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“A che punto sono i lavori di ripristino dei sotterranei dell’ospedale San Camillo, ristrutturati e aperti nel 2011 e chiusi, in parte per un incendio e in parte per nuovi lavori di restyling, visto che ci pioveva dentro?”. Lo chiede il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che continua: “Può sembrare una richiesta oziosa, con tutte le emergenze costantemente appurate, eppure i sotterranei per il nosocomio sulla Gianicolense rappresentano una risorsa importantissima. Si pensi, ad esempio, – spiega Maritato – che il tunnel di collegamento chiuso, tra il reparto di Oncologia e la Radiologia, significa un notevole incremento di spesa per i trasporti. I pazienti infatti, che con un semplice trasferimento in carrozzella, attraverso l’ascensore e i sotterranei potrebbero facilmente arrivare a destinazione debbono, a tutt’oggi, essere trasportati per esami e accertamenti con le ambulanze interne. Questo significa attese quadruplicate – si pensi a quanti spostamenti giornalieri sono prenotati e alla scarsezza di mezzi a disposizione – disagi per pazienti fragili che debbono comunque uscire dal reparto, distrazione degli operatori-autisti e addetti al trasporto infermi che potrebbero invece essere dedicati ad altri servizi, spese di carburante e manutenzione mezzi. Insomma, un problema gestionale facilmente risolvibile, nel deserto amministrativo del San Camillo diviene una questione insolubile. Ci auguriamo – chiosa Maritato – che la Regione Lazio tenga conto di questi aspetti non proprio secondari”.

San_Rocco_1

 

Alle prime luci dell’alba del 12 Ottobre, la storica Chiesa di San Rocco all’Augusteo in Roma ha aperto le sue porte ai numerosissimi amici e devoti di del Santo della carità che da un quindicennio seguono e promuovono e vivono la spiritualità proposta dall’Associazione Europea degli “Amici di San Rocco”nata allo scopo di far conoscere alla generazione del nostro tempo l’esempio di santità di Rocco di Montpellier.

I pellegrini accolti da Fratel Costantino ,hanno vissuto una giornata ricca di preghiera e solennizzata dall’l’arrivo della statua di San Rocco proveniente dalla comunità di Seminara (RC), dall’omaggio floreale al Santo ufficiato dal sindaco di Prezza (AQ), dalle lodi recitate e guidate da Mons. Filippo Tucci e dal vice-rettore don Gianfranco Ferrigno,  che ha il momento più  solenne nella celebrazione Eucaristica presiedutada Sua Ecc.za Rev. ma Mons. Matteo Zuppi, vescovo ausiliare del centro storico di Roma, animata dalla corale di Valle Agricola (CE) diretta da don Pasqualino Rubino e concelebrata dai sacerdoti che hanno accompagnato ed incoraggiato i gruppi operanti nelle loro comunità parrocchiali a vivere insieme a tutti gli amici di San Rocco d’Italia la bellezza dello stare insieme formando una grande famiglia che si riconosce nella spiritualità rocheliana. Infine un affettuoso grazie ai bambini di Bagnoli Irpino(AV) e di Carpino (FG)che con la loro presenza e i simpatici abiti hanno impreziosito la santa Messa e la processione creando una scenografia unica  ed  originale per le vie del centro della Città eterna.

Mons. Matteo Zuppi nella sua omelia ha elogiato l’opera missionaria di Fratel Costantino, ma soprattutto ha colto e ricordato nell’omelia il senso autentico di essere veri amici di San Rocco i quali si distinguono perl’accoglienza, nelle opere di carità, nella preghiera affermando che se la nostra identità riflette La testimonianza d’amore di San Rocco di conseguenza comprenderemo l’amore di Gesù morto gratuitamente. Dietro le eroiche scelte dei santi che si sono spogliati di tutto c’è una risposta d’amore verso Gesù Cristo che si è donato senza limiti per l’umanità.

La solarità e simpatia di Mons. Zuppi ha colpito tutti i presenti , desiderosi di trovare nella sua persona un pastore che ci sostenga e ci guidi nel proseguire il cammino che l’Associazione con il suo fondatore Fratel Costantino ha iniziato con il compianto  Mons. Farina.

L’attività missionaria di Fratel Costantino che da 15 anni percorre instancabilmente le strade d’Italia e d’Europa nasce al fine di far conoscere nella Chiesa un santo dedito alla carità de i malati, fedele alla Chiesa animato nella speranza della vita eterna, ma ancora non sufficientemente conosciuto nel mondo cattolico.

