimo, che pone Simeto Ambiente al primo posto in Sicilia per centri comunali di raccolta funzionanti se si pensa che in tutta l’isola ne sono stati lanciati 98 ma, di questi, solo 63 sono in funzione.

foto 2 castel

 

I cittadini catanesi si sono presentati puntuali all'appuntamento con ramazze, palette e sacchetti rigorosamente biodegradabili, magliette e cappellini per ripararsi dal sole. E' partita così l’operazione” PuliAmo Catania” , voluta dal sindaco Bianco e dall’assessore all’Ecologia Rosario D’Agata, in punti individuati nelle sei municipalità cittadine e a San Giovanni Galermo. L’inizio di un percorso virtuoso e dall’alto valore simbolico che porti Catania ad avere un aspetto decoroso.
Grande successo, dunque, per l’iniziativa che ha visto al lavoro il sindaco Bianco i componenti della Giunta, i Vigili Urbani, i dipendenti di Ipi e Oikos e del servizio Ecologia del Comune, le associazioni ambientaliste e soprattutto tanti semplici cittadini che hanno dimostrato di avere a cuore la città e il suo aspetto. Anche Confcommercio ha aderito all'iniziativa e numerosi negozianti hanno pulito alcune strade della città ad alta vocazione commerciale.

"Hanno risposto tantissimi catanesi - ha detto, soddisfatto, il sindaco Bianco, che ha partecipato alla pulizia di piazza Federico di Svevia - e di ogni età, dai bambini agli anziani, segno evidente che i cittadini considerano Catania come la loro casa e desiderano tenerla pulita. Naturalmente la responsabilità è affidata al Comune e alle aziende che lavorano nel settore della gestione dei rifiuti, ma è di primaria importanza che anche i cittadini, innamorati dell posto in cui vivono, lo mantengano pulito proprio come se fosse un loro bene.”
Davanti al Castello Ursino erano presenti e anche loro in azione con in bella vista l’adesivo tratto dal logo della manifestazione, donato al Comune dal creativo Milko Vallone, gli assessori Rosario D’agata, Valentina Scialfa, Fiorentino Trojano e Salvo Di Salvo. Il vicesindaco Marco Consoli, invece, si è recato a pulire la piazza Bonadies.
“Catania vuole essere una città turistica, - ha sottolineato il primo cittadino-ma per diventarlo deve essere accogliente e pulita, occorre fare dei grandi passi avanti in tal senso. Già alla fine di settembre ripeteremo l’ iniziativa chiamando a darci una mano anche i ragazzi delle scuole e ne faremo altre, di valore non solo simbolico, ma di assoluta concretezza”.
“ Il messaggio è che tutti devono contribuire a tenere pulita la Città - ha aggiunto l’assessore D’Agata - osservando le regole di deposito, facendo una differenziata corretta e mantenendo le strade senza cartacce. Il successo di questa prima iniziativa ci incoraggia a promuoverne altre mirate con l’intento di incrementare la raccolta differenziata”.
Il Sindaco ha anche annunciato, sempre per settembre, importanti iniziative che miglioreranno il sistema di raccolta e lo smaltimento dei rifiuti anche con forme fortemente innovative. Durante la manifestazione di stamattina alcuni cittadini hanno segnalato l’esistenza di numerose piccole discariche abusive, una proprio nei pressi del Castello Ursino, in via Magazzini. I siti saranno ripuliti nei prossimi giorni.

