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Trump al Congresso: enorme taglio delle tasse

Nel suo primo atteso discorso al Congresso sullo stato dell'Unione il presidente Donald Trump è andato dritto al sodo: servono soldi. E ai parlamentari ha snocciolato le cifre, chiedendo di approvare un piano di investimenti in infrastrutture da 1.000 miliardi di dollari. "L'America ha speso circa 6.000 miliardi di dollari in Medio Oriente e tutto questo mentre le nostre infrastrutture si sbriciolavano. 

"Alzeremo i salari, aiuteremo i disoccupati, risparmieremo miliardi di dollari, oltre a rendere le nostre comunita' piu' sicure per tutti". Ha lanciato poi l'appello per una riforma delle tasse "epocale" che contempli "enormi tagli" per la classe media e le aziende, e per una nuova riforma sanitaria: "Dobbiamo salvare gli americani da questo disastro dell'Obama care che sta implodendo". Trump ha ribadito quindi la volonta' di incrementare cospicuamente le risorse per la difesa: "Per mantenere l'America sicura dobbiamo fornire agli uomini e alle donne del nostro esercito tutti i mezzi necessari per prevenire le guerre. E, se necessario, per combattere e vincere". "Un nuovo capitolo della grandezza dell'America sta iniziando", ha concluso il presidente americano. Promosso da gran parte degli osservatori alla sua prima vera prova davanti al Congresso.

Era apparso subito chiaro come i toni del presidente americano sarebbero stati meno animosi del solito. Anche se l'imminente inizio della costruzione del muro col Messico è stata ribadita con forza. Il suo disocorso è stato pero' forse il primo davvero rivolto alla nazione intera, e non solo ai suoi fedelissimi sostenitori. Persino l'ostile Washington Post parla di un intervento 'sorprendentemente presidenziale', dove è sparita quella visione cupa che ha caratterizzato la campagna elettorale del tycoon e il suo primo mese alla Casa Bianca.

Lo scenario dell' 'American carnage' evocato nel giorno dell'insediamento è stato sostituito da una visione piu' ottimistica del futuro. Visione in cui addirittura ha trovato spazio uno degli slogan iconici di Barack Obama: 'hope'. "Dobbiamo avere il coraggio di esprimere le nostre speranze. E sperare - ha affermato Trump - che queste speranze e i nostri sogni si trasformino in azioni". "Da ora in poi l'America sara' guidata dalle nostre aspirazioni, non oppressa dalle nostre paure", ha insistito il presidente americano, che ha strappato numerose standing ovation da parte repubblicana, cancellando la freddezza di deputati e senatori democratici che per la gran parte del discorso erano rimasti seduti mettondo in pratica una sorta di sciopero degli appausi.

"Stiamo prendendo misure forti per proteggere il nostro Paese dal terrorismo radicale islamico. Non e' compassione ma incoscienza permettere un ingresso incontrollato da luoghi dove non esistono controlli adeguati". Vedi quanto accduto e acced in Europa. Cosi' Donald Trump, nel suo primo intevento davanti al Congresso, aveva annunciato il nuovo bando. Tendendo pero' la mano al Congresso e lanciando un appello all'unita', anche per realizzare una riforma dell'immigrazione condivisa. 

"Non permetteremo che gli Stati Uniti diventino un santuario per gli estremisti", ha ribadito Trump. Anche se la seconda versione del divieto sugli ingressi - secondo le indiscrezioni - sara' molto piu' limitata rispetto a quella bocciata dai giudici: non dovrebbe riguardare i visti esistenti, i residenti permanenti e le green card. E non dovrebbe piu' coinvolgere l'Iraq, riducendo a sei i Paesi a maggioranza musulmana interessati.

In quasi tutto il suo discorso Trump - come ha riconociuto lo stesso Washington Post, da sempre ostile nei suoi confronti - è stato decisamente presidenziale. Ha dimostrato di sentire la responsabilità dell'incarico che ricopre e ha invitato tutti a superare i rancori della campagna elettorale. Qualcuno si è chiesto: qual è il vero Trump? Questo che invita l'America a riconciliarsi e a marciare unita, verso obiettivi comuni, o quello che fino a ieri sembrava voler andare avanti come un carro armato, infischiandosene delle divisioni?

Un commentatore politico della Cnn, notoriamente anti-Trump, ha commentato in questo modo il discorso di Trump: "Ci sono molte persone che hanno ottimi motivi per avercela con lui e per temerlo. Ma questo è stato uno dei momenti più straordinari nella storia della politica americana, punto. E ha fatto qualcosa di straordinario. Chi spera che Trump diventi pian piano più presidenziale, unificante, dovrebbe essere felice. Chi spera che resti questa specie di macchietta, cosa che trova sempre il modo di fare, dovrebbe essere preoccupato: perché con questa cosa che gli avete visto fare, se trova un modo di farla ancora e ancora, lo vedremo in giro per otto anni. Ci sono molte cose nel suo discorso che sono state false o sbagliate, a cui mi oppongo e mi opporrò. Ma stasera ha fatto anche qualcosa che non può essergli tolto: è diventato il presidente degli Stati Uniti".

