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“Luglio 2015 rischia così di essere tra i più caldi di sempre” – secondo il metereologo di 3bmeteo Edoardo Ferrara – “questa ondata di caldo è infatti decisamente anomala per intensità e durata e, salvo temporanei smorzamenti, non ci ha mai abbandonato da inizio mese. Le temperature risultano costantemente sopra la media, anche di oltre 6-7°C, tanto che anche i nostri mari si stanno surriscaldando: la temperatura delle nostre acque spazia infatti tra i 24°C ed i 28°C, con punte persino di 30°C sul Tirreno meridionale, un valore tipico dei mari caraibici. Nello stesso periodo dello scorso anno le temperature dei nostri mari era più bassa mediamente di 3-4°C”.
“Per una svolta più fresca bisognerà probabilmente attendere la fine del mese” – conclude l’esperto – “in particolare dopo il 25, quando le correnti atlantiche tenteranno di forzare l’anticiclone africano portando forse temporali e frescura al Nord, più marginalmente anche al Centrosud”.

Oggi, come nei prossimi giorni, cielo in prevalenza sereno o poco nuvoloso, a tratti parzialmente nuvoloso solo in montagna. A Belluno 29 gradi, Padova 31, Treviso 31, Venezia 31, Rovigo 32, Verona 32 e Vicenza 32. A Cortina d'Ampezzo 27 gradi. Per gli esperti queste temperature, superiori alla media stagionale, sono percepite dalla popolazione per effetto dell'umidità come tra 40 e 42 gradi.

L'Italia continua a rimanere ostaggio del caldo africano, che avrà il picco tra venerdì e sabato: lo conferma il meteorologo di 3bmeteo.com Edoardo Ferrara, che spiega – “sulle aree interne potremo superare picchi di 37-38°C, meno caldo lungo le coste, ma con clima più afoso. Dominerà il sole sullo Stivale, ma attenzione alla possibilità di qualche temporale di calore, che potrà scoppiare all’improvviso tra il pomeriggio e la sera soprattutto sulle Alpi e sull’Appennino centrale: si tratterà di fenomeni fugaci, eventualmente anche di una certa intensità, stante la presenza di aria molto calda e umida”.

“Si soffrirà anche di notte, quando il clima su alcune zone d’Italia diventerà praticamente tropicale” – prosegue l’esperto – “in particolare sulla Valpadana e lungo le aree costiere dove le minime potranno non scendere sotto i 24-26°C e gli elevati tassi di umidità faranno percepire temperature superiori ai 30°C fino alle tarde ore della notte. Città come Milano e Roma potranno avere un clima notturno simile a quello della capitale thailandese Bangkok”.

Capoluoghi in pianura tutti sopra i 30 gradi e a Cortina una massima di 27 gradi. Questa la situazione meteo in Veneto dove fino a sabato l'anticiclone subtropicale africano continuerà a farsi sentire con un caldo afoso in leggero ma costante aumento. Dopo il fine settimana - secondo l'Agenzia regionale per l'ambiente del Veneto (Arpav) - ci sarà un temporaneo indebolimento dell'alta pressione ma la situazione meteorologica in prevalenza resterà invariata, con temporanea instabilità solo a livello locale.

Dunque, il luglio del 2015 sarà ricordato come tra i più caldi di sempre. Diciamo che se la gioca con quelli del 1983 e del 2003. Un'ondata anomala per intensità ma, soprattutto, per durata. Le temperature risultano continuamente sopra la media di circa 7 gradi, tanto che anche i nostri mari si stanno surriscaldando. Qualche dato. In questi giorni la temperatura media delle nostre acque spazia tra i 26 e i 29 gradi con punte di 30 sul Tirreno meridionale, valore tipico dei mari caraibici, quelli con i pesci pirahna. Nello stesso periodo dello scorso anno le temperature dei nostri mari era intorno ai 25 gradi. Una bella differenza. E domani bollino rosso in 20 città, tra cui Milano, Firenze, Bologna, Napoli e Bolzano. Sabato le città saranno 22. Per una svolta «fresca» bisognerà attendere il 25 luglio, quando le correnti atlantiche tenteranno di forzare l'anticiclone africano portando qualche temporale e frescura. Ma, occorre saperlo, solo al nord. Un caldo che sta causando qualche inconveniente di troppo negli uffici italiani, romani in primis, vista l'alta concentrazione capitolina. Al San Camillo - risolto il problema del reparto Maternità - diversi servizi sono impraticabili, tra cui il Pronto soccorso. Quanto a dipendenti del tribunale, hanno presentato una denuncia alla Asl. Senza condizionatori non è vita.

