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Sabato, 01 Giugno 2024

Nel porto di Reggio Calabria sono arrivati con la Guardia Costiera 250 migranti soccorsi nel Canale di Sicilia. A bordo anche quattro cadaveri. I migranti, tra cui 7 minori e 23 donne di cui una incinta, sono di varie nazionalità. Aperto un fascicolo d'inchiesta sulla morte dei 4 migranti, tre donne ed un uomo: l'uomo è morto per annegamento poco prima che iniziassero le operazioni di soccorso nel canale di Sicilia. Le tre donne, invece, sono morte per le esalazioni di benzina. Sul corpo presentano anche gravi ustioni. La Guardia Costiera ha fatto sapere che ieri sono stati salvati 1.430 migranti. Settecento migranti sono giunti nel porto di Vibo Valentia con Medici senza Frontiere. Tra i migranti ci sono circa 30 bambini e 150 donne, molte delle quali incinte. La maggior parte dei profughi sono famiglie di origine siriana con diversi bambini; il resto provengono da Costa d'Avorio, Mali, Camerun, Nigeria, Sudan, Eritrea, Etiopia, Bangladesh e Pakistan.

Ed emergono altri particolari choc dopo lo sbarco della nave Poseidon, ieri, nel porto di Palermo, con a bordo 571 migranti e 52 cadaveri. I sopravvissuti hanno raccontato che i migranti sarebbero morti per le ferite riportate, dopo essere stati accoltellati e bastonati per impedir loro di uscire, e per le esalazioni dei gas di scarico del motore i migranti deceduti nella stiva del barcone soccorso dal pattugliatore svedese Poseidon, che ieri sera è approdato nel porto di Palermo con a bordo 571 persone e 52 cadaveri. E' quanto emerge dalle testimonianze dei sopravvissuti raccolte da Unhcr e Medici senza frontiere, che hanno fornito assistenza psicologica ai migranti.

Secondo una ricostruzione della Bbc, uno dei barconi aveva a bordo circa 50 persone mentre il secondo, che è affondato molto dopo, trasportava 400 passeggeri. Nel Canale di Sicilia l'incidente con il bilancio più pesante resta quello del 18 aprile scorso: circa 700 le vittime, la strage più grave dal dopoguerra. La Libia, con la sua crisi interna che spacca il paese vari pezzi e favorisce l'infiltrazione dell'Isis, è terra da cui salpano molti barconi allestiti dai trafficanti di esseri umani grazie proprio alla carenza di controlli provocata dall'instabile situazione. Zuwara è notoriamente un punto da cui salpano molti i barconi.

Tre persone sono state arrestate in Ungheria nell'ambito delle indagini sul Tir frigorifero abbandonato in Austria con 71 cadaveri di profughi a bordo, fra cui 8 donne e 4 bambini. I rifugiati, morti per soffocamento, erano presumibilmente siriani. Il camion era di origine slovacca con targa ungherese.

Il ministro dell'Interno dell'Austria, Johanna Mikl-Leitner, chiede all'Ue di istituire subito dei centri di accoglienza sui confini dell'Unione europea "per permettere il trasferimento in sicurezza di profughi nei 28 stati membri". "Questo è adesso il passo più importante", ha detto in una conferenza stampa

La macabra scoperta del tir proprio nel giorno del summit sull'immigrazione a Vienna. Dal vertice "è emersa finalmente una maggiore consapevolezza comune nell'Ue e la necessità che ognuno si assuma la sua responsabilità sull'immigrazione": così il ministro degli Esteri Gentiloni. "Fino a tre mesi fa l'Italia e la Grecia sembravano da sole, purtroppo la durissima realtà, come la tragedia di oggi, ha fatto sì che adesso ci sia un diverso linguaggio".

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha espresso la propria solidarietà, amicizia e vicinanza al cancelliere austriaco Werner Faymann di fronte alla notizia dei morti asfissiati nel camion. "Una morte assurda che sconvolge la coscienza di ognuno di noi e sottolinea una volta di più se ce ne fosse bisogno la centralità e l'urgenza del tema dell'immigrazione in un'Europa dove tornano ad erigersi muri", ha commentato Renzi.

"La Commissione ha presentato la sua Agenda sull'immigrazione a maggio. Alcuni ministri di Stati membri ci criticano per una nostra inattività. Ma sono critiche ingiustificate. La colpa va data agli Stati membri, non alla Commissione". Così il Presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker sull'emergenza dell'immigrazione.

