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Successo di pubblico e di risate per la commedia in vernacolo lametino “U gabbu cogghj” messa in scena dalla compagnia “Giovanni Vercillo” di Lamezia Terme. I bravissimi attori, guidati dal regista Raffaele Paonessa, non hanno infatti deluso le aspettative del numeroso pubblico che ha gremito il Teatro Grandinetti, in occasione della messa in scena della pièce, inserita nell'ambito della rassegna regionale  “Vacantiandu”, diretta da Nicola Morelli, Diego Ruiz e Walter Vasta. 

 

Applausi a scena aperta e tantissimi risate grazie al collaudato gruppo che, con grande professionalità, ha messo in scena una commedia brillante in due atti, liberamente tratta da un capolavoro di Eduardo de Filippo, che con ironia ha affrontato i temi dell’infelicità coniugale e della cecità del marito tradito. Bravi gli attori che, con ammiccamenti, pause, doppi sensi e battute esilaranti, hanno regalato oltre due ore di risate al pubblico presente, in un crescendo di comicità.

 

Bella e curata nei minimi particolari anche la scenografia, dove nulla è stato lasciato al caso. La scena, dominata dal bravissimo Raffaele Paonessa, si svolge in casa di don Peppe, che si presenta come un uomo fortunato e nessuno è più felice di lui perché ha al suo fianco una moglie che lo rispetta, che accudisce la casa e che nutre nei suoi confronti un amore senza se e senza ma. Una vita coniugale tranquilla, tra alti e bassi, lontana da qualsiasi tentazione, fino al momento in cui però l’equilibrio, solo apparente, viene turbato dall’arrivo di don Giovanni che cerca rifugio a casa di don Peppe, dopo aver ferito in piazza, durante una violenta lite, un creditore. Donna Teresa vive momenti di tormentoso conflitto, perché don Giovanni le farà riscoprire quella femminilità e sensualità che credeva ormai spente. In una cornice di matrimoni felici solo in una costruita e finta apparenza, alla fine, donna Teresa si getta passionalmente tra le braccia dell’amante, rinunciando così alla vita monotona e quieta a cui il marito l’aveva destinata.

Sul palco, insieme a Paonessa, hanno recitato Francesca Cataudo, Biagio Colacino, Giovanni Paolo D’Ippolito, Lidia Macrì, Gianluca Muraca, Gennaro Palmieri, Pino Persico e Luisa Vaccaro.



 

 

Il 3 marzo a Catanzaro presso il Museo Storico Militare "Brigata di Catanzaro" (MUSMI), si è inaugurata la mostra sulla Grande Guerra che prevede l'esposizione di numerose tavole illustrate del pittore ed illustratore Achille Beltrame, pubblicate settimanalmente dalla "Domenica del Corriere" nel periodo 1914-1918.

L'evento è stato organizzato dalla Delegazione interprovinciale Catanzaro-Vibo Valentia dell'Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon (I.N.G.O.R.T.P.), in stretta collaborazione con il Lions Club Squillace Cassiodoro e con l'associazione "Calabria in Armi".

La mostra è stata inaugurata con un partecipato incontro sul tema: "La Grande Guerra – Il Contributo della Calabria" che ha registrato l'importante e qualificata presenza del Presidente Nazionale del prestigioso ed antico Istituto Cap. di Vascello Ugo d'Atri.

I lavori sono stati moderati da Floro De Nardo, Ispettore per la regione Calabria dell'I.N.G.O.R.T.P, che nell’occasione ha tracciato le varie iniziative poste in essere in Calabria da parte delle Delegazioni sotto la sua direzione.

Al Dottor Giacomo Mannino, Delegato per le province di Catanzaro e Vibo Valentia è stato affidato il compito di introdurre i lavori:

La mostra si ispira alle immagini per raccontare la storia e per rimarcare la generosità, lo spirito di sacrificio, il senso di appartenenza che animò cento anni fa tutto un popolo; il popolo italiano.

Un’Italia giovane, da poco più di un cinquantennio unita sotto la corona sabauda, si affaccia, per la prima volta, in un conflitto che assurge a dimensioni mondiali; lo farà da protagonista e vincerà. E la Calabria?

Nel primo conflitto mondiale la nostra regione si attesta tra quelle con il maggior numero di soldati morti, in relazione al numero dei mobilitati.

