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Matteo Renzi sfida l'Unione Europea, e non solo

Bisogna dare atto a Matteo Renzi di avere indicato all'opinione pubblica una visione innovativa, un modo per uscire dalla crisi.

Matteo Renzi sfida l'Unione europea, e non solo. Al termine del Consiglio dei ministri annuncia che il governo ha recuperato più di 10 miliardi di euro <<da destinare a 10 milioni di persone>>: quelli che dichiarano redditi inferiori ai 25mila euro all'anno.
Obiettivo: cambiare la rotta dell'Europa nel semestre di presidenza italiana con le spalle coperte da un pacchetto di riforme che, se attuate, rappresenterebbero davvero una ''rivoluzione'' per stare alle sue parole. Stile Obama (slide e risposte secche), un filo di nervosismo nell'esposizione del piano-choc,

Renzi ha puntato nella sua prima conferenza stampa di presentazione del vero progetto di governo a colpire la fantasia degli ascoltatori : nelle buste-paga dei dieci milioni di italiani che guadagnano meno di 25 mila euro l'anno; e lo farò. Se vediamo che i tempi slittano non esiterò un attimo a farlo davvero, il decreto legge''. Parola del premier Matteo Renzi che in un colloquio con il Corriere della Sera in merito alla presentazione delle misure varate dal Consiglio dei ministri, sottolinea: ''Mi sono impegnato sul primo maggio, e primo maggio sarà''.

E a quanti hanno deriso il suo programma dice: ''Chi ironizza non ha la minima idea di cosa voglia dire guadagnare 1.500 euro al mese,dover rinunciare a comprare un libro ai propri figli, non poter uscire una sola sera la settimana a mangiare una pizza''. Quanto al presidente di Confindustria, afferma: ''Non ce l'ho con Squinzi. E' una persona perbene, e io non sono un permaloso'' Poi assicura che ''le imprese non le abbiamo certo trascurate''. In merito ai sindacati sottolinea: ''Questa è la manovra più di sinistra degli ultimi tempi, per come intendo io la sinistra: non abbiamo fatto assistenza, abbiamo orientato l'intera manovra sull'obiettivo di togliere tasse sul lavoro senza aumentare la spesa pubblica, anzi tagliandola, facendo pagare un po' di più solo le rendite finanziarie, senza toccare i Bot''.

E i tagli sulla spesa "improduttiva", assicura il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio, ci saranno, grazie al piano Cottarelli, per "32 miliardi nei prossimi tre anni". L'operazione annunciata da Renzi, osserva, "scontenta le inefficienze", sottolineando che l'Italia sa risparmiare e ora deve imparare a crescere. Delrio spiega che "la tassazione delle rendite finanziarie ci porta in Europa e ci consente di ridurre le tasse" e che tra le ipotesi c'è anche un contributo da parte delle 'pensioni d'oro'. Il governo vuole "convincere la Merkel - l'incontro è in agenda il 17 marzo - con i fatti non con le parole".

E in effetti i primi commenti a caldo dal fronte forzista vedevano in quelle di Renzi scelte di "finanza creativa" che superano quelle di Tremonti. E Renato Brunetta, che si è anche chiesto se il premier non sia 'Mandrake', ha scritto a Renzi per sfidarlo:

Caro presidente Renzi, ti sfido. Come ti ho annunciato nel mio discorso sulla fiducia in Aula alla Camera non più di due settimane fa, il 25 febbraio. Tu sei stato rapido e spettacolare nel presentare i primi provvedimenti, e io sarò altrettanto tempestivo nella mia risposta". E' quanto scrive Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, in una lettera aperta al presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

"La anticipo in una frase, come faresti tu per agganciare l'attenzione dei distratti. Va bene, benissimo l'idea di dare una frustata all'economia con un effetto choc, ma bisogna essere credibili. E tu non lo sei stato. E ancora: non solo sono d'accordo con gli obiettivi che ti sei dato per la crescita nel nostro Paese, ma ti sfido anche a fare di più, approfittando del fatto che all'orizzonte, per la prima volta, dopo anni di dura recessione, si intravvede un primo barlume di ripresa. Con la stessa franchezza, però, ti dico che la strada che hai scelto non è praticabile e non ti porterà da nessuna parte".