La Corte europea per i diritti umani di Strasburgo ha stabilito oggi che l’Italia non ha violato la Convenzione europea sui diritti dell’uomo per non aver permesso la donazione a scopo scientifico di embrioni umani ottenuti attraverso la fecondazione in vitro.

Il caso riguarda una cittadina italiana, Adelina Parillo, vedova di Nassiriya, che nel 2002 ricorse alla fecondazione in vitro insieme al suo partner, ottenendo cinque embrioni che non sono stati però mai impiantati a causa della morte del compagno nel novembre 2003. La signora Parillo rinunciò alla gravidanza, ma decise di donare gli embrioni per la ricerca scientifica, in particolare per la cura di malattie difficili da curare.

La legge italiana vieta tuttavia esperimenti sugli embrioni umani. La richiesta della signora Parillo è stata quindi rifiutata, nonostante sia giunta prima che l’attuale legge che vieta l’uso di embrioni umani fosse entrata in vigore nel 2004. La Corte spiega la sua decisione sottolineando che la preparazione della legge italiana "ha generato un dibattito significativo e che le autorità italiane "hanno preso in considerazione l’interesse dello Stato nel proteggere l’embrione e l’interesse degli individui coinvolti, si legge in una nota della Corte. La Corte ritiene inoltre che in questo caso specifico «il divieto è necessario in una società democratica" in quanto non ci sono prove che il compagno della signora Parillo fosse d’accordo con la donazione degli embrioni. La Corte ha però accettato per la prima volta il principio che una decisione sulla sorte di un embrione riguarda la vita privata di una persona, aprendo quindi nuove possibilità di ricorsi nel futuro. La Corte di Strasburgo fa capo al Consiglio d’Europa, un’organizzazione distinta dall’Unione europea, e di cui sono membri anche paesi come Russia, Turchia e Azerbaigian.

Il divieto di utilizzare gli embrioni per la ricerca scientifica, contenuto nella legge 40/2004, non viola i diritti di Adelina Parrillo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani con una sentenza definitiva.

I giudici di Strasburgo hanno stabilito che l'articolo 13 della legge 40/2004, che vieta la sperimentazione sugli embrioni, non viola il diritto al rispetto della vita privata di Adelina Parrillo. La Corte ha riconosciuto all'Italia un ampio margine di manovra su una questione così delicata su cui non esiste consenso a livello europeo.

I giudici affermano inoltre che non è sicuro che il compagno della Parrillo, morto a Nassiriya, avrebbe voluto donare gli embrioni alla scienza. Gli stessi giudici hanno ritenuto che il diritto alla proprietà invocato dalla Parrillo "non può applicarsi a questo caso, dato che gli embrioni umani non possono essere ridotti a una proprietà come definita dall'articolo 1 protocollo 1 della convenzione europea dei diritti umani

Il traghetto Eleftherios Venizelos è atteso oggi nel porto ateniese del Pireo con altri circa 2.500 rifugiati siriani provenineti
dall'isola Mitilene. Domenica scorsa lo stesso traghetto aveva trasferito al Pireo un totale di 2.466 rifugiati da Kos, Kalymnos,
Leros e Samos. Intanto, come riferisce l'edizione online del quotidiano To Vima, le autorità portuali e la Guardia Costiera hanno
adottato le misure necessarie per garantire che i profughi sbarchino in sicurezza dalla nave e che vengano poi trasferiti a bordo di autobus alla stazione ferroviaria di Larissis. Il cadavere di un uomo è stato recuperato da una motovedetta della Guardia costiera ellenica dopo che un barcone con a bordo 15 migranti si è rovesciato la scorsa notte nel tratto di mare antistante Mitilene, capoluogo dell'isola di Lesbos. Lo riferisce l'edizione online di Kathimerini. Finora sono state tratte in salvo otto persone mentre almeno altre sei risultano ancora disperse ed è tuttora in corso un'operazione di ricerca e soccorso da parte di unità della Guardia costiera e della Frontex.

Secondo la cancelliera tedesca Angela Merkel di fronte alla grave crisi migratoria "l’Europa si trova in una situazione che non è degna di se stessa, bisogna riconoscerlo, molto semplicemente": così si è espressa nel corso di un incontro pubblico, trasmesso in diretta streaming, con un gruppo di abitanti di Marxloh, sobborgo settentrionale della città mineraria di Duisburg, nel bacino della Ruhr, che ospita un’importante comunità di immigrati

Quanto ai richiedenti asilo, ricorda la Merkel, "dobbiamo rimandare a casa propria coloro che, in base a una forte probabilità, non hanno alcuna possibilità di conseguirlo".

