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La UE rivede al rialzo il deficit italiano

Nelle previsioni della Commissione europea. Gli investimenti "non ripartiranno prima del 2016" e quindi è attesa "una moderata crescita" del Pil dello 0,7% nel 2015 e dell'1,5% nel 2016. La fiducia degli investitori resterà bassa è sarà "una zavorra". Inoltre si sottolinea che il deficit del 2014 sarà del 4,4% mentre a primavera era previsto al 3,9% e "continuerà a peggiorare" al 4,5% nel 2015, con un'impennata del debito: 95,5% nel 2014, 98,1% nel 2015 e 99,8% nel 2016.

"Noi confidiamo che le nostre previsioni siano adeguiate. Restiamo sulle nostre previsioni" di crescita, "non ho nulla da aggiungere se non quello che è scritto nella legge di stabilità e nella nota del Def". Lo afferma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, commentando le stime Ue sulla crescita. "Noi confidiamo che le nostre previsioni siano adeguate, confidiamo che primi segnali sull'economia - quelli sul tasso di occupazione che è il più fedele - che abbiamo ricevuto non sono negativi, indicano rinnovata fiducia del nostro sistema industriale, manifatturiero e una possibilità di ripresa", spiega Delrio rispondendo ad una domanda nel corso della conferenza di presentazione dell'Accordo di partenariato dei fondi Ue.

I debiti elevati "non garantiscono la crescita" e per questo "è molto importante rispettare la regola del debito, important- e quanto quella del deficit": così il vicepresidente Jyrki Katainen risponde a chi gli chiede se l'aggiustamento previsto dall'Italia porta a rispettare la regola del debito. Le previsioni di crescita per l'Eurozona sono le più deboli del mondo, ma questo "non dipende dalla valuta" che durante la crisi è stata "più stabile delle valute nazionali" ed è quindi "difficile immaginare come staremo se non ci fosse stato l'euro". Lo afferma Jyrki Katainen rispondendo ad un giornalista britannico che chiedeva se la crisi dipendesse dall'Euro, aggiungendo però che "forse è vero che l'Euro ha dato un falso senso di sicurezza prima della crisi". La Germania gioca "un ruolo significativo" nell'economia europea ma nell'Ue "servono più motori, non ne bastano solo 1 o 2" ed è "per questo che la Commissione ha insistito sulle riforme", "necessarie anche in Germania".Così Jyrki Katainen."Per il bene della stessa Germania ha senso investire in Ricerca e Sviluppo e in infrastrutture".


La Commissione Ue rivede al ribasso le stime di crescita dell'Italia: -0,4% nel 2014, con una "tiepida ripresa" nel 2015 stimata a 0,6% e dovuta all'"accelerazione della domanda esterna". Eventuali "rischi al ribasso sono legati all'ulteriore slittamento della domanda esterna", si legge nelle stime autunnali di Bruxelles.

"Nel 2013, grazie al nuovo metodo di calcolo, il debito italiano è sceso a 127,9%", ma "il surplus primario è ancora insufficiente a tagliarne la crescita nel 2014, a causa del Pil piatto e dei pagamenti dei debiti della p.a.", e quindi sale a 132,2% per raggiungere il "picco" nel 2015 a 133,8%. E' la stima della Commissione Ue.

La Commissione rivede al rialzo il deficit italiano che sale al 3% nel 2014, e scende a 2,7% nel 2015 "dopo aver incorporato la legge di stabilità e le misure addizionali annunciate il 27 ottobre, e sostenuto dal calo della spesa per interessi". Quello strutturale sale a 0,9% nel 2014, per scendere a 0,8% nel 2015 e salire all'1% nel 2016.

Il tasso di disoccupazione italiano "resta elevato ai suoi livelli storici" e si riflette "nell'attività economica depressa": scrive sempre la Commissione Ue nelle stime economiche autunnali, che prevedono una disoccupazione al 12,6% per il 2014 e 2015.

Secondo la Commissione "la ripresa iniziata nel 2013 resta fragile, lo slancio in molti Stati membri è ancora debole, la fiducia più bassa che in primavera e nonostante le migliori condizioni finanziarie, la ripresa nel 2015 sarà lenta" sia nella Ue che nella zona euro.

"Rischi al ribasso sulle prospettive di crescita dominano ancora sulla scorta delle tensioni geopolitiche, la fragilità dei mercati finanziari, e il rischio di attuazione incompleta delle riforme strutturali": lo scrive la Commissione Ue che prevede per la zona euro una crescita di 0,8% nel 2014 e 1,1% nel 2015.

Il deficit 2016 della Francia - che secondo la Commissione europea sarà il più elevato d'Europa - è un "calcolo puramente teorico" che "non significa niente": lo dice l'entourage del ministro francese delle Finanze, Michel Sapin, dopo le notizie provenienti da Bruxelles.

Il deficit della Francia che nel 2014 si attesterà al 4,4% (0,5 punti in più rispetto al 3,9% delle previsioni di primavera) continuerà a salire nei prossimi due anni e nel 2016 sarà al 4,7%, il più alto dell'Eurozona. E' quanto indicato nelle previsioni d'autunno della Commissione europea che per il 2015 indica per Parigi un deficit al 4,5% del Pil. Nel 2014 peggio della Francia fanno Spagna (5,6%) e Portogallo (4,9%). Nel 2015 solo la Spagna (4,6%) supererà Parigi, ma è previsto che Madrid nel 2016 scenda al 3,9%.

''Nell'eurozona la situazione è estremamente fragile'': lo ha detto Angela Merkel a Berlino. ''Questo perchè in alcuni paesi le riforme vengono fatte o devono ancora essere fatte - ha spiegato - e anche perchè a mio avviso alla questione della credibilità non è stata ancora data risposta adeguata''. ''Bisogna avere nell'eurozona la disponibilità'' a ''impegnarsi strutturalmente a essere più competitivi'', ha continuato Merkel. Altrimenti - ha spiegato - la situazione sui mercati resta ''insicura''. Merkel ha fatto l'esempio dell'impegno dei paesi dell'eurozona sugli investimenti per la ricerca: se si dice che bisogna investire il 3%, ha sottolineato, non va bene che poi l'obiettivo non venga perseguito che da pochi.

La crescita della Germania è definita "deludente ma con miglioramenti in vista" nelle previsioni economiche della Commissione Ue. Per il 2015 aumento del Pil a +1,1% (ridotto rispetto al 2014, +1,3%) e +1,8% nel 2016. Il Paese resta in surplus, mentre il debito continuerà a calare: 745,5% nel 2014, 72,4% nel 2015 e 69,6% nel 2016.

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