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Il sabato 29 ottobre, si terrà la cerimonia di premiazione alle ore 10.30, in Palazzo Vecchio (salone dei Cinquecento), a Firenze, alla presenza di autorità civili, militari e religiose...in questa XXXIII edizione del Premio Istituto Scudi di san Martino ,che ha come finalità quello di “incrementare gli atti di solidarietà umana attraverso un riconoscimento a coloro che si sono distinti per impegno, spirito di sacrificio e coraggio a favore dei più deboli, dei bisognosi e delle persone in grave pericolo”...tra i premiati di sabato ci saranno anche due personalità greche:

Evangelos Avgoulas, giovane avvocato di Atene che, cieco, ha fatto della sua disabilità uno strumento di aiuto e sostegno ad altre persone non vedenti per la loro integrazione nel mondo del lavoro e dello studio  e

Evangelos Kekatos, vicesindaco di Cefalonia, che riceverà il riconoscimento per ciò che i cefaloniti fecero nel 1943 a favore dei soldati italiani della Divisione Acqui. Lui stesso, attraverso varie iniziative culturali, da tempo è impegnato a far conoscere e a testimoniare il valore della Solidarietà, tra le altre anche al Parlamento europeo nello scorso giugno 2013

L’Istituto Scudi di San Martino è stato costituito a Firenze nel 1983, su ispirazione di Roberto Lupi (attuale presidente) e, in questi anni, ha riunito attorno alle proprie finalità varie Istituzioni cittadine, regionali e nazionali, ovvero: incrementare gli atti di solidarietà umana attraverso un riconoscimento a coloro che si sono distinti per impegno, spirito di sacrificio e coraggio a favore dei più deboli, dei bisognosi e delle persone in grave pericolo. 

Dal 1984, ogni anno, il sabato più prossimo all’11 novembre, giorno dedicato a San Martino, si svolge, nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze, la cerimonia solenne nel corso della quale, vengono assegnati gli scudi in argento, quelli in bronzo e gli attestati di benemerenza a persone ed enti che si sono particolarmente distinti per atti di generosità e solidarietà in Italia e all’estero.

Le Autorità civili, religiose e militari partecipano sempre alla cerimonia.

La Presidenza della Repubblica per due volte (2011 e 2012) ha consegnato all’Istituto Scudi di San Martino un’onorificenza di alto prestigio: la medaglia del Capo dello Stato come riconoscimento di rappresentanza e partecipazione alla cerimonia.

Nel Novembre del 1986, il vice sindaco di Tour (Francia), durante una cerimonia religiosa ha donato la terra della sua città al parroco della Chiesa di San Martino alla Palma, località alla periferia di Firenze (Lasta a Signa, dove ha la sede legale l’Istituto), in segno di fratellanza con l’Istituto stesso. Anche Giovanni Paolo II, lodando l’iniziativa, aderì al sodalizio come membro onorario.

Nel 1987, tra gli insigniti, figurarono anche i Vigili del Fuoco di Chernobyl.

Ancora nel 1987 nacque la prima Delegazione estera dell’Istituto con sede a Losanna (Svizzera) con il compito di promuovere gli ideali dell’istituto e inviare segnalazioni di meritevoli che si siano distinti in atti di solidarietà. Attualmente, L’Istituto conta numerose delegazioni in Europa, Asia, Africa, Stati Uniti e America Latina.

L’Istituto Scudi di San Martino è anche promotore di attività benefiche per la raccolta di fondi a favore di persone che si trovano in difficoltà e/o con la necessità di risolvere problemi molto gravi. Con questo spirito vengono organizzate serate speciali per la raccolta fondi a favore di altre Associazioni benefiche o per finanziare atti solidali: tra i vari esempi,  l’evento organizzato a favore dell’Associazione Pollicino onlus di Lastra a Signa che, da molti anni, aiuta i bambini nati con malformazioni e problemi di salute in seguito al disastro di Chernobyl, e la raccolta fondi per operare un bimbo di Tunisi che, a causa di un grave incidente, perse l’uso di entrambe le mani, oggi riacquistata grazie ad un intervento medico operato a Careggi.