"È difficile da farsi", ha ammesso, "ma Serbia, Albania e Kosovo non sono Paesi dove allo stato attuale regni la guerra civile". Quelli che invece all’asilo hanno diritto, ha proseguito, facendo in particolare l’esempio dei "siriani", vanno "ripartiti equamente in Europa". In tale ottica proprio oggi il governo di Berlino ha ufficializzato la decisione di sospendere l’espulsione dei richiedenti asilo originari della Siria verso gli Stati di primo ingresso sul territorio Ue.

"Un Paese come la Germania, più forte economicamente rispetto ad altri, deve accoglierne un numero maggiore", ha concesso il
cancelliere, "ma tre o quattro Paesi su ventotto non possono farsi carico da soli di un simile compito. Questa", ha sottolineato, "non è l’Unione che desideriamo"

Una situazione di fatto esplosiva a livello umanitario e demografico. Di fratto i profughi si spostano di Stato in Stato per raggiungere il nord Europa e anche l'Italia. Nei prossimi giorni 3mila persone al giorno, fra migranti e rifugiati, entreranno in Serbia dopo essere arrivati in Europa dalla Grecia e avere attraversato dalla Macedonia.
È l'avvertimento lanciato dall'Alto commissariato per i rifugiati, l'Unhcr. "Attualmente stimiamo che gli arrivi continueranno nei
prossimi giorni a un ritmo di 3mila persone al giorno", ha detto alla stampa la portavoce dell'Unhcr, Melissa Fleming, aggiungendo che l'agenzia sta lavorando con le autorità serbe per affrontare le necessità di almeno 10mila persone. I 28 Stati membri dell’Ue devono assicurare «un’equa distribuzione» dei richiedenti asilo, ha aggiunto la porrtavoce Onu nel corso di un briefing a Ginevra. "E onestamente - ha commentato - ritengo che con adeguate misure questo sia qualcosa a
cui l’Europa possa far fronte".

Secondo i dati diffusi oggi dal ministro dell'Interno, Mitko Cavkov, nella sola giornata di sabato a Gevgelija sono arrivati 8mila
profughi, equivalenti a un terzo della popolazione della località.
Dopo aver visitato la cittadina con il ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz, Cavkov ha sottolineato che il Paese riceve
risorse troppo limitate per accogliere tali quantità di persone "improvvisamente e senza strutture sicure". Intanto sono 2.093 le
persone entrate ieri illegalmente in Ungheria, in forte aumento rispetto agli ingressi dei giorni precedenti, compresi fra 1.000 e
1.500. Lo riferisce oggi la polizia ungherese. L'aumento si registra dopo che la Macedonia ha agevolato il percorso verso la Serbia di migliaia di migranti, perlopiù provenienti da Siria, Iraq e Afghanistan. L'Ungheria ha in programma di terminare entro la fine del mese un muro di un metro e mezzo di altezza alla frontiera con la Serbia per ostacolare l'ingresso dei migranti nel Paese. È il primo Paese dell'Ue e dello spazio Schengen in cui arrivano i rifugiati, il cui obiettivo è di proseguire poi il viaggio verso altri Paesi come Germania, Svezia e Austria.

In Serbia e' sempre emergenza immigrati. Nelle ultime due settimane oltre 23 mila profughi sono entrati in Serbia, quasi 90 mila
dall'inizio dell'anno. Le autorità di Belgrado sono mobilitate per dare prima assistenza agli immigrati, e finora sono stati allestiti
quattro centri di accoglienza, due a sud (Presevo e Miratovac) e due a nord, al confine con l'Ungheria (Kanijia e Subotica), A breve e' prevista l'apertura di un ulteriore centro alle porte di Belgrado, lungo l'autostrada per l'aeroporto.