che cos'è l'uomo fighera

L’uomo contemporaneo sta vivendo una crisi spirituale ben più profonda di quella economica. Gli ultimi Papi, a cominciare dal Papa emerito Benedetto XVI, e poi da Papa Francesco hanno sempre sostenuto che la crisi economica è il risultato di una crisi antropologica. Papa Francesco ammonisce che la crisi, " non è solo economica e finanziaria, ma affonda le radici in una crisi etica e antropologica" che mette "gli idoli del potere, del profitto, del denaro, al di sopra del valore della persona umana", dimenticando che "al di sopra degli affari, della logica e dei parametri di mercato, c'è l'essere umano" che, per la sua dignità deve poter "vivere dignitosamente".L’uomo contemporaneo è immerso in un dramma tragicomico che lo sta portando alla solitudine e quindi alla morte. Il malessere dell’uomo contemporaneo viene da lontano. Si può certamente individuare un vero e proprio percorso, un processo storico, che si è sviluppato nei secoli, attraverso le varie epoche storiche. Ci sono stati uomini di pensiero che ne hanno studiato i processi di disgregazione esistenziale sia degli uomini, che delle società,in particolarela nostra civiltà occidentale. Ho presente l’ottimo studio del pensatore brasiliano Plinio Correa de Oliveira, “Rivoluzione e Controrivoluzione”, un testo a cui si sono formate intere generazioni e associazioni come Alleanza Cattolica. In questi giorni ho letto un libro interessante e credo di non esagerare, assomiglia molto a quello del professor Plinio, almeno per quanto riguarda la seconda parte. Il libro è scritto da Giovanni Fighera, un giovane professore di italiano e latino, il titolo è originale: “Che cos’è mai l’uomo, perché di lui ti ricordi?”. Sottotitolo: “L’io, la crisi, la speranza”, pubblicato qualche anno fa dalle gloriose Edizioni Ares di Milano.Il testo è presentato da Giovanni Reale e Gianfranco Lauretano.

Il professore Reale riesce nelle poche pagine a fare un’ottima sintesi del libro. Il testo di Fighera analizza i fondamenti che hanno prodotto la crisi della modernità e gli sviluppi prodotti che si possono vedere nella nostra epoca: “la libertà sciolta dai valori e dalla verità, la parcellizzazione del sapere, il relativismo, l’ideologia scientistico-tecnicistica”. Fighera fa una rapida incursione nel territorio della letteratura, della filosofia, della cultura, e degli avvenimenti storici e attraverso poeti, letterati, filosofi ed eroi, condottieri che dimostra di conoscere molto bene.In questo “viaggio”, Figheracerca di provare una questione fondamentale: “senza il Mistero, il mondo è più piccolo e assurdo, soprattutto la parte più interessante del mondo, cioè l’io, la persona”.

La crisi attuale che sta attraversando l’uomo contemporaneo “è diversa dalle altre – scrive il professore Reale, citando un libro dal titolo significativo: “L’epoca delle passioni tristi” - a cui l’Occidente ha saputo adattarsi: si tratta di una crisi dei fondamenti stessi della nostra civiltà”. Pertanto, “dopo aver abbandonato la fede nell’Al di là, l’uomo ha perso o comunque sta perdendo anche la fiducia nel progresso nell’al di qua, e si trova, quindi, in una situazione drammatica, in quanto non sa più in che cosa credere”.Infatti possiamo costatare che “l’uomo è colpito da mali dell’anima e da depressioni spirituali, che nella storia non si erano mai verificati. E sono mali che la scienza e la tecnica son ben lontani dal poter curare”. Fighera mette in luce la “fuga dalla realtà” dell’uomo d’oggi, cercando di liberarsi dai suoi mali. Infatti questo mondo una volta che si è privato del senso del Mistero, di Dio, non sa affrontare la realtà quotidiana della vita e allora cerca di evadere in mondi illusori, fittizi, virtuali.