L’Albo d’Oro dell’Istituto Scudi di San Martino vede varie associazioni che si sono distinte per il loro impegno a favore dei più bisognosi attraverso un lavoro continuativo, membri appartenenti ai vari corpi istituzionali dello Stato, personalità note impegnate in progetti di solidarietà.  Tra questi, il dottor Carlo Urbani, specializzato in malattie infettive, che ha dedicato la sua vita, nel vero senso della parola, alle ricerche sulla “Sars”.

Tra gli insigniti anche Madre Teresa di Calcutta, S.M. Ranya al-abdulah regina di Giordania per il suo impegno a favore dei bambini, delle donne ed i giovani della sua nazione, Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, i Vigili del Fuoco di New York e quelli di  Chernobyl.

le motivazioni con le quali i nostri due amici greci riceveranno il riconoscimento  :

Evangelos Avgoulas

La nostra società, così perfetta, con difficoltà riesce a cogliere il valore della disabilità ed è assai facile cadere nella retorica delle frasi fatte allorché l’incontro con questo tema ci sollecita qualche risposta.

L’esempio che Evangelos Avgoulas propone con la sua vita ribalta totalmente l’approccio alla disabilità.

Non vedente, Evangelos Avgoulas ha affrontato ed affronta la sua disabilità con coraggio e fiducia nella vita. Giovanissimo, nato nel 1988, è oggi avvocato e politico, collabora con il Ministro degli Interni e della Riforma Amministrativa; lavora per favorire la partecipazione dei disabili (particolarmente le persone cieche) alla vita civile (nel lavoro e nello studio) e per sensibilizzare su importanti questioni avvalendosi del mondo della comunicazione (radio e media online). Per tutto ciò Evangelos Avgoulas costituisce un esempio eccellente di solidarietà nel nostro tempo.

Comune di Cefalonia – Evangelos Kekatos

I fatti della storia non possono essere cambiati: l’isola greca di Cefalonia venne invasa dalle truppe italiane nel 1941.

L’8 settembre 1943 mutò il destino dei soldati italiani e gli invasori della Divisione Acqui, massacrati dall’esercito tedesco per il loro fiero no alla resa, trovarono nel cuore generoso e solidale della popolazione di Cefalonia un appoggio vero, un rifugio sincero e una protezione incondizionata che seppe curare i feriti, nasconderli e nutrirli… in molti casi anche pagando con la  vita la generosità di quegli atti.

Nei giorni in cui l’odio, il terrore e la morte stavano prendendo il sopravvento, Cefalonia, nonostante fosse un’isola invasa dalle truppe italiane, seppe donare una grande e generosa solidarietà ai soldati italiani; non chiuse la propria porta dinanzi alla sofferenza altrui, ma – coraggiosamente ed apertamente – in quei tragici momenti aiutò gli Italiani ex-invasori, senza preoccuparsi del colore della loro divisa ma vedendo in loro solo degli uomini.

Evangelos Kekatos, attuale vicesindaco, orgoglioso figlio di Cefalonia, da tempo onora la Memoria dell’esempio cefalonita proponendo all’attenzione internazionale il valore della Solidarietà, con vari progetti culturali, nella convinzione che solo la Solidarietà è la più importante caratteristica umana, ciò che rende l’uomo davvero Uomo.

“La Russia torna una superpotenza”. Questa tesi è stata proposta l’11 settembre scorso da l Independent , non certo un quotidiano filorusso. Secondo il giornale britannico, Mosca è riuscita a “sfruttare” la crisi in Siria per ritagliarsi quel ruolo di superpotenza che aveva perso nel 1991 in seguito al disfacimento dell’Unione Sovietica.

La Russia, inoltre, è riuscita a “blindare” il Raìs siriano.Secondo quanto stabilito dalla tregua, infatti, “Washington e Mosca si coordineranno per condurre attacchi contro Isis e il Fronte fatah al Sham. E solo dopo un periodo di stop ai combattimenti si potrà pensare a una transizione politica per trovare una soluzione duratura al conflitto”. Tradotto: prima si pensa a bonificare la Siria dai jihadisti e poi al futuro di Assad. Esattamente il contrario di quello che voleva Washington.

