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A Davos si guarda oltre la crisi, è il tempo della crescita

Al via i lavori di Davos dove si riunisce il Gotha dell'economia mondiale
L'Europa dovrà affrontare prima o poi il problema del debito pubblico e privato in molti Paesi, che "non può essere lasciato da parte per molti anni". Senza una svolta, la Ue rischia una spirale giapponese e una progressiva perdita d'importanza globale. L'allarme arriva da Kenneth Rogoff, accademico ad Harvard ed ex capo economista del Fondo monetario internazionale, co-autore di un recente paper in cui ipotizza che Paesi come l'Italia debbano prima o poi procedere a una ristrutturazione del debito.
Renzi è molto energico, sta cambiando la scena politica con una nuova spinta, questo potrebbe riattivare investimenti. Vediamo cosa succederà". A dirlo, durante un panel al Forum Economico Mondiale, è il presidente dell'Eni Giuseppe Recchi, secondo cui per l'Italia "è un momento cruciale e le cose sono promettenti", anche se finora "tutti parlano di riforme ma non arrivano mai, il parlamento non sta riuscendo a riformare se stesso".

"Renzi? ne ho solo letto un po', non posso commentare". Così Kenneth Rogoff, accademico d'economia ad Harvard ed ex capo economista del Fondo monetario internazionale, sul segretario del Pd e le sue proposte economiche a partire dal job act. Rogoff, al World Economic Forum, ricorda comunque che "la paralisi politica è stata un problema per l'Italia per decenni". Giudica la Penisola "un Paese fantastico, con gente fantastica per la loro creatività. In questo siete leader mondiali Ma potreste fare meglio Se si paragonano Italia e Spagna, in Spagna c'è stato un netto cambiamento con riforme che sono andate a beneficio della crescita. L'Italia invece dà l'impressione di un cambiamento molto lento. E' un rischio: se continuate a non crescere abbastanza, fra 20-30 anni, mentre gli Usa e l'Asia continuano a crescere, sarete fuori".

Matteo Renzi ha dato una "grande accelerazione" alle riforme, riuscendo in quattro settimane a presentare una proposta di legge elettorale dopo 8 anni di fallimenti. Ma ora il giudizio si giocherà sulla prova dei fatti". A dirlo è Davide Serra, il fondatore e amministratore delegato del fondo d'investimento Algebris. "Renzi dice le cose come stanno, tira fuori un programma in un foglio excel e non in 70 pagine incomprensibili. E' una rivoluzione. Ora bisogna vedere quanto da rivoluzione in nascere diventerà rivoluzione nel fare. Staremo a vedere".

Per il Papa "non si può tollerare che migliaia di persone muoiano ogni giorno di fame, pur essendo disponibili ingenti quantità di cibo, che spesso vengono semplicemente sprecate". Né, dice nel messaggio al Forum di Davos "possono lasciare indifferenti i numerosi profughi" che "vanno incontro alla morte in viaggi disumani". "Vi chiedo di fare in modo che la ricchezza sia al servizio dell'umanità e non la governi". La "crescita in equità", secondo papa Francesco, "richiede decisioni, meccanismi e processi volti a una più equa distribuzione delle ricchezze, alla creazione di opportunità di lavoro e a una promozione integrale dei poveri che superi il mero assistenzialismo".

Il presidente iraniano Hassan Rohani è arrivato a Davos per il World Economic Forum. Con lui ci sono i ministri del petrolio e degli Esteri Bijan Zanganeh e Mohammad Javad Zarif. In agenda, anche degli incontri con le compagnie petrolifere occidentali per cercare di rilanciare le attività iraniane dopo l'accordo di Ginevra sul nucleare che prevede un alleggerimento delle sanzioni nei confronti di Teheran. A Davos "ci siederemo al tavolo con i manager delle compagnie petrolifere per spiegare i nostri piani", ha detto Zanganeh, come riporta l'agenzia iraniana Shana.

"Ecco perché questo incontro della super-elite mondiale è più determinante che mai". Le aspettative per il prossimo Forum di Davos, il quarantaquattresimo della storia della kermesse annuale ospitata dalla località sciistica svizzera, sono evidentemente molto alte, come testimonia il titolo di un lungo editoriale ospitato dal Daily Telegraph.

Oltre 2.500 delegati da tutto il mondo, 40 capi di Stato e di Governo (dal primo ministro italiano, Enrico Letta, a quello giapponese Shinzo Abe), il presidente della Bce, Mario Draghi, il direttore del Fmi, Christine Lagarde, oltre a banchieri centrali e ministri degli esteri, si ritroveranno in Svizzera di fronte ad un obiettivo ambizioso, indicato dal titolo del Forum stesso: 'Rimodellare il mondo: conseguenze per società, politica ed economia'.

Il rally delle borse rischia di finire male. L'avvertimento piomba sul forum economico mondiale dal premio Nobel per l'Economia Robert J Shiller. "Non suono ancora l'allarme - dice il professore dell'Università di Yale - ma in molti Paesi i prezzi delle azioni sono alti, e in molti mercati immobiliari i prezzi sono saliti fortemente". La conclusione - avverte Shiller parlando a Davos con la Cnbc e confessando che lui stesso ancora investe in borsa - è che "potrebbe andare a finire male".

Le attese sono in effetti molte: l'ultrasettantenne fondatore del World Economic Forum, Klaus Schwab, dichiara di "non essere mai stato più emozionato per il programma di quest'anno", con una frase che, anche se ripetuta quasi ad ogni edizione, per il 2014 rischia di essere particolarmente azzeccata. Nonostante i perduranti dubbi sulla portata della ripresa in atto, per la prima volta dopo anni, l'agenda del Wef non sarà oscurata da discussioni sulla minaccia immediata di un Armageddon economico e finanziario, ma si potrà iniziare ad impostare percorsi verso la crescita e lo sviluppo.

E si discuterà anche di economia verde e sostenibile, del conflitto Siriano, senza contare i panel più settoriali che vanno dalle tecnologie del futuro agli studi sul funzionamento del cervello, al quale parteciperà anche l'attrice premio Oscar Goldie Hawn.

Bono degli U2, invece, siederà accanto al premier britannico David Cameron, in un gruppo di lavoro sull'Aids e la povertà estrema, mentre un altro premio Oscar, Matt Damon, verrà premiato per l'attività della sua fondazione che fornisce acqua e sistemi idrici nelle zone aride di tutto il mondo. Un pallino di Schwab, infatti, è proprio la lotta contro la povertà e la disuguaglianza sociale: non a caso uno dei pochi studi anticipati nei giorni scorsi che verrà presentato a Davos parla proprio della minaccia mondiale rappresentata dal crescente divario fra fasce ricche e povere della popolazione.

Fra gli assenti illustri, oltre al premier francese Francois Hollande alle prese con le note vicende personali, anche la cancelleria Angela Merkel, ancora in convalescenza dopo la frattura del bacino. A ridurre ancora di più la presenza femminile, che, fa le pulci il Financial Times, è in linea con i valori, bassi, degli anni passati. Dei 2.500 delegati, infatti, solo uno su sette è una donna.

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