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«Centro storico, porto e progetti contemporanei le leve per il nuovo volto di Catania»

Anche l’Ordine provinciale degli Architetti di Catania si distingue tra le forze sociali del territorio che hanno aperto un confronto costruttivo con i candidati a sindaco della città. Nelle ultime settimane infatti il Consiglio direttivo – presieduto da Luigi Longhitano – ha incontrato nella propria sede, in ordine cronologico, Lidia Adorno, Enzo Bianco, Matteo Iannitti, Tuccio D’Urso, Maurizio Caserta e Raffaele Stancanelli.

«Ciascun candidato ha considerato con attenzione i temi messi in luce dalla nostra categoria – afferma Longhitano – ad ognuno abbiamo proposto la designazione di un assessorato dedicato al centro storico, impegnato nello sviluppo delle grandi opere di architettura, nei progetti di sostituzione edilizia, e soprattutto sganciato da quello all’Urbanistica incentrato maggiormente sulla logistica nel contesto della imminente istituzione della città metropolitana».

Quali sono dunque le istanze che secondo l’Ordine etneo possono contribuire a un rinnovamento di Catania? «In primis, come anticipato, la questione del centro storico, assoluta priorità nel nuovo Piano regolatore generale – dichiara il presidente – non è più rimandabile la rigenerazione urbana e la messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente. Solo dopo sarà possibile utilizzare le risorse a disposizione. Siamo convinti, e lo ribadiamo da anni, che la rinascita del centro storico passi attraverso l’apporto dell’architettura contemporanea, rispettosa degli equilibri urbani. I professionisti etnei – continua Longhitano – hanno necessità e voglia di nuove concezioni e libertà progettuali, da estendere ai quartieri e alle periferie, perché vogliamo essere figli della nostra epoca e trasferire la modernità anche agli spazi che viviamo. Tutto questo è possibile senza consumare territorio, senza cioè costruire e aggiungere ulteriormente ma sostituendo gli edifici».

A questo è strettamente legata la richiesta di bandire concorsi d’architettura per le opere pubbliche importanti dove «a vincere è la qualità delle idee, a differenza delle attuali gare strutturate su criteri differenti».

Infine il “caso Porto”: secondo gli Architetti «lo scalo di Catania deve essere sì turistico ma mantenere la propria funzione mercantile sul modello di Genova. È indispensabile rivalutare in pieno il waterfront e dunque collegare concretamente la vita e il paesaggio dei quartieri che si affacciano sul Porto, alla sua attività. In altre parole recuperare quella perduta sinergia tra la città e il mare».

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