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Creare ponti culturali per immaginare il futuro e andare oltre il concetto di periferia. È stata una giornata di studi ricca di idee e pensieri appassionati, quella dal titolo “Sguardi sulle periferie: Trasformazioni e prospettive”, organizzata mercoledì 20 marzo, al Teatro dei 3 Mestieri di Messina, dalle 9 alle 12.30. Il tutto per il progetto “Periferie Digitali”, promosso dalla Fondazione Ente dello Spettacolo con il contributo di Siae, e grazie al sostegno del ministero per i Beni e le Attività Culturali, nell’ambito del programma “S'illumina– Copia privata per i giovani, per la cultura (Ed. 2017), Bando 1 – Periferie Urbane”. 

Con il patrocinio dell'Università degli Studi di Messina e dell'Ordine degli Architetti di Messina, in collaborazione con Associazione Arknoah e Teatro dei 3 Mestieri, la giornata di studi multidisciplinari è stata rivolta a studenti, professionisti e addetti ai lavori per riflettere sull'evoluzione dei contesti urbani e sociali periferici e, in particolare, della zona Sud di Messina. L’iniziativa ha visto alternarsi Pier Paolo Zampieri, ricercatore in Sociologia dell'ambiente e del territorio (Università di Messina), l'architetto Gaetano Scarcella (Moduloquattro Architetti Associatidi Messina), Angela D'Arrigo, responsabile dell’Ufficio Bandi della Fondazione Ente dello Spettacolo, Angelo Di Mattia, co-fondatore del Teatro dei 3 Mestieri, e Francesco Torre, produttore cinematografico e direttore artistico del Festival “Il Cineclub dei Piccoli”. A moderare Marco Olivieri, giornalista e critico cinematografico.

Tra excursus storici e analisi del presente, il ricercatore Pier Paolo Zampieri ha evidenziato «la segregazione spaziale, sulla base di un’idea distorta di modernità e progresso, che ha colpito le zone messinesi di Giostra e Maregrosso: scelte che risalgono al periodo fascista». Il ricercatore ha poi rammentato l’esperienza di Giovanni Cammarata, capace di opporre al degrado periferico la sua casa ricca d’invenzioni artistiche, e le iniziative per tentare di salvaguardare il “castello” di Cammarata, che vanno dalla Street Art ai laboratori e alle visite guidate per gli studenti.

A seguire, l’architetto Gaetano Scarcella, che vanta un progetto presentato alla Biennale di Venezia nel 2006, ha rimarcato la necessità di «ridefinire il vuoto, con nuove strategie e progettazioni per le periferie. La crisi e il fallimento di un’idea centrica della città vanno affrontati con la costruzione di servizi, spazi pubblici, orti e zone di gioco e socialità per restituire bellezza alle periferie e ai quartieri».

Subito dopo la Project Manager Angela D’Arrigo ha spiegato la genesi del progetto “Periferie Digitali”: «Da Milano e Roma a Napoli e Messina, dal momento della partecipazione al bando a quello della realizzazione si è lavorato, come Fondazione Ente dello Spettacolo, per costruire qualcosa che tenesse conto delle specificità del territorio, nella massima libertà espressiva, con l’obiettivo di far crescere la cultura cinematografica. Qui è stato prezioso il supporto di alcuni partner locali: l’Associazione Arknoah, Il Cineclub dei Piccoli, primo festival cinematografico siciliano interamente dedicato ai bambini, le associazioni Teatro dei 3 Mestieri e SudTitles, il Cineforum Don Orione.Con la Fondazione, inoltre, che realizza la storica “Rivista del Cinematografo”, lavoreremo ora a un progetto sulla povertà educativa dei minori», ha concluso la Project Manager. 

Nel quadro della giornata di studi, è toccato poi ad Angelo Di Mattia, uno dei due fondatori del Teatro dei 3 Mestieri, in un dialogo con il giornalista Marco Olivieri, ricordare come è nato, nel 2016, questo nuovo spazio teatrale della zona Sud di Messina, riconvertendo una lavanderia industriale dismessa. Una sfida culturale vinta, considerando che oggi il Teatro è punto di riferimento per il quartiere con cartelloni aperti alla drammaturgia contemporanea e laboratori per bambini, capace di fare rete con esperienze analoghe in città e fuori e puntando sulla qualità.