Come? Costringendo gli Usa a fare quello che mai avrebbero pensato di fare, ovvero bombardare i terroristi di Jabath Fatah al Sham, gli ex qaedisti di Al Nusra insomma. Un fatto non da poco se si considera che più di una volta l’amministrazione americana ha pensato di usare questi terroristi tanto da volerli “ribattezzare” per combattere contro Bashar Al Assad.

Mentre i Sukhoi solcavano i cieli siriani, la diplomazia di Mosca ha continuato a lavorare alacremente, riportando sui loro passi sia Recep Tayyip Erdogan che Barack Obama. Putin si ritagliava così un ruolo fondamentale in Medio Oriente.

Intanto la Spagna è nell’occhio del ciclone per l’assistenza che si appresta a fornire al gruppo da battaglia della portaerei Admiral Kuznetsov. Tra poche ore, dopo aver attraversato lo stretto di Gibilterra, la flottiglia russa composta da otto unità, raggiungerà il porto di Ceuta, enclave spagnola in Nord Africa, per fare rifornimento di viveri e carburante. Soltanto le navi logistiche e la petroliera (circa 3.750 tonnellate di combustibile) a supporto del gruppo da battaglia dovrebbero attraccare nel porto di Ceuta. Dopo la sosta, la flottiglia russa riprendere la navigazione fino a raggiungerà la sua posizione d’attacco nel Mediterraneo orientale. I raid dovrebbero iniziare entro la prima settimana di novembre.

La questione del porto di Ceuta è particolare. Tecnicamente non rientra nei trattati della Nato. La Spagna rifornisce regolarmente le navi da guerra russe nel porto franco del Nord Africa fin dal 2010, anno in cui è stato aperto al supporto logistico per le navi delle altre nazioni. Sarebbero circa cinquanta le unità russe tra sottomarini, fregate, cacciatorpediniere, navi da assalto anfibio ed ausiliarie che dal 2010 hanno fatto sosta a Ceuta.

“Madrid deve ripensare alle sue prossime azioni – ha affermato Jens Stoltenberg, Segretario Generale della Nato – quel gruppo da battaglia potrebbe essere utilizzato per intensificare i raid aerei sulla città assediata di Aleppo dove sono intrappolate 275.000 persone”.

Dopo la fine della Guerra fredda, Mosca perse l’accesso a molte delle basi straniere e strutture portuali su cui le forze armate russe facevano  affidamento per la proiezione globale. L’accesso al porto spagnolo di Ceuta è vitale per mantenere la presenza navale russa nel Mediterraneo occidentale e nel nord-est dell’Atlantico. Da rilevare il rapporto che lega i due Paesi. Basti pensare, ad esempio, il ruolo delle società spagnole politicamente ben collegate presenti in Russia come Talgo, Iberdrola e Repsol. La questione di Ceuta, quindi, andrebbe letta in chiave tecnica, economica e con evidenti connotazioni politiche.

Secondo la Russia, la sosta delle unità navali, autorizzate caso per caso dal Ministero degli Esteri spagnolo, non violano il regime di sanzioni UE ed avvengono nel rispetto della normativa internazionale e nazionale. Il governo spagnolo rispetta scrupolosamente le sanzioni dell’Unione europea, ma cerca di mantenere le migliori relazioni possibili con la Russia. L’ultima dimostrazione è l’invito di Mosca, esteso a Madrid, per partecipare al gruppo internazionale di mediazione nella guerra siriana. Per Mosca, la sosta di Ceuta è semplice routine, da considerare come una formale questione commerciale. Non è insolito per le navi della marina russa rifornirsi in altri paesi della NATO, come Grecia ed Italia.