Il percorso preciso e documentato di Giovanni Fighera, parte dal “disagio dell’io”, la situazione di incertezza esistenziale che l’uomo vive all’alba del terzo millennio. “Spenti tutti i lanternoni del passato, l’epoca contemporanea assiste all’accensione di un nuovo lanternone culturale che nega l’esistenza di qualsiasi verità assoluta, privilegia una finta tolleranza in nome di un presunto multiculturalismo, si rivolge all’esperto in ogni campo, una volta che tutte le figure di riferimento del passato sono cadute(…)”. Inoltre, “spenta la lanterna della verità assoluta, l’uomo vive una stagione di apparente leggerezza che è come il sipario dietro cui si cela una ‘gaia disperazione’ di un uomo senza Dio. Tuttavia nell’uomo contemporaneo, traspare un misto di leggerezza e debolezza, addirittura si ha la percezione di vivere la realtà come un carcere.

Fighera per descrivere questo mondo utilizza citazioni ed esempi tratti dalla storia dell’arte e del pensiero, soffermandosi in particolare su tre artisti: Pirandello, Van Gogh, Munch, che per certi versi, “anticipano in diverse arti quella percezione di crisi dell’uomo che caratterizzerà gran parte dei decenni successivi. Un uomo che è inerte, angosciato o addirittura paralizzato”. Siamo introdotti al tema centrale del libro, secondo Lauretano: “il dramma della solitudine contemporanea. L’uomo ha sì desiderio di comunicare, ma avendo negato a se stesso ogni verità, che cosa c’è più da dire?”. Tanti artisti, poeti, documentano questa difficoltà o impossibilità di raggiungere la verità. Tuttavia, “se non c’è una verità o essa non è da noi conoscibile, non è possibile una reale comunicazione tra gli uomini”. Pertanto, “quando la verità è negata alle radici, ognuno continua a camminare nel proprio tunnel di vetro trasparente in cui potrà vedere gli altri, senza, però, entrare realmente in contatto con loro”.

Il testo di Fighera è suddiviso in quattro parti, nella prima, descrive il percorso dettagliato di come si sia formato un tipo antropologico come quello di oggi. Un uomo solo senz’anima, sempre più cattivo, vicino agli animali. Un uomo ridotto ad essere un mezzo della produzione e i suoi desideri ridotti al piacere. Questo appiattimento “sul possesso e sul piacere portano a un distacco dall’amore alla vita e a sé, fino al revival ‘neomalthusiano’ di pratiche contrarie alla vita, in nome, guarda caso, ancora della libertà e della salute. Menzogne come l’ideologia darwinista, spacciata dalla scuola in maniera indiscutibile quando è stata confutata persino dalla scienza, dimostrano come il vero scopo dell’imposizione di una certa mentalità – infiltratasi purtroppo persino nella maggioranza dei percorsi educativi – non sia affatto lo sviluppo dell’uomo e della cultura umanistica; persino l’ecologia è utilizzata per un secondo fine”.Di questi temi ne so qualcosa, essendo insegnante di scuola primaria, vedo tutti i giorni i manuali scolastici che presentano l’uomo come una scimmia un po’ più evoluta. Ho presente quei sussidiari con l’immagine della scimmia che a poco a poco “avanza verso la stazione eretta”. Naturalmente chi scrive questi manuali scolastici non sa, oppure se ne infischia di quello che hanno scritto autorevoli paleontologi o biologi come Stephen Jay Gould.

Per quanto riguarda il rispetto dell’ambiente e del risparmio energetico è giusto che i bambini, i ragazzini vengano educati a questi valori, purtroppo spesso secondo Fighera passa il messaggio catastrofista come il film “l’undicesima ora” che trasmette una visione del mondo malthusiana, ostile alla cultura cristiana e alla visione antropologica biblica. “La difesa dell’ambiente è solo un pretesto per sferrare un attacco alla tradizione occidentale e al progresso”.

Per il momento mi fermo, riprendosoffermandomi sulla seconda parte del testo ben scritto dal professore Fighera. Il professore ha una capacità straordinaria, quella di saper scrivere e soprattutto sintetizzare, non è la prima volta, ricordo l’altro pregevole volumetto, “La bellezza salverà il mondo”, uno dei più bei libri che ho letto.

 