Infine, Francesco Torre, produttore e direttore artistico del Festival “Il Cineclub dei Piccoli”, ha raccontato l'esperienza di lavoro con l'Associazione Arknoah nei quartieri periferici dell'Albergheria e di Bonagia a Palermo, dapprima con la realizzazione del cortometraggio pluripremiato “Chiara Zyz – Un fiore nel cuore di Palermo” (presentato in concorso alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e vincitore del Pazmany Film Festival di Budapest), diretto da Gaetano Di Lorenzo, e successivamente con il festival “Il Cineclub dei Piccoli”, che nel dicembre scorso ha animato il Cinema Colosseum e il Centro Santa Chiara con proiezioni, laboratori didattici e workshop.

L’appassionata tavola rotonda finale è servita a individuare criticità e punti di forza per poi lasciare spazio alla visione di un video realizzato dall’Associazione Arknoah in occasione del “Cineclub dei Piccoli”, diretto da Fabio Schifilliti, e di un filmato di presentazione del Teatro dei 3 mestieri.

 

 

 

Proseguono le attività del progetto “Periferie digitali” promosso dalla Fondazione Ente dello Spettacolo con il contributo di Siae nell’ambito del programma “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura” finalizzato a sostenere la creatività giovanile. 

Dal 15 al 20 marzo a Messina il Teatro dei 3 Mestieri è sede di una rassegna cinematografica e della giornata di studi “Sguardi sulle periferie”, iniziative che hanno come duplice obiettivo la divulgazione della cultura cinematografica come strumento di crescita sociale e culturale e l'utilizzo consapevole delle immagini e del linguaggio audio-video, soprattutto in contesti sociali in cui le persone più fragili sono emarginate e anche esposte ad atti di bullismo.

Il progetto, che ha già proposto attività a Milano, Roma, Napoli, approda adesso sullo Stretto grazie al supporto di alcuni partner locali: l’associazione Arknoah, “Il Cineclub dei Piccoli”, primo festival cinematografico siciliano interamente dedicato ai bambini, le associazioni “Teatro dei 3 Mestieri” e “SudTitles”, il Cineforum Don Orionee grazie al patrocinio dell’Università e dell’Ordine degli Architetti di Messina.

“Come Fondazione Ente dello Spettacolo teniamo molto al ruolo sociale del cinema, un linguaggio capace di arrivare a tutti e raccontare storie condivise – dichiara don Davide Milani, Presidente FEdS – per questo investiamo risorse in un programma di avvicinamento ai giovani che rappresentano il pubblico delle sale nei prossimi anni, ai quali dare gli strumenti per leggere un film, comprendere la costruzione sintattica della storia, i codici e le forme”. Milani ricorda poi come l’azione sui territori è strategica per un ente come la FEdS che cura progetti molto ampi, come la pubblicazione della Rivista del Cinematografo, il più antico mensile di cinema in Italia, e che vuole impegnarsi sempre più per la promozione della cultura cinematografica.

La rassegna, pensata come una festa cinematografica di quartiere per tutte le famiglie, prevede tre appuntamenti, tutti presso il Teatro dei 3 Mestieri e ad ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti: nella sera di venerdì 15 marzo la proiezione dei cortometraggi nazionali d'animazione recentemente presentati in concorso al festival “Il Cineclub dei Piccoli” di Palermo, con voto popolare per l'attribuzione del premio al corto maggiormente gradito dal pubblico in sala; nel pomeriggio di sabato 16 e domenica 17 la proiezione, dedicata ai più piccini, di due lungometraggi d'animazione europei, “Zanna Bianca” e “La Canzone del Mare”, con laboratorio teatrale al termine sui temi dei film. 

La giornata di studi, evento conclusivo dell'iniziativa, si svolgerà sempre al Teatro dei 3 Mestieri mercoledì 20 marzo, dalle 9.30 alle 12.30, con il patrocinio dell'Università degli Studi di Messina e dell'Ordine degli Architetti di Messina. Interverranno sul tema “Sguardi sulle periferie: Trasformazioni e prospettive” Pier Paolo Zampieri, Ricercatore in Sociologia dell'ambiente e del territorio, l'architetto Gaetano Scarcella, Angela D'Arrigo, Responsabile dell’ufficio bandi della Fondazione Ente dello Spettacolo, Angelo Di Mattia, Ufficio Stampa&Comunicazione Teatro dei 3 Mestieri e Francesco Torre, Produttore cinematografico e Direttore Artistico Festival “Il Cineclub dei Piccoli”. Modererà Marco Olivieri, giornalista e critico cinematografico. Si tratterà di una giornata di studi multidisciplinare rivolta a studenti, professionisti e addetti ai lavori per riflettere sull'evoluzione dei contesti urbani e sociali periferici, e in particolar modo della zona sud di Messina, contesto dell'intera rassegna “Periferie Digitali”.

