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Nasce la scuola di musica “Monti Iblei”, un progetto promosso dall’associazione musicale “La Loure” e diretto da Daniela Zirone. Un’iniziativa nata con la collaborazione del Comune di Ferla e che sarà rivolta a ragazzi di diverse fasce d’età anche dei Comuni di Cassaro, Buccheri e Buscemi.

I corsi, che si tengono nell’auditorium comunale di Ferla o al Palazzo Crispi, partiranno il 14 Ottobre e sono strutturati in quattro aree didattiche: formazione Musica di Base diretta ai bambini dai 3 ai 9 anni; Musica Classica diretta ai ragazzi da 10 anni in su; Musica Moderna, dagli 11 anni in poi; Musica Amatoriale rivolta ai più grandi, da 18 anni in poi. Sono previsti anche dei corsi complementari di teoria e solfeggio, di pianoforte, formazione di base per chitarra classica, di armonia, di storia della musica e di guida all’ascolto della musica. Per tutto il mese di ottobre la partecipazione ai corsi è gratuita. Saranno attivati, inoltre, quattro laboratori di musica d’insieme che possono essere frequentati anche da esterni: l’Ensemble di Chitarre, rivolto agli allievi di chitarra classica che potranno cimentarsi con un repertorio orchestrale; il Gruppo Strumentale, rivolto ad allievi di violino, flauto traverso, chitarra, pianoforte, corno e sassofono; Coro di Voci Bianche, aperto ai bambini dai 6 ai 15 anni di età; Musica d’Insieme Moderna, rivolta agli allievi di chitarra elettrica, sassofono e basso elettrico.

Gli interessati dovranno presentare la domanda di iscrizione al direttore artistico della Scuola di Musica “Monti Iblei”, Daniela Zirone, per informazioni comunque ci si potrà rivolgere al Comune di Ferla all’Assessore Franco Ferla o alla sig.ra Maria Bellofiore dell’Ufficio Relazioni col Pubblico.

Nel caso di iscrizioni di due o più componenti di uno stesso nucleo familiare, i componenti successivi al primo potranno usufruire di una riduzione del 10% sulle quote previste. L’agevolazione è cumulabile con i benefici riservati ai residenti di Ferla, in relazione alla convenzione stipulata con il Comune di Ferla.

La Scuola musicale “Monti Iblei” – dichiara la direttrice Zirone – si basa su una lunga esperienza maturata negli anni di attività a Ferla, con un forte radicamento nel territorio. Il principale intento è di insegnare, anche ai genitori, a saper ascoltare il silenzio dei propri figli, scoprirne le esigenze e i sogni. La musica veicola dei significati a volte impercettibili e soggettivi. Un progetto il nostro realizzato grazie soprattutto alla sensibilità del sindaco di Ferla”.  “Siamo fieri di aver portato a compimento quello che all’inizio era un desiderio – ha concluso il sindaco Michelangelo Giansiracusa - ossia creare un contesto che permetta concretamente di infondere e sviluppare la cultura musicale anche nei giovani del nostro territorio”.

Confermato anche per l’anno 2013 il contributo economico erogato dal Comune dietro impiego in un servizio di pubblica utilità grazie all'utilizzazione dei fondi del Distretto Socio Sanitario D48. A beneficiarne potranno essere le famiglie ferlesi che si trovano in stato di bisogno

Nello specifico, possono inoltrare richiesta di partecipazione al servizio civico le donne di età compresa tra i 18 e i 55 anni e gli uomini tra i 18 e i 60 anni di età. Solo un componente del nucleo familiare potrà usufruire del servizio civico. Inoltre, coloro i quali nell’anno 2012 hanno già avanzato istanza, sono tenuti esclusivamente all’aggiornamento della documentazione già in possesso dell’ufficio preposto.

In un momento di grande difficoltà, abbiamo deciso di destinare le somme del Distretto socio sanitario - afferma il Sindaco Michelangelo Giansiracusa anche nella qualità di assessore alle politiche sociali - utilizzando la premialità dell’ultimo piano di zona che sarebbe toccate al nostro comune per interventi di sostegno alle famiglie e di lotta alla povertà. Inoltre lo strumento del servizio a favore del Comunità responsabilizza il destinatario del contributo, che non sarà soggetto ad un intervento meramente assistenzialistico.

La richiesta di sostegno economico, redatta su apposito modulo predisposto dall’Ufficio Servizi Sociali sito in Via Garibaldi, dovrà pervenire all’Ufficio Protocollo entro e non oltre il 10 ottobre 2013. Alla domanda dovrà accompagnarsi l’attestazione ISEE dell’anno 2012, la dichiarazione di disponibilità al lavoro di tutti i componenti il nucleo familiare in età lavorativa, il certificato medico che attesti l’idoneità fisica a svolgere l’attività lavorativa, l’auto dichiarazione relativa alla propria situazione reddituale.

A conclusione del Convegno Pastorale diocesano, il Vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò ha esortato tutti gli operatori pastorali a farsi “Esploratori della misericordia” in un rinnovato atto catechistico e in una “predicazione itinerante”, per costruire insieme – Vescovo e Presbiteri – comunità di parrocchie realmente missionarie, capaci di esprimersi sulla scena della storia come porte aperte agli ultimi e alla solidarietà.

