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Confindustria: Presentato il Check up Mezzogiorno

E' una economia “in convalescenza” quella del Sud: torna a crescere la produttività, inferiore tuttavia di quasi 18 punti percentuali rispetto al Centro Nord, ma non gli investimenti, crollati durante la crisi di quasi il 50%, con punte negative del 72% per le imprese manifatturiere della Calabria. La ripartenza è ancora lontana. E' la fotografia resa dallo studio curato da Confindustria e SRM, denominato "Check Up Mezzogiorno", presentato in conferenza stampa dal numero uno di Viale dell'Astronomia Vincenzo Boccia con i presidenti del Comitato per le Politiche di Coesione territoriale Natale Mazzuca e del Consiglio delle Rappresentanze Regionali Stefano Pan.


«Eppure - ha commentato il presidente Natale Mazzuca, alla guida di Unindustria Calabria e del Comitato per le politiche di Coesione di Confindustria - la crescita potrebbe essere più intensa proprio dove più ampi sono gli spazi di recupero, regioni meridionali in primis. Incertezze interne ed internazionali non possono costituire un alibi. I piani attuativi del Masterplan, debbono essere il contenitore in cui mettere ordine a queste priorità, individuando i divari da avviare a riduzione e gli interventi più in grado di restringerlo: con un dialogo costante e quotidiano con le imprese ed i cittadini meridionali. Per tale motivo, deve essere rapidamente completata la loro sottoscrizione, anche al fine di fine di consentire al CIPE di mettere a disposizione la relative risorse. Se la strada che la prossima Legge di Stabilità si appresta a percorrere è quella del rafforzamento delle condizioni di competitività del Paese, vanno studiati tutti i modi e tutte le forme per potenziarne l’impatto nelle regioni meridionali, pur nel rispetto delle regole esistenti e dei margini di bilancio praticabili».
La ricerca di Confindustria e Srm, basata sui più recenti dati disponibili, restituisce una immagine del Mezzogiorno con molti chiari e diversi scuri. I segnali sono contrastanti.
Il numero delle imprese torna a crescere, e per la prima volta dal 2008, il saldo torna positivo al Sud (+0,6% con oltre 10mila imprese in più). Comparando i dati del secondo trimestre del 2015 e stesso periodo del 2016, in Calabria si è passati da 155.410 imprese a 157.150 (+1,1) e da 19.198 a 20.710 società di capitali (+7.9%). Crescono le imprese giovanili, così come le start up innovative.
Riflessioni importanti sono emerse in merito alle esportazioni ed al settore dell'edilizia.
Nel primo trimestre del 2016 l’export meridionale cresce del 2,5% (a fronte di una sostanziale stazionarietà del dato nazionale), ma all’interno della macro-area si rafforza la differenziazione dei risultati. Calano, infatti, le esportazioni in Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna, mentre crescono in Abruzzo, Molise e Basilicata.
La Calabria registra -8,6% di esportazioni dal confronto tra i dati del primo trimestre 2016 e lo stesso periodo dell'anno precedente (dati Coeweb - Istat). Pesa molto il calo di Crotone -53,8%, Vibo Valentia -48,2% e Cosenza -12,4%. Positivi i dati per Catanzaro 16,5% e Reggio Calabria 11,2%.
Sul fronte delle costruzioni il settore inizia a dare qualche segnale di risveglio. Segnale importante, considerando il peso maggiore rispetto agli altri settori che ricopre nell’economia meridionale. «E’ fondamentale - dichiara il presidente degli industriali calabresi e del Comitato per le Politiche di Coesione territoriale Natale Mazzuca - consolidare questi segnali anche nel 2016, sia grazie ai bandi della nuova programmazione dei fondi strutturali sia soprattutto grazie all’uso complementare del Fondo Sviluppo e Coesione, che finanzia prevalentemente investimenti infrastrutturali, per l’80% destinato al Mezzogiorno. Soprattutto le infrastrutture restano un tema prioritario al Sud: secondo l’indice europeo di qualità delle infrastrutture, elaborato dalla Commissione UE, quelle del Mezzogiorno, con la parziale eccezione della Campania, sono tutte nella parte bassa della classifica delle regioni europee relativa all’accessibilità».
Per Natale Mazzuca «se si vogliono avere effetti reali sull’economia, sulle imprese, sulla competitività, sul benessere e la ricchezza dei cittadini del Mezzogiorno quella del tempo, del sapere fare in fretta e bene deve diventare la sfida decisiva, e ogni sforzo deve essere fatto per migliorare la capacità amministrativa di sostegno all’economia».

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