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L'uscita di San Giovanni Battista dalla chiesa commendale

 

Non si respirava la solita atmosfera lunedì sera dinanzi alla chiesa di San Giovanni. La decisione di non animare l’uscita con il lancio di ‘nzareddi dai piani alti della facciata ha modificato il tradizionale volto della festa. Un incendio tenutosi nelle zone limitrofe, durante il pomeriggio, ha convinto la confraternita a soprassedere all’esplosione dei fuochi e, correttamente, l’Amministrazione comunale, con in testa il sindaco Vito Fornaro, ha avallato la suddetta decisione. Ma il senso intimo della celebrazione è rimasto intatto. Anche stavolta, così come accade sempre, da secoli, l’intera comunità cittadina, pure dalle contrade rurali, si è riversata nelle vie del centro montano per rendere onore al protettore. Una partecipazione come sempre consistente che ha raggiunto il proprio apice in occasione della “Sciuta” con i fedeli che hanno avuto l’opportunità di salutare le venerate reliquie del santo e il taumaturgo simulacro del Battista. Ancora una volta la confraternita “Maria Santissima Misericordia e San Giovanni Battista” che cura l’organizzazione dei riti religiosi sin nei minimi particolari, ha avuto l’opportunità di rendersi conto di come l’attenzione sia sempre ai massimi livelli. Anche quando, subito dopo la “Sciuta”, ha preso il via la processione con la partecipazione del clero, di tutte le confraternite, con i loro caratteristici stendardi, nonché delle autorità civili e militari di Chiaramonte Gulfi e Rapagnano, il comune marchigiano da cui è arrivata la reliquia del santo braccio del Battista tuttora in esposizione nella chiesa commendale. Oggi, intanto, il giorno dopo la solenne festa, prenderà il via l’ottavario di conclusione, con la cosiddetta “Settimana eucaristica”. In particolare, sino all’1 luglio, ogni giorno a partire dalle 18,45, ci sarà l’esposizione del Santissimo Sacramento, l’ora di adorazione, la benedizione eucaristica e la santa messa. Sabato 29, invece, la solennità dei santi Pietro e Paolo apostoli sarà caratterizzata da un evento molto particolare, il 64esimo anniversario di ordinazione del rettore della chiesa, don Giuseppe Barberaà. Alle 18,45 ci sarà l’esposizione del Santissimo Sacramento. Alle 21, poi, in piazza San Giovanni, una serata di beneficenza con la partecipazione della University dance di Vittorio Terranova. Durante la serata è in programma la vendita all’incanto dei doni offerti al Battista. Il ricavato, naturalmente, sarà devoluto in beneficenza. Quindi, lunedì 1 luglio, la celebrazione della solennità dell’Eucaristia. Alle 8,30 la santa messa, alle 18,30 l’esposizione del Santissimo Sacramento, alle 19 la santa messa solenne presieduta da don Riccardo Bocchieri, vicario parrocchiale. Alle 20, la solenne processione del Santissimo Sacramento per le vie del quartiere e il tradizionale passaggio tra le “cappelle” devotamente preparate dai fedeli. Il rientro in chiesa e la benedizione eucaristica saranno seguiti, alle 21, dalla “ciusura”, la tradizionale velata di San Giovanni tra la commozione dei fedeli.

Il simulacro di San Giovanni Battista a Chiaramonte

L'incontro al convento delle Grazie

 

