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Lo Stato non paga le imprese e aumenta le tasse

Da oggi l’Italia avrà 5 settimane di tempo per rispondere alle contestazioni ed evitare la messa in mora. La decisione arriva dopo aver visionato i rapporti stilati da Confartigianato, Ance (associazione delle imprese del settore delle costruzioni) e Assobiomedica, dai quali emerge una violazione palese della direttiva Ue riguardo ai ritardi nei pagamenti alle imprese...ha annunciato il vice presidente della Commissione Ue Antonio Tajani.
Secondo la Cgia di Mestre, tra l'altro, i 22 miliardi di euro pagati l'anno scorso dallo Stato non hanno quasi inciso sul monte dei crediti vantati dalle imprese italiane, che secondo Bankitalia alla fine del 2011 arrivavano a 91 miliardi di euro, ma che secondo l'associazione si aggiravano intorno ai cento miliardi di euro. Il report della Banca d'Italia (l'unico ufficiale), infatti non tiene in considerazione delle piccole imprese che lavorano soprattutto con la sanità. Ai 91 miliardi vanno quindi aggiunti almeno 30 miliardi (esclusi quelli eventualmente maturati nel frattempo). Una situazione che strozza le aziende italiane e che ha portato solo nel 2013 a ben 14200 fallimenti registrati, il 14,5% in più rispetto al 2012 e in aumento del 52% se la comparazione viene eseguita con il 2009.

Da Bruxelles, inoltre, arriva l'allarme per la corruzione: "In Italia i legami tra politici, criminalità organizzata e imprese, e lo scarso livello di integrità dei titolari di cariche elettive e di governo sono tra gli aspetti più preoccupanti, come testimonia l’alto numero di indagini per corruzione", scrive la Commissione nel suo primo report sulla corruzione in Europa. L'Unione europea, suggerisce quindi al nostro governo di "bloccare l’adozione di leggi ad personam".

La nuova legge italiana contro la corruzione, inoltre, per la Commissione "lascia irrisolti" vari problemi, perché "non modifica la disciplina della prescrizione, la legge sul falso in bilancio e l’autoriciclaggio e non introduce reati per il voto di scambio", anche se la legge Severino sull'incandidabilità dei condannati segna "un importante passo avanti".

Intanto diminuisce il reddito delle Famiglie da una parte lo Stato non paga le imprese dal altra parte aumenta le tasse :

Nel 2012 il reddito disponibile delle famiglie in valori correnti diminuisce, rispetto all'anno precedente, in tutte le regioni italiane. Nel confronto con la media nazionale (-1,9%), il Mezzogiorno segna la flessione più contenuta (-1,6%), seguito dal Nord-est (-1,8%), Nord-ovest e Centro (-2%). Lo rileva l'Istat.
Le regioni con le riduzioni più marcate sono Valle d'Aosta e Liguria (-2,8% in entrambe). La caduta registrata nel 2012 è la seconda dopo quella, ancora più forte, segnata nel 2009. D'altra parte sono stati due anni passati sotto il segno della recessione. Insomma, fa osservare l'Istat, ''l'economia italiana nell'ultimo quadriennio ha attraversato una fase di crisi che ha avuto effetti negativi anche sull'andamento del reddito disponibile delle famiglie''. Ecco che, sottolinea, ''il valore nominale del reddito disponibile nel 2012 è risultato di poco di superiore a quello del 2009 (+1%), ma le difficoltà non hanno colpito le regioni con la stessa intensità''. Se, infatti, il 2012 è stato un anno 'nero' soprattutto per il Centro Nord, dove la crisi aveva evidentemente più da portar via, la situazione si capovolge allargando lo sguardo all'intero periodo che va dal 2009 al 2012. Arco temprale in cui, spiega l'Istituto di statistica, ''il reddito disponibile ha segnato un andamento più favorevole nelle regioni settentrionali, con una crescita complessiva dell'1,6% nel Nord-ovest e dell'1,7% nel Nord-est''. Si trovano, invece, nel Mezzogiorno le regioni dove il reddito disponibile è risultato inferiore a quello del 2009. Il discorso cambia se si passa dal reddito disponibile delle famiglie a quello per abitante: il valore pro-capite espresso in valori correnti, ha subito, tra il 2009 e il 2012, una contrazione dello 0,1%, frutto di un calo consistente al Centro (-1,2%), di una variazione nulla nelle regioni settentrionali e di un piccolo incremento nel Mezzogiorno (+0,2%).

Ancora una volta la provincia autonoma di Bolzano compare in testa alla graduatoria stilata dall'Istat per il 2012 sul reddito pro-capite a livello territoriale. Bolzano si aggiudica il primato con circa 22.400 euro, seguita da Valle d'Aosta (poco al di sotto dei 21.800 euro) ed Emilia Romagna (circa 21.000 euro). Invece Campania (sotto i 12.300 euro), Sicilia (attorno ai 12.700 euro) e Calabria (circa 12.900 euro) sono le regioni in cui il reddito disponibile per abitante è più basso. Guardando ai numeri, la prima classificata, cioè Bolzano, quasi doppia l'ultima, ovvero la Campania.

Con la Legge di stabilità il peso delle tasse sugli italiani nel triennio 2014-2016 è triplicato. Lo afferma Confcommercio sulla base dei dati Bankitalia, Istat e Cer. Secondo l'analisi, nel periodo 2014-2016 l'aumento di imposizione previsto dalla versione finale della Legge di Stabilità è salito ad oltre 4,6 miliardi, rispetto agli iniziali 1,6 miliardi del disegno di legge originario. Di contro le famiglie sono sempre più povere (persi 18 mila euro a testa di ricchezza) e i consumi fermi (-4,2% nel 2012).

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