Lui sembra voler archiviare, almeno per un tratto, le polemiche, e schiacciando il pedale sul sentimento nazionale, strizza l'occhio a tutti gli americani: "Tutte le nazioni del mondo, amici o nemici, capiranno che l'America è forte, l'America è orgogliosa, l'America è libera". Ed ha inneggiato "all'inizio di un nuovo capitolo della grandezza americana", a "un nuovo orgoglio nazionale che sta conquistando il Paese" e a "un'ondata di ottimismo che sta mettendo alla nostra portata sogni impossibili". "D'ora in avanti - ha aggiunto - l'America sarà guidata dalle nostre aspirazioni, non oppressa dalle nostre paure. Dobbiamo avere il coraggio di esprimere le nostre speranze. E sperare che queste speranze e i nostri sogni si trasformino in azioni". Paradossalmente questo passaggio a molti ha ricordato Obama. Quello della speranza e del cambiamento. Trump ha capito che può essere utile fare leva sulle stesse corde.

Perché quello che ha parlato al Congresso, nel suo primo discorso sullo stato dell'Unione, è un presidente molto più pacato e moderato del solito, che rivolge appelli all’unità, a perseguire uno scopo comune, a "trasformare la speranza in azione", rinnovando lo spirito dell’America. Toni nuovi, dunque, tracciando un’agenda ambiziosa all’insegna dell’ottimismo.

"Il tempo delle battaglie futili è alle nostre spalle - osserva -. Il tempo del pensare in piccolo è finito. Da questo momento in poi l’America sarà spinta dalle nostre aspirazioni e non bloccata dalle nostre paure. Sono qui per un messaggio di forza e unità che arriva dal profondo del mio cuore", ha detto Trump, iniziando con il condannare le minacce e gli atti di vandalismo contro i centri ebraici. Ha dunque promesso una riforma fiscale "storica", chiedendo investimenti per 1.000 miliardi di dollari per le infrastrutture e garantendo la costruzione "di un grande grande muro" al confine con il Messico. Ha assicurato infine che "l’esercito avrà tutti i mezzi per prevenire nuove guerre" e che saranno costruite nuove alleanze internazionali, fermo restando il sostegno "forte" alla Nato.

Con 6.000 miliardi di dollari avremmo potuto ricostruire il Paese". Il presidente ha chiesto sia ai repubblicani che ai democratici di sostenere la sua proposta. Una mossa, questa, che dimostra come Trump abbia capito che per incidere profondamente è necessario il più ampio consenso possibile da parte del Congresso. E per farlo si rivolge quindi a entrambi gli schieramenti.

"Credo che una riforma dell'immigrazione vera e positiva sia possibile se ci concentriamo sui seguenti obiettivi: aumentare i posti di lavoro e i salari degli americani, rafforzare la nostra sicurezza nazionale e ripristinare il rispetto delle nostre leggi". Trump ha proposto una riforma basata sul merito, puntando quindi sulle qualifiche professionali degli immigrati: "Se adottiamo un sistema basato sul merito - ha insistito - ne trarremo molto beneficio, saremo in grado di risparmiare tantissimi soldi, di aumentare le retribuzioni e di aiutare le famiglie in difficoltà, comprese quelle degli immigrati". Ttrump ha poi ribadito che sarà presto costruito "un grande grande muro" al confine con il Messico, che contribuirà a fermare il traffico di "droga e il crimine".

Il presidente ha negato di essere un protezionista : "Sono un forte sostenitore del libero scambio", ma l'accordo commerciale Nafta con Messico e Canada ci ha fatto perdere "il 25% dell'occupazione nell'industria". Trump ha così ribadito la necessità di rivedere gli accordi commerciali per non danneggiare ulteriormente le aziende americane.

C'era molta attesa su quanto avrebbe detto sulla riforma sanitaria. Trump ha spedito la palla ai parlamentari, indicando la strada: "Chiedo al Congresso di cancellare e rimpiazzare l'Obama care con riforme che incrementino le scelte, abbassino i costi e al contempo forniscano una migliore sanità migliore". E ancora una volta ha invitato "repubblicani e democratici a lavorare insieme per salvare gli americani dalla disastrosa Obama care che sta implodendo".

In un passaggio del proprio intervento Trump ha assicurato il massimo sforzo per risolvere una volta per tutte il problema Isis: "Come promesso ho chiesto al dipartimento della Difesa di definire un piano che distrugga l'Isis, una rete di selvaggi senza legge che ha assassinato musulmani e cristiani, uomini, donne e bambini di ogni fede e credo". Il presidente ha assicurato che gli Usa lavoreranno con i propri alleati, "compresi gli amici e gli alleati del mondo musulmano, per eliminare questo vile nemico dal nostro pianeta".

Trump ribadisce la volontà di aumentare in modo cospicuo le risorse per la Difesa: "Per mantenere l’America sicura dobbiamo fornire agli uomini e alle donne del nostro esercito tutti i mezzi necessari per prevenire le guerre. E, se necessario, per combattere e vincere". Poi un passaggio sulla Nato. "La sosteniamo con forza", ma "i nostri partner devono rispettare i loro obblighi finanziari". Con una punta d'orgoglio Trump sottolinea come "dopo una discussione franca molti alleati abbiano cominciato a pagare: "I soldi stanno cominciando ad arrivare", ha detto riferendosi all'impegno pari al 2% del Pil richiesto dagli Usa.

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