"La sfida è, quindi, quella di partire dalla tua proposta, ma correggendone e rafforzandone la direzione di marcia, sia sui contenuti, che sulle procedure da seguire. Innanzitutto, i tempi che hai indicato non sono coerenti con le scadenze previste dal Semestre europeo (il calendario degli adempimenti di politica economica degli Stati membri dell'Ue), stando alle quali entro fine aprile il Parlamento dovrà approvare il Documento di economia e finanza (Def) 2015, su cui tra fine maggio e fine giugno si pronunceranno la Commissione e il Consiglio europeo. E questa, come amaramente ti accorgerai, non è forma, ma sostanza. È la realtà con cui dovrai fare i conti".

"Questa procedura richiederà, quindi, un tempo maggiore e vincoli ineludibili rispetto a quelli da te prospettati. Tempo maggiore che mal si concilia con le scadenze elettorali a te care. Nel frattempo non potrai operare sul piano legislativo a causa degli inesistenti spazi di manovra che sono già codificati nelle precedenti determinazioni di finanza pubblica".

"Ma è sul terreno dei contenuti che dobbiamo intenderci. Le coperture che hai indicato non hanno alcuna seria consistenza: non sono coerenti con il rispetto dei vincoli che ci impone la nostra Costituzione, che all'articolo 81 prevede il pareggio di bilancio a decorrere dall'esercizio finanziario relativo all'anno 2014, né con l'obiettivo di medio termine con riferimento alla riduzione del debito pubblico, che siamo tenuti a rispettare, soprattutto da quando, lo scorso 5 marzo, la Commissione europea ci ha collocato tra i Paesi con squilibri macroeconomici eccessivi, sottoponendo i conti pubblici italiani a "specifico"monitoraggio".

"L'intervento che proponi è la classica manovra in deficit, su cui concordo, come choc positivo per accompagnare la ripresa. Ma ad una sola e precisa condizione. Che essa sia la conseguenza di quelle riforme strutturali che l'Europa ci chiede da tempo e che l'Italia, per anni, non è riuscita a realizzare, pagando per questi ritardi un prezzo altissimo in termini di mancata crescita, di debole competitività, di forte disoccupazione e di emarginazione del Mezzogiorno".

"Ecco allora la via maestra da seguire. Proponi al Parlamento un intervento che sia adeguato alla grave crisi del Paese. Recepisci esplicitamente, nel tuo programma, le condizioni che il Consiglio europeo ha prescritto al nostro Paese, nel momento in cui è uscito dalla procedura d'infrazione per deficit eccessivo a giugno 2013.
Questa deve essere la sfida comune".

"I punti li conosci, sono le famose 6 raccomandazioni: liberalizzazione del mercato del lavoro, riduzione del carico fiscale, aumento della produttività, riforma della giustizia, riduzione del perimetro dello Stato, privatizzazioni e liberalizzazioni. Realizza subito questo programma, che ti consentirà ben più ampi margini di manovra, tanto sul deficit, quanto sul debito, e poi vai in Europa a difendere i grandi interessi nazionali, combattendo a viso aperto contro i teorici del rigore cieco, che rischiano di buttare l'intero continente nel baratro della deflazione".

"Lo strumento c'è, e sono i Contractual Agreements attualmente in discussione con l'Unione europea, che ti permettono di derogare sì ai vincoli, ma in cambio di riforme strutturali, e non di provvedimenti parziali, di mero stampo elettoralistico, come quelli da te annunciati. E l'Europa non potrà dirti di no. Se agirai in questo modo noi ci saremo, e ti aiuteremo nella lotta contro gli egoismi, i conservatorismi, i tanti corporativismi, le cattive burocrazie che minacciano di spegnere ogni speranza del popolo italiano. Ci stai?", conclude Brunetta.

E Alfano rivendica il ruolo di Ncd nella 'svolta': "Meno tasse finanziate con meno spese è la ricetta giusta, è la nostra ricetta, è la ricetta del Ncd" dice il ministro dell'Interno. Ncd "rivendica con forza di aver preso parte al programma, abbiamo ottenuto uno slancio, un turbo sui pagamenti delle P.A." mentre "il fatto che la riduzione vada ai lavoratori dipendenti non significa che il beneficio sia solo loro". Per Alfano è "una notizia" che Forza Italia si sia schierata contro il taglio delle tasse.

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