Oggi, si parlerà di un’Italia che, nel momento più difficile, grazie al suo popolo, ai nostri avi,  riuscì a risorgere dalle ceneri di Caporetto ed a rinascere come una fenice a Vittorio Veneto.

 

I relatori, la D.ssa Caterina Urzino (Guardia d’Onore del Pantheon) ed il Generale di Divisione (aus) Pasquale Martinello, Presidente dell'associazione "Calabria in Armi", già Comandante del Comando Militare Esercito Italiano "Calabria" hanno trattato rispettivamente sui seguenti temi: Le donne e la 1a Guerra Mondiale" e "Il contributo della Calabria alla Grande Guerra".

Le donne, quindi, dovettero colmare i vuoti lasciati dagli uomini; infermiere, operaie, contadine, guidarono treni, tram, spensero incendi, crebbero da sole i propri figli, combatterono un’altra guerra non meno faticosa ed estenuante.

Donne ed uomini d’Italia, italiane ed italiani combatterono gli uni  accanto agli altri in quella che molti definiscono l’ultima guerra di indipendenza.”

Così la D.ssa Urzino in una rapida e crescente successione di protagoniste della Grande Guerra ha ricordato l’opera delle Regine Elena e Margherita, il coraggio delle portatrici carniche, l’impiego della spia italiana in territorio austriaco  Luisa Zeni, il tentativo di arrivare al fronte di Gioconda Sirelli di Milano e Luigia Ciappi di Rosarno (Rc), il contributo  della maestra Caterina Saccà, di Palmi (Rc), le gesta dell’Infermiera Volontaria Ina Battistella, chiosando, infine, con un invito: “dobbiamo ritornare ad essere orgogliosi di essere italiane ed italiani, fieri di essere donne e uomini della Calabria

Il Generale di Divisione Martinello esponendo l’impiego delle varie Brigate “calabresi” ha desiderato rimarcare che “Quello che i calabresi hanno dato alla Grande Guerra in termini di vite umane è stato un contributo importante come importanti sono state le motivazioni che hanno accompagnato la consegna delle medaglie al valore  ai militari ed ai Reparti. Motivazioni che fanno meglio comprendere la passione e la dedizione che ci hanno messo”.

Emozionante, poi, il richiamo del Generale Martinello al Capitano Nazzareno Cremona, originario di Monteleone, che ispirò Giuseppe Ungaretti nella poesia “il Capitano”.   

I lavori sono proseguiti con il saluto del past President del Lions Club Squillace Cassiodoro Mercurio Marceca che ha evidenziato il valore sociale di ripercorrere la storia approfondendone gli aspetti per poter meglio comprendere l’attualità.

Le conclusioni sono state affidate al Presidente dell'I.N.G.O.R.T.P. Cap. di Vascello Ugo d'Atri.

Non una commemorazione di quella che è stata la Grande Guerra ma una celebrazione di un periodo tragico ma glorioso della nostra nazione. Una testimonianza di riconoscenza a quegli italiani che cento anni fa parteciparono con energia a quello che fu un sacrificio collettivo”, così ha concluso il Presidente dell’I.N.G.O.R.T.P. Cap. di Vascello Ugo d'Atri dopo aver ripercorso gli eventi accaduti durante la Grande Guerra soffermandosi in particolar modo sul Convegno di Peschiera dove il Re Vittorio Emanuele III impose la linea del Piave..

L'evento è stato arricchito dall'esposizione di copie originali della "Domenica del Corriere" e di cimeli militari provenienti dalla collezione privata della Guardia d'Onore Scelta Santo Amelio, nonché dall'esecuzione a cappella di canti della Grande Guerra, a cura di una corale mirabilmente diretta dalla Guardia d'Onore Giorgio Versea, con la partecipazione straordinaria del tenore Francesco Carmine Fera e del soprano Annamaria Bagnato.

L'iniziativa, patrocinata dal Consiglio regionale della Calabria, dalla Provincia di Catanzaro e dal Comune di Catanzaro, è stata inserita nel calendario ufficiale delle iniziative legate alle commemorazioni per il Centenario della Prima Guerra Mondiale della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale, che l'Italia sta programmando, in linea con le commemorazioni che si stanno svolgendo in tutti i paesi coinvolti nell'evento bellico e che hanno preso parte al conflitto contro l'impero austro ungarico nel 1915 e contro la Germania nel 1916, tenuto conto della valenza sovranazionale ed europea dell'evento e delle conseguenze che comunque si sono avvertite nel paese dal 1914 in poi.