A migliaia continuano ad affluire nel Paese dopo la decisione della Macedonia di togliere il blocco alla frontiera con la Grecia. Una piccola parte decide di chiedere asilo alla Serbia, la gran parte di loro prosegue invece il viaggio verso l'Ungheria e da li' alla volta di Germania, Austria e altri Paesi Ue del nord Europa. Entrare in Ungheria tuttavia e' sempre più difficile dopo la decisione del governo di Viktor Orban di erigere una barriera metallica lungo tutti i 175 km della frontiera con la Serbia

Intanto da dove partono tutti quasi i disperati la Libia, "pace e stabilità non si possono imporre con le armi di un esercito occupante straniero. Questo scenario non esiste", sottolinea il ministro. "Noi lavoriamo per l'accordo tra i libici. Il semplice .Secondo la tv pubblica Rts, la notte scorsa a Belgrado sono giunti 70 autobus carichi di immigrati, entrati in Serbia dalla Macedonia, dopo che il governo di Skopje ha rivisto la decisione di chiudere la frontiera con la Grecia. Gli immigrati che entrano in Serbia o decidono di chiedere asilo alle autorita' del paese balcanico, una esigua minoranza, oppure nella stragrande maggioranza ottengono un permesso di 72 ore per lasciare la Serbia e raggiungere l'Ungheria, dove tuttavia devono
superare la barriera metallica che il governo di Bupapest ha deciso di erigere lungo i 175 km di confine con la Serbia

La Commissione Ue, intanto, colta alla sprovvista dalla reazione di Skopje, ha messo le mani avanti dicendo di dovere ancora esattamente stabilire i fatti, ricordando di avere già assegnato 90mila euro di aiuti alla Dall'Ungheria, Paese che fa parte della Ue, gli immigrati raggiungono poi Germania, Belgio, Francia Svezia e altri paesi europei del nord Europa. Attraverso la Serbia profughi e immigrati si spostano con autobus di linea, treni, taxi e altri mezzi di fortuna. I permessi di 72 ore possono essere rinnovati.

Continua in Serbia il flusso di migranti e profughi provenienti da Grecia e Macedonia lungo la cosiddetta 'rotta balcanica' e diretti in Ungheria, da dove contano di passare in Paesi prosperi del nord Europa, in primo luogo Germania, Austria, Svezia, Olanda Norvegia. La notte scorsa un migliaio di migranti sono giunti in 18 autobus da Belgrado a Subotica, al confine con l'Ungheria, affluendo nei due centri di accoglienza della zona, Subotica e Kanjiza.

Il passaggio nella vicina Ungheria non e' facile per la presenza della barriera metallica e di filo spinato che il governo di Viktor Orban sta ultimando lungo l'intera frontiera con la Serbia lunga 175 km. Nonostante il muro 'difensivo', in tanti tuttavia riescono a passare in territorio ungherese. La polizia locale ha fatto sapere stamane di aver rilevato nelle ultime ore la presenza a ridosso della frontiera di oltre 2.500 migranti illegali.

Ma intanto un flusso mai visto di profughi ha raggiunto la frontiera dell'Ungheria, dove la barriera di filo spinato è quasi completata, ma non frena gli arrivi. I migranti stanno marciando sulla rotta dei binari della ferrovia Subotica (Serbia)-Szeged (Ungheria sud), o semplicemente alzano con mezzi di fortuna il filo spinato per passare. Il premier Viktor Orban ha convocato il consiglio di sicurezza per decidere nuove misure.

La polizia ungherese è intervenuta lanciando lacrimogeni contro un gruppo di 200 rifugiati che volevano parlare con un giornalista della Tv pubblica nel centro di accoglienza di Roeszke. I migranti protestavano perché i funzionari dell'Ufficio immigrazione registrano i richiedenti asilo prendendo loro le impronte digitali.

Il consiglio di sicurezza nazionale riunito dal presidente Orban, ha deciso di inviare un nuovo corpo speciale, formato da oltre 2 mila uomini, per pattugliare il confine ungherese, bloccando i profughi. Il capo della polizia Karoly Papp ha assicurato ai giornalisti che "non avranno l'ordine di sparare", mentre il portavoce del governo Zoltan Kovacs ha detto che si sta valutando l'uso dell'esercito. Il consiglio di sicurezza ha quindi istituito la "guardia di frontiera" che avrà sei raggruppamenti, e un effettivo totale di 2016 uomini. L'obiettivo è bloccare l'esodo dei migranti. Il governo, ha spiegato Kovacs, sta anche pensando all'uso dell'esercito per proteggere il confine meridionale del Paese, ma al momento non è stato deciso se e come utilizzarlo.