A completamento del programma, sarà proiettato “Maschere di periferia”, il cortometraggio realizzato dai partecipanti al Workshop di Regia cinematografica a cura di Fabio Schifilliti, primo momento dell'iniziativa “Periferie Digitali” conclusosi nei giorni scorsi.

Periferie Digitali è realizzato grazie al sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e da SIAE nell’ambito dell’iniziativa 

S’ILLUMINA– Copia privata per i giovani, per la cultura” (Ed. 2017), Bando 1 – Periferie Urbane.

PROGRAMMA 

Venerdì 15 marzo

Ore 20.30

Concorso di cortometraggi d'animazione italiani (circa 50'), con voto popolare per l'attrizione del Premio al miglior corto.

Sabato 16 marzo 

Ore 16.30

Zanna Bianca (Croc Blanc, Francia 2018, 80’), di Alexandre Espigares. Voce narrante: Toni Servillo.

A seguire, laboratorio teatrale sui temi del film.

Domenica 17 marzo

Ore 16.30

La Canzone del Mare (Song of the Sea, Irlanda 2014, 93’), di Tomm Moore. Nomination Premio Oscar Miglior film d’animazione 2015. A seguire, laboratorio teatrale sui temi del film.

Mercoledì 20 marzo

Ore 9.30

Sguardi sulle periferie: trasformazioni e prospettive, giornata di studi multidisciplinare rivolta a studenti, professionisti e addetti ai lavori per riflettere sull'evoluzione dei contesti urbani e sociali periferici, con particolare riferimento alle nuove generazioni e all'affermarsi delle tecnologie digitali.

 

 

 

 

 

 

 

 

Si arricchisce l’offerta formativa del Teatro dei 3 Messina con un workshop “I servi della commedia dell’arte” tenuto del noto drammaturgo, attore e regista Fabrizio Paladin.

Il laboratorio si terrà nei giorni 5 - 6 -7 febbraio dalle ore 19:00 alle ore 22:00 ed è rivolto a tutti. Si tratta di una palestra dell’attore, esperti e principianti condividono l’allenamento e la scena con lo spirito dell’atleta, del cuore.

Inviare il proprio CV a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Il corso prevede un lavoro intensivo sull’espressività del corpo dell’attore prendendo come punto di riferimento il ruolo del servo della Commedia dell’Arte. Artaud dice che “l’attore è l’atleta del cuore” e quindi noi lavoreremo sulla ginnastica delle passioni. La maschera,

celando il viso dell’attore e rivelando quella del personaggio, obbliga a una ricostruzione delle azioni e del comportamento per la realizzazione di un corpo nuovo su un nuovo viso.

Cosa succede ad un corpo quando è spaventato, quando ama, quando odia, quando è insofferente o annoiato? Queste le domande alle quali si cerca di dare risposta e nodo fondamentale della ricerca teatrale sul personaggio. Quanto sono cosciente del mio comportamento e della mia gestualità? Quali “tic” fisici o gesti illogici attuo senza accorgermene nella smania di risultare interessante perché esposto allo sguardo degli spettatori? In breve, quanto confondo le mie esigenze da persona privata con il punto di vista del personaggio? Questo il lavoro che faremo sul teatro e su noi stessi.

Il fenomeno dell’Improvvisa, o Commedia zannesca, o Italiana, nasce durante la prima metà del 1500 in Italia ed inaugura così il teatro dei professionisti.

Gli spettacoli seguono dei canovacci (concatenazione di azioni sceniche, ossatura base delle scene: argomento, entrate e uscite…) e i comici, in base alle caratteristiche fisse del loro personaggio e alla struttura del canovaccio, appunto, improvvisano lo spettacolo.

La tecnica dell’improvvisazione, com’è noto, non si fonda sull’esprimere quidquid in buccam venit, bensì nello scegliere e ricomporre attraverso un montaggio quasi estemporaneo una pluralità di elementi che sono il repertorio tecnico dell’attore: la parte, il personaggio, il repertorio gestuale, i monologhi, i lazzi… si tratta quindi di una “tecnica di montaggio immediata” in base al contesto e alle regole fisse del personaggio.