“Dal confronto si cresce. Solo attraverso la conoscenza reciproca di percorsi di studio che possono anche fare registrare linee comuni, si traggono indicazioni che esaltano gli indirizzi che il professionista intende portare avanti, confrontandosi in un panorama completamente nuovo”. Parola di Gaetano Manganello, architetto, e presidente della Fondazione Arch. La stessa che, negli ultimi mesi, ha lavorato senza un istante di tregua, con il supporto dell’Ordine degli architetti della provincia di Ragusa, per riuscire a promuovere una serie di incontri con alcuni protagonisti dell’architettura contemporanea del panorama nazionale e internazionale. E il successo di presenze fatto registrare sabato scorso al convento di Santa Maria delle Grazie, a Vittoria, suggestiva corte che ha ospitato il primo confronto, testimonia di come la ricerca di sensazioni visive anche da parte di chi non è uno studioso ma un semplice osservatore di paesaggi e ambiente che meritano di essere apprezzati sia in sostanziale crescita. “Ed è un aspetto – chiarisce Manganello – che ci stimola ad andare avanti perché questi appuntamenti sono certo rivolti agli addetti ai lavori ma intendono, soprattutto, condividere con la gente comune la passione che nutriamo per l’architettura, per la ricerca di nuove linee, nel contesto di una serie di scelte che devono spingerci a fare considerare le città sempre più a misura d’uomo”. Perché ciò accada, la Fondazione ha invitato a partecipare i rappresentanti di quattro studi internazionali: “Autonome Forme” di Palermo, “On site studio” di Milano, “Barozzi / Veiga” di Barcellona, “Baukuh” di Genova-Milano. Grande attenzione nei confronti di questi ultimi che hanno illustrato i contorni di un elaborato tendente alla realizzazione di una “Casa della memoria” da realizzare nel capoluogo lombardo, una sorta di contenitore storico della storia partigiana e del terrorismo. Un edificio rivestito da una pelle di terracotta in cui, alla maniera di un antico bassorilievo, saranno rappresentate scene, volti, personaggi di quel tempo e di quella storia. Ma questo è soltanto uno degli esempi illustrati nel corso della conferenza che ha avuto il sapore di fare conoscere la storia delle linee. Quelle stesse che l’architettura cerca di mettere assieme, di combinare in modo sapiente, per rendere più gradevole e funzionale il luogo dell’abitare e, più in generale, dello stare.

 

Sono i giorni di San Giovanni Battista, la festa del protettore di Chiaramonte Gulfi. I giorni in cui la comunità dei fedeli si riscopre devota e molto legata alla figura del precursore di Cristo. Domenica, 23 giugno, il giorno della vigilia, sarà vissuto con una intensità e una trepidazione particolari. Durante tutta la giornata, e fino alle 17, ci sarà la visita dei fedeli oltre alla recita del tradizionale “Rosario di San Giovanni”. Le sante messe sono in programma nei seguenti orari: 7,30; 8,30; 9,30; 11. Alle 10,30 è prevista la liturgia penitenziale officiata dal sacerdote Giuseppe Barbera e rivolta ai fedeli che presenzieranno tutto il giorno in onore di San Giovanni. A mezzodì, il solenne scampanio in tutte le chiese della città al suono della tradizionale marcia. Altro appuntamento molto particolare quello che si terrà alle 17 con la benedizione delle vesti, vale a dire i “voti” che i fedeli indosseranno in onore del santo protettore. Alle 18, tra le vie del centro montano, suonerà a festa il corpo bandistico che sosterà nelle chiese di San Vito, San Filippo d’Agira e del Santissimo Salvatore. Alle 18,45, la recita del Santo Rosario, delle lodi e la santa messa. Alle 19,30, il momento più suggestivo della giornata, vale a dire la celebrazione della nascita di San Giovanni secondo il vetusto rito della “veglia”, con la tradizionale “apertura”, la cosiddetta svelata, della statua del Battista. A ciò seguiranno i vespri solenni e la benedizione eucaristica, con la liturgia che sarà presieduta da monsignor Pasquale Magnano. Tra le iniziative ricreative, da sottolineare, sempre domenica, alle 21,30, in piazza Duomo, la ormai classica “Notte di San Giovanni”, una serata di musica, cabaret e spettacolo con la straordinaria partecipazione dell’artista Manlio Dovì. Un personaggio dello spettacolo di grande spessore che non ha bisogno di presentazioni. Nel corso della serata, inoltre, sarà effettuata la degustazione del tipico “parfait di mandorle chiaramontano” in collaborazione con il ristorante “Majore”. Ulteriori informazioni sul sito Internet della festa all’indirizzo www.sangiovannichiaramonte.com

 

 

Il rito della veglia

 