Avendo come fine la diffusione del culto al Santo di Montpellier Fratel Costantino si adopera, visitando comunità, contattando parroci, operatori pastorali,confraternite,  per formare gruppi che desiderano conoscere e approfondire l’eroicità di un Santo che è stato e ancora può essere  un modello per quanti vivono nelle periferie esistenziali della nostra apostata società, dove il Cristianesimo non trova più spazio e la Chiesa unica istituzione rimasta in nome di Cristo,  impegnata nel difendere la dignità umana, viene ignorata e accusata di ingerenza dalla logica egoistica del mondo attuale che calpesta i diritti dei più diseredati a vantaggio di  pochi che detengono il potere sui più indifesi.

Dall’urgenza di recuperare il valore della solidarietà e dell’amore evangelico, l’Associazione Europea degli “Amici di San Rocco” non si scoraggia di organizzare incontri di spiritualità, di festa e di comunione fraterna per far sperimentare a quanti hanno scelto di entrare a far parte degli amici di San Rocco la gioia di condividere la fede in Gesù Cristo e nella Chiesa insieme a tante persone che, stanche di una cultura effimerache impera nel mondo, anelano a tornare e a riscoprire i valori cristiani su cui si è nata la nostra societàricordando che  dietro il suo sfacelo si cela il nostro lassismo, egoismo e il venir meno ad un’ autentica testimonianza della nostra fede.

San_Rocco_2

 

Tanti si chiedono:”Perché partire da paesi lontani e ritrovarci ogni anno a Roma e poi tornare a casa spossati dalla stanchezza?”,”Non si può pregare nella propria parrocchia o nel segreto dell’anima”; “Perché formare gruppi di preghiera?”.  Sono dubbi che nascono da chi sta modellando la coscienza secondo la visione individualista ed indifferente del mondo attuale. Solo mettendosi in cammino come San Rocco e staccare per un giorno il tran tran degli impegni quotidiani si può ritrovare il tempo per riflettere sul valore della vita, dello stare insieme, del condividere la fede con quanti hanno intrapreso lo stesso cammino spirituale. Il pellegrinaggio in pullman diventa occasione per pregare e conoscersi meglio;affrontare lunghe ore di viaggio ci accomuna all’esperienza  dell’Antico popolo dell’Alleanza, ci fa capire che la vita dei santi non è statica, ma dinamica e che siamo troppo morbosamente attaccati alla vita  terrena   dimenticando che siamo di passaggio e destinati ad una vita senza tramonto.

Solo sperimentando il sacrificio si può tentare di capire la libera sofferenza che i santi hanno offerto a Dio imitando l’amore supremo di Cristo sulla croce e senza la loro testimonianza  il mondo sarebbe già diventato un cumulo di macerie; anzi senza la loro presenza  viva ed attiva nella storia le guerre , i lager, i gulag, le persecuzioni verso i più indifesi si sarebbero triplicate e oggi non staremmo qui a raccontare l’esperienza vissuta a Roma alla sequela di San Rocco un eroe del Vangelo.

Infine non basta pregare ognuno nelle proprie case e parrocchie, ce lo dimostra il crescente numero di persone che ogni anno raggiungono i santuari o Piazza San Pietro per ascoltare le esortazioni del Vicario di Cristo; anzi è addirittura controproducente che i gruppi di preghiera associati alla nostra famiglia degli “Amici di San Rocco”non partecipino agli incontri di formazione spirituale, perché in ogni comunità è facile cadere nello scoraggiamento, trovare incomprensioni e spesso solo partecipando ai nostri raduni trova la forza interiore necessaria per superare ogni tentazione di indietreggiare, di  abbandonare una realtà spirituale che costituisce un bene per la chiesa, per diffondere il culto di San Rocco e un’opportunità in più per curare la propria anima con la preghiera e la testimonianza.

Se tanti giovani decidono di partecipare alle Giornate Mondiali della Gioventù , pieni di dubbi e spinti solo dalla curiosità, stando a contatto con migliaia di coetanei che hanno superato  momenti delicati affidandosi a Cristo, ritornano nelle loro comunità entusiasti e pronti a gridare la gioia della fede, sulla stessa onda si collocano i convegni di San Rocco. Anche un adulto che  si sente in crisi, dalla testimonianza di persone più mature nella fede può ritrovare quella luce che lo sosterrà e lo guiderà sui sentieri della vita, in cammino conSan Rocco verso Dio e così l’instancabile opera missionaria di Fratel Costantino nel preparare questi  incontri, proprio allo scopo di far rifiorire la fede in quanti l’avevano persa, non sarà stata vana.