"L'iniziativa di Scalfarotto, che ricordo è un sottosegretario di Governo, oltre a dargli visibilità denota la difficoltà in cui si trovano i sostenitori del ddl Cirinnà. Una difficoltà frutto della folla oceanica di mamme, papà e figli, rappresentativa del Paese reale, che lo scorso 20 giugno ha invaso piazza San Giovanni a Roma per dire sì alla famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e sì ai figli ad avere una mamma e un papà. Questi sono i principi cardini della nostra società che chiariscono ancora una volta come il ddl Cirinnà sia inemendabile". Lo dichiara Alessandro Pagano, tra i promotori del comitato 'Parlamentari per la Famiglia'. "Questo perché, e lo ribadiamo, unioni civili come simil-matrimoni, aventi la forza di istituto a valenza pubblica diverrebbero il grimaldello per l'introduzione per via giurisprudenziale delle adozioni gay, incentivando tra l'altro la pratica dell'utero in affitto. Sia chiaro - prosegue Pagano – che non ci presteremo a questi sotterfugi. A Scalfarotto e a Della Vedova invece, i quali continuano a illudersi che la maggioranza degli italiani sia a favore dei matrimoni gay e delle unioni tra persone omosessuali, facciamo presente che non è vero che ai singoli conviventi non sono riconosciuti diritti. Tutt'altro, e mi riferisco in particolare alla possibilità di assistere in ospedale il proprio partner, la prima richiesta di chi convive". "In merito – sottolinea il parlamentare - non solo vige la legge n. 91 del 1999 che riconosce già questo diritto in materia di trapianti, ma ricordo a tutti che in Parlamento sono depositate due proposte di legge Sacconi e Pagano. In esse si stabilisce esplicitamente che ciascun convivente ha il diritto di assistere l'altro in ospedali, case di cura o strutture sanitarie. Viene inoltre individuato lo strumento della delega con la quale ciascun convivente può disporre che l'altro adotti le decisioni necessarie sulla salute in caso di malattia da cui derivi incapacità di intendere e di volere, e riceva dal personale sanitario le informazioni sulle opportunità terapeutiche. Se si hanno davvero a cuore i diritti degli omosessuali - conclude Pagano - il testo da approvare subito c'è".

La tecnica terroristica è tutt'altro che nuova. I primi a sperimentarla sono i militanti di Al Qaida che quindici anni fa riescono a far arrivare un barchino esplosivo con al timone un militante suicida sotto la plancia del lanciamissili americano «Uss Cole» ormeggiato nel porto di Aden. L'operazione - messa a segno il 12 ottobre 2000 - causa la morte di 17 marinai statunitensi e rappresenta a tutt'oggi una delle poche operazione marittime messe a segno dal terrorismo internazionale. Replicarla oggi sarebbe sicuramente molto più difficile. Tutte le navi militari in navigazione davanti alle coste libiche hanno infatti il divieto assoluto di far avvicinare qualsiasi imbarcazione che non sia stata controllata e verificata. Un divieto reso ancora più rigido dopo la segnalazione dell'Interpol. Secondo il quotidiano Giornale che riporta la notizia la vera incognita riguarda però i barconi affollati di profughi e i vascelli impegnati nelle operazioni di soccorso in mare. Tra le centinaia di disgraziati fatti salire sulle imbarcazioni gestite dai trafficanti di uomini potrebbe infatti nascondersi un kamikaze con giubbotto esplosivo pronto a farsi esplodere durante le lunghe e complesse fasi di recupero.

Cosi Il nuovo incubo secondo il quotidiano il Giornale è un barchino esplosivo, un'improvvisata torpedine condotta da un kamikaze dello Stato Islamico pronta a colpire le navi militari italiane ed europee in navigazione al largo delle coste libiche

L'allarme è stato diramato qualche giorno fa da l'Interpol, ma le intercettazioni che l'hanno generato arrivano dalla imbarcazioni della nostra Marina Militare impegnate davanti al Golfo dela Sirte. Stando alle segnalazioni Interpol - e da quel poco che trapela da ambienti d'intelligence italiani - le nostre navi avrebbero captato una serie di comunicazioni in partenza da Sirte e Derna, le due principali roccaforte libiche del Califfato, in cui si accennerebbe al possibile uso di imbarcazioni cariche di esplosivo. L'attacco, stando a quanto riporta la segnalazione, potrebbe avvenire tra domani - penultimo venerdì di ramadan - e il venerdì che tra una settimana segnerà la fine del mese sacro dedicato al digiuno.

Ad alimentare sempre secondo il quotidiano sono i timori per questa seconda ipotesi contribuisce un rilevamento senza precedenti. Giovedì 2 luglio viene registrata la partenza di un'imbarcazione con 400 migranti a bordo dalle coste intorno a Ras Lanuf, un terminale petrolifero distante meno di 55 chilometri da Nawfaliya, una località a est di Sirte interamente controllata dallo Stato Islamico. Già la partenza da una zona del Golfo della Sirte estremamente remota rispetto alla rotta per Lampedusa è quanto meno strana. Ma ancor più singolare è la successiva scomparsa di quel barcone e del suo carico umano, che non solo non raggiunge nessuna delle destinazioni classiche, ma scompare dagli schermi radar. Il tutto fa pensare ad una prova generale, nel corso della quale l'Isis avrebbe sperimentato la possibilità di far partire imbarcazioni cariche di disgraziati da zone non lontane dalla proprie aree operative in modo da potervi infiltrare più agevolmente un eventuale attentatore suicida.