E’ proseguita senza un istante di pausa, per tutta la giornata di ieri, la visita dei fedeli alla santa reliquia del santo braccio di San Giovanni nella chiesa commendale di Chiaramonte Gulfi. Una presenza consistente che ha confermato, se ce ne fosse di bisogno, quanto è sentita la solennità del precursore di Cristo a maggior ragione se c’è l’opportunità di pregare accanto alla reliquia conservata tutto l’anno nella collegiata del Comune di Rapagnano, nelle Marche, ed eccezionalmente presente nell’area iblea per questa edizione 2013 della festa chiaramontana. Due i momenti significativi che hanno caratterizzato la giornata di ieri, vigilia della solennità di San Giovanni. Nel pomeriggio, la benedizione delle Vesti è stata officiata in maniera semplice ma intensa dai sacerdoti della Chiesa commendale. Si tratta, in pratica, dei “voti” che i fedeli indossano in onore del santo protettore. Poi, l’altro momento caratteristico è stato contrassegnato dalla celebrazione della nascita di San Giovanni secondo l’antico rito della veglia, caratterizzato dalla tradizionale svelata della statua del Battista che oggi, dopo la cosiddetta “Sciuta”, sarà portata in processione. Nel corso della benedizione eucaristica, presieduta dal reverendissimo mons. Pasquale Magnano, sono state esaltate le doti del Battista, rilevando le sue caratteristiche di precursore di Cristo, capace di andare controcorrente per ribadire il proprio credo, una delle difficoltà con cui l’uomo moderno fa i conti, incapace di mettere in evidenza le scelte giuste per cui crede, sempre più costretto a seguire la massificazione. Grande partecipazione, poi, ieri sera, in piazza Duomo, per la classica “Notte di San Giovanni” che ha sancito l’apertura dell’Estate iblea. Una serata di musica poi culminata con l’esibizione del cabarettista Manlio Dovì capace, come sempre, di mettere in rilievo ed esaltare la propria grande versatilità suscitando le risate del pubblico.

Prima della svelata

Allagamento Lourdes

 

“Al Santuario di Lourdes, al carissimo e fraterno amico padre Palmiro Delalio, a padre Nicola e agli altri cappellani al servizio del Santuario, esprimo a nome mio (cappellano onorario della Grotta) e a nome dell’Ufficio per la Pastorale della Salute e dei ragusani legati al Santuario (numerosi seguono in diretta tutti i pomeriggi il Rosario alla Grotta in italiano) una profonda solidarietà e unione spirituale per la situazione di emergenza che si è verificata per la seconda volta in questi giorni attraverso lo straripamento del fiume Gave che ha inondato il Santuario e parte della Grotta (l’ultima inondazione risale a ottobre 2012)”. E’ quanto afferma il direttore dell’Ufficio diocesano, don Giorgio Occhipinti, dopo quanto accaduto in queste ultime ore nel luogo di culto francese, meta di pellegrinaggi provenienti da tutto il mondo. “La situazione si è stabilizzata – precisa don Occhipinti – e stasera si spera che si possa riaprire la grotta di Massabielle. Ma l'ondata di pioggia che si è abbattuta nel sud della Francia, provocando l‘esondazione del fiume Gave, ha lasciato nel santuario mariano di Lourdes ingenti danni. A fare il «punto della situazione» è il vescovo di Tarbes e Lourdes, mons. Nicolas Brouwet, in un messaggio video rivolto ieri sera a tutti i pellegrini e gli amici di Lourdes. «La Grotta - dice il vescovo - è stata completamente inondata. La centrale elettrica è fuori uso perché trascinati dal torrente di acqua, uno degli alberi sradicati dal flusso delle acque ha colpito la centrale. Due ponti sono inaccessibili. Avremo un grosso lavoro da fare. Innanzitutto lavoro di riparazione a partire dalle canalizzazioni. E poi lavoro di pulizia». Il vescovo precisa che la Grotta sarà accessibile già a partire da domani sera e che da questa mattina sono aperte la porte Saint-Michel e Saint-Joseph così come la «cappella delle confessioni». Le fontane saranno accessibili a partire da questo pomeriggio mentre rimangono chiuse le piscine e vietato l'accesso ai ponti che attraversano il fiume Gave. Il vescovo tiene poi a ringraziare quanti in questi giorni si sono dati da fare per Lourdes: i vigili del fuoco, i servizi comunali e «tutti coloro che hanno lavorato nel weekend» per ripulire il santuario. Molti sono arrivati anche dall'Italia. “Pensate a noi - conclude il vescovo - pregate per noi. Non vi dimenticheremo alla grotta di Massabielle”. Il 4 luglio prossimo – chiarisce don Occhipinti – mi recherò con un gruppo di pellegrini al Santuario e pregheremo in questo significativo anno dedicato alla fede, per tutte le varie forme di fragilità umane che si affidano alla Madonna. Lourdes continua a essere per me una grande occasione di preghiera, meditazione e vicinanza con chi vive la sofferenza nelle sue varie sfaccettature. Un legame che risale al lontano 1985 (un anno speciale perché in questo luogo è nata la mia vocazione sacerdotale)”.

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