Già ieri si erano verificati tafferugli tra polizia e migranti vicino al centro di accoglienza di Roeszke (Ungheria sud), sull'autostrada. La tensione era scoppiata quando gli agenti avevno radunato con megafoni 300-400 migranti per farli salire su pullman, e alcuni si erano rifiutati di seguire gli ordini. Alla fine tutti i rifugiati sono saliti sui pullman. Al confine ungherese sono arrivati i migranti che la fine della settimana scorsa erano riusciti a forzare la frontiera tra la Grecia e la Macedonia.

Intanto durante la visita di Angela Merkel al centro di accoglienza di Heidenau dopo l'attacco neonazista, è stata accolta da alcune contestazioni dall'estrema destra, che hanno fischiato la cancelliera e le hanno gridato "traditrice". Lo rivelano vari media, fra cui la Bbc. Merkel ha visitato il centro, che sorge vicino a Dresda, insieme al presidente della Repubblica, Joachim Gauck.

La cancelliera tedesca Angela Merkel ha definito "vergognoso" l'attacco compiuto da neonazisti al centro accoglienza di profughi a Heidenau, vicino a Dresda parlando durante una visita al sito insieme al presidente della repubblica, Joachim Gauck, in un discorso trasmesso dai media.
La Cancelliera ha anche detto che l'emergenza immigrazione va affrontata "tutti insieme" e ha detto che ci sarà "tolleranza zero" per chiunque neghi la dignità umana ai migranti.

 

Mar Morto (6)

Il Mar Morto, il punto più basso della Terra, è un luogo da non perdere non solo per il suo significato storico nel Vecchio Testamento, ma anche per le meraviglie naturali dei suoi paesaggi. La moglie di Lot, una formazione di sale erosa dal tempo in cima al Monte Sodoma, è un ricordo del racconto biblico di Sodoma e Gomorra. La Locanda del Buon Samaritano, con il suo museo dei mosaici, è vicino al luogo leggendario della Parabola del Buon Samaritano. I rotoli del Mar Morto sono stati scoperti nelle grotte di Qumran, un sito ricco di rovine di 2000 anni fa. Massada, la fortezza e palazzo di Erode ubicato in cima alla montagna, fu il sito dell’ultima postazione Ebraica contro i Romani. Le iniziative turistiche abbondano in questo tesoro naturale inestimabile, con hotel, spiagge, ristoranti e centri commerciali, turismo attivo (gite in jeep e bicicletta, gite su cammello e ospitalità beduina, discese in corda doppia e altro), accanto ad attività artistiche e culturali e le tante riserve naturali uniche.

In questa estate calda perché non rilassarsi andando a scoprire il Mar Morto, situato in Oriente, nel cuore della valle della Grande Fossa Siro - Africana, al confine tra Israele, la Cisgiordania e la Giordania, nella regione storico-geografica della Palestina. Il bacino fu chiamato dagli antichi Greci e dai Romani “Mar Asphaltitus”, cioè “mare di creta”, per la creta galleggiante sulla sua superficie. Una delle cose più speciali di un viaggio in Israele è che dopo solo un’ora di macchina ci si potrà ritrovare in un ambiente naturale completamente diverso da Gerusalemme, ed è la sensazione che si prova quando si arriva al Mar Morto e a Massada, la fortezza romana costruita su un altopiano più di 2000 anni fa dagli Zeloti nei domini di Re Erode. Interessante sarà anche effettuare un tour più lungo di dieci ore come quello del Masada National Park, che inizia con un viaggio passando da Gerusalemme, attraversando l'arido deserto della Giudea. Si prosegue poi per Ein Gedi, dove sono da visitare le terme e la riserva naturale, caratterizzata da una vegetazione rigogliosa e dalla presenza di due fonti d’acqua dolce. All'arrivo poi a Masada è possibile salire in funivia o a piedi per visitare la fortezza sulla montagna che il Re Erode costruì durante la grande ribellione degli Ebrei nei pressi delle città di Sodoma e Gomorra. Una volta in cima a quella che fu l'ultima roccaforte dei ribelli contro le legioni romane, si potranno scoprire le imponenti rovine delle mura della fortezza, della Sinagoga, delle cisterne d'acqua, dei pavimenti musivi e delle terme private di Erode. Nell’acqua terapeutica del Mar Morto si proverà personalmente la sensazione di galleggiare nelle acque ricche di sali minerali, in media 10 volte superiore alle acque del Mediterraneo. Il bacino del mare, la cui superficie è di 1.020 kmq, si trova a 400 metri sotto il livello del mare, è lungo circa 80 chilometri ed occupa la più bassa depressione della Terra. L’occasione di parlare del Mar Morto ci è stata data anche dalle ricerche scientifiche che hanno dimostrato che i fattori climatici combinati insieme hanno un notevole effetto terapeutico ed inoltre i dannosi raggi ultra-violetti del sole in questo caso vengono filtrati rendendo possibile fare i bagni di sole senza rischiare scottature.