La manifestazione ha suscitato l’interesse di molti Istituti Scolastici che visiteranno la mostra nel periodo di esposizione tra i quali si segnalano l’IIS Petrucci – Ferraris – Maresca e dell’ITAS Chimirri che con una nutrita compagine di alunni accompagnati dai propri docenti hanno reso ancora più ricca di significato la manifestazione; auspicio espresso, tra l’altro, nel messaggio augurale di S.A.R. Vittorio Emanuele di Savoia inviato direttamente da Ginevra per l’occasione e letto all’inizio dei lavori dal Delegato Giacomo Mannino.

 

Nella sala multimediale dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, si è tenuto recentemente un corso di formazione destinato agli Operatori sanitari di tutta la Regione Calabria afferenti ai Servizi di controllo preposti alla gestione delle allerte alimentari, dei mangimi e dei materiali  contatto con alimenti.

L’evento, che ha registrato  la partecipazione di n. 82  Operatori afferenti al Servizi Igiene Alimenti e Nutrizione e Veterinari Area B e C di tutta la Regione, è stato organizzato dalla Task Force Veterinaria del Dipartimento Regionale Tutela della Salute e del Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione dell’Azienda Sanitaria di Catanzaro, grazie anche al supporto tecnico-amministrativo  dell’Ufficio Acquisizione  Beni e Servizi della stessa ASP.

Nel corso delle due giornate formative i docenti, Dr. Mario Massaro e Dr.ssa Loredana Iuliano, del Servizio nazionale delle allerte alimentari, hanno brillantemente analizzato il nuovo sistema per la gestione delle Allerte, illustrandone le diverse applicazioni e i collegamenti con le normative Europee e le nuove disposizioni Ministeriali.

“Tutti i giorni - sottolinea il dott. Francesco Faragò, Direttore dell'unità operativa Igiene degli Alimenti e della Nutrizione dell'ASP di Catanzaro - ambito territoriale di Catanzaro - apprendiamo dai mass media informazioni in merito alla individuazione di prodotti alimentari dannosi per la salute umana, banditi dal consumo dalle Autorità sanitarie”. “Tutto ciò sta a significare – spiega il dott. Faragò - non solo che possono arrivare al commercio prodotti che mettono a rischio la salute della gente, ma anche che è vigente nella Comunità Europea  un sistema di tutela della salute particolarmente efficace  per individuare i prodotti non idonei, rintracciarli in tutti i punti vendita  ed escluderli velocemente dal commercio. Molto spesso ciò avviene prima ancora che gli alimenti non idonei fuoriescano  dagli stabilimenti di produzione.”

Questa organizzazione avanzata di tutela del consumatore è stata introdotta dal Regolamento Comunitario n. 178 del 2002 e prende il nome di sistema di Allarme Rapido per Alimenti e Mangimi (RASFF), una rete di comunicazioni che coinvolge tutti gli Stati membri della Comunità Europea, al fine di notificare in tempo reale i rischi diretti o indiretti per la salute pubblica connessi al consumo di alimenti, mangimi, materiali e oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti.

Il sistema succitato può funzionare efficacemente grazie all’obbligo della rintracciabilità dei prodotti alimentari e dei mangimi, anch’essa introdotta dal Regolamento 178/2002, e all’utilizzo di un sistema informatico che è sottoposto ad una revisione continua per migliorarne l’efficacia ed elevare sempre più il livello di tutela dei consumatori. La versione più aggiornata di detto sistema informatico prende il nome di “IRASFF” la cui corretta applicazione richiede una formazione   adeguata ed aggiornata  per il  personale degli  Organi di controllo preposti.