“Esprimiamo grande soddisfazione per il sequestro del prezioso materiale e auspichiamo che la città di Catania entri al più presto in possesso dei trentasei manoscritti di Giovanni Verga”.
Lo ha detto il sindaco di Catania Enzo Bianco commentando la notizia del sequestro da parte dei carabinieri del materiale depositato temporaneamente nel Centro di ricerca del Fondo Manoscritti dell’Università di Pavia.
Nel 1978 gli eredi di Verga, in causa con uno studioso che non voleva restituirli, vendette per 89 milioni di lire il fondo al Comune di Catania, che proseguì la battaglia per acquisirlo. Ora il materiale è stato sequestrato in una casa d’aste dove stava per essere venduto.
“Si tratta – ha commentato l’assessore comunale alla Cultura Orazio Licandro - di una splendida notizia e pensiamo che questo cospicuo lotto di manoscritti e carte debba essere ospitato nella istituzione culturale più appropriata, ossia la Fondazione Verga, che fa riferimento anche all’Università. Per questo avvieremo contatti con le istituzioni competenti a partire dal Ministero dei Beni culturali”.

«Il governo Crocetta si sta muovendo sulla stessa scia del Governo Letta: grandissimi proclami, tante dichiarazioni di intenti ma di fatto assistiamo a un continuo rinvio delle cose urgenti e così a pagarne le conseguenze sono sempre e solo i cittadini»: con questa amara constatazione il segretario nazionale della UIL FPL, Giovanni Torluccio, ha aperto questa mattina a Catania i lavori della direzione regionale della categoria sindacale. Un’occasione quella odierna per affrontare diverse problematiche che ancora una volta evidenziano come in Sicilia ci sia tanto da fare ma come purtroppo viene fatto poco o niente. Torluccio cita alcuni esempi emblematici: «nella Regione Sicilia non si vede nessun impegno di risorse per il rilancio dell’occupazione; per i giovani non si sta facendo nulla; si sprecano i fondi europei e dunque non si da la possibilità di far crescere la Regione. Se poi veniamo ai proclami, spesso vuoti, non possiamo non citare l’abolizione delle province: essa è stata annunciata, gli enti sono stati commissariati ma di fatto il Governatore Crocetta non ha chiarito come verrà gestito il territorio né tantomeno il personale: su questo fronte non ci sarà nessun risparmio perché i contratti dei regionali sono molto più costosi di quelli provinciali e dunque assisteremo a un altro spreco di denaro pubblico».

E a proposito di lavoratori, c’è la delicata situazione dei precari: se a livello nazionale il ministro della funzione pubblica ha presentato un decreto per cui i precari sono salvi fino al 31 dicembre 2013, in Sicilia la situazione si complica. «Il ministro D’Alia – afferma Torluccio - sta lavorando affinché anche in Sicilia si risolva il problema e speriamo di sanare anche qui la situazione, anche se comunque non si potrà ottenere un risultato pari a quello nazionale. Se infatti nel resto d’Italia abbiamo sanato una condizione delicata in questa fase transitoria, in Sicilia il cammino diventa più tortuoso.
Certo c’è da dire
– fa notare il segretario nazionale della UIL FPL – che anche a livello nazionale non sappiamo quanto accadrà a partire dall’1 gennaio 2014 però abbiamo già chiesto un incontro con il ministro alla funzione pubblica per poter decidere il da farsi per regolamentare questo complicato settore lavorativo ma soprattutto per far recuperare a questi lavoratori un po’ di fiducia e speranza per il loro futuro».

Torluccio guarda poi alla situazione della città di Catania e analizza innanzitutto la collaborazione che si sta instaurando tra amministrazione comunale e governo regionale: il segretario nazionale afferma che «questo rapporto può essere importante ma bisogna coinvolgere il territorio per farlo progredire e non basarsi solo su accordi politici. Ed è per questo che si chiede: si tratta di alleanze politiche o di accordi strutturali per la crescita?».