Ma che “La Russia torna ad essere una superpotenza”.non si pensi che tutto questo sia frutto del caso. Basterebbe leggere il discorso che Putin ha fatto alla 70esima assemblea delle Nazioni Unite per rendersene conto. In quell’occasione infatti il leader russo ha invocato una “larga coalizione internazionale contro il terrorismo. Simile alla coalizione contro Hitler, questa potrebbe unire una larga porzione delle forze che sono desiderose di resistere con risolutezza a coloro che, come i Nazisti, seminano malvagità e odio per l’umanità”.

In questo senso il leader russo invitava a dimenticare la vecchia contrapposizione nata con la Guerra fredda, per un approccio più pragmatico di fronte ai problemi mediorientali. Una visione che, seppur imposta da Mosca, sembra esser stata accettata a malincuore? anche dagli Usa. 

 

Tutto pronto in Puglia dunque per la XXIV Convention Nazionale delle Guide Ambientali Escursionistiche. Dal 16 al 20 Novembre, il Parco Nazionale del Gargano, ospiterà briefing stampa, conferenze, escursioni irripetibili. Si partirà da una location originale quale l’Oasi del Lago Salso sul Golfo di Manfredonia. Ci saranno i Parchi Nazionali, i vertici nazionali della Federparchi, delle aziende e società più importanti del settore turistico. Protagonisti saranno i luoghi affascinanti del Parco Nazionale del Gargano attraversati dalle guide escursionistiche con spettacolari escursioni.

 

Cosi a 9 anni dall’incendio del Gargano giungeranno in quei luoghi, in alcuni casi anche a piedi centinaia di guide ambientali escursionistiche italiane da tutta Italia. Nel 2007 fu l’apocalisse, morirono persone, danni ingenti con scene che davvero fecero il giro del mondo. Fu un dramma ambientale e per bambini, adulti, anziani, gente che scappava verso il mare per salvarsi, molti erano stranieri. I danni ambientali furono enormi. Nessuno mai dimenticherà l’incendio del Gargano in Puglia, a Peschici. 

 

A distanza di 9 anni da quell’evento centinaia di Guide Ambientali Escursionistiche Italiane giungeranno da tutta Italia nel Gargano, alcune a piedi da regioni diverse. Abbiamo scelto proprio quei luoghi per dare un segnale forte e lanciare il PATTO PER IL TERRITORIO ITALIA

 

Lo ha annunciato al Corriere del Sud Stefano Spinetti, Presidente dell’Associazione Italiana di categoria delle Guide Ambientali Escursionistiche - che sono migliaia in tutta Italia. Esperti in grado di spaziare dalle geoscienze alla narrazione culturale e sociale del territorio, vere sentinelle. Sarà il Gargano a ospitare la XXIV Convention Nazionale delle Guide Italiane, in programma dal 16 al 20 Novembre lungo la costa pugliese. Ci saranno i Parchi Nazionali per un evento importantissimo, unico, irripetibile.

 

“Nel Gargano lanceremo il Manifesto per il Turismo Ambientale, settore che in Italia è in crescita, con il Patto per il Territorio. L’allarme che urliamo è forte. Infatti in Italia aumentano sempre più i borghi fantasma - ha proseguito Spinetti - centri storici di grande valore che man mano si stanno completamente svuotando. I centri minori stanno rischiando di perdere capacità di produrre reddito e ricchezza locale. Il territorio sta perdendo quelle figure che storicamente lo controllavano, lo conoscevano e lo vegliavano. Pastori, forestali, casari, agricoltori, tutti primi testimoni del territorio che occupavano tendono oggi a scomparire lasciando tali luoghi senza guardiani, senza persone che vivendo il territorio erano in grado di capirne lo stato di salute, di conservazione e segnalarne le criticità. 

 

Le Guide Ambientali Escursionistiche continua Spinetti, invece stanno compiendo il passo inverso. Noi siamo già sul territorio e per lavoro ma anche per scelta di vita frequentiamo l’Italia detta minore in modo massiccio, capillare e interessato. In ogni paesino italiano c’è sempre una Guida Ambientale Escursionistica. Ogni anno spendiamo centinaia di giornate su sentieri, sulle strade bianche delle coste, nei fondovalle che lasciati soli, trovano nelle Guide ambientali dei veri e propri paladini non solo culturali. I Parchi naturali, le aree protette in genere, sono le principali porzioni di territorio che subiscono questa migrazione e impoverimento. È ipotizzabile, dato il ruolo di “guardiano del territorio”, un inserimento delle Guide o della sinergia che proponiamo, come strumento di controllo del territorio, in ambito di “Casa Italia”, lo strumento di Unità Nazionale per la difesa del territorio.

