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Il nostro Giorgio Lambrinopulos intervistato da "Mondo Greco"

Vi racconto la vostra Italia con gli occhi di un greco

Scritto da Enrico Filotico on 30 Maggio 2014. Postato in Culture

Mondo Greco incontra il giornalista della stampa estera di RomaGiorgios Lambrinopulos. Da quasi 45 anni in Italia, Lambrinopulos originario di Vitina, nel Peloponneso, si racconta e traccia un bilancio della sua attività, tra testate elleniche, collaborazione con la Fao ed incontri con i più alti rappresentanti delle istituzioni italiane, da Craxi ad Andreotti, da Cossiga a Papa Giovanni Paolo II.
Giorgio Lambrinopulos, decano della stampa  nazionale ed internazionale, ci ha fatto entrare nella sua vita privata. Il giornalista oggi al Corriere del Sud, ha vissuto la prima repubblica italiana, il governo dei colonnelli in Grecia, gli anni di Berlusconi e Renzi in Italia. Originario del Peloponneso, ma romano d’adozione, Lambrinopulos si è raccontato sulle colonne di MONDOGRECO.
E' in Italia da tanti anni ormai, possiamo dire che è parte di storia per la stampa italiana. Ma quando arrivò, che anno era e cosa la portò ad andare via dalla sua Grecia, per rischiare un’esperienza in un paese straniero?
Sono arrivato in Italia nel ‘70 e l’ho fatto per studiare. Nell’università di Atene c'erano pochi posti, e grazie al sostegno della mia famiglia scelsi di attraversare l’Adriatico. Non nascondo che in quegli anni in Grecia c’era il regime dei Colonnelli, e la situazione non era delle più semplici, ma oggi continuo a credere che quella scelta fu dettata principalmente dalla mia voglia di studiare e non dalla paura. Fu così che mi iscrissi alla facoltà di lettere di Roma.
Cosa l’ha avvicinata alla stampa nazionale prima ed internazionale poi?
Ho cominciato a lavorare in Italia nel ‘78, come secondo corrispondente di un’importante giornale greco. Questa esperienza mi ha fatto capire che la mia strada poteva essere quella dell’inviato fuori dal mio Paese. Così nel 1980 sono entrato nella stampa estera in Italia, della quale tutt’ora sono membro effettivo e per la quale negli anni ottanta ho ricoperto per tre volte la carica di consigliere nel direttivo dell’associazione. Nell'arco di questi anni  ho lavorato per vari quotidiani greci, oltre che per un’emittente radiofonica, passando per Ert 2, la tv Greca. Quella in televisione fu una bella esperienza, creammo insieme al produttore Petritsis un’importante serie televisiva di politica europea: portavamo davanti alle nostre telecamere i capi di stato da tutto il continente.
É stato grazie alla tv che ha avuto la possibilita’ di conoscere personalità politiche rilevanti del nostro Paese?
Da Roma riuscii a portare tra il 1984, fino gli anni novanta, politici  del calibro di Pertini e Cossiga, i primi Ministri Andreotti e Craxi, il Papa Giovanni Paolo II, Prodi, e altri uomini politici che attraverso il loro operato scrivevano la storia dell’Italia in quegli anni. Ora collaboro con un giornale on line, il Corriere del Sud e con una radio ellenica.
Ci racconta il suo rapporto con la FAO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura?
La mia esperienza con la FAO può che essere definita meravigliosa, mi ha arricchito e aiutato a capire la situazione drammatica che vive la popolazione africana. Ho potuto vivere tutti i loro problemi e posso solo dire che è stata molto positiva.
Dopo tante campagne elettorali italiane, sempre molto intense, c’è qualche politico che l’ha impressionata maggiormente?
Senza dubbio, data la mia età e la  mia esperienza lavorativa, non posso che parlare positivamente dei politici appartenuti alla cosiddetta prima repubblica. Ho avuto l’onore di conoscere e lavorare più da vicino con alcuni di loro, e posso dire che ci sono stati personaggi che hanno fatto grande l’Italia. La gente a mio avviso non ha ben capito il loro ruolo, e forse questo è il mio più grande rammarico. Il compito che questi uomini hanno svolto per tenere l’Italia tra i grandi è stato encomiabile. Oggi all’orizzonte non vedo personaggi di quel calibro, anche se credo sia doveroso nominare alcune figure emergenti come Renzi e Grillo, nonostante siano molto diversi tra loro. Con loro va citato anche Berlusconi, non può essere già dimenticato. Io trovo che oggi l’ex leader del PDL e Grillo siano l’unica opposizione alle politiche di rigore della Germania che impediscono l’inversione di rotta socio-economica.
Cosa ne pensa delle crisi greca e dell’avvento di Tsipras in Europa?
Alexis Tsipras è un politico di prospettiva. Potrebbe essere la novità assoluta in Europa ed anche il futuro leader in Grecia. Ho avuto l'onore di conoscerlo quando qualche mese fa ha fatto una conferenza stampa alla stampa estera qui a Roma. Ho visto che è determinato: ci crede davvero e vuole salvare la Grecia, il mio paese, dal caos che in questo momento regna sovrano. A me non piace sentire dai miei colleghi economisti che la Grecia si riprenderà nei prossimi anni, la loro è solo matematica. Oggi la gente soffre di mancanza di lavoro e i pochi che ne hanno uno, lo fanno a stipendi bassi e tasse alte. La fame, l’assistenza sanitaria pressoché nulla, queste sono cose di cui non mi piace parlare, ma che oltre l’Adriatico, sono sempre all’ordine del giorno. Non si possono dimenticare. Non è questa l’Unione Europea che volevo, non è questa l’Unione Europea che sognavo. Non posso io dare consigli ad un politico, posso però essere d'accordo con Tsipras quando dice che sarebbe meglio fare come i tedeschi. Infatti nel ’53 sotto il cancelliere Adenauer la Germania chiese la cancellazione del suo debito con gli alleati. All’epoca la Grecia rispose presente, a mio avviso è arrivata  l’ora per loro di fare lo stesso. E’ inutile riempirci solamente di armi, io la penso così, con la mia esperienza più che trentennale nel giornalismo italiano e greco, ho maturato una coscienza che mi porta ad essere molto preoccupato. Se continueremo così, l’Europa non potrà più andare avanti.
Crede di poter considerare l’Italia la sua seconda casa? Vive i problemi italiani da cittadino tricolore o da straniero in un’altra nazione?
Dopo 45 anni in Italia non posso considerarmi straniero: ho moglie e figli italiani e mi sento parte di questo Paese. La mia seconda cittadinanza è sicuramente questa, senza mai dimenticare  dove sono nato.
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