E’ evidente che un tipo di teatro che non usa il Testo Letterario come fulcro della sua struttura, debba avvalersi della competenza, abilità e professionalità degli attori. Per l’improvvisazione su un tema dato l’attore, come un musicista jazz, deve possedere perfettamente il suo strumento (che in questo caso è il corpo e la maschera), conoscere e rispettare e mettere in pratica le regole del gioco al quale partecipa.

Si sviluppa così una “recitazione strategica”, rigorosa nelle forme ma pronta a dare il personale colore d’ogni artista alla tela appena abbozzata offerta dal canovaccio.

Il linguaggio della Commedia dell’Arte è fisico, corporale, non letterario. Il viso dell’attore è celato e non può più servire per definire i vari stati d’animo del personaggio. Risulta chiaro a questo punto, vista l’impossibilità di affidare un ruolo fondante all’espressività del volto e alla parola nel trasferimento dell’informazione drammatica, che sarà il corpo, nella sua interezza, a farsi il principale portavoce dell’evento scenico”.

Per informazioni: 090.6225050 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

BIOGRAFIA FABRIZIO PALADIN

Fabrizio Paladin (Treviso,1975) attore, drammaturgo, regista, insegnante, cantautore, autore del libro “Il teatro e la maschera” edito da MeF, L’Autore Libri. Firenze 2008

Laureato al DAMS di Bologna prosegue la sua formazione con Aldo Sassi, Claudio Morganti e Antonio Fava. Con quest’ultimo ha collaborato per anni come attore (inclusa una tournée in Giappone e Hawaii) e come insegnante (Stage Internazionale di Commedia dell’Arte e Scuola Internazionale dell’Attore Comico di Reggio Emilia).

Contemporaneamente lavora per diverse compagnie teatrali. E’ regista e interprete di numerosi spettacoli teatrali, in Italia e all’estero fra i quali “Dr. Jekyll e Mr. Hyde, the Strange Show”, “Niente di Privato, Omaggio a Giorgio Gaber”, “O Spettacolo. Morto de Fome e sono, pleno d’amor”, “The Exhausting Affaires of Love”, “Hamlet Routine”, “Il Tragicomico Equivoco”, “Il Mestiere della Commedia dell’Arte” messi in scena in Italia, Austria, Germania, Lettonia, Ucraina, Spagna, Portogallo, Israele e Stati Uniti.

E’ consulente e traduttore per gli spettacoli “Carlo VS Carlo” di Aaron Cromie e “The Blue Monster” di Carlo Gozzi, entrambi con la regia di Aaron Cromie, in scena all’Arts Bank Theatre di Philadelphia (USA) in collaborazione con la University of the Arts.

Il suo spettacolo “Dr Jekyll e Mr Hyde, the strange show” ha vinto la seconda edizione del Premio Internazionale Calanchi, è stato selezionato al Roma Fringe Festival 2015 ed è stato oggetto della tesi di laurea all’Università Ca’ Foscari di Venezia “Polifonie del comico e del tragico nella riscrittura di Paladin” Tesi di: Lorenza Fornasiero, Relatore: Prof.ssa Ilaria Crotti.

Riceve la nomination come miglior attore al Fringe Festival di Roma 2015

Nel 2016 vince la VIII edizione di Stazioni d’Emergenza con lo spettacolo “Hamle-tronic” Hamlet Routine in musica elettronica al Teatro Galleria Toledo di Napoli.

Alla relazione fra la Commedia dell’Arte e L’Hamle-tronic è dedicato un capitolo del libro “Commedia dell’Arte. Voci, Volti, Voli” a cura di Fausto Sesso per la Moretti&Vitali Editore. (Febbraio 2015)

Dal 2000 insegna tecniche di movimento, improvvisazione, Commedia dell’Arte e Teatro Comico in prestigiose scuole e università in Europa (Italia, Spagna, Portogallo, Germania, Ukraina, Lettonia) e dal 2006 dirige, recita e insegna negli Stati Uniti (Celebration Barn Theatre, South Paris Maine; University of The Arts di Philadelphia; Bates College, Bowdoin College, Brunswick Maine; Actors Movement Studio AMS, New York City).

E’ cantautore, armonicista, cantante e chitarrista. Vincitore del “Premio Omaggio a Giorgio Gaber” (con riprese RAI1) e “ArezzoWave”.

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