 

Casa Italia è una grande opportunità perché può essere uno strumento di Unità Nazionale per la difesa del territorio e le Guide possono esserne parte integrante in quanto hanno già il ruolo di “guardiani del territorio”. La figura professionale della Guida Ambientale Escursionistica è sul territorio ed è fondamentale per una politica di messa in sicurezza. Possiamo essere i guardiani dell’Italia dei luoghi definiti minori e che invece producono milioni di turisti e tanto PIL. I dati del 2015 parlano di ben 3 milioni e 400 mila turisti accompagnati dalle Guide Ambientali Aigae, con un indotto turistico che ha fatturato 50 milioni di euro in un solo anno. La nostra figura professionale riconosciuta già dal Governo e con una legge nazionale è totalmente diversa dalle Guide Alpine in quanto siamo geologi, biologi, archeologi, naturalisti ed operatori turistici. Noi narriamo il territorio nel suo insieme spaziando dalle geoscienze, dalla geomorfologia all’ambiente tutto. In ogni paesino italiano c’è già una Guida Ambientale Escursionistica che vive e fa vivere il territorio”.

È iniziato con un saluto di Antonio Mondelli, responsabile cittadino del Comitato «Difendiamo i nostri figli», l’incontro sul tema «L’Italia del Family Day dinanzi alla trappola del referendum» tenutosi Sabato 22 ottobre a Napoli, presso la sala Sisto V del complesso monumentale San Lorenzo Maggiore. 

«L’Italia del Family Day», che è anche il titolo del libro-intervista presentato per l’occasione, è quella scesa in piazza numerosa il 20 giugno 2015 e il 30 gennaio 2016 – l’ordine di grandezza riconosciuto dai suoi avversari è di varie centinaia di migliaia di persone nel primo caso e di più di un milione nel secondo – contro il riconoscimento giuridico delle «unioni civili», l'introduzione della cosiddetta stepchild adoption e l’indottrinamento forzato della teoria del gender nelle scuole italiane di ogni ordine e grado.

Il referendum, invece, è quello che, il prossimo 4 dicembre, chiamerà il popolo italiano a esprimersi sulla riforma costituzionale proposta da Matteo Renzi e da Maria Elena Boschi.

Ha coordinato i lavori della mattinata il magistrato Domenico Airoma, vicepresidente del Centro Studi Rosario Livatino e reggente regionale di Alleanza Cattolica, reduce dal convegno tenutosi il giorno prima a Roma, nell’Aula dei gruppi a Montecitorio,  dal titolo Coscienza senza diritti. Il giudice Airoma ha spiegato come la Costituzione abbia già subito varie riforme nel corso della storia repubblicana, ma mai della portata istituzionale di quella oggi in discussione: «La sua formulazione» ha spiegato «tradisce fretta e approssimazione». Non ogni cambiamento – ha osservato il procuratore aggiunto del Tribunale Napoli Nord, evocando un suggestivo brocardo partenopeo –, foss’anche all’insegna del risparmio di denaro pubblico, si traduce in guadagno.

È poi intervenuto Alfredo Mantovano, giudice della Corte di Appello di Roma, che è entrato nel dettaglio della riforma costituzionale – schierandosi francamente, come del resto gli alti relatori, dalla parte del NO in merito alla prossima consultazione referendaria – mettendone alla berlina i punti oscuri: per esempio, il nuovo Senato, composto da sindaci e da consiglieri regionali scelti con criteri ancora da chiarire, sarebbe chiamato a ratificare, non si sa bene a che titolo, i trattati internazionali relative all’appartenenza dell’Italia all’Unione europea. A dire di Mantovano – ma è lo stesso Renzi ad averlo sostenuto – l’impianto della riforma è ispirato al superamento in sede decisionale delle «forme di intermediazione». Sicché, la vittoria del SI’ permetterà al Governo e a un Parlamento (dall’opposizione assai ridimensionata), di operare senza dover fare i conti con le eventuali «resistenze» del corpo sociale.