Il prelato netino ha invitato tutti a mettersi in ascolto obbediente agli appelli di Papa Francesco

Incarnando una nuova vivacità cattolica che lo stesso Pontefice sta “a poco a poco”, “pezzo dopo pezzo” riedificando, avviando di fatto una “rivoluzione” e “cambiamento”. Questo “vescovo di Roma” – ha detto Staglianò – “si affianca, si avvicina, telefona, risponde alle lettere, s’intrattiene, relativizza le forme e le formalità, punta all’essenziale, alla misericordia e all’amore concreto, per una Chiesa più povera e dei poveri, “ospedale da campo” nel quale curare le ferite di quanti sono afflitti, disperati, disillusi, vilipesi, offesi nella loro umanità, nella loro dignità di essere umani”.

In obbedienza a Papa Francesco - ha sottolineato il Vescovo - “apriamo i conventi chiusi alla solidarietà” a cominciare dal Seminario diocesano

“Pensate al dramma di tante persone che giungono in questi giorni sulle nostre coste nella speranza di trovare qualcuno che non li rigetti in mare e li faccia morire. Pensate alle persone provenienti dall’Eritrea che l’altro ieri erano solo salme distese sulla nostra spiaggia di Sampieri o alla tragedia che si sta consumando a Lampedusa proprio in queste ore (centinaia sono i morti e i dispersi). A questo punto il Vescovo ha posto una domanda seria ed inquietante: che fare? E’ un interrogativo che dobbiamo porci come credenti in Cristo e dunque si formula così: che cosa Dio in Gesù ci chiede di fare? Vorremo allora con coraggio e profezia accogliere il monito del nostro amato Papa Francesco: “aprite i conventi chiusi” e testimoniate la solidarietà. Sì, abbiamo il coraggio di “aprire i conventi chiusi” – ha esclamato il prelato - : chiedo a tutti questo grande coraggio. Dobbiamo prepararci e meglio di quanto fino ad ora abbiamo fatto ad accogliere e comunicare, a testimoniare il vangelo come accoglienza della vita e fratellanza per la comune appartenenza alla specie umana.

Mons. Staglianò ha dunque chiesto ai suoi più stretti collaboratori di “adoperarsi per individuare sul nostro territorio diocesano “strutture di accoglienza” che appartengano alla Diocesi o alle famiglie private (ognuno di noi può essere un “convento da aprire” per qualcuno di loro), a cominciare dal Seminario diocesano di Noto che ha una grande ala ancora “chiusa e fatiscente”. Soprattutto però “attrezziamoci umanamente” per essere capaci di accoglienza fraterna, con amore e grande apertura di cuore, per dire a tutti e specialmente a questi nostri fratelli che Dio è Padre di Tutti, che in Gesù Dio è amore, solo amore”.

Desidero le “sentinelle” e gli “esploratori della misericordia”

Per questo il Vescovo si auspica che nella sua Diocesi nascano delle “sentinelle” e si costituiscano “esploratori della misericordia”. Per questo – ha proseguito Staglianò – la metafora dell’ospedale da campo proposta a noi dal Papa che ben interpreta il servizio del buon samaritano che la Chiesa deve incarnare. E’ necessario però che venga interpretata nella “spinta missionaria” che Papa Francesco sta imprimendo a tutte le iniziative delle Chiese locali. In realtà – ha posto l’accento il prelato - il “campo” è il mondo e dunque è il mondo, in ogni suo aspetto, in ogni sua dimensione (territoriale ed esistenziale) che va considerato. Questo spinge alla missione che qui vogliamo concepire come “esplorazione” del disagio e delle povertà, da individuare, da stanare, da scoprire (qualora fossero mascherate). La nostra Chiesa locale si dovrà dunque dotare, oltre che di sentinelle, anche di esploratori. Per questo – evidenzia il Vescovo – ho voluto in Diocesi le comunità di parrocchie che sono state pastoralmente progettate per questo: per sviluppare sinergia e comunione pastorale, ma soprattutto spinta missionaria verso le periferie esistenziali che oggi – consapevolmente o inconsapevolmente - invocano la nostra presenza affettuosa e misericordiosa.

Abbiamo bisogno di cristiani adulti, formati, - ha esclamato con determinazione il Vescovo - che siano capaci di assumersi responsabilità nell’evangelizzazione, perché anzitutto vogliono convertirsi da maestri in testimoni.

Il Vescovo Staglianò si augura che la Chiesa che è in Noto si renda capace di rinnovare l’atto catechistico. “Potremmo rinnovare l’atto catechistico in parte così: i nostri ragazzi potrebbero ricevere la catechesi dell’iniziazione cristiana dai genitori che si organizzerebbero anche nelle zone di una città (che sono pure poiché territorio umano, “parrocchia”). La parrocchia forma i catechisti per la famiglia e verifica quanto i genitori hanno fatto (mensilmente!) organizzando percorsi formativi nei quali stringere fortemente il legame tra insegnamento ricevuto e gesti testimoniali di carità solidarietà, amicizia, fraternità, comunione”.

Il catechista per Staglianò è la figura adulta del credente - non più semplicemente “collaboratore” dei parroci, ma “corresponsabile” dell’evangelizzazione. Abbiamo bisogno di adulti nella fede che mostrino al vivo (ecco il senso giusto della testimonianza) che questa buona notizia è vera perché si vede in loro. Penso in questa direzione tutti voi – ha affermato il Vescovo - vorrei convocare in una sorta di predicazione itinerante.

 

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