Nell’ambito del Corso di perfezionamento in “Criminologia e Ricerca sociale” dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, è stato presentato il libro di Mario Caligiuri “Intelligence e magistratura. Dalla diffidenza reciproca alla collaborazione necessaria” (Rubbettino, 2017). L’evento è stato organizzato in collaborazione con l’associazione forense “Diritto di difesa” e accreditato presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro,. La manifestazione si è svolta presso la Sede di Sociologia dell’Unione “Magna Grecia” di Catanzaro ed è stata avviata dai saluti di Geremia Romano, Direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’ateneo catanzarese e da Paolo Piccinini, segretario dell’associazione “Diritto di difesa”. “E’ un’iniziativa di cui siamo molto orgogliosi, anche perché il tema dell’intelligence – ha ricordato Romano – si collega con gli interessi delle scienze giuridiche e di quelle sociologiche che, insieme a quelle  economiche, rappresentano le tre anime del nostro Dipartimento”. Moderati da Luigi Mariano Guzzo, dottorando di ricerca in Diritto ecclesiastico, i lavori sono stati introdotti da Cleto Corposanto, direttore del Corso in “Criminologia e Ricerca sociale”, che ha ricordato il merito di Mario Caligiuri di “essersi adoperato da anni per  fare assumere all’intelligence la dignità di disciplina accademica”.

Ha svolto la prima relazione Francesco Iacopino, penalista del Foro di Catanzaro seguita da quella di Domenico Guarascio, Sostituto procuratore della Repubblica della DDA di Catanzaro. Per Iacopino, “è importante una riflessione collettiva sull’Intelligence, nella consapevolezza che Intelligence e magistratura hanno la loro precisa e distinta autonomia“. Bisogna superare – ha detto – un’impostazione ‘carcerocentrica’ in cui si ritiene erroneamente che maggiore sicurezza si possa assicurare solo con maggiore ricorso agli arresti”. Il procuratore Guarascio ha poi sottolineato che “pur essendo necessaria un’osmosi costruttiva tra Intelligence e magistratura, l’unica collaborazione che può verificarsi è quella culturale e formativa, avendo riguardo della diversa geometria dei poteri nella democrazia costituzionale”.

Nel tirare le somme conclusive dell’evento, Mario Caligiuri ha messo in evidenza che con questa iniziativa si “rafforzano ulteriormente i collegamenti tra le università calabresi”. “Per anni l’Intelligence – ha affermato – è stata vista come un luogo oscuro dello Stato. Rappresenta invece uno strumento necessario per la sicurezza della democrazia. Intelligence e magistratura sono ambiti distinti che possono però trovare forme di collaborazione per contrastare efficacemente le mafie e il terrorismo islamico, che rappresentano pericoli gravissimi per le democrazie.

Il pomeriggio di lunedì 19 febbraio sport e musica entrano nel carcere di Catanzaro.

Presso la Casa Circondariale di Siano infatti una delegazione del Comune di Catanzaro ha consegnato ai detenuti delle divise sportive, a sostegno dell’attività svolta in Istituto: la squadra del carcere “Ugo Caridi” è iscritta da tempo ad un campionato di calcio amatoriale e settimanalmente gioca “in casa” le partite del calendario.

 Presenti il presidente del Consiglio Comunale Marco Polimeni, l’assessore alle politiche sociali Lea Concolino, i due consiglieri Luigi Levato e Giulia Procopio.

“Il legame con il territorio” ha affermato la direttrice della Casa Circondariale di Catanzaro, Angela Paravati “va rafforzato, perché il carcere deve essere anche un servizio sociale ed in un certo senso deve essere considerato dalla comunità cittadina come “un quartiere”  particolare, da coinvolgere comunque, in determinate iniziative, per favorire il reinserimento della popolazione detenuta: l’integrazione si realizza anche attraverso l’attività della raccolta differenziata e attraverso la tutela delle aree verdi, che stiamo cercando di portare avanti”. Il presidente Polimeni ha sottolineato la volontà del Comune di essere vicino a questa realtà per farla sentire “parte” della città di Catanzaro.

 Il Comune di Catanzaro ha patrocinato inoltre lo spettacolo musicale andato in scena nel pomeriggio, alla presenza della delegazione comunale, della polizia, di molti detenuti nonché  dell’Associazione Gadit, Guardie ambientali d’Italia, che ha sostenuto l’iniziativa, presente nelle persone del comandante Ronaldo Marra, del presidente Antonio Formisano e dell’ispettore Salvatore Nardini.

Note canzoni della musica italiana degli ultimi decenni, tra cui cover di brani di Fiorella Mannoia e di Mina, hanno riempito per qualche ora spazi in cui in genere il tempo è scandito da attività di studio e di lavoro, rigorosamente pianificate; se da un lato lo sport praticato in carcere riesce a portare per qualche ora le menti delle persone “fuori” dai confini dell’istituzione carceraria, allo stesso modo la musica riesce a portare “dentro” un po’ di ciò che è rimasto aldilà delle sbarre.

 

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