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Privacy: garante, nel 2012 oltre 460 provvedimenti

Nelle prossime settimane" il Garante privacy adotterà un "provvedimento generale" sulle intercettazioni "per indicare soluzioni idonee ad elevare lo standard di protezione dei dati trattati ed evitarne indebite divulgazioni". Lo annuncia il presidente Antonello Soro, auspicando anche una revisione del "codice dei giornalisti".
Oltre 460 provvedimenti collegiali adottati; 4.183 risposte a quesiti, reclami e segnalazioni (su telefonia, credito, centrali rischi, videosorveglianza, rapporti di lavoro, giornalismo); 233 decisioni su ricorsi (specie in materia di banche e società finanziarie, datori di lavoro pubblici e privati, attività di marketing, compagnie di assicurazione, operatori telefonici e telematici); 23 pareri al Governo; 395 ispezioni; 578 violazioni amministrative contestate (in aumento rispetto alle 358 dell'anno precedente); circa 3 milioni 800 mila euro di sanzioni irrogate; 56 violazioni segnalate all'autorità giudiziaria. Queste, in sintesi, le cifre dell'attività svolta dal Garante per la privacy nel 2012. In aumento l'attività di relazione con il pubblico: rispetto all'anno precedente si è dato riscontro a circa 35.000 quesiti. Tra i principali campi di intervento, l'Autorità cita la trasparenza della P.A. online e le garanzie da assicurare ai cittadini; il fisco e la tutela delle riservatezza dei contribuenti; i social network e i problemi posti dal cyberbullismo; gli smartphone, i tablet e i sistemi di cloud computing; la tutela dei minori nel mondo dell'informazione; il telemarketing invasivo; i diritti dei consumatori; il rapporto di lavoro; le semplificazioni per le imprese; la sanità elettronica; il mondo della scuola; la propaganda elettorale; le intercettazioni; i dati di traffico telefonico e telematico; l'uso dei dati biometrici; la ricerca medico-scientifica. Particolarmente importante il lavoro relativo al mondo della Rete: il Garante ricorda di aver adottato Linee guida per il corretto trattamento dei dati per blog, forum, social network e siti web che si occupano di salute; aperto un procedimento nei confronti di Google per la gestione opaca relativa alle nuove regole privacy adottate; avviato e concluso una consultazione per regolare l'uso dei cookie da parte dei siti visitati dagli utenti. Intensa anche l'attività a livello internazionale, a partire da quella svolta nel Gruppo delle Autorità per la privacy europee (Gruppo Articolo 29). I Garanti europei si sono occupati, in particolare, del nuovo Regolamento in materia di protezione dati che sostituirà la Direttiva del 1995 e della Direttiva che dovrà disciplinare il trattamento di dati per finalità di giustizia e di polizia

Non possiamo più essere indulgenti con la violenza verbale presente nella rete". Il Garante privacy Antonello Soro dice basta agli "illeciti, tutt'altro che di opinione!" che "rischiano di rendere la rete, da potente strumento di democrazia, spazio anomico dove si può impunemente violare i diritti".

La pretesa di proteggere la democrazia attraverso la compressione delle libertà dei cittadini rischia di mettere in discussione l'essenza stessa del bene che si vuole difendere". Il Garante privacy Antonello Soro prende le distanze dal caso Datagate e sottolinea l'impegno Ue a non "rivedere al ribasso" la tutela della riservatezza.

Quando parliamo della riservatezza da garantire, credo che si debba pensare in primo luogo ai soggetti più esposti, come i ragazzi alle prese con il web: è un'urgenza che non mi stanco di sottolineare": lo ha detto il presidente della Camera, Laura Boldrini, alla presentazione a Montecitorio della relazione del Garante della Privacy.

Il diritto alla riservatezza va contemperato con altri diritti ugualmente rilevanti, come il diritto-dovere di cronaca esercitato da chi svolge attività informativa". E' un passaggio dell'intervento del presidente della Camera, Laura Boldrini, in occasione della relazione annuale del Garante della Privacy a Montecitorio. "La tutela della privacy e la protezione dei dati personali - ha detto Boldrini - non possono mai essere usati pretestuosamente per mettere ostacoli all'informazione, né possono essere addotti dalla pubblica amministrazione come ragione per evitare di fornire i dati che la trasparenza impone di rendere accessibili". Tuttavia, ha aggiunto Boldrini, "riconoscere i diritti dell'informazione non significa che in nome della cronaca possa essere travolta ogni sfera personale. Spetta alla responsabilità degli operatori dell'informazione la distinzione tra ciò che è notizia e ciò che è vicenda privata, perfino pettegolezzo".

 

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