Mar Morto (8)

Non c'è da meravigliarsi se questo mare chiuso è diventato un luogo di villeggiatura internazionale. Questo territorio è l'unico posto al mondo che combina tutto in uno, clima caldo durante tutto l'anno, un'atmosfera ricca di ossigeno, radiazioni solari terapeutiche UVB, un mare salato ricco di minerali e fango di fama mondiale, sorgenti termominerali calde e lussuose stazioni termali. Le sue acque, conosciute fin dai tempi dei Romani, sono sfruttate ancora oggi, per le loro qualità curative, per le malattie della pelle e per i disturbi reumatici. Secondo alcuni studiosi il Mar Morto è destinato pian piano a scomparire dal momento che la notevole evaporazione non è sufficientemente compensata dall'afflusso delle acque del Giordano e degli altri più aridi corsi d'acqua. Un "tocco personale" del Mar Morto è il fango nero, una miscela omogenea di minerali, elementi organici e terra. Spalmando sul corpo il fango nero si ottengono sia benefici cosmetici che terapeutici, conosciuti per pulire e stimolare la cute, liberare da tensione muscolare, migliorare la circolazione del sangue. I trattamenti possono essere effettuati anche a casa propria con la linea cosmetica Dsm - Mon Platin del Dott. Mosè Isawi (www.drisawi.it) che, dopo essersi laureato a Ferrara in Scienze Farmaceutiche, ha costituito a Rovigo una piccola azienda di prodotti dermocosmetici. «La nostra filosofia aziendale, che gode dell’ approvazione del Ministero della Salute e delle autorità competenti - egli ci dice - è l' introduzione nel mercato italiano di prodotti naturali, efficaci e sicuri per la salute, la bellezza ed il benessere. È dalla natura con la sua saggezza senza tempo, che ha saputo produrre sostanze benefiche, che la linea cosmetica prende l’avvio selezionando nel luogo di origine con tecniche antiche i principi attivi naturali, creando così una fito-cosmesi di qualità che produce benessere psico-fisico.

Ma come si possono raggiungere più facilmente queste bellezze mozzafiato?

Oggi è più facile con il volo diretto El Al Israel Airlines della Sun D’Or che parte dall’aeroporto di Capodichino per Tel Aviv. El Al effettua due voli settimanali, il lunedì e venerdì, con aeromobili Boeing 737/800. Il volo parte dall’aeroporto di Ben Gurion di Tel Aviv alle ore 8 locali ed arriva a Napoli alle ore 10.25, ripartendo poi dall’aeroporto di Capodichino alle ore 11.30 per arrivare a Tel Aviv alle ore 15.45. Non a caso all’interno di Expo 2015, l’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo ha presentato in modo inedito Tel Aviv, la città che non dorme mai. Accanto all’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo hanno partecipato all’evento La Municipalità di Tel Aviv, la EL AL e la Tel Aviv Hotel Association. «Siamo qui - ha detto Avital Kotzer Adari, direttore dell’Ufficio Nazionale israeliano del Turismo (www.goisrael.it e www.visit-tel-aviv.com) per raccontare l’atmosfera, i colori, i profumi, i molteplici aspetti di una città che sa sempre sorprendere ed incuriosire, una città che negli ultimi anni ha ottenuto moltissimi riconoscimenti e che comincia ad essere inserita tra le mete di vacanze degli italiani che però ne conoscono ancora …. solo alcuni aspetti». Tel Aviv: città posta sotto la tutela dell’Unesco definita “città bianca” con oltre 4.000 edifici Bauhaus; Tel Aviv, una delle città al mondo con la più giovane popolazione in rapporto al numero degli abitanti, culla delle Start up (oltre 1.000), una città con 1741 tra locali notturni e ristoranti ( uno ogni 231 abitanti). Una città verde, dove ogni due ore viene piantato un nuovo albero. E soprattutto: una città facile da raggiungere.

Mar Morto

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