Infine uno sguardo viene lanciato al comparto sanitario e alle difficoltà che vive l’ospedale Vittorio Emanuele, così come ha evidenziato anche il segretario provinciale Stefano Passarello da sempre detrattore dell’accorpamento tra il nosocomio e il Policlinico. «Questa vicenda – dice Torluccio – evidenzia ancora una volta come innanzitutto i sacrifici vengano fatti solo dai pazienti e dai lavoratori mentre strutturalmente non viene fatto molto. Il caso dell’accorpamento del Vittorio Emanuele con il Policlinico ha unito due mondi opposti che andrebbero gestiti diversamente. Ci può essere un momento di incontro, magari attraverso dei protocolli per la gestione di alcuni riparti specialistici per la formazione professionale, ma questo – continua Torluccio - non deve significare un impoverimento dell’offerta sanitaria dell’ospedale Vittorio Emanuele. Anche perché si corre il rischio che l’ospedale San Marco nasca come struttura vuota, senza appeal per quanto riguarda il personale perché il crescente depauperamento dell’ospedale Vittorio Emanuele porterà ad avere poche professionalità nel nascente San Marco. Questo, invece, dovrebbe diventare un polo di eccellenza e di attrazione per l’intero mediterraneo. Ma per adesso non ci sono previsioni per l’incremento del personale».

Sulla stessa lunghezza d’onda si è posto il segretario regionale della UIL FPL Enzo Tango che, insieme al segretario provinciale Stefano Passarello, evidenzia come «senza interventi correttivi molti reparti ospedalieri sono destinati alla chiusura e alcune prestazioni sanitarie territoriali rischiano di essere interrotte»

crowdfunding

 

L’Italia è la prima nazione in Europa ad aver regolamentato lo strumento del “crowdfunding”, che se in termini tecnici si definisce come la «raccolta di capitali di rischio da parte di imprese start-up innovative tramite portali on-line», nel linguaggio quotidiano si può descrivere come la richiesta via web ad amici e investitori di un aiuto economico per contribuire a un valido progetto. Un’inchiesta giornalistica, il restauro di un monumento, l’incisione di un album musicale, una grande iniziativa di solidarietà o l’avvio di una impresa, giungendo perfino alla ricerca di denaro per il proprio matrimonio e viaggio di nozze. Dal serio al faceto, ogni sogno nel cassetto, purché ispiri fiducia e trasparenza, può essere capitalizzato. Un mondo dei desideri che nel 2012 ha mosso in tutto il pianeta – in primis in Nord America e in Europa – un volume globale di 2,7 miliardi di dollari, con prospettive future che ne fanno intravedere un’ampia crescita.

Il panorama del crowdfunding presenta risvolti interessanti come approfondito ieri pomeriggio (18 luglio) durante il seminario proposto dal Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia, nella propria sede di Catania, e introdotto dal presidente Marco Romano. «Il “finanziamento di massa” è un meccanismo che ha origini antiche, la rete internet ha il merito di aver fatto esplodere il fenomeno, consentendo la creazione di piattaforme specifiche in cui far incontrare domanda e offerta di fondi, bypassando i canali tradizionali delle banche e dei venture capitalist» ha spiegato il relatore dell’incontro Francesco Schiavone, docente del Dipartimento di Studi Aziendali e Quantitativi dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”.

Il crowdfunding è entrato nel dibattito politico italiano con il “Decreto Crescita” del Governo Monti, affidando alla Consob il compito di emanare a stretto giro un regolamento sul settore, ufficializzato proprio la settimana scorsa, il 12 luglio 2013. L’interesse sul tema è proseguito anche con il “Decreto Fare” del Governo Letta. La normativa Consob, composta da 25 articoli, è suddivisa in tre parti che trattano le disposizioni generali, il registro e la disciplina dei gestori di portali, la disciplina delle offerte tramite portali.

Proprio i portali specializzati, piuttosto che i singoli progetti portati a termine, sono il fiore all’occhiello dell’Italia: «Le piattaforme sono state molto dinamiche a presentare questo strumento sul mercato italiano – ha affermato Schiavone – sono numerose, alcune generaliste e altre di nicchia, ma tutte contribuiscono alla crescita di questo strumento in un Paese come il nostro, che non sempre manifesta iniziative innovative».

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