Ha concluso i lavori Massimo Gandolfini, responsabile nazionale del Comitato «Difendiamo i nostri figli», che ha spiegato come la famiglia tradizionale, quella per intenderci formata da un marito (maschio), da una moglie (femmina) ed eventualmente da figli (non acquistati, come quelli di Elton John o di Nichi Vendola), ha molto da perdere con la vittoria del SÌ: la concentrazione del potere in mano di un numero ancor più ristretto di persone, peraltro prono ai poteri forti che promuovono le «colonizzazioni ideologiche» denunciate da papa Francesco, porterà a un approvazione-sprint di tutte le proposte di legge volte ad attuare una rivoluzione antropologica in senso anticristiano e antiumano: la legalizzazione dell’eutanasia e delle droghe, nonché la famigerata proposta di legge Scalfarotto che, arresasi temporaneamente dinanzi alla protesta silenziosa delle Sentinelle in Piedi, prevede condanne penali per gli «omofobi», ovverosia per chiunque sposi pubblicamente le opinioni espresse da san Paolo a proposito della sodomia oppure osi affermare che un bambino cresce meglio con un papà (maschio) e una mamma (femmina).

 

Diverse persone sono rimaste ferite per un'esplosione nella zona portuale di Ludwigshafen utilizzata dal colosso chimico Basf, nel sudovest della Germania. Lo rende noto una portavoce della società, secondo quanto riferisce la tv regionale pubblica Swr, senza precisare il numero dei feriti. Secondo il sito della città, ci sarebbero anche alcuni dispersi.

Due differenti esplosioni, una dopo l'altra, hanno colpito due impianti chimici del gigante tedesco Basf. In due città distanti a una trentina di chilometri l'una dall'altra, Lampertheim e Ludwigshafen, nell'ovest della Germania, si sono alzate in cielo colonne di fiamme e fumo nero

In seguito all'esplosione, Basf ha reso noto di aver sospeso le attività industriali dell'area per motivi di sicurezza. Restano in vigore le misure di sicurezza per l'allarme dei fumi per i cittadini che sono stati invitati a restare in casa a chiudere porte e finestre e a spegnere gli eventuali impianti di aria condizionata e ventilazione. L'allarme si è esteso anche alla città di Mannheim, che si trova sull'altra sponda del fiume Reno.

Diverse persone sono rimaste ferite. E in tutto il Paese è piombata il terrore di un attacco terroristico.

Un boato dietro l'altro, le fiamme che divorano gli stabilimenti e il terrore di un'intossicazione chimica. La Germania trema davanti alle indagini che arrivano dagli impianti della Basf. E, mentre la popolazione viene invitata a "evitare di gli spazi aperti e di lasciare chiuse porte e finestre delle abitazioni", si sparge il timore di un attacco terroristico. In mattinata, poche ore prima, a Lipsia era infatti circolato un altro allarme per nove scuole che sarebbero sotto tiro degli estremisti. Un allarme che poi si è rivelato infondato. A Lampertheim e Ludwigshafen, invece, le esplosioni sono vere e drammatiche. Anche perché fanno subito temere emissioni di agenti chimici pericolosi nell'aria.

Nell'impianto di additivi per materie plastiche di Lampertheim è esploso un filtro, mentre Ludwigshafen l'esplosione è avvenuta nel porto nord, dove l'impianto lavora gas e petrolio. Dopo questa seconda esplosione si è levata una densa nube di fumo e sul posto sono giunte diverse squadre dei vigili del fuoco. Nel primo incidente sono rimasti feriti quattro dipendenti della Basf che sono stati immediatamente trasportati in ospedali. Il secondo incidente, invece, ha causato "vari" feriti. Tutte le attività nei centri industriali coinvolti sono state sospese.

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