Una vasta operazione antiterrorismo della polizia di Stato è in corso dalle prime ore di oggi nei confronti di 10 persone appartenenti a due gruppi famigliari e ritenute pronte a partire per combattere in Siria. La Digos di Milano ha eseguito 10 ordinanze di custodia cautelare in carcere e perquisizioni nelle province di Milano, Bergamo, Grosseto e in una cittadina dell' Albania.

Due cittadini maghrebini sono stati arrestati all'alba dai carabinieri del Ros con l'accusa di terrorismo internazionale. Un terzo indagato è già in carcere in Marocco per reati di terrorismo. Al centro delle indagini della procura di Roma una cellula di matrice qaedista che "si proponeva anche - sottolineano gli investigatori - la pianificazione ed esecuzioni di atti terroristici in Italia e in Nord Africa".

La presunta cellula terroristica nel mirino dei carabinieri del Ros è risultata dedita al proselitismo, all'indottrinamento e all'addestramento attraverso un sito internet creato e gestito dagli stessi indagati.

Intanto un blitz della polizia ha portato nelle province di Milano, Bergamo e Grosseto e in una cittadina dell'Albania all'arresto di 10 persone appartenenti a due gruppi famigliari e ritenute pronte a partire per combattere in Siria. L' operazione antiterrorismo "Martese" condotta dalla Polizia ha riguardato due nuclei famigliari, uno formato da cittadini italiani convertiti da qualche anno all' Islam e determinati secondo le indagini a partire per la Siria, l' altro composto da cittadini di nazionalità albanese residenti nella provincia grossetana.

L' operazione antiterrorismo "Martese" condotta dalla Polizia ha riguardato due nuclei famigliari, uno formato da cittadini italiani convertiti da qualche anno all' Islam e determinati secondo le indagini a partire per la Siria, l' altro composto da cittadini di nazionalità albanese residenti nella provincia grossetana. Il legame tra le due famiglie è rappresentato dal matrimonio tra una ragazza italiana e un albanese, che dopo le nozze del settembre scorso hanno deciso di partire assieme per combattere in Siria. Gli arrestati sono 4 italiani, un canadese e 5 albanesi, accusati a vario titolo di associazione con finalità di terrorismo.

Nel blitz antiterrorismo di stamattina, condotto dalla Digos e coordinato dal procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli, e dal pm Paola Pirotta, sono stati arrestati il padre, la madre e la sorella di Maria Giulia Sergio, la giovane italiana partita tempo fa per andare a combattere in Siria e di cui si era già parlato nei mesi scorsi. La famiglia della ragazza vive ad Inzago, nel Milanese. Tra gli arrestati c'è anche lo zio del marito albanese della giovane. Sergio, il marito e la madre di quest'ultimo sono tutti e tre in Siria a combattere per la Jihad.

Le unità speciali della polizia albanese hanno infatti arrestato nell'ambito dell'operazione antiterrorismo condotta dalla Polizia di Stato italiana, Baki Coku, 40 anni, lo zio del giovane albanese Aldo Kobuzi che, insieme alla moglie italiana Maria Giulia Sergio, sta combattendo in Siria. Coku, abitante ad Arcille di Campagnatico (Grosseto), si trovava nella sua città natia, Lushnje, a circa 70 chilometri a sud di Tirana, dove era venuto ad incontrare la propria famiglia. Dopo le necessarie procedure giudiziarie, l'albanese dovrebbe essere estradato in Italia.

Il legame tra le due famiglie è rappresentato dal matrimonio tra una ragazza italiana e un albanese, che dopo le nozze del settembre scorso hanno deciso di partire assieme per combattere in Siria. Gli arrestati sono 4 italiani, un canadese e 5 albanesi, accusati a vario titolo di associazione con finalità di terrorismo.

Intanto l'Europa dichiara guerra alla propaganda dell'Isis sul web: al via la task force di Europol per dare la caccia agli estremisti impegnati nel reclutamento on-line di combattenti e mogli della jihad da inviare in Siria e Iraq. Lo annuncia il coordinatore antiterrorismo Ue Gilles de Kerchove. 

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