“Ormai non si può parlare di tragica casualità o di evento avverso nella procedura assistenziale. Quello che succede al reparto Maternità del San Camillo – un tempo fra i migliori della capitale - è certamente un campanello d’allarme ed evidenzia l’inesorabile declino grande nosocomio di via Gianicolense”.  Commenta così, il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, la vicenda che ha visto coinvolta una donna che aveva deciso di ricorrere a un aborto terapeutico. “Non è la prima volta che tale intervento viene eseguito in modo maldestro, anche lo scorso anno una 24enne incorse nella stessa devastante esperienza: il feto, come nel caso attuale, non venne ben asportato e la ragazza lo espulse il giorno successivo alla dimissione dall’ospedale. Nel caso a cui ci riferiamo, che risale invece allo scorso agosto, la signora ha avuto la sconvolgente sorpresa addirittura 10 giorni dopo l’intervento. Con quali procedure si lavora nel reparto delle interruzioni? E non è tutto. Ci risulta, e non crediamo di aver avuto informazioni scorrette, che poco tempo fa una donna che attendeva due gemelli ne ha partorito uno morto mentre un altro è rimasto più giorni senza vita nel suo grembo senza che i sanitari del San Camillo si rendessero conto della grave anomalia. Non vorremmo che la penuria dei medici – di cui fra l’altro parla anche il direttore generale Aldo Morrone – abbia un’influenza nefasta sull’assistenza, destabilizzando il clima di lavoro. Ci auguriamo – chiosa Maritato – che la Regione Lazio, tra un annuncio e l’altro, prenda coscienza dei drammi che si vivono negli ospedali e nelle famiglie degli assistiti”.  

Un dodicenne perde la vista a un occhio. La vicenda risale a un anno fa

“Malasanità: uno stillicidio di eventi avversi. Non c’è mai fine agli errori medici, ormai i cittadini hanno timore ad avvicinarsi alle strutture sanitarie. Entri in ospedale, non sai se e come ne esci”. Il grido di allarme proviene dal presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, che così commenta la vicenda di un ragazzo siciliano operato all’Istituto Regina Elena. “Il giovane doveva essere sottoposto a un intervento per rimuovere un fibroma nasofaringeo, patologia benigna che, in un istituto specializzato in oncologia qual è la struttura di Mostacciano, non avrebbe dovuto presentare problemi” spiega il presidente. “Purtroppo qualcosa non è andato per il verso giusto – precisa – e non durante l’intervento ma nella fase preoperatoria. Un caso che ricorda molto la drammatica vicenda della piccola di due anni deceduta poco tempo fa al policlinico di Tor Vergata. A chi siamo in mano?” si chiede Maritato. “E, il caso ancor più grave – aggiunge il presidente – è rappresentato dal comportamento dei sanitari che, resisi conto dell’errore hanno occultato la verità con goffe spiegazioni tendenti a sminuire l’accaduto. Sembra addirittura che siano stati ‘ritoccati’ alcuni documenti relativi al consenso informato, inserendo maldestramente precisazioni circa le cosiddette ‘reazioni avverse’. Siamo vicini al ragazzo, alla famiglia e ci auguriamo che la giustizia faccia il suo corso. Naturalmente auspichiamo atti conseguenti dalla direzione dell’ospedale”.

“Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Il sindaco Marino, troppo impegnato a salvaguardare i Fori, si dimentica di altrettanto rilevanti tesori archeologici che stanno per essere colpevolmente deturpati dai soliti ‘palazzinari’ senza scrupoli, sotto lo sguardo inerte della sovrintendenza comunale”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, riferendosi alle opere di urbanizzazione previste dal programma di ‘Trasformazione urbana Grottaperfetta’ all’Ardeatino, meglio conosciuto come I-60, che prevede la realizzazione di 400 mila metri cubi di edilizia residenziale e commerciale, con 5.000 nuovi residenti e 30.000 auto in più al giorno in un’area quasi priva di mobilità pubblica. “Lo abbiamo ripetuto più volte – ribadisce il presidente – sull’area temiamo siano state commesse numerose irregolarità, prima fra tutte l’abbattimento di un casale settecentesco tutelato dalla Carta dell’Agro, poi la sparizione di un manufatto di epoca romana che forse, celava chissà quali reperti archeologici di cui non si è potuta avere traccia. Denuncio inoltre – commenta ancora Maritato – l’assoluta opacità della sovrintendenza che, pur avendo realizzato, a spese del consorzio di costruttori proprietari dell’area, numerosi volumi con la relazione scientifica relativa ai pregevoli ritrovamenti, tiene occultata tale documentazione senza mostrare alla cittadinanza tutto ciò che è stato rinvenuto. Rimanendo immutato il quadro, nonostante i vari appelli dei cittadini a sindaco, assessore, municipio VIII, se non sarà bloccato immediatamente il cantiere ci riserviamo un’azione legale contro la sovrintendenza - che non appone il vincolo indiretto ai sensi dell’articolo 46 del decreto 42 del 2004 – per omissione di